Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Dira_    03/09/2009    21 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 Ringrazio le ragazze che mi recensiscono (ragazzi? Non  so se ce ne siano. Argh, ‘sti nick oscuri). Grazie, siete voi che finanziate questa storia! ^^
@Hel_Selbstmord: Hai un nick favoloso! Al di là del cupo significato mi piace troppo. Mi sa di ‘sturm und drang’ tedesca! Per quanto riguarda questo capitolo è Thomas-centrico. Quindi spero non deluderà le tue aspettative! I commenti di una non-appassionata sono una vera lusinga per l’ego. Ed è vero, mi smazzo (a scapito dello studio :P) per fare un buon lavoro su questa fic. Odio quelle tirate via, OOC, che non curano affatto l’ambientazione. Secondo me, documentarsi, è la parte quasi più divertente! :) E poi, a mio avviso, se ci metti impegno, in una storia, i risultati si vedono. (sono una paranoica, lo so)
@JakieBlack: Tu sei la mia ‘analista’. Spiace troppo se ti chiamo così? XD Ogni capitolo ha una tua analisi puntuale, ed io le adoro! Per quanto riguarda l’intuizione che hai avuto su Michel, beh, diciamo che in questo capitolo avrai le tue risposte. Se fossi in te, comunque, non regalerei un Naga a tuo cugino. Sono poco malleabili (tipo i Klingon, come ha detto Hugo XD ) La tua analisi su Tom è quanto di più perfetto ci potesse essere. Grazie davvero per seguirmi (e ovviamente per tentare di dare una cover a questa mia storiella :P)
@Sammy Malfoy: Oh, non preoccuparti se risulti ripetitiva, il mio ego lo apprezza immensamente! XD A parte gli scherzi, mi fa davvero piacere che apprezzi la mia scelta di Scorpius Grifondoro. Ci sono delle ragioni, tra l’altro, perché l’ho messo lì, non solo per fare ‘l’originalata’ (che tale, tra l’altro, non credo neanche sia). Tom e Albus sono due rincoglioniti, ma in questo capitolo ci sarà un passetto (ino ino) in più. Grazie per seguirmi!
@Marty McGonnagal: Non preoccuparti, perdonata! XD Mi ha fatto piacere sapere di essere riuscita a dare un’impronta caratteriale diversa a ciascun personaggio. Non è facile, quando ne hai tanti, ma diciamo che gestire un GdR ha aiutato. Scorpius ti piace, anche se dal nick mi pare di intuire che sei una Grifondoro? XD Evviva! In effetti io adoro Scorpius, è come una seconda possibilità di riscattare i Malfoy (che trovo affascinanti).
@Altovoltaggio: Ciao! Vedo che sei una new entry, e i tuoi complimenti non possono che farmi piacere! Tom-Voldemort? Vedremo se hai ragione, ma diciamo che ho seminato ovunque indizi nella storia per smentire o confermare la tua tesi. ;)
 
 
 
 
****
 
 
 
 
Capitolo VIII
 
 

 
 
 
 
 
There's oceans in between us/ But that's not very far
(Blurry, Puddle Of Mudd)
 
 
 
 
4 Settembre 2022
Infermeria, Hogwarts, primo pomeriggio.
 
Thomas si svegliò contemplando il soffitto a volte dell’infermeria.
Batté le palpebre un paio di volte. Riallacciò la sua coscienza all’ambiente circostante.
Infermeria.
Si guardò attentamente attorno. Doveva essere il primo pomeriggio. Era solo, anche se sentiva da lontano il chiacchiericcio di Madama Chips e della sua assistente.
Si guardò il braccio. Era fasciato, ma per il resto non sembrava avere ferite. Guardò il comodino e lo trovò ingombro di dolci magici e anche un mazzo di fiori.
Un mazzo di fiori? Quella è gramigna.
Pensò perplesso. Ah, giusto. C’era una pazza di Tassorosso fissata con la gramigna. Gliela spediva ogni San Valentino.
Provò a sedersi e dopo qualche sforzo, il polso protestò un po’, ma meno di quanto si sarebbe aspettato visto che l’ultima volta era rotto, riuscì a issarsi trai cuscini.
La cerca alla creatura nella Foresta Proibita, il Naga, la corsa, la colluttazione.
Se le ricordò tutte all’improvviso. Serrò le labbra per un’improvvisa fitta di emicrania.
Mi sono alzato troppo velocemente…
Comunque, a quanto sembrava, era ancora vivo.
Sentì lo scalpiccio, sincopato e nervoso, inconfondibile, dell’infermiera e poi la sentì tirare le tende del suo lettino. Serrò appena le labbra alla luce del primo pomeriggio che lo investì.
“Ah, bene, ti sei svegliato caro… Come ti senti?” chiese sbrigativa, mentre gli sollevava il viso per scrutarne il colore.
Non ne troverà molto, temo – pensò con ironia.
“Non male.” Disse sinceramente. Inutile pensare di fregare Poppy. Quella donna era un asso a capire se stavi mentendo sulle tue condizioni fisiche. “Ho malditesta.”
“Oh, quello direi è normale, con quel che ti è successo. Sono i postumi dell’Infuso Aggiustaossa.”
“… Perché, quante ne avevo rotte?”
“Polso sinistro, metacarpo, gomito destro e un paio di costole.” Snocciolò la donna, guardandolo severa. Come se fosse colpa sua, poi. “Senza contare la commozione cerebrale.”

