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Autore: Justice Gundam    20/09/2021    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Farkas - In effetti, la traduzione italiana è proprio "progenie del peccato", che è del resto una traduzione abbastanza letterale del termine inglese originale, sinspawn. Detto questo, è vero che in effetti è un appellativo un po' lungo e per certi versi... ingombrante. Vedrò di cercare di accorciarlo in qualche modo.

Benedizione è un incantesimo clericale molto semplice, ma usato al momento giusto può essere veramente molto utile. La verità su Nualia è stata in effetti uno shock... e tra non molto vedremo anche il perchè!

Per le schede dei personaggi… temo che bisognerà aspettare un altro po’. Farò in modo che siano quanto più esaurienti possibile. ^^

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 9 - Un'amicizia che viene dal passato

 

Usciti dalla vetreria, agli avventurieri era toccato il penoso compito di spiegare agli abitanti di Sandpoint cosa fosse successo, e far venire un gruppo di guardie cittadine per portare via i resti di Lonjiku Kaijitsu e dei lavoratori uccisi da Tsuto e dai suoi goblin. Il mezzelfo fuorilegge venne portato via tra scene di disperazione da parte delle famiglie delle vittime e due piccole ali di folla che volevano linciarlo, e solo l'intervento di Yan ed Reji impedì che finisse così.

In tutto questo, l'unica buona notizia era che Ameiko si era salvata - un po' sconvolta ed ammaccata, ma si sarebbe ripresa completamente. In quel momento, la giovane locandiera era in piedi accanto all'uscita della vetreria, e osservava freddamente mentre due uomini portavano via il cadavere incrostato di vetro di Lonjiku. La sua espressione era rimasta bloccata in una smorfia di rabbia e paura - cosa che si addiceva fin troppo al tipo di persona che era.

"Lonjiku... non è mai stato un buon padre. Nè per me, nè tantomeno per Tsuto." affermò Ameiko quando ormai il corpo non fu più visibile. "I nostri rapporti sono sempre stati distanti... e anche ora che è morto, se devo essere sincera... non mi dispiace più di tanto per lui. Piuttosto... mi dispiace che non mi dispiaccia, se capite cosa voglio dire."

"Sì... credo di capire, Ameiko... non è una sensazione piacevole, ma non si può decidere di voler bene a qualcuno. Soprattutto se tuo padre è stato così distante da te per tutto questo tempo." rispose Jolan. Misia si era occupata di lanciare un po' di incantesimi curativi su di lui e sugli altri membri del gruppo, in modo che tutto quello che rimaneva fossero dei graffi e dei lividi di poco conto.

La ragazza alzò le spalle. "Comunque sia, che io lo voglia o meno, adesso sono io l'unica erede dei Kaijitsu. E in pratica, sono ufficialmente una nobile, per quello che può valere." affermò. "Ma se devo essere sincera... ormai il Drago Arrugginito è l'attività della mia vita. Detto questo, farò tutto il possibile per tenere aperta la vetreria, visto che è un'attività così importante per l'economia di Sandpoint. E molte famiglie contano su di essa."

Yan disse di sì con la testa. "Non possiamo fare altro che augurarti buona fortuna, Ameiko."

"Grazie..." sospirò Ameiko dopo un attimo di pausa, sentendosi un po' meglio. "Oh, già, e ricordatemi che finchè siete qui a Sandpoint, al Drago Arrugginito ci sarà sempre un posto per voi."

Nonostante tutto, Yan riuscì a sorridere. "Grazie, Ameiko. Di certo noi non ce ne dimenticheremo." affermò. "Ora... devo andare dai miei amici. Credo di dovere loro delle spiegazioni."

"Anch'io... ho vissuto a Sandpoint per tutto questo tempo. E adesso che questa storia è saltata fuori, non riesco a fare a meno di pensare che se mi fossi mosso prima, avrei potuto fare qualcosa per evitare che finisse in questo modo." rispose Jolan guardando in lontananza.

"Riguardo a Nualia? Certo... posso capire." affermò la giovane locandiera. "Anche se... non so come possa essere colpa tua, Jolan, ma... ecco, buona fortuna anche a te. E grazie di tutto."

"Sei sicura di non volere una mano, Ameiko?" chiese Yan. "Riesci ad arrivare al Drago Arrugginito con le tue gambe?"

Ameiko riuscì a sorridere, e questa volta c'era più decisione nella sua espressione. "Tranquilli, ce la posso fare. Devo solo riprendere fiato... e prendermi una notte di riposo." rispose. "A presto. E mi raccomando, state attenti."

"Anche tu, Ameiko. Ci si vede in giro." disse Jolan con un cenno affermativo.

Yan e Jolan fecero un saluto con le mani e si diressero nuovamente verso il gruppo, che in quel momento era impegnato a dare una mano alle guardie cittadine a mettere in sicurezza ciò che restava della vetreria e raccogliere tutto quello che poteva costituire una prova o un indizio. Yan raggiunse per primo il gruppo, e diede una pacca amichevole sulla spalla di Reji, e la giovane monaca si voltò verso di lui e annuì. "Scusate il ritardo, gente."

"Tutto okay, Yan. Non ti preoccupare." rispose Misia. "Ecco... volevi parlarci di Nualia? Di quello che sai della donna che sta dietro a questo complotto?"

Il giovane spadaccino prese un respiro profondo e guardò verso il terreno per cercare di mettere ordine nei suoi sentimenti. Ancora adesso, a tanti anni di distanza, trovava difficile parlare di queste cose. "Sì... credo che sia il minimo che io possa fare." rispose infine, mentre le ragazze si riunivano attorno a lui per ascoltare. "E' una cosa di cui non parlo volentieri, credetemi... anche adesso, mi sembra una specie di brutto sogno dal quale credevo di essermi svegliato..."

