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Autore: 9Pepe4    02/09/2009    8 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 – E la fine diventa l’inizio

«Troppo facile?» ripeté Trunks, inquieto ed incredulo.
Nella sua mente balenarono i mesi – gli anni – trascorsi dalla scomparsa della sorellina, le giornate vuote, le notti insonni, i pasti durante i quali non aveva avuto appetito. I silenzi che non potevano essere riempiti se non dalla risata cristallina della bambina.
L’alieno iniziò a camminare in cerchio attorno a lui, le braccia dietro la schiena, mentre il ragazzo si voltava per seguirlo con lo sguardo.
«Troppo facile?» reiterò Trunks. «Tu cosa c’entri con mia sorella?» Aveva appena posto quella domanda che il cuore batté più forte nel suo petto. Temeva di saperlo...
L’altro ignorò le sue domande, ponendone un’altra. «Ricordi dov’è iniziato tutto?»
Trunks sussultò.
«Bene» constatò l’alieno, facendo poi un gesto sbrigativo con la mano.
Il paesaggio attorno a loro sfumò, mentre i colori parevano confondersi come tinture su una tela sulla quale viene versata acqua.
Quando il mondo tornò a definirsi, si trovavano in un luogo completamente diverso. Trunks si guardò attorno, stordito, tenendo al contempo – automaticamente – sottocchio l’altro.
Non aveva bisogno di alcuna consulenza per riconoscere il posto. Era il Parco, quello stesso parco in cui aveva abbandonato Bra tre anni prima. Sembrava molto più lugubre, come se una nebbiolina fosse calata improvvisamente.
L’alieno lo osservò. «E così finiamo dove tutto è iniziato» sussurrò.
Il giovane si irrigidì. «Dov’è mia sorella?» domandò sotto voce, guardingo.
L’alieno si limitò a continuare a guardarlo con gli occhi di bronzo screziato di smeraldo.
«Dov’è Bra?» chiese Trunks, a voce più alta. Iniziava a tremare incontrollabilmente.
«Ma quanto siamo impazienti...» commentò l’altro. Mosse qualche passo verso il ragazzo, fermandosi esattamente davanti a lui. «Non sei curioso? Nemmeno un po’?»
«Ho detto che voglio sapere dov’è mia sorella» replicò Trunks, gelido, «credo che la curiosità sia più che sufficiente...»
L’alieno rise brevemente. «Non vuoi sapere perché l’ho rapita?»
Fu più forte di lui. Non riuscì a trattenerlo. Trunks digrignò i denti, fissando furioso l’alieno. «Cosa le hai fatto?» sbottò.
«Io? Io non più di quanto le abbia fatto tu...»
La testa di Trunks ebbe un breve scatto rabbioso, forse per il desiderio istintivo di attaccare, o forse per cercare di liberarsi di pensieri troppo dolorosi. «Dov’è?» domandò, tremando di rabbia e disperazione.
L’alieno sospirò. «Vedo che senza di lei non ascolterai mai davvero quanto ho da dirti...» Si voltò, guardandosi attorno con aria svagata, quasi distratta.
Quando si voltò nuovamente verso Trunks il suo viso era contratto come a voler trattenere un ghigno.
«Dov’è Bra?»
«Dov’è Bra?» gli fece eco l’alieno. Fece un sorriso sghembo, poi si scostò di lato di un unico passo, lasciando una bambina di circa sette anni allo sguardo attonito di Trunks.
Lei alzò impaurita gli occhi. Due cristalli cobalto. I capelli che le incorniciavano il visino erano di un morbido blu.
«Bra» ansimò Trunks. Quanto era cresciuta...
Mosse un passo in avanti, ma il mostro sconosciuto tornò a porsi davanti alla bambina spaventata. «Lei ora è qui» gli fece notare. «Ora vuoi ascoltare?» C’era una pericolosa piega di impazienza nella sua voce.
Trunks ansimava. A fatica, le braccia strette al petto, riportò lo sguardo sull’alieno. «Parla» sussurrò.
Non riusciva più a vedere la bambina, ma ora l’aura di Bra pulsava chiaramente.
«C’era una volta, un essere chiamato Freezer», Trunks alzò di scatto gli occhi, «che iniziò una giusta opera di sterminio della razza saiyan. Però, evidentemente, qualcuno gli sfuggì. E un giorno trovò la morte per le mani di un ragazzo...» Alzò lo sguardo su Trunks. «Un ragazzo che ti somigliava parecchio...»
Il giovane lo fissò confuso. Continuò a prestare attenzione all’energia spirituale della sorellina, ma ascoltava meglio lo sconosciuto. A dire il vero, non era così concentrato su una conversazione da tanto, troppo tempo. «Io allora non ero ancora nato» gli fece notare.
«Sì, ma gli somigli davvero tanto. Gli somigli davvero troppo» sibilò l’alieno.
«Chi sei tu?»
«Algid» rispose quello, «ex soldato al servizio del grande Freezer».
Il tono con il quale pronunciò il nome di Freezer era acceso da una fanatica venerazione che brillò anche nel suo sguardo.
«Vedi, quando Freezer morì, un dispositivo aveva registrato il tutto. La nave spaziale del grande Freezer è andata distrutta, ma quella registrazione è sopravvissuta... ed io l’ho decifrata. Perciò sono venuto qua a vendicarmi... di te» concluse, fissando Trunks con una sorta di oscena soddisfazione.
«Per questo hai rapito Bra?» domandò il ragazzo. Voleva essere certo di aver capito bene. Al distratto cenno d’assenso dell’altro – come se quello fosse un dettaglio irrilevante – si sentì avvelenare da una fitta d’odio.
