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Autore: ClostridiumDiff2020    30/08/2021    0 recensioni
Una creatura incorporea, dopo aver vagato sulla terra per un'immortale eternità, inizia a desiderare di sfiorare la vita. Quando il suo sguardo incrocia quello di una ballerina.
Il suo desiderio di percepire il mondo materiale lo farà precipitare.
Inizia così la sua ricerca, del suo io mortale e di colei che lo ha strappato all'eternità.
Ispirazione ~ Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders ~~~
~ Sì è magnifico vivere di solo spirito, e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l'eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa. E allora non vorrei più fluttuare così, in eterno: vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi questa infinitezza legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, a ogni colpo di vento. Vorrei poter dire: "ora", "ora", e "ora". E non più "da sempre", "in eterno"....
~ ... Il tempo guarirà tutto... Ma che succede, se il tempo stesso è una malattia? ...
~ ... Quei giorni perduti a rincorrere il vento a chiederci un bacio e volerne altri cento ~~~ Amore che vieni, amore che vai- Fabrizio De Andrè
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Nella pioggia…
 



Damiel allungò la mano e rimase ad osservare la pioggia scivolargli tra le dita.
Inzuppargli la felpa, percependo i vestiti che gli si incollavano alla pelle.
Non si accorse subito di tremare, non aveva mai provato una sensazione tanto sgradevole.
Il freddo, il disagio aumentava gradualmente.
Sorrise al cielo mentre le gocce delineavano il suo volto.
 
Delle mani lo afferrarono, una sagoma indistinta gli si stagliava davanti, ma la pioggia gli offuscava la vista gli ovattava l’udito.
Gli stavano strattonando le maniche.
Conosceva quei movimenti, riconosceva il tocco di suo fratello.
“Samael…” sussurrò prima che la sagoma svanisse lasciandolo scivolare a terra.
Apparteneva all’immateriale eppure poteva percepire la preoccupazione gravare su di se.
“Damiel… Non riesco ad afferrarti…”
Percepiva la sua voce, non poteva negare di sentirne la mancanza. Era stata una presenza costante nel vento una mano stretta alla propria. Era stato davvero così egoista a desiderare di più?
“Damiel…”
La pioggia continuava a portargli la voce di suo fratello, ma ormai era un mortale tra tanti. Un corpo caldo immerso in mondo che stava affondando.
 
“Damiel!”
Vi era dell’ansia in quella voce. Quando aprì gli occhi vi era una figura a proteggerlo dalla pioggia scrosciante. Riconosceva quel sorriso e quello sguardo ricolmo di preoccupazione.
 
Stava di nuovo volando?
Si sentiva leggero mentre scivolava verso le braccia di Cassie.
Avanzava incorporeo e distaccato. Poteva sentire di nuovo il richiamo di Samael.
Poteva vederlo stagliarsi, una flessuosa siluette di un accecante riverbero di giada.
“Non riesco a trovarti fratello… non riesco a percepirti qua oltre il tempo… E non riesco a vedere le tue ali…”
Damiel si strinse, nonostante il suo spirito fosse lontano dal corpo in quel momento poteva percepire il freddo. Tremava incapace di dar voce alle sue parole.
“La tua essenza mi appare diversa, sei… Diverso…”
Lo sguardo di Samael tradiva disprezzo e orrore. La consapevolezza di qualcosa che aveva a lungo cercato di ignorare. “Sei mortale, il tuo corpo soffre, sei debole, malato… Che cosa hai fatto alle tue meravigliose ali.. Tu sei caduto…”
 
Ti prego non odiarmi…
Ma Samael aveva lasciato di nuovo la presa e Damiel stava di nuovo scivolando verso il suo corpo.
Sapeva dare un volto a quella sensazione, dolore.
 
Si svegliò madido di sudore, Cassie lo osservava. “ Perché te ne stavi sdraiato nella pioggia… Ti è salita la febbre… Devi avere più cura di te stesso…”
Non pensavo che percepire il mondo potesse essere doloroso e bellissimo al tempo stesso…

 
   
 
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