"Mi... mi dispiace, Yan... non credevo che..." mormorò rattristata Reji, vedendo il suo amico e compagno di mille avventure che si sedeva su un muretto vicino. Il giovane e coraggioso guerriero le sembrava ora così triste e vulnerabile...

Quando fu sicuro di avere le sue emozioni sotto controllo, Yan prese fiato e cominciò a raccontare. "Non importa... del resto, io non ho mai parlato di questa parte del mio passato." raccontò il giovane. "Comunque, torniamo a noi. Saprete già che io sono nato qui, a Sandpoint. I miei genitori sono artigiani, e possiamo dire che la mia famiglia viveva dignitosamente. Certo, non vivevano negli agi, ma non eravamo neanche in difficoltà. Insomma, quand'ero piccolo, avevo un bel po' di amici tra i ragazzi e le ragazze della mia età. E una di questa... era appunto Nualia, la figlia adottiva di Padre Ezakien, che alll'epoca era la guida spirituale di Sandpoint."

Eli disse di sì con la testa, spronando il suo compagno ad andare avanti. "Sì... e sappiamo anche che Nualia era... o meglio, è... una aasimar." disse la mezzelfa. "Ma... c'entra qualcosa con tutta questa storia?"

Yan disse di sì con la testa. "Padre Ezakien non voleva davvero bene a Nualia." affermò amaramente. "Per lui, avere una figlia adottiva aasimar era soltanto una cosa di cui vantarsi. Una sorta di premio che Desna gli aveva fatto perchè era un uomo così virtuoso." Si fermò un attimo per scuotere la testa, esprimendo il suo disgusto. "Fin da quando era piccola, Nualia è stata condizionata da suo padre affinchè diventasse una sacerdotessa di Desna e rimanesse pura. Ezakien sperava di mandarla in qualche prestigioso convento, in modo da far vedere a tutti la sua devozione. E per questo motivo, la limitava in tutte le attività che faceva, le proibiva di fare i giochi che gli altri bambini facevano, e le metteva in testa tante idee balorde sul fatto che lei era in qualche modo diversa dagli altri, e che il suo posto non era tra i comuni mortali."

"E... Nualia non aveva amici? Voglio dire, tra i ragazzi della sua età? E gli adulti attorno a lei?" chiese Misia con apprensione.

"Gli altri bambini pensavano che Nualia fosse una specie di fenomeno da baraccone." rispose Jolan. "Molti degli abitanti di Sandpoint erano morbosamente ossessionati dal fatto che lei era una lontana discendente di qualche angelo... o creature simili... e si convinsero che Nualia fosse capace di miracoli di ogni sorta. Dicevano che poteva predire il futuro, che una ciocca dei suoi capelli portasse fortuna... che le sue lacrime aggiunte al tè potessero curare i malanni."

"E Padre Ezakien sapeva... ma non faceva niente per impedire tutto questo." continuò Yan. "Anzi, incoraggiava la gente a chiedere a Nualia di fare altri miracoli. In effetti... io ero l'unico che trattava Nualia come una persona, piuttosto che come un miracolo ambulante..."

 

(FLASHBACK)

"Andiamo, Nualia, è un favore che ti chiediamo!" disse un ragazzo più grande, con un sorriso falsamente amichevole, mentre assieme a tre suoi coetanei avanzava minaccioso verso la bambina dai capelli bianchi e dalla pelle scura che cercava disperatamente di andarsene. "Perchè non piangi un altro po' per noi? Mio padre ha un tremendo mal di schiena, a forza di lavorare nei campi, e tu puoi guarirlo, no?"

La bambina dai capelli bianchi si allontanò di un passo e guardò i tre ragazzi, cercando con lo sguardo una via d'uscita, ma i tre si piazzarono attorno a lei in modo da renderle impossibile la fuga. "E-ecco... io..." cercò di spiegare. "Io non... non posso fare... quello che mi chiedi... io... non sono una... chierica... sono... sono i chierici che sanno lanciare gli incantesimi che curano le persone... io non posso..."

"Come sarebbe a dire che non puoi?" replicò un altro ragazzo, facendosi minaccioso. "Brutta egoista che non sei altro, sei una specie di angelo sceso in terra, e non vuoi fare del bene agli altri?"

"Secondo me si crede meglio di noi!" replicò il terzo ragazzo, che ora si trovava a poco meno di mezzo metro da Nualia. "Crede di essere chissà chi solo perchè è una aasimar ed è la figlia di Padre Ezakien, vero? Secondo me pensa di essere la più bella solo perchè ha questo grazioso faccino e questi capelli del colore della neve!"

"Tuo padre non ti ha insegnato che bisogna badare ai fedeli?" chiese minaccioso il primo ragazzo. "Avanti, Nualia, dacci le tue lacrime, e per oggi ti lasciamo in pace..."

"No, io non posso fare i miracoli... No, fermatevi, mi fate male!" esclamò Nualia, cercando come poteva di divincolarsi quando il più grande dei tre la prese per un polso...

 

oooooooooo

 

La piccola aasimar sospirò tristemente, mentre sedeva sui gradini della piccola chiesa, guardando verso il terreno con gli occhi arrossati e le guance rigate di lacrime. Ancora una volta, erano venuti a cercarla per farsi fare qualche miracolo da lei, malgrado lei avesse detto più volte che non era in grado di fare quello che le chiedevano. Perchè non volevano capire? Perchè continuavano a trattarla come se lei dovesse per forza essere a disposizione di tutti? Lei voleva soltanto vivere come gli altri bambini della sua età... ma suo padre diceva che lei era diversa dagli altri, che lei discendeva dagli angeli ed era un dono di Desna a Golarion... e che quindi non doveva mischiarsi ai bambini del volgo. Non doveva giocare con loro, non doveva andare con loro in giro per Sandpoint...