«Allora ti sei impegnato per nulla. Lei è innocente e io non ho ucciso il tuo Freezer» ringhiò.
«Lo so» confermò distrattamente l’alieno, «è stato il tuo alter ego del futuro. Ma cosa mi importa» aggiunse, mentre la sua voce si faceva gelida come il suo nome, «di questi dettagli, quando alla fine siete comunque la stessa persona?» Era una domanda retorica, Trunks lo lesse nel suo sguardo.
La rabbia, l’odio e la disperazione che si agitavano nel suo petto gli impedivano di pensare con chiarezza. Non riusciva a trovare uno spazio nella sua mente – nel suo animo straziato – che non fosse invaso e posseduto dal desiderio agonizzante di poter stringere Bra tra le braccia. Vederla era stato riaprire una ferita mal rimarginata, bruciare il suo cuore, alimentare le sue folli speranze.
Voleva toccarla. Lo voleva così tanto che gli dolevano le braccia.
«Cosa vuoi, dunque?» domandò faticosamente, rivolto ad Algid.
L’alieno lo guardò con un’evidente soddisfazione impressa nei lineamenti sinuosi. «Voglio te» affermò, con misurata lentezza. Ed ogni parola era un ghigno, era una condanna, era un taglio mai rimarginato.
Trunks lo fissò, interrogativo, mentre un brivido gli scorreva lungo la schiena.
«Vedi» iniziò Algid, «Freezer era a dir poco geniale quando si trattava di tecniche di tortura. In particolare, aveva il talento di riconoscere cosa faceva soffrire davvero i suoi avversari. Sapeva che non sempre le ferite peggiori sono quelle carnali. Ora: potrei sbarazzarmi della tua sorellina solo per vederti distrutto».
L’espressione di Trunks si fece sgomenta e nauseata.
«Ma non voglio» continuò l’essere, ed il ragazzo si rilassò visibilmente nonostante mantenesse la posizione di guardia. «Penso di essermi divertito abbastanza a scrutarti ogni tanto in questi anni. Fa male la disperazione, vero? Fa male il senso di colpa, giusto?»
«Cosa vuoi?» domandò di nuovo Trunks, osservandolo furibondo.
«Voglio battermi con te. Non potrai fermarti. Perché, se anche tu dovessi provare ad evitare anche solo per un attimo lo scontro, la tua sorellina la pagherà cara. Dopo che ti avrò distrutto la riporterò a casa, perché avrò avuto la mia vendetta. Ti è chiaro il concetto?»
«Cristallino».
Il suo tono era stato gelido e calmo, ma dentro sé Trunks sentì un’ondata di angoscia. Non aveva idea di quanto fosse forte il suo avversario.
Non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua, prima di un duello. Morire era una possibile conclusione, lo sapeva, lo leggeva nello sguardo di Algid. Ma il pensiero di morire prima di poter stringere tra le braccia Bra, prima di poterle dire, guardandola negli occhi, che gli dispiaceva, era semplicemente insopportabile.
«Cosa succede se rifiuto la sfida?» chiese, sentendosi infinitamente stanco. In cuor suo sentiva di sapere già la risposta.
Ne ebbe la conferma quando sul volto dell’alieno si disegnò un ghigno perfido. «Dovrai raccogliere i pezzettini della piccola Bra» rispose.
Di nuovo il ragazzo sentì uno scatto d’odio dentro sé, così acuto e repentino da annebbiargli la vista per un attimo.
«Posso dirle una cosa, almeno... Prima?» chiese. «Ti prego» aggiunse, incrociando gli occhi dell’alieno.
Non aveva mai supplicato apertamente un avversario.
Un lampo perverso balenò negli occhi dell’alieno. «No». Fece un gesto beffardo. «Ma urlalo, se vuoi, lei è qui» e fece cenno dietro di sé. «Ah, un’altra cosa. Se tenti di fuggire con la tua sorellina, giuro che vi darò la caccia fino alla fine dei miei giorni. E quando la troverò, la ucciderò subito».
«Se vinco?» domandò Trunks.
«Se vinci, do la mia parola che ti lascerò allontanare e non ti darò mai più fastidio. Né a te né alla tua preziosissima Bra».
«Cosa mi assicura che manterrai la parola? Cosa mi dà la certezza che, se morirò, tu la riporterai a casa?» chiese Trunks, con il cuore che batteva all’impazzata.
«Ti giuro che farò così» replicò Algid. «E poi...» aggiunse, con una mezza smorfia. «Come potrebbe essere altrimenti? Cosa dovrei farmene di una mocciosa come lei, una volta compiuta la mia vendetta su di te?»
Trunks lo fissò raggelato per qualche istante, poi annuì lentamente. Si sentiva tremendamente disperato, ma non poteva far altro che fidarsi della parola dell’alieno.
«Un attimo» sussurrò. Cercò di individuare almeno parte della sorellina, ma Algid la nascondeva completamente. Fece un respiro profondo e cominciò: «Bra.
Perdonami, ti prego. Sono stato egoista. Non sono stato il fratello che avresti meritato. Lo so che tu devi aver sofferto almeno il doppio di quanto ho sofferto io, ma ti chiedo di perdonarmi. Ti prego, per favore.
Forse... Forse me ne dovrò andare, piccola, ma non ti preoccupare. E soprattutto, non pensare, mai, per nessun motivo, che sia in qualche modo colpa tua. Ti amo tantissimo, piccola, perché sei tu. Non avere mai rimpianti, per favore, non ne hai motivo. È da un secolo che non mi sento così vivo».
Tacque e deglutì.
Raddrizzò la schiena, fronteggiando Algid. «Sono pronto» affermò, osservando il profilo crudo dell’alieno.
Questi sorrise con lentezza. Avanzò di un passo.



