Harry e la strega protettrice
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Quando si voltò era in un cimitero. Davanti a lui le tombe dei suoi genitori brillavano alla luna e una candida rosa bianca era dolcemente china vicino al nome di sua madre. “ Dove sono?” pensò subito guardandosi intorno. Poi, come per essere sicuro che fosse reale, sfiorò le fredde lapidi e calde lacrime cominciarono a rigargli il volto. Per la prima volta dopo tanto tempo Harry riuscì a sfogare il dolore che da anni custodiva gelosamente nel suo cuore. Quando si fu calmato un po’ guardò di nuovo quella candida rosa e si domandò chi mai l’avesse portata; infondo a quanto ne sapeva nessuno conosceva il luogo dove erano stati sepolti i suoi genitori. Poi pensò che però almeno una persona doveva saperlo: Silente, sicuramente era stato lui a portare quel fiore a Lily. Perso in questi pensieri e ancora scosso dal pianto non si accorse che in quello stesso momento qualcuno stava parlando non molto lontano da lui. Una voce fredda e acuta, che Harry conosceva fin troppo bene, stava imprecando contro qualcuno. Sorpreso e spaventato allo stesso tempo si nascose dietro le lapidi dei genitori e tirò le orecchie più che mai per sentire il loro discorso.Ma un’altra cosa destò subito l’attenzione di Harry: la cicatrice. Nonostante Voldemort si trovasse a non più di 10 metri da lui, la cicatrice era perfettamente normale, neanche il minimo prurito o bruciore. Non capiva cosa stesse succedendo ma pensò subito “ appena torno a casa devo scrivere a Sirius della cicatrice!Forse lui sa che sta succedendo!” ma non fece in tempo a finire la frase che un’onda di tristezza lo invase lasciandolo inerme. Decise di distrarsi ascoltando le urla di Voldemort che a quanto pareva era piuttosto arrabbiato. Qualcosa era andato storto, non era riuscito ad ottenere ciò di cui aveva bisogno, “la profezia!” pensò subito Harry, ma in quel momento due fredde mani lo braccarono al collo e lo trascinarono dritto verso il suo nemico.Quando lo lasciarono Harry era ai piedi di Voldemort e dietro di lui c’era una soddisfatta Bellatrix che orgogliosa mostrava il suo bottino al padrone. Se fosse possibile Harry giurò di aver visto sul volto di Voldemort un sorriso trionfante, ma subito quei freddi occhi rossi lo portarono alla realtà e Harry si alzò, bacchetta alla mano, pronto a combattere. Bellatrix e i mangiamorte presenti si misero a ridere e Harry pensò che tutto questo era già accaduto un anno prima, ma stavolta come ne sarebbe uscito? Vide Voldemort aprire la bocca e pronunciare la maledizione che avrebbe messo fine a tutto ma non sentì alcuna parola. Era come se qualcuno avesse messo il “mute”, non sentiva nessun suono. Era nel silenzio più totale. Poi da dietro di lui arrivò una luce abbagliante e calda. Una luce che lo chiamava a cui Harry non seppe resistere, come trascinato da una forza benefica ma ignota , si girò e prese a camminare verso la fonte di quella luce. Stordito da quel bagliore ma incredibilmente tranquillo si trovò ben presto stretto tra le braccia di una ragazza di cui non vedeva il volto, una ragazza che gli accarezzava la testa dolcemente bisbigliandogli << Non avere paura. Non temere ci sono io a proteggere i tuoi sogni. Lui qui non verrà più!>>.
Harry si svegliò più tranquillo e riposato che mai. Non ricordava il tempo infatti di aver dormito così bene! Completamente dimentico dello strano sogno di quella notte scese in cucina per la colazione e poi uscì per una lunga passeggiata. Trascorse così una giornata serena all’aria aperta non pensando a nulla; pranzò con un gelato ,lesse la Gazzetta del Profeta senza trovarci nulla di interessante e tornò a casa giusto in tempo per la cena. Benché la sua incredibile tranquillità turbò perfino i Dursley , Harry non ci badò e andò dritto a letto desiderando intensamente di dormire senza avere in realtà un gran sonno.
Di nuovo un
freddo e umido cimitero lo accolse. Di nuovo era di fronte
alle tombe dei suoi genitori e di nuovo una candida rosa sopiva sulla
lapide di sua madre. Harry stavolta si voltò di scatto a cercare
Voldemort e lo trovo poco dietro di lui che lo
osservava, lo stava aspettando. Di nuovo estrassero le
bacchette pronti al duello quando una calda luce abbagliante li
illuminò. <