Però quando loro venivano da lei a prenderle i capelli, le lacrime o brandelli di vestiti, lei doveva accontentarli e non protestare. Le prime volte che aveva detto a suo padre quello che succedeva, ne aveva ricevuto una sgradita ed era stata rinchiusa in camera sua per una giornata intera.

Era davvero così sbagliato che lei volesse essere una bambina normale?

"Nualia...?" si sentì chiamare, e dopo un istante di sorpresa, alzò lo sguardo verso il ragazzino della sua età che l'aveva chiamata. Capelli castani arruffati, vestiti un po' usurati ma dignitosi, il viso un po' polveroso con un paio di occhi profondi... la ragazzina sembrò consolarsi almeno un po' nel vedere che si trattava dell'unica persona a Sandpoint che potesse considerare davvero sua amica.

"Nualia, va tutto bene?" chiese il piccolo Yan. Una domanda che nessun altro lì a Sandpoint si era mai disturbato a farle. "Mi... mi sembri così triste..."

La piccola aasimar non rispose, abbracciandosi le ginocchia e guardando timidamente il suo amico.

Yan deglutì, immaginando che fosse una domanda un po' indiscreta. "Sono... sono venuti di nuovo a chiederti una ciocca di capelli... o un bottone?"

"Volevano le mie lacrime..." rispose lei a voce bassa, chinando di nuovo il capo. 

Yan restò in silenzio, con un'espressione dispiaciuta e al tempo stesso indignata per quello che avevano fatto alla sua amica. Se avesse potuto trovare chi l'aveva offesa, gliel'avrebbe fatta pagare... ma quello che gli importava di più, in quel momento, era di restare vicino a Nualia e farle un po' di coraggio. "Mi... mi dispiace, Nualia. Penso che anch'io... se venissero sempre a chiedermi qualcosa, non mi piacerebbe per niente. Vuoi... vuoi che resti un po' con te?"

Nualia sbattè gli occhi con incertezza. "Io... lo vorrei, Yan, ma... lo sai che se mio padre ci trova, ci sgrida." rispose. "Lui... non vuole che io giochi con te."

Il bambino castano sfoderò un sorriso incoraggiante. "Beh, allora noi non ci facciamo trovare!" affermò. "Perchè non andiamo a vedere il vecchio faro assieme? E' un posto così affascinante!"

Per qualche istante, Nualia restò incerta mentre Yan le tendeva la mano e le sorrideva garbatamente. Poi, riprendendo un po' di speranza, la bambina aasimar prese la mano al suo amico, che la aiutò a rimettersi in piedi e la guidò verso la loro nuova destinazione...

 

(FINE FLASHBACK)

 

Yan esitò per qualche istante prima di continuare il suo racconto. "E' andata avanti così per molto tempo. Anche se pregavo Padre Ezakien di dare un po' più di spazio a Nualia, di proteggerla da coloro che la trattavano come una sorta di santino vivente... lui non mi dava mai ascolto. Io ero l'unico con cui Nualia potesse sfogarsi... almeno finchè Nualia non ha compiuto diciassette anni. Perchè fu allora che a Sandpoint arrivò quel bellimbusto varisiano, Delek Vishkanta."

Gli altri membri del gruppo ebbero la netta sensazione che Yan stesse parlando con un rancore che non si era mai del tutto sopito, ma non fecero commenti e attesero che il giovane spadaccino riprendesse il suo racconto. "Non vi annoierò con i dettagli. Mi basti dire che questo Delek ha subito cominciato a fare la corte a Nualia." continuò. "Potete immaginare come si è sentita Nualia, dopo essere stata trattata in quel modo... disumano... per tutta la vita. Per la prima volta ha incontrato qualcuno oltre a me che la apprezzava per quello che era davvero."

Yan sospirò e strisciò la suola di uno stivale sul terreno. Adesso stava arrivando la parte che gli faceva più male... la parte in cui aveva la netta impressione che avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più per evitare che tutto precipitasse.

"E se devo dire la verità..." continuò Yan dopo aver messo un po' di ordine nei suoi pensieri. "Non so esattamente come mi sono sentito a questo proposito. Voglio dire, mentirei se dicessi che non ero felice che finalmente Nualia avesse trovato qualcun altro che le voleva davvero bene. Ma... dall'altra parte... ho provato invidia, lo ammetto. Invidia per il fatto di non essere più l'unica persona speciale per Nualia, l'unica sulla quale lei poteva appoggiarsi."

"Eri... eri innamorato di Nualia, Yan?" chiese Shalelu.

Yan sobbalzò, colto di sorpresa da questa domanda improvvisa. Si fermò per un attimo, non sapendo esattamente cosa rispondere. Era una domanda che davvero gli giungeva del tutto inaspettata. Lui... aveva davvero provato verso Nualia qualcosa di più che semplice amicizia o compassione? Non ne era sicuro... gli piaceva stare con lei, e gli dispiaceva quando lei soffriva o si sentiva sola... ma c'era qualcos'altro, forse? Beh, se fosse stato così, allora quei sentimenti di antipatia verso Delek avevano ancora più senso... ma non si era fermato a pensare a questo problema abbastanza a lungo da darsi una risposta come si deve.