Scusi tanto se mi sono imbattuto in un enorme lucertolone assetato di sangue.
“Sei stato fortunato che Grop ti abbia trovato. Io lo dico sempre, al Professor Hagrid che sono stufa di dover curare bruciature, contusioni e lividi per via delle sue lezioni! Per la bontà di Merlino, non ha un briciolo di senso critico a volte!” borbottò facendogli aprire la bocca e controllandogli la lingua.
“Veramente credo che quella creatura non facesse parte della lezione…” tentò. Non che volesse scagionare quel folle. Anche lui pensava che le sue lezioni a volte mancassero totalmente di oggettività. Ciò non toglieva che quel Naga non fosse lì per farsi ‘trovare’.
“Posso essere dimesso?” chiese poi, non ricevendo risposta.
“Assolutamente no! Sei stato due giorni privo di conoscenza.”
Tom corrugò le sopracciglia. “Due giorni?”
“Proprio così. Stavi cominciando a farmi dubitare persino dei miei metodi di cura sai?” gli lanciò un’occhiata. Scrollò le spalle. “Sonno ininterrotto. Mai vista una cosa del genere, solo con Harry Potter. Quel benedetto ragazzo aveva l’abbonamento qui, per incidenti strani!” Si voltò verso l’ufficio. “Milly, portami l’infuso cinque!” strillò all’indirizzo dell’assistente.

Tom fece uno sforzo sovraumano per non tapparsi le orecchie. Con l’età Madama Chips era diventata un po’ sorda, e per proprietà transitiva credeva che tutti avessero il suo stesso problema.
L’assistente, una graziosa moretta uscita fresca dall’accademia medica del San Mungo, portò un grosso bottiglione con tanto di bicchiere smaltato. Gli rivolse un bel sorriso, che lui non ricambiò. Non era in vena. La donna più anziana riempì il bicchiere fino all’orlo e glielo mise sotto il naso. Sapeva di frutta marcia.
“Devo proprio?”
“Vuoi farti passare il malditesta?”
“Preferisco tenermelo, grazie.” Replicò atono. L’infermiera lo guardò male.

“Signor Dursley, chi dei due fa questo mestiere da più di quarant’anni?”
Tom, arreso, prese il bicchiere e lo vuotò di un sorso. Stranamente il sapore non era malaccio. Un calore gli si diffuse nello stomaco e si sentì immediatamente meglio.

Miracoli della medicina magica.
“Quindi… sono stato incosciente per due giorni.”
La donna annuì. “E due notti.” Ripeté pazientemente. “I tuoi amici erano terribilmente preoccupati. Ho dovuto minacciare il giovane Potter. Voleva accamparsi qui.”

Al…
Alzò la testa. “Come sta?”
“Oh, benissimo. Aveva solo qualche graffio. Credo sia caduto mentre stava andando a cercare aiuto.” Un sorriso quasi intenerito passò nel volto severo e professionale dell’anziana donna. “Quel ragazzo ha corso come un pazzo. Si è imbattuto in Grop, e l’ha mandato a cercarti. Molto intelligente da parte sua. Un mostro del genere difficilmente sarebbe stato tenuto a bada dal Professore.”

Anche perché sembrava immune agli incantesimi…
Tom si guardò le mani. Ricordava ancora con nitore la sensazione viscida che aveva provato ad afferrarlo. Come ricordava la potente sensazione di odio che gli era esplosa dentro.
Inspirò appena. 
“Il Naga…è morto?”
“Naturalmente. Ma questi non sono affari che ti riguardano, ragazzo. Ora devi soltanto cercare di riposare.”
“Ma sto bene.” protestò corrucciandosi. La donna non si fece né intimidire né tantomeno intenerire.

“Deciderò io quando starai bene.”
“Posso almeno vedere i miei amici?”
Doveva chiedere ad Al se ne sapeva qualcosa di più, di quella storia. Sicuramente da quella donna testarda non avrebbe ricavato nulla.  

“Quando le lezioni saranno finite. Tra un paio d’ore quindi. Nel frattempo dormi un po’.”
“Ho già dormito...” Lo guardò male. Thomas serrò le labbra, ma non replicò.

“… Conterò le travi del soffitto.” Sibilò ironico.
“Ottimo passatempo. Se hai bisogno di qualcosa, chiama.”

Thomas si lasciò cadere sui cuscini, seccato. Voleva delle risposte.
E, come al solito, avrebbe dovuto cercarsele da solo.
 
****
 
 
Si sentiva sballottato da ogni parte. Qualcuno stava correndo, e stava correndo tenendolo in braccio.
“Non permetterò che la prendano, no, non permetterò che la rendano loro schiavo.” 
Era piccolo, e indifeso. E spaventato. Non aveva ancora una coscienza, ma sapeva che qualcosa di brutto stava per accadergli. A livello istintivo.
Si sentì chiuso dentro qualcosa di scomodo, duro. Sentì qualcuno gridare.
Pianse, pianse con quanta forza aveva nei polmoni. Rabbia o paura.
 “HARRY! VIENI VIA!”
Sentì uno strattone, e braccia salde prenderlo. Era salvo.