Spazio dell’Autrice:
No. Non è un’allucinazione. Sono tornata davvero, dopo mesi di assenza. Mi dispiace tantissimo e spero di non avervi fatto fuggire tutti con la pausa enorme che mi sono permessa (anche se forse me lo meriterei). No, se dico “permessa” sembra sia stato intenzionale farvi attendere così tanto. Non è così e vi chiedo scusa.
Spero il capitolo sia all’altezza delle vostre aspettative.

Luna_07: Come vedi, Bra finalmente è saltata fuori, e l’alieno ha spiegato la propria provenienza. Spero ti piaccia l’aggiornamento – che, finalmente, è arrivato.

S_ara: Non immagino ora che balzo farai (forse di rabbia, anche) quando vedrai che finalmente, dopo mesi e mesi di nulla, ho aggiornato questa storia. Come vedi, Freezer c’entra... Un bacio

Babypunk90: Almeno questo capitolo è più lungo. Viene molto in ritardo ma almeno come lunghezza non scarseggia – almeno spero, sigh!

Giusiemo291: Infatti Freezer, pur non essendo esattamente questo nuovo personaggio, entra nella sua storia ed in un certo senso è la causa indiretta di quanto è accaduto. Spero che tu possa perdonare il mio orribile ritardo! Grazie per i complimenti!

DarK_FirE: Gemy! Perdona TU per il ritardo! Sono un disastro, ci ho messo così tanto ad aggiornare... Purtroppo ti ho tenuto molto sulle spine, ma ora tenterò di non farlo più, mi sono già fiondata a scrivere i capitoli che seguiranno. Vedi che il tuo Freezer c’entra? Ti anticipo che non ci si scorderà certo di lui, in questa storia... Bacioni

FullmoonDarkangel: Funghi? Io adoro i funghi! Vabbe’, probabilmente già lo sai, data la quantità di riso ai funghi che ho mangiato su al campo... Sono felice che ti piaccia questo nuovo alieno.

Giuliiiiii: Ed ecco il continuo. Lo so, sono stata molto più che ritardataria. Spero sia perdonabile questa attesa che vi ho fatto fare... Grazie mille per i complimenti, sono molto contenta che ti sia piaciuta!
  
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