"Non lo so." rispose infine, pensando che fosse meglio essere onesti. "So solo che non riuscivo a farmi piacere quel tipo... però Nualia si era affezionata a lui, e chi ero io per negarle quel po' di felicità che era riuscita a trovarsi? Se Nualia era contenta, per me andava bene."

"Ma le cose... non sono andate così bene." continuò Jolan tristemente. "Pochi mesi dopo che Delek era giunto a Sandpoint, Nualia scoprì di essere incinta di lui. Con tutti gli incontri che c'erano stati tra di loro... alla fine qualcosa è successo... E fu allora che Delek si rivelò per il bastardo che era."

"Ecco. Mi sembrava troppo bello." affermò sarcastica Eli.

Ignorando la battuta, Yan continuò il racconto. "Quando Nualia scoprì di stare aspettando il figlio di Delek, andò da lui per dargli la notizia. C'ero anch'io con lei. Avevo pensato che fosse giusto che un suo amico fosse lì per farle da supporto." raccontò. "E quando seppe cosa stava accadendo... Delek insultò Nualia. La accusò di averlo sedotto, le diede della puttana... e a quel punto io non ci ho visto più e gli ho tirato una testata su quella sua faccia da culo!"

Yan sbattè il pugno sul muro in un impeto di rabbia. Ancora a distanza di tempo, il ricordo di come si era comportato Delek lo faceva imbestialire... e le ragazze fecero tutte un passo indietro, scioccate dalla sua improvvisa reazione.

"Wow... ricordami di non farti mai incazzare, Yan..." affermò Misia, per poi deglutire sonoramente.

Jolan riprese il discorso dopo che gli animi di tutti si furono abbastanza raffreddati. "Beh... dopo questo episodio, Delek si squagliò da Sandpoint come il pisciasotto che era." raccontò. "Ma le cose non andarono meglio per Nualia. Ezakien la ripudiò, furioso per il fatto che Nualia avesse... 'gettato via la sua purezza'. La tenne sequestrata in casa e le proibì di uscire, costringendola ad implorare il perdono di Desna ogni notte."

"Io cercai di starle vicino... implorai Padre Ezakien di lasciarmi parlare con lei, di permettermi di darle una mano... ma ogni volta, lui mi cacciava in malo modo, accusandomi di essere stato uno di quelli che avevano corrotto Nualia. Da quel giorno, non fui più in grado di vederla." continuò Yan. "E poi un giorno... quando Nualia era ormai al settimo mese... cominciò a sentirsi male. E divenne ben presto chiaro che stava per fare un aborto spontaneo. Non so come siano andate esattamente le cose... ma credo che sia stato allora che Nualia ha perso completamente ogni speranza. Da allora non ho più saputo nulla di lei... Quando... quando c'è stato quell'incendio, e Nualia è scomparsa... ho sofferto molto per lei... ma... almeno ho provato un po' di consolazione nel pensare che le sue sofferenze erano finite... e invece..."

Yan si passò una mano sugli occhi, in modo da cacciare via le lacrime, e guardò il suo uditorio. Tutti erano rimasti scioccati da quella triste storia, e da come si era evoluta. Il passato di Yan, tenuto nascosto fino a quel momento, ora tornava prepotentemente alla luce... e si rivelava essere strettamente collegato con la crisi che Sandpoint stava affrontando.

Finalmente, Reji mise una mano sulla spalla di Yan, cercando di fargli forza. "Mi... mi dispiace, Yan. Non avevo idea che tu e Nualia aveste passato queste cose..."  affermò.

"Va tutto bene, amica mia. Non potevi saperlo... io non te ne ho mai parlato seriamente. Era... una tragedia nel mio passato che credevo di essermi lasciato alle spalle. Ma... se c'è una cosa su cui quel dannato Tsuto aveva ragione, è che i problemi non si risolvono ignorandoli. Adesso siamo tutti invischiati in questo macello, e l'unica cosa che possiamo fare è scoprire quanto più possibile ed impedire a Nualia di distruggere Sandpoint."

"Lo sai che forse stai parlando di una cosa davvero enorme...? Voglio dire, che per te potrebbe essere un sacrificio che pochi sarebbero disposti a fare!" rispose Jolan. "Forse stai parlando del fatto che per impedire a Nualia e ai suoi scagnozzi di invadere Sandpoint e raderla al suolo... potremmo essere costretti ad ucciderla. Purtroppo, in certe situazioni, non puoi sperare di appellarti all'umanità del tuo nemico."

"E non farti troppe illusioni." continuò Shalelu con un sospiro. "In questo momento, Nualia è la nostra nemica."

Yan restò in silenzio per diversi secondi, riflettendo sulle parole dei suoi compagni. Purtroppo, anche se la cosa non gli faceva certo piacere, avevano ragione. Se fosse stato possibile fermare Nualia senza ucciderla, convincerla a deporre le armi... sarebbe stata una vittoria per tutti. Ma Yan sapeva che doveva essere realista... e prepararsi alla possibilità che lui e Nualia fossero costretti a combattere fino a che uno dei due non fosse morto. Era una prospettiva che lo terrorizzava, e che allo stesso tempo avrebbe potuto essere inevitabile. In quel momento, erano in gioco le vite e la sicurezza delle più di mille persone che abitavano Sandpoint. In confronto a questo... cosa valeva la sua amicizia con Nualia?

Ma se solo fosse stato possibile salvare sia Sandpoint che Nualia... allora perchè non tentare?