 
 
Tom aprì gli occhi di scatto, inspirando bruscamente. La sensazione di calore e di dolore era ancora forte e vivida.
Un incubo…
Gliene capitavano spesso, di quel genere. Non se ne preoccupava particolarmente: erano talmente ripetitivi che ormai aveva imparato a ignorarli. Zio Harry gli aveva detto che anche lui, da giovane, aveva sognato fatti accaduti quando era poco più di un neonato.
Una delle mie tante stranezze… non la prima sicuramente.
Mise a fuoco la stanza.
Si era addormentato. Di nuovo. Una lieve pressione sulla mano lo fece voltare.
Albus era seduto, più che altro era crollato sul suo letto, e stava sonnecchiando. La guancia appoggiata al lenzuolo e una mano sopra la sua. 
Sospirò appena.
Si intravedeva il crepuscolo dalle possenti vetrate dell’infermeria. Le lezioni erano decisamente finite. Doveva quasi essere ora di cena.  
Rimase a guardare il cugino, prima di svegliarlo. Aveva qualche graffio sul viso, e un occhio pesto. Per il resto sembrava stare bene.
Si sentì sollevato, e fu forse la prima emozione positiva della giornata. Per il resto si sentiva nervoso, stanco, irritato.
Ma se non altro, sono vivo.
Particolare non disprezzabile, in effetti.
Era un attimo di insolita quiete. Avrebbe quasi voluto non romperlo. Ma doveva.
“Al.” Lo chiamò a voce sufficientemente alta. “Al, svegliati.”
Il ragazzo mugugnò qualcosa, ma poi alzò la testa. “Tom!” esclamò, sgranando gli occhi. “Tom! Sei sveglio!” ripeté. Aveva il sorriso più largo e felice che avesse visto da… uhm. Giorni probabilmente.

Non se la sentì di dirgli che invece lui non si sentiva così entusiasta.
“Lo ero anche prima, ma Madama Chips mi ha costretto all’immobilità. Così mi sono addormentato per la noia.” Sospirò “Sto bene, comunque.” Lo anticipò.

“Hai dormito…”
“Due giorni, lo so.”
“Eravamo così preoccupati. Cioè… io, Loki, Michel… anche Rose.”
“E basta. Non allungare l’elenco. Potrei scoprire che menti.” Sogghignò appena. Al sbuffò.

“Eravamo tutti preoccupati. A proposito, devi mandare un gufo a mio padre stasera. Mi ha fatto promettere che l’avresti fatto non appena ti fossi svegliato.”
“Sì, certo.” Annuì distrattamente. “Al, cos’è successo?”
Il ragazzo fece una smorfia, sedendosi meglio sulla sedia. “Beh… non ne so molto. Sai, sono tipo scappato.”
“E così facendo mi hai salvato la vita. Se Grop non fosse arrivato quel Naga mi avrebbe ucciso.”

Forse. O forse l’avrei ucciso io. Solo, non so come.
Al si morse un labbro. Vide con vago orrore che aveva gli occhi lucidi. Non aveva la lacrima facile, ma che fosse sensibile era indubbio. E che fosse terribilmente duro con se stesso, anche.
“Sono un codardo…” sussurrò affondando i denti nel labbro. “Ti ho quasi lasciato ammazzare da quel…”
“Al.” Lo riprese serio. “Se tu non fossi corso a chiamare aiuto ci avrebbe uccisi entrambi.”

“Sì, forse. Ma… me la sono data a gambe. E… non… non posso credere di non aver neanche tentato di aiutarti!” Aveva l’aria di volersi suicidare strozzandosi con la pila di cioccorane sul suo comodino.
Per un attimo fu tentato di fare qualcosa, di… toccarlo. Consolarlo?
Lasciò perdere. Tanto sarebbe stato superfluo. Poteva convincerlo a parole.
“E come? Tirandogli un calcio? Aveva la pelle dura come una roccia, respingeva gli incantesimi.”
Al sgranò gli occhi, distratto dal suo mea culpa. “Respingeva gli incantesimi? Sul serio?”
La curiosità a volte lo mangia vivo. -  pensò Tom con un sorrisetto.