Per fortuna, Shalelu si fece avanti. Appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, e quando Yan alzò la testa, vide che l'elfa cacciatrice gli stava sorridendo. "Detto questo... Nualia è stata anche tua amica, vero?" chiese retoricamente. "Quindi non lasciarti abbattere. Resta aggrappato alla speranza che lei non abbia dimenticato quello che hai rappresentato per lei. Sicuramente sarai uno dei suoi pochi ricordi felici della sua infanzia. Non voglio alimentare false speranze... ma forse per te avrà un occhio di riguardo."

Se non altro, le parole di Shalelu riuscirono a dare a Yan qualche speranza che il problema si risolvesse... e quando si guardò attorno, vide che il resto del gruppo sembrava essere dalla sua parte. Anche Eli fece un piccolo sorriso e strinse un pugno, puntando il pollice verso l'alto per dire che era anche lei d'accordo.

"Sì, sono d'accordo anch'io." affermò Reji. "Vale la pena di tentare. Se c'è qualcuno che può convincere Nualia ad abbandonare i suoi piani, quello sei tu. Riponi fiducia nel fatto che ascolterà almeno te."

"Grazie... spero solo che quando la incontrerò... no,è vero, non devo semplicemente sperare. Devo avere fiducia che riuscirò a salvarla dall'oscurità in cui è caduta." affermò, sentendosi di colpo più deciso.

Eli annuì e si aggiustò gli occhiali. "Ora, detto questo... prima di cercare Nualia e il resto dei suoi collaboratori..." affermò la maga mezzelfa. "C'è una questione che credo meriti la nostra immediata attenzione. E cioè, quelle progenie del peccato che Tsuto aveva con sè. Come ha fatto a procurarsi due dei soldati d'elite dell'antica Thassilon? Non può essere andato tanto lontano..."

"Scusate..." Gli avventurieri si sentirono chiamare da una voce maschile, e rivolsero la loro attenzione alla persona che aveva parlato - una delle guardie cittadine di Sandpoint, un giovane dai capelli neri vestito di un corpetto di cuoio e armato di una corta lancia. "Scusate il disturbo, ma... c'è una questione che penso sia il caso di sottoporvi."

"Se possiamo dare una mano..." affermò Misia. "Di che cosa si tratta?"

La guardia si schiarì la voce e indicò l'ingresso della vetreria. "Mentre io e i miei colleghi stavamo dando un'occhiata al luogo di questo efferato crimine e ai sotterranei... abbiamo scoperto un passaggio che si addentra nel sottosuolo. Abbiamo dato un'occhiata, e sembra che questo passaggio raggiunga delle altre stanze. Ma non abbiamo idea di cosa possa esserci da quelle parti, e vorremmo chiedervi se poteste andare voi in esplorazione. Per adesso, abbiamo messo su delle barricate, in modo che se ci fosse qualcosa da quelle parti, non riuscirebbe a tornare in superficie tanto facilmente. Ma avremmo bisogno del vostro aiuto per verificare che non ci siano rischi... o se ci sono, voi siete senz'altro più qualificati di noi per neutralizzarli."

Reji si sfregò il mento, ripensando ai sotterranei dove lei e Shalelu avevano liberato Ameiko. "Hmm... Quando io e Shalelu siamo andate là sotto per salvare Ameiko, mi è sembrato di vedere una galleria che si inoltrava ancora di più nel sottosuolo. Non c'era il tempo di verificare cosa ci fosse... forse è a questo che ti riferisci?" chiese alla guardia,che confermò con un cenno della testa.

"Quand'è così... non vedo perchè non dare una mano. Se c'è qualcosa là sotto, potrebbe essere un pericolo per Sandpoint." commentò Eli.

"Pensi che quelle... progenie del peccato... venissero dai sotterranei?" chiese Yan, adesso più disposto ad affrontare questo nuovo problema.

Jolan alzò le spalle. "Tanto vale dare un'occhiata." affermò.

"Tra l'altro, se davvero le progenie del peccato vengono da lì, quei sotterranei rappresentano un grave pericolo per Sandpoint." affermò Eli dopo averci pensato su per un attimo. "Cosa ci garantisce che non ci siano altre progenie del peccato o altre mostruosità che potrebbero risalire da lì e mettere in pericolo la città? Dobbiamo essere sicuri. Quindi, prendiamoci un po' di tempo per riposarci, rinnovare gli incantesimi e magari procurarci un po' di equipaggiamento... poi, andiamo a dare un'occhiata a quei sotterranei, e assicuriamoci che ogni pericolo venga neutralizzato."

"Sì, hai ragione, Eli..." affermò Jolan. "Meglio essere sicuri che non ci sia più nulla di pericoloso da quelle parti."

Il soldato fece un cenno di ringraziamento con la testa. "Grazie, signori. Nel frattempo, io e i miei compagni rinforzeremo le barricate e faremo dei turni di guardia. Se dovesse accadere qualcosa, vi avviseremo subito."

Yan annuì lentamente, cercando di prepararsi al compito che lo aspettava. Tra non molto, avrebbe dovuto confrontarsi con Nualia, e sperabilmente convincerla ad abbandonare i suoi piani. Ma prima, anche lui doveva fare la sua parte ed assicurarsi che i sotterranei della vetreria fossero sicuri...

 

oooooooooo

 

Orik Vancaskerkin aveva la netta sensazione che la sua vita si fosse già da tempo trasformata in una barzelletta.

Erano passati già diversi mesi da quando era arrivato lì a Collecardo, dopo aver accettato l'offerta che quella misteriosa donna dalla pelle scura e dai capelli bianchi gli aveva fatto in quella fumosa bettola a Magnimar. Si trattava di un lavoretto semplice, in apparenza. Farle da guardia del corpo, per un salario di non meno di una ventina di pezzi di platino al mese. Come dire di no a venti pezzi di platino? E se c'era una cosa della quale Orik poteva vantarsi, era la sua abilità con le armi. Cosa ci poteva essere di tanto complicato? Nella sua mente, Orik si era già fatto l'idea che avrebbe presto guadagnato abbastanza da tornare a Riddleport, mettere su la sua banda e cacciare via quel dannato Clegg Zincher che l'aveva costretto a scappare.

Ma dopo un periodo in cui era andato tutto liscio, il compito aveva iniziato a complicarsi, e Orik si stava convincendo che mettersi al servizio di quella Nualia Tobyn fosse stata soltanto l'ultima di una lunga lista di pessime scelte. Mettersi al comando delle tribù di goblin della zona? Distruggere Sandpoint e metterla a ferro e fuoco? Era soltanto questione di tempo prima che qualcuno si rendesse conto di cosa stesse preparando, e allora avrebbero avuto alle calcagna tutti gli avventureri di questa parte di Varisia! Nualia lo aveva assicurato che prima che questo potesse accadere, lei sarebbe riuscita ad impadronirsi di ciò che si nascondeva nelle profondità di Collecardo, ma Orik non sapeva di cosa si trattasse, e non gliene importava niente. E se doveva essere sincero, il culto di Lamashtu gli faceva venire i brividi... e quelle volte che c'era stato, Sandpoint gli era sembrata un bel posto. Non meritava di essere rasa al suolo.

Forse, stava cominciando a pensare mentre faceva la guardia all'imboccatura del ponte che collegava il complesso principale di Collecardo alla terraferma, sarebbe stato più saggio lasciar perdere il tutto, farsi dare la liquidazione da Nualia, e raggiungere suo fratello Verik a Korvosa. Aveva sentito dire che Verik aveva avuto successo, ed era persino riuscito ad arruolarsi nella guardia cittadina. E se magari avesse potuto convincere Lyrie a venire con lui... tanto meglio.

I pensieri del mercenario vennero interrotti quando alcuni goblin emersero da dietro un cespuglio, tenendo le mani ben alzate per farsi riconoscere e dire che non erano mal intenzionati. Orik li guardò severamente, ben sapendo che non era il caso di fidarsi troppo di quei piccoli menagramo. Ma per fortuna, i goblin non ebbero colpi di testa - anzi, notò il mercenario, sembravano spaventati e titubanti. Cosa poteva aver spaventato quei mostriciattoli iperattivi fino a quel punto? Erano del gruppo che era andato con quel bellimbusto di Tsuto (che Asmodeus se lo portasse)?

"Voi." esclamò Orik con una voce possente. "Cosa ci fate qui? Che cosa volete?"

"Calma! Calma, gambelunghe! Noi qui per rapporto!" strillò il gobln a capo del gruppo, con evidente agitazione. "Noi... noi qui da vetreria! Andato tutto male! Hanno preso Tsuto!"

Orik corrugò la fronte. Non che gli importasse qualcosa di cosa fosse successo a quel damerino - per quanto lo riguardava, poteva anche gettarsi giù da una rupe. Ma questo poteva voler dire che lo scenario che Orik aveva immaginato si stava già realizzando, e che la situazione stava già precipitando.

"Chi l'ha preso?" chiese Orik. "Dobbiamo sapere chi sono i nostri nemici. Sono quelli che vi hanno bastonato quando avete attaccato Sandpoint, vero?"

Il goblin strinse i denti, per nulla contento di ricordare l'umiliazione che lui e i suoi compagni avevano subito. "Sì... sì, loro! Erano quei cinque che fatto gruppo! E c'era elfa ammazzagoblin con loro!"                             

Orik sospirò e alzò le spalle. Non c'era da aspettarsi che i goblin ricordassero troppe cose. Per loro, i "gambelughe" erano tutti uguali, e chiedere loro se avessero notato qualcosa di particolare o avessero memorizzato dei nomi sarebbe stato del tutto inutile.

O almeno, questo è quello che Orik riteneva, solo per essere smentito poco dopo.

"Noi... noi sentito qualche nome!" esclamò un goblin, che sembrava un po' più sveglio degli altri. "Uno di loro si chiamava Yan... poi c'era donna gambelunghe di nome Eli... ed un halfling di nome Jolan! E poi, ragazza che usa pugni e calci... e femmina di gnomo con strani poteri! Non ricordare altro, giuro!"

Se non altro, era più di quanto si aspettasse da un branco di goblin. "E va bene... andrò subito a fare rapporto a Nualia." affermò. "Voi tornate da Ripnugget e tenetevi pronti per altri ordini. Ora forza, sparite!"

I goblin si affrettarono a disperdersi nella foresta attorno a Collecardo, tornando dal loro capo... e dopo essersi assicurato che i goblin non fossero stati seguiti, Orik attraversò il ponte verso l'ingresso della fortificazione, sperando tra sè che quello non fosse l'inizio della fine anche per lui...        

       

ooooooooooo

 

"Voglio saperlo, Nualia! Perchè non mi hai permesso di accompagnare Tsuto?"

La aasimar corrotta sospirò irritata quando la giovane donna di colore vestita di bianco ripetè per la quarta volta la stessa domanda. Decisa finalmente a far stare zitta una buona volta la sua subordinata, Nualia si voltò verso di lei e la inchiodò con uno sguardo gelido. "Dimentichi con chi stai parlando, Lyrie?" esclamò rabbiosamente. "Questa era una faccenda che riguardava Tsuto, e soltanto lui. Tsuto si è reso utile alla nostra causa, ed è andato personalmente a convincere sua sorella ad unirsi a noi. Gli dovevo un favore, e non credo che avrebbe apprezzato le tue interferenze."