“Già. Ho provato a schiantarlo, ma non c’è stato verso. È stato come se la sua pelle avesse assorbito l’incantesimo. Forse con incantesimi più complessi non funziona, ma chi lo sa.” Scrollò le spalle, prendendo una cioccorana dalla pila, e scartandola. Se la mise in bocca e si gustò l’esplosione di cioccolato. Al guardò la pila, indeciso.
“Avanti, prendine una.” Lo esortò. In quelle condizioni di prostrazione profonda non gli sarebbe stato minimamente d’aiuto.
“Te le hanno mandate le ragazze… di uhm, credo la squadra di Gobbiglie.”
“E’ incredibile. Ti iscrivi per un anno e sei marchiato a vita.” Commentò con una smorfia. Poi si fece serio. L’altro lo guardò incerto.
“Tom?”
“Martha Upkins? Non me le avrà mandate lei?” si informò preoccupato. Al scoppiò a ridere, e anche Tom si sentì più leggero. Odiava vederlo auto-flagellarsi.
Voleva farsi ammazzare eroicamente per salvarmi la vita? Che stronzata. Questa è roba da Grifondoro.
“Forse, non ne ho idea. C’è un biglietto, credo.” Lo prese e lo aprì. “… Err, no, non credo tu voglia saperlo veramente.” Se lo infilò in tasca, prendendo una rana e mangiandosela prima che provasse anche solo a saltare.
“Spero solo non ci sia un filtro d’amore.” Sogghignò.
“Non credo. Cavolo, almeno spero.” Guardò ancora il biglietto, poi scosse la testa. “Nah, niente del genere. Non ha messo nessuna foto.”
Mangiarono un altro paio di cioccorane in silenzio. Poi sospirò, guardandolo.
Conosceva Tom. Se gli succedeva qualcosa voleva sapere perché. Non sopportava non essere informato.
“Non ne so molto su quello che ti è successo. So solo che Grop ti ha trovato svenuto, e quel mostro stava… insomma, era lì. Grop l’ha preso e l’ha sbattuto contro un albero.” Deglutì. “Gli ha tipo fracassato la testa.”
Tom annuì. “E adesso?”
“Ah, c’è un mezzo casino diplomatico con il ministero indiano. Pare che i Naga in questione siano tutt’ora scomparsi. L’ufficio per la cooperazione magica, mi ha detto papà, è in subbuglio. Sai, un umanoide straniero ucciso in suolo inglese. Diplomaticamente è un disastro. Responsabilità, e roba così. A parte questo, l’ingresso alla Foresta Proibita è interdetto fino a nuovo ordine. Hanno messo barriere magiche ovunque.”

“E il Naga? O meglio, il suo corpo?”
“Ah, giusto.” Si grattò la punta del naso. “Credo sia in qualche stanza in disuso del castello. Non so dove, non ce l’hanno certo detto. James sono due giorni che cerca di trovarla. Comunque lo terranno qua, ma fino a domani, credo. Poi un paio di auror verranno a prenderlo. E poi boh…” scrollò le spalle. “Nei giornali non è apparso nulla. Credo che papà abbia fatto di tutto per far passare la cosa sotto silenzio.”

“Se ne occupa l’ufficio auror?”
“Mmh, già. Dopotutto si tratta di una creatura oscura. A proposito, forse verranno a farti delle domande.” Lo guardò incerto. “Solo se te la sentirai di rispondere però. Il Preside è stato irremovibile su questo.”
“Ce la faccio.” Considerò distrattamente. “Non sono certo malato.”
Al annuì, muovendosi ancora sulla sedia. “Quando hanno detto che ti dimetteranno?”
“Non l’hanno detto. Ma penso domani. In fondo non ho niente, a parte un po’ di malditesta. Ma è un effetto collaterale di avere di nuovo le ossa al proprio posto.” Si sarebbe mangiato la lingua quando vide Al impallidire.

È incredibile: se si spacca la testa precipitando dalla scopa, è capace di saltare su come se niente fosse, e continuare la partita. Stesso vale se si prende un bolide in piena faccia.
Ma se, ad esempio, Lily si taglia con una risma di carta, si sfiora la tragedia.
Gli venne quasi da ridere. “Piantala di fare quella faccia sconvolta. Sto bene.”
Al avvampò di sdegno. “Coglione! Eri più morto che vivo quando Grop ti ha riportato alla capanna! E le braccia ti pendevano tutte in angoli strani!”
“Che bella immagine. Grazie.” Sogghignò. “Piuttosto… credo di doverti la vita.”
Al scrollò le spalle. “Non ho fatto niente. È stata una fortuna che ho intravisto Grop usare un ramo come stuzzicadenti mentre me la davo a gambe. C’è voluto un sacco per spiegargli cosa stava succedendo. Per fortuna non ha pensato di ciucciare me.” Terminò cupo.

Tom sospirò. “Al. È finita. Non prevedo nuovi attacchi Naga, per quest’anno.” Lo vide fissarsi le scarpe. “Cosa c’è?”
“Senti…”
“Sì.”
“Se ti abbraccio mi schianti?”
Tom inarcò un sopracciglio. “Al, non so neanche dove sia la mia bacchetta.” Terminò la frase e si sentì placcare dal cugino.

“Vorrei ricordarti che le mie costole sono convalescenti…” osservò con tono leggero.
“’Fanculo.” Replicò urbanamente. “Fatti abbracciare e sta zitto.”
Tom obbedì. Sentiva il respiro di Al contro la spalla. C’era qualcosa di piacevole nel farsi abbracciare da Albus. Non era tutto angoli, come altri ragazzi – non che ne avesse mai abbracciato uno, ma a volte gli toccavano gli abbracci del padrino – né stringeva come un boa costrictor alla maniera di Lily. Era semplicemente… un abbraccio.
Stavolta lo stomaco gli si serrò quasi senza che se ne accorgesse.
Al sapeva di cioccolato e inchiostro per piume.

Se ne rovescia sempre un quantitativo imbarazzante addosso, specie il primo giorno…
“Godric, Tom… ho avuto paura.” Confessò con voce soffocata. Gli stava parlando sulla stoffa della maglietta. Tipico suo. Sorrise appena.
“Ne ho avuta anch’io.” Rispose, e in un certo senso era vero. “Mi stai mangiando la maglietta.” Aggiunse.
“… devi sempre rovinare tutto.” Borbottò l’altro. Tom corrugò le sopracciglia.
Rovinare cosa, Al?
“Ehy, interrompiamo un momento magico?” la voce di James fece irrigidire Al di botto. Si scostò, rosso e infuriato.
“Va’ a dia-!” si accorse che c’era anche Teddy, che sembrava aver trovato poco felice l’uscita di James, da come l’aveva guardato male. “Oh, ciao Ted-… ahm, volevo dire, professor Lupin!”

Ted sorrise gentile. “Ciao Al… siamo venuti a vedere come sta Tom.”
“O per meglio dire, mi hai costretto mentre invece avrei potuto direttamente andare a cena.” Recitò annoiato James. Però scoccò un’occhiata incuriosita a Thomas. L’altro capì che aveva una voglia folle di farsi raccontare la sua avventura col Naga.

Cretino di un Grifondoro.
“Sto bene. Domani forse dovrebbero dimettermi.” Li guardò incolore. La loro presenza lì per quanto lo riguardava era superflua. Se non altro Al lo divertiva.
Sebbene la separazione brusca dall’abbraccio l’avesse molto infastidito.
“Oh, bene, fantastico. A domani. Ora, cibo.” Snocciolò James voltandosi. Ted l’afferrò per un braccio, senza neanche guardarlo.
“La cena non scappa, Jamie… ” Disse semplicemente. “Accompagna tuo fratello in Sala Grande, avanti.”
James arricciò le labbra irritato dall’ordine esplicito, ma poi sbuffò.

Aye aye sir. Andiamo Al.”
“Ah… sì.” mugugnò il minore alzandosi. “Ci vediamo domani a lezione allora?”
“Sicuramente.”

Spero. E vorrei sapere cos’ha Ted da dirmi, che si porta dietro James per portarsi via Al.
I due fratelli se ne andarono. Ted invece si accomodò al posto di Albus.
Appunto. Quanto sarà prevedibile?
“Allora…” sorrise. E già lo odiò. Odiava quei sorrisi da Bravo Ragazzo. “Ho parlato con zio Harry. Abbiamo concordato che forse per te sarebbe stato troppo duro subire un interrogatorio… Così hanno delegato a me, per farti qualche domanda.”
“Hanno delegato ad un professore?” ironizzò con finta innocenza.

Non sono un ragazzino sensibile. Avrei potuto tranquillamente sostenere il ciarlare di qualche auror.
Ted non sembrò aver notato la stoccata.
“Sì. Ho fatto l’Accademia Auror, anche se non sono arrivato agli esami finali di ammissione. Diciamo che conosco qualche procedura…” scrollò le spalle, prendendo un taccuino e una penna. “Ti faccio solo qualche domanda. Ma se ti senti stanco possiamo rimandare.”
“No. Va bene anche adesso.” Si sistemò i cuscini dietro la schiena. “Dica pure, professore.”

Gli fece una serie di domande. Noiosamente di routine. Non si aspettava certo picchi di genialità da Lupin.
Un’intelligenza settoriale: bravo nello studio, buona memoria e sa come esporre i concetti. Ma la cosa finisce qui. Non sapevo avesse fatto l’Accademia comunque. Al non me ne ha mai parlato…
Ovviamente omise tutto quello che riguardava il suo scoppio d’ira e le supposte conseguenze.
Ci mancava solo si facesse venire in mente strane idee.
Sì, ma quali?
In effetti se lo chiedeva anche lui.
“Hai idea del perché abbia inscenato questa caccia con te?” gli chiese all’improvviso. Tom fissò gli occhi nei suoi. Buffo, da celesti erano diventati gialli. I capelli erano rimasti castani.
“No, naturalmente. Non me l’ha spiegato. Non credo neanche ne fosse in grado.”  
“E tu? Non ti sei fatto un’idea?” Sorrise di nuovo. Tom gli scoccò un’occhiata.
Allora non sei del tutto idiota, Mister Lupin.
“Forse. Ma è solo un’idea… come potrebbe interessare gli auror?”
“Beh, potrebbe interessare me. A titolo di pura curiosità.” Si appoggiò alla sedia, facendo roteare la penna tra le dita. 
Tom serrò appena le labbra. Scrollò le spalle.
“Penso cercasse una preda. Albus era troppo spaventato. Se è vero che quegli esseri hanno un’etica guerriera, chissà, forse voleva qualcosa in più di un ragazzino terrorizzato. Di sicuro, con me si è divertito molto.” Alzò il braccio fasciato fino al gomito.
“Tu non eri spaventato?”
“Cercavo di dominarmi.” Replicò aspro. “Il terrore non serve. Mai.”

“E’ vero…” confermò Ted. “Beh, direi che abbiamo finito. Ti ho fatto tutte le domande di procedura. Ti ringrazio, e scusami se ti ho annoiato.” Sorrise di nuovo.
C’era una sfumatura ironica in quel sorriso. C’era sempre. Se ne accorse solo in quel momento.
Si sentì preso in giro. Si sentì un ragazzino, e questo non gli piacque. Affatto.
“Dov’è adesso?” gli chiese a bruciapelo, mentre si stava alzando. Persino la tonaca da insegnante era logora. E avrebbe dovuto essere nuova.
Gli piace vestirsi da pezzente o cosa?
Ted lo guardò confuso. “Chi?”
“Il Naga. Al mi ha detto che il suo corpo è nel castello. Che domani gli auror verranno a prelevarlo.”
“Ah… certo. Beh. È nel castello.” Fece un sorrisetto. “Mi dispiace, Tom, ma come ho detto a James, fino alla nausea peraltro… non sono autorizzato a rivelare agli studenti dove si trova.”