"Non è vero!" esclamò rabbiosamente Lyrie. Una giovane donna di etnia Garundi, con i capelli neri legati in varie trecce, Lyrie indossava una mantellina bianca con tanto di cappuccio, un gonnellino anch'esso bianco al quale erano assicurati i suoi strumenti di lavoro, e un paio di sandali alti fino al ginocchio. Accanto a lei, un gatto bianco dall'aria arrogante fissò con risentimento Nualia e le soffiò contro. "Tsuto e io ci amiamo! Lui apprezza meglio di te il mio contributo!"

"Finora non hai fatto altro che cercare di sedurre Tsuto con qualche stratagemma infantile, e startene chiusa nella tua stanza a tradurre qualche frasetta in Thassilioniano." ribattè Nualia. "Credi davvero di essermi indispensabile? Non ci metto niente a riportarti a Magnimar. Ma immagino che tu non voglia rischiare di farti prendere dalle autorità, vero? Non sarebbero tenere con te, dopo che hai ammazzato quei due aspiranti Pathfinders!"

La donna di nome Lyrie strinse i denti rabbiosamente. Per quanto le seccasse ammetterlo, in effetti era quello il motivo per cui era fuggita da Magnimar. Era convinta di passarla liscia, eliminando due potenziali concorrenti per una candidatura come membro ufficiale dei Pathfinders di Magnimar... eppure, a quanto pareva, non aveva coperto abbastanza bene le sue tracce. Con acredine, Lyrie fu costretta a darla vinta a Nualia, anche se tra sè giurò che gliel'avrebbe fatta pagare, in un modo o nell'altro.

Il suono di passi rapidi interruppe il litigio tra le due donne, e Lyrie alzò la testa nella speranza che si trattasse di Tsuto, e che lui si sarebbe schierato dalla sua parte. Con suo grande rammarico, invece, dall'arcata entrò la figura muscolosa e dai lineamenti rudi per quanto attraenti di Orik Vancaskerkin, che si fermò a distanza di rispetto e alzò una mano per salutare. "Signorina Nualia, signorina Lyrie... chiedo scusa per il disturbo." affermò rapidamente. "Ho ricevuto appena adesso un aggiornamento dai nostri goblin. Il tentativo di persuadere Ameiko Kaijitsu è fallito, e Tsuto è stato catturato dagli avventurieri di Sandpoint."

La reazione di Nualia fu composta, seppur contrariata. La sacerdotessa di Lamashtu strinse i suoi occhi lucenti, e il suo labbro inferiore ebbe un breve movimento che esprimeva rabbia. Non che ricambiasse l'amore, o forse doveva dire l'attrazione, di Tsuto, ma era comunque un valido subordinato e una persona alla quale si sentiva accomunata dal desiderio di vendetta.  

Lyrie, d'altro canto, fu ben più scomposta...

"Che cosa? Hanno catturato Tsuto?" esclamò la donna di colore. Il gatto che si aggirava attorno a lei emise un miagolio irritato quando Lyrie quasi inciampò su di lui per afferrare la manica della camicia di Orik e tirarla furiosamente verso di sè. "Che cosa significa? Chi è stato? Dove l'hanno portato? Dobbiamo correre a riprenderlo! Subito!"

"Un... un momento, Lyrie, calmati!" esclamò Orik, mettendole una mano sulla spalla nel tentativo di confortarla. "Purtroppo, so solo quello che mi hanno detto quei mostriciattoli! Evidentemente, quegli avventurieri si sono rivelati più duri del previsto, e Tsuto non ha avuto altra scelta che consegnarsi a loro. Adesso... sarà probabilmente nella prigione di Sandpoint, in attesa che torni lo sceriffo."

"Anche con le progenie del peccato al suo servizio?" chiese Nualia con irritazione. "Tsk... non ci voleva. Questo vuol dire che abbiamo a che fare con degli avversari pericolosi."

"Dobbiamo subito andare a Sandpoint e farlo uscire di lì!" esclamò Lyrie dandosi un pugno sulla mano.

Nualia alzò il suo deforme braccio demoniaco per intimare ai suoi due subordinati di restare calmi. "Noi non faremo niente di simile!" esclamò la aasimar corrotta. "Il piano è giunto ad un punto cruciale, e nel giro di non più di una settimana dovremmo essere in grado di liberare Malfeshnekor. A quel punto, saremo in grado di attaccare Sandpoint, e per allora, Tsuto sarà sicuramente ancora lì."

"Ma... non puoi dire questo, Nualia! Io non voglio aspettare! Tsuto potrebbe essere in pericolo!" Lyrie cercò di protestare, ma uno sguardo gelido e minaccioso da parte della aasimar corrotta la costrinse al silenzio.

"Lyrie. Non mi ripeterò." sibilò Nualia. Il suo volto era una maschera priva di espressione, tranne gli occhi che ardevano di una gelida rabbia, e la donna di colore rabbrividì e fece un passo indietro. Orik provvide subito a sorreggerla, ma Lyrie si divincolò con rabbia e si allontanò, seguita a breve distanza dal suo gatto.

"Brutta stronza. Questa me la paghi." sussurrò tra sè Lyrie, una volta che fu abbastanza lontana da non farsi sentire.

Nualia fissò la sua sottoposta mentre questa si allontanava, poi si rivolse nuovamente ad Orik. "Hai saputo qualcosa di quelli che hanno preso Tsuto? Riusciamo a farci un'idea delle loro abilità?" chiese. "E magari anche i loro nomi, se quegli stupidi goblin se ne sono ricordati."