“Naturalmente.”
Ted si strinse nelle spalle con aria molto empatica. Lo detestò. “Eh, già.”
“La ringrazio lo stesso professore. Ora, se non le spiace...”
“No, no. Assolutamente. Tra poco Madama Chips dovrebbe portarti la cena. Tu pensa a riposare.”
Non ho fatto altro, maledizione!

“La ringrazio.” Disse a denti stretti. Quando avrebbe voluto cancellargli quel sorrisetto dalla faccia.
Dov’era la sua bacchetta?
Sul comodino. Stupidamente lontana. Lo guardò andare via, profondamente scornato.

Si buttò di nuovo trai cuscini.
Lo scoprirò da solo, Professor Lupin.
Ricordò la faccia di James, la sua curiosità…
‘Come ho detto a James, fino alla nausea peraltro…’
Sogghignò.
Mi ha detto comunque quel che mi serve, professore.
 
 
****


 
Sala Grande, Hogwarts.
Ora di Cena.
 
“Come sta Tommy?” chiese Lily distrattamente, mentre terminava un lungo foglio di pergamena, seduta tra Roxanne, imbronciata per un pessimo allenamento, e Hugo, che si abbuffava di patate ripiene.
Al si sedette, imitato da James, che ne approfittò per fregargli immediatamente la caraffa di succo di zucca, sita ingiustamente troppo lontana da lui.
Al sospirò. “Bene, più o meno.”
“Oh, era odioso come al solito, stava benone Lils.” Scrollò le spalle il maggiore. “A chi stai scrivendo? Ancora a quello sfigato bulgaro?”
“Veramente è tedesco, Jam.” Puntualizzò terminando la lettera con uno svolazzo.

“E comunque Søren non è uno sfigato. È di Durmstrang ed è davvero… beh, interessante.”
“Ha i capelli unti.” Puntualizzò James. Lily lo fulminò.
“Hai frugato tra le mie cose!”
“Non è colpa mia se tieni le sue lettere nel cassetto accanto a letto. È il tuo fidanzatino di penna?” la prese in giro, mentre Al ridacchiava sotto i baffi.

Lily lo guardò oltraggiata. “Quanto sei idiota! Le tengo lì perché mi piacerebbe che voi due non le leggeste.” Sibilò guardando male Al, che alzò le mani in segno di resa.
“Ehy, Lils, io non frugo tra le tue cose!”
Lo fa James e poi mi faccio raccontare tutto.

“Io sì.” replicò James schivando un calcio dalla sorella, che gli era seduta di fronte. “Dai, non  prendertela! Comunque mi spieghi cosa c’è di così divertente nello scrivere ad un norvegese?”
“E’ tedesco…” borbottò la ragazzina. Era una partita persa. Doveva solo diventare più attenta.

La prossima volta affatturo il cassetto.  
Sospirò, guardando male i due. “È divertente scrivergli, sapere delle tradizioni del suo paese e di quello che fa a scuola. Dovreste provare anche voi. Non esiste soltanto Hogwarts e l’Inghilterra, sapete?”
James fece spallucce. “Io ho scritto un sacco di volte a Teddy, quando era in Francia. Non è che sia così divertente. Cioè, lo era perché Teddy è divertente.”
Albus tentò un timido sorriso di interesse. “Sai, non mi piace granché scrivere Lils…”
“Siete due caproni.” Sbuffò, scuotendo la testa. “Søren è in gamba. Ed è diverso dagli amici di penna che ho avuto prima di lui. Quelli mi chiedevano subito una foto e voleva venire a trovarmi… con lui posso parlare davvero.”
James drizzò le orecchie. “E tu a quelli non hai dato corda, vero?”
“Figuriamoci. Non potrei mai senza il benestare del mio adorato fratellone.” Sbatté le ciglia, facendo ridere Al. James fece una smorfia.

“Sono solo preoccupato che qualche francese di Beaux-Batons venga a bussare alla porta di casa nostra. Detesto i francesi.”
“Quanto sei scemo! Vic, Dom e Lu lo sono per metà!”

“Appunto. Vic è una rompiscatole, Dom è pazza e Lu… Beh, Louis forse è l’unico che si salva in quella famiglia di biondi.”
Lily alzò gli occhi al cielo. “Oh, non farai ancora la lagna per quella storia…” guardò Al complice. “Sai, quella.”
Al sogghignò. “Mi hanno portato via Teddy…” piagnucolò.

James, con gran sollazzo dei fratelli minori, avvampò.
“Fatela finita! Ero ubriaco fradicio!” sembrava mostruosamente a disagio e questo era molto divertente.

“Non eri ubriaco fradicio. Ti eri bevuto un paio di birre babbane che papà aveva lasciato in dispensa per regalarle a nonno Arthur.”
“Non avevo mai toccato una goccia d’alcohol. Avevo tredici anni!” li fulminò. “Fatela finita, cazzo!”
“Oh, manchi completamente di senso dell’humour quando si tratta di prenderti in giro, Jamie.” Gongolò Al prendendo la caraffa di succo e rimettendola al suo posto. Cioè accanto a lui.

“Anche Lily ci restò male quando annunciò che si sarebbe trasferito in Francia con Vic!”
La ragazzina scrollò le spalle. “Veniva a cena quasi tutte le sere quando non eravamo ad Hogwarts… ci rimasi male, sicuro, ma io non mi ubriacai per poi gettarmi fuori dalla finestra in pieno inverno. Con una scopa vera. Di quelle con cui si spazza.” Puntualizzò impietosa, mentre Al si teneva una mano sulla bocca per non sghignazzare troppo follemente al ricordo.

“Non mi…” abbassò il tono di voce perché, anche se Hugo chiacchierava con Roxanne… beh, c’era sempre la possibilità che lo sentissero. “’Fanculo. Per quanto ancora volete ricordarmi quella storia?”
“Fino alla tua morte probabilmente.”
“La proietteremo sul tuo letto di morte.” Confermò Lily.
“Mi avete fatto delle foto?!”
I due fratelli sorrisero angelici.
“Vuoi ancora un po’ di pasticcio, Lils?”
“Oh, grazie mille Al…”

“Al! Serpe che non sei altro!”
Il ragazzo fece un sogghignetto perfettamente in linea con i colori che indossava. “Guarda che le foto le ha fatte Lily. Io ero più occupato a ridere.”
Lily!
“Perché non cerchi nei miei cassetti?” sorrise amabile la sorella. Poi vedendo la sua espressione sconfortata, gli diede una pacchetta sulla mano. “Dai Jamie. Non c’è niente di male a volere bene a Ted. È così dolce e … beh, favoloso. E ci ha fatto da babysitter fino alla noia. La sua. E tu sei sempre stato il suo preferito.”

“Vai a capire perché…” commentò Al.
“Perché ha un debole per i caratteri esplosivi. Guarda Vic. Non si può certo dire che sia una ragazza tranquilla.” Lily fece una lieve smorfia. Non le piaceva Victoire. Preferiva Dominique, bella e bionda come la sorella, ma di gran lunga meno egomaniaca. “Jam in un certo senso gli somiglia.” Concluse.
“Non paragonarmi a Vitro!” sbottò irritato. Era un nomignolo che aveva coniato coi fedeli Scamandro: Vitro come il vetriolo che aveva al posto del sangue nei suoi giorni no.

Era perfetto.
“Non sono affatto come quella… rompipalle!” Avrebbe voluto usare epiteti meno signorili, ma in quel momento Ted passò tra le file di tavoli, diretto verso quello degli insegnanti. Sorrise loro.
James si sentì spuntare un sorriso in faccia.

Non ci poteva fare niente. Si sentiva sempre a posto e contento, quando c’era Teddy.
Quando era bambino, ogni volta che veniva a trovarli, era come se il suo supereroe, con i capelli multicolori, fosse atterrato in giardino per giocare proprio con lui.
Ora James aveva diciassette anni. E le cose erano diverse.
Ma le ignorava. Che altro avrebbe potuto fare?
Si accorse di qualcosa accanto al suo tovagliolo. Un biglietto. Lo prese e lo aprì, approfittando dell’entrata in scena di Rose, che affannata si sbrigò a sedersi di fronte ad Al.
“Ehy, dove sei stata?” chiese quest’ultimo.
“Sono rimasta fino ad adesso a parlare con Nev-… ehm, il professor Paciock. Chiarimenti per una lezione. Poi ci siamo messi a parlare del più e del meno. Comunque ci ha invitati il prossimo venerdì a cena, da sua moglie.”
“Ai tre manici di scopa? Grande!” si inserì Hugo, per cui ogni occasione era buona per uscire da scuola. James invece scrollò le spalle.
“Prossima settimana? Salto. Abbiamo gli allenamenti di Quidditch.”

“A cena?” chiese perplessa Rose.
“Prima, ma poi avrò a malapena la forza di trascinarmi a letto. Salto. Scusatevi con Hannah¹.” Borbottò. Si infilò un pezzo di focaccia in bocca, alzandosi in piedi. “Vado… sapete, compiti.” bofonchiò. Fece cenno ai gemelli, in fondo al tavolo, di non alzarsi e si allontanò furtivo.
“Ne sta pensando una delle sue…” sospirò Al, guardato con muto sostegno dalle due donne di casa. Roxanne alzò appena lo sguardo invece.

“Dai Roxie, andrà meglio il prossimo allenamento!” cercò di consolarla Lily. La ragazza non rispose, fissando cupa il tavolo in cui Rupert Chang mangiava. Il capitano di Corvonero aveva un occhio pesto e l’aria piuttosto miserevole. Lanciò uno sguardo verso la bella Weasley ma fu gratificato da un dito medio.
“Dubito.” Disse secca, alzandosi. “Uomini.” serrò le labbra, prima di alzarsi e marciare via con aria marziale.
“Che cavolo è successo?” sbottò Hugo confuso.
Rose e Lily si guardarono, con solidale istintivo femminile.
“Non è che sta con Chang adesso?” chiese Al incerto. Si beccò due occhiate incredule dalla sorella e la cugina.
“E tu come lo sai?” chiese Lily.
Non facevo mio fratello così sveglio.
Al fece spallucce. “Uhm, ho tirato ad indovinare. Lei sembrava così furiosa, e lui così miserabile. E Rox pretende molto dalle sue vit-… dai suoi ragazzi.”