Orik annuì rapidamente, sperando di potersela cavare in fretta e andare a dare una mano a Lyrie. "Sì, a quanto ho sentito, sono un gruppo abbastanza variegato. A parte quell'elfa cacciatrice di goblin, Shalelu... so che ci sono un halfling di nome Jolan, una femmina di gnomo dotata di poteri divini... un oracolo, credo... e poi c'è una maga mezzelfa di nome Eli, uno spadaccino di nome Yan, e un'esperta di arti marziali."

Il mercenario non aveva dato troppo peso alle informazioni che aveva riferito... quindi rimase alquanto sorpreso quando vide che l'espressione gelida di Nualia era cambiata di colpo, più o meno quando aveva fatto il nome dello spadaccino. La giovane donna aasimar sembrava sconvolta e scioccata, e per un attimo Orik ebbe l'impressione che stesse per svenire... ma si tenne in piedi aggrappandosi ad un muro con il suo braccio demoniaco e guardò per terra per qualche istante. "S-signorina Nualia, che succede?"

"Orik... hai... hai proprio detto... Yan? Yan Gudril, per caso? Uno spadaccino?" esclamò, infilando una raffica di domande una dietro l'altra, e lasciando il mercenario di Riddleport senza parole. Non aveva mai visto Nualia così agitata. Di solito era così gelida e padrona di sè... cosa voleva dire quel nome per lei, per avere una reazione così esplosiva?

"Non... non so il cognome di quegli avventurieri, signorina Nualia..." rispose infine Orik, incrociando l'espressione frenetica della sacerdotessa di Lamashtu. Era uno sguardo che bramava risposte. "So... so soltanto che si chiama Yan. E che è uno spadaccino. Non sembra che sappia usare la magia."

Nualia fissò rabbiosamente negli occhi il suo subordinato, come se volesse leggergli nel pensiero se aveva detto la verità... poi, con grande sollievo di Orik, si allontanò e si incamminò verso le sue stanze. "Voglio... restare un po' da sola." disse, cercando di suonare quanto più controllata possibile. "Tu... ritorna alle tue mansioni. Subito."

Stupito da questo comportamento, Orik ci mise un attimo per dare una risposta affermativa... e quando rispose, la sacerdotessa demoniaca era già scomparsa. Con passo rapido, Nualia raggiunse la sua stanza e vi si chiuse dentro a chiave, poi raggiunse il suo letto e si sedette su di esso con la testa tra le mani.

Possibile? Dopo che lo aveva perso di vista per tutto quel tempo? Possibile che quello spadaccino fosse davvero il suo più caro e unico amico d'infanzia? Se era uno scherzo del destino, Nualia non lo trovava divertente. Perchè le stava accadendo questo? Era un'altra crudele beffa che la vita le stava facendo? Ancora una volta, le stava venendo offerta una possibilità di sfuggire alla sua infelicità, soltanto per poi strappargliela da sotto il naso? Come mai Yan era tornato? Non riuscire a ritrovarlo era stato il suo unico rimpianto, dopo aver lasciato Sandpoint ed essere diventata una sacerdotessa di Lamashtu. Pensava che ormai fosse un capitolo chiuso, un ricordo di quei pochi momenti di spensieratezza che aveva passato, prima che Delek e quel verme che osava definirsi suo padre le portassero via tutto...

"NUALIA." tuonò la voce di Lamashtu, scuotendo la aasimar corrotta dai suoi pensieri tormentati. "STAI PENSANDO DI ABBANDONARE I TUOI PROPOSITI DI VENDETTA? BASTA IL PENSIERO DI UN INUTILE AMICHETTO D'INFANZIA A DISTRARTI? AVEVI PROMESSO FEDELTA' E AMORE INCONDIZIONATO NEI MIEI CONFRONTI! VUOI FORSE ABBANDONARE IL MIO ABBRACCIO, QUANDO SONO STATA L'UNICA AD AVER FATTO QUALCOSA PER TE?"

"N-NO!" esclamò di colpo Nualia. La aasimar scattò in piedi e cominciò a camminare freneticamente su e giù per la sua stanza, invocando la sua patrona demoniaca. "No, Madre Lamashtu! Non... non voglio tradirti! Io... io so quello che hai fatto per me! Non sarà... un ricordo a sviarmi! Quel ragazzo non significa più nulla per me! Assolutamente niente!"

"ALLORA DIMOSTRALO. QUANDO ARRIVERA', CATTURALO E SACRIFICALO A ME." la voce della dea demoniaca continuò. "FALLO, E CONSIDERERO' QUESTO MOMENTO COME UNA PICCOLA SVISTA DA PARTE TUA. NON MI DELUDERE. NON VUOI RIMANERE DA SOLA DI NUOVO, VERO?"

"Il mio amore va solo ed unicamente a te, Madre Lamashtu!" implorò Nualia, cadendo in ginocchio con delle lacrime di isteria agli occhi. "Io farò tutto quello che vuoi! Tutto quello che vuoi... tutto... tutto..."

Non sentendo più la dea demoniaca che le parlava, Nualia si alzò barcollante, pregando tra sè di non essersi compromessa, e giurando che se il momento fatale fosse arrivato, sarebbe stata pronta ad uccidere ogni sentimento che provava per Yan, e a sacrificarlo. Ma per quanto cercasse di convincersi, non riusciva a soffocare quella sensazione bruciante - quel pensiero che se davvero si fosse trovata davanti il suo vecchio amico, avrebbe finito per tentennare...

Sentendosi improvvisamente esausta, Nualia si accasciò sul suo letto, piombando in un sonno senza sogni...     

 

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

 

 

  
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