Lily fece una smorfia. “Vuole solo che la rispettino. E credo che lui abbia fatto il cretino con una delle cacciatrici.”
“Oh.” Annuì Al. Si guardò con Hugo che annuì forsennatamente. Ma sapeva che non pensavano alla stessa cosa.
A volte è un bene non avere la ragazza! – pensò Hugo.
È meglio non averla affatto… – pensò Al.
 
 
****
 
Infermeria. Sul letto di Thomas Dursley
Appena passata ora di cena.
 
“Devo ammette che la mensa dell’infermeria è ottima.”
“Michel, è lo stesso cibo che proviene dalle cucine.” Replicò Tom mentre il capitano di Serpeverde masticava con voluttuosità un pezzo di tortino alla menta, seduto in fondo al suo letto. 

Touché. Sicuro che non ne vuoi…?”
“No. La menta non mi piace. E comunque perché, di grazia, sei venuto qui invece di essere in Sala Grande a consumare la tua porzione?”
Michel prese un’aria offesa. “Via Dursley, non è ovvio? Pensavo t’annoiassi, e sono venuto a farti compagnia, mentre il nostro dolce Al si intrattiene con i suoi amichetti Weasley.”
“Tralasciando che sono i suoi cugini Weasley… Perché tutto quello che dici sembra qualcosa di sconcio?” indagò incolore, sistemandosi meglio sui cuscini.

“Sai, stai cominciando a farmi le stesse domande di Al. Due corpi, un’unica mente.”
“Non credo proprio.”

Michel si leccò le dita, emettendo un suono soddisfatto.
“Cosa vuoi veramente, Zabini?” chiese Tom con un sospiro: era venuto a trovarlo poco dopo che l’assistente di Madama Chips – non ricordava mai il nome – gli aveva portato la cena.

Erano Serpeverde. Era impossibile che fosse venuto lì per puro spirito caritatevole.
Michel lo guardò, poi fece un mezzo sorriso. “Al è molto curioso…”
Inarcò un sopracciglio. “E in cosa sarebbe stato curioso?”
“Oh, nulla di grave. Anzi, una cosa molto in linea con i precetti della nostra Casa. Mi ha spiato. Durante una conversazione privata.”
Oh, quella della Foresta Proibita…

“Non ti ha spiato. Tu e Nott stavate parlando ad alta voce in un luogo pubblico.”
“Oh, allora nella Foresta Proibita… hai sentito anche tu?”
Tom fece spallucce. “Ero lì.”

“E cos’avete sentito?”
Tom sorrise. “Perché ti interessa Michel? Cos’è che Albus non deve sapere?”
L’altro ragazzo fece una smorfia. Di nuovo quell’espressione preoccupata.

Guarda, guarda. Allora è lui il misterioso amico ignaro della situazione…
“Sa che sei bisessuale.” Tentò. Era quello? Impossibile. Diversamente dal mondo babbano, nel mondo magico l’omosessualità era pienamente riconosciuta. Certo, non tutti reagivano accogliendola con un sorriso, ma quello dipendeva da persona a persona.
Del resto la religione e la magia non sono mai andate molto d’accordo. Quindi, niente peccato di sodomia.
“No, non è quello.” Negò infatti.
“Allora hai un partner di cui Al non deve venire a conoscenza?”
Di nuovo quell’espressione. In un certo senso era divertente, anche se avrebbe preferito rimanere solo per ritoccare alcune parti del suo piano, prima che arrivasse…
“Ah, non sapevo avessi visite…” la voce roca e strafottente di James Potter fece alzare ad entrambi lo sguardo.
Madama Chips è davvero invecchiata se fa entrare e uscire chiunque a piacimento.

Comunque, la cosa volge indubbiamente a mio favore.
“Zabini se ne stava andando.” L’altro lo guardò irritato. “Vero?”
Michel si alzò. “Vero. Ci vediamo domani a lezione.” Si allontanò, passando di fianco a James.
Fu a quel punto che Tom capì: notò come il Grifondoro si fosse irrigidito, e come il vago sorriso di Michel si fosse fatto più acuto. Più consapevole.

Cristo – pensò molto babbanamente – Al lo ucciderà.
Ma in fondo, non erano affari suoi. Per il momento.  
Rimase James, con le mani affondate nelle tasche della divisa. Non aveva la cravatta.
“Ho ricevuto il tuo biglietto. Cosa vuoi?” sembrava irritato, ma sapeva fosse incuriosito nella stessa misura.
Tom sorrise.
“Siediti James. Te lo spiego subito.”
 
 
****
 
Note:
Vediamo se adesso avete capito chi è il misterioso ragazzo di Zabini? XD
Altro piccolo indovinello: vi esorto ad andare a vedere l’origine del nome Søren. ;)
Ah, casualmente, questa è Lily. Tra parentesi, chi mi aiutasse a capire chi è ‘sta ragazza, e se fa l’attrice, se l’ha già vista, vince un pupazzetto di Al anti-stress. (testato su Tom. Funziona.)
1 – Hannah Paciock (Abbott) è la moglie di Neville e la proprietaria attuale dei ‘Tre Manici di Scopa’. Così ha detto la Row. Amen.
 
  
Leggi le 21 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Dira_