Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: Ciarax    25/11/2021    2 recensioni
Le stelle cadenti hanno un significato positivo e costituiscono un'imperdibile occasione per esprimere un desiderio, quando brillano e illuminano il cielo immerso nell'oscurità, ignari che quello non è che il riflesso pallido della loro esistenza.
Quello che le persone ammirano con tanta adorazione non è che il residuo, la scia di quella che una volta bruciava di passione, la stessa passione che si era lentamente spenta in Alexis. Solo l'ombra di quello che alimentava il suo spirito libero.
Era difficile immaginare un incontro tanto casuale da essere in grado di ribaltare la sua visione della vita, alimentando silenziosamente quella piccola e flebile fiamma nel suo petto.
Dal testo:
'Alexis Nyla Allen. Vent’anni. Studentessa. Questo era quello che chiunque avrebbe potuto leggere sul quel maledetto pezzo di plastica che racchiudeva semplicemente parole. Parole che non dicevano assolutamente niente di lei, di ciò che era o pensava.'
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo VI
 
                              I will stay until the morning comes
                              I'll show you how to live again
 


«Perché ho l’impressione di essere come una punizione per te in questo momento?» domandò Alexis dopo un paio di minuti di silenzio.

Raph si limitò a distogliere l’attenzione mentre osservava di sbieco la testardaggine di quella ragazza che non ne aveva voluto sapere di tornarsene a casa in maniera normale. Che cosa ci trovasse di entusiasmante nel rischiare la vita tra un tetto e l’altro sinceramente gli era sfuggito, non che avesse comunque intenzione di volerlo sapere, le sue reazioni erano talmente tanto imprevedibili che avrebbe rischiato altri traumi nel breve termine.

Che un essere umano avesse un tale spirito di adattamento era una situazione nuova per la tartaruga. Quando solitamente gli umani che lui e i suoi fratelli incontravano avevano le reazioni più eterogenee, ma nulla che si avvicinasse a quello.

Alexis non era affatto ingenua. Non le ci volle molto per capire come la sua presenza lì fosse, in qualche modo, una fonte di disagio per la tartaruga più imponente tra i quattro fratelli. L’unica cosa che non riusciva a capire era il motivo, il perché di una tale ostilità malcelata e neanche diretta nei suoi confronti. Non c’era stata nessuna frecciatina volta a ferirla da parte di Raph, se non la semplice ed iniziale inimicizia verso qualcuno che avrebbe potuto rappresentare un pericolo.

Teneva ai suoi fratelli. Le parve chiaro.

Che poi lei potesse rappresentare una tale fonte di disagio per una creatura grande almeno il triplo sia in dimensioni ma altrettanto nel peso, le sembrò una barzelletta per un momento. Le sfuggì un sorriso al pensiero, accorgendosi in ritardo dello sguardo corrucciato di Raffaello su di sé, quando non riuscì a soffocare la risatina divertita a quell’assurdità.

Fu stavolta il turno di Raph quello di osservarla confuso. Fino a qualche minuto fa avrebbe giurato che Alexis fosse una persona estremamente timida, eppure quella risata spontanea gli riempì piacevolmente le orecchie. Il naso leggermente arricciato dal divertimento e due ciocche di capelli più corte che le finivano costantemente davanti gli occhi accesi da una scintilla che faticò un po’ a riconoscere.

«Leo pensa di essere il migliore solo perché è il più grande» borbottò Raffaello improvvisamente ricordatosi dei chi fosse la colpa per essersi ritrovato in quella situazione.

«Però non mi sembra il tipo da fare qualcosa solo per ripicca- ponderò Alexis con lo sguardo rivoltò verso il cielo nuvoloso, minaccia di pioggia imminente per il resto della notte. -Capita di travisare quando siamo troppo impegnati a covare odio verso il resto del mondo. Non è facile uscirne»

«Quando trovi un modo per sfogare tutta quell’energia sembra di rinascere -la voce sembrò salire di un’ottava dall’eccitazione, -per me è stata la musica. Un vero balsamo. Certo, non ti risolve tutti i problemi ma senza non saprei come vivere»

Raffaello la seguì a pochi passi di distanza, quasi imbambolato dalla serenità con cui si muoveva da un tetto all’altro dei palazzi di New York mentre ritornava con calma la propria casa. Dal tono con cui parlava non fu neanche molto certo che Alexis prestasse attenzione a dove mettesse i piedi. Dovette accertarsi a più riprese che non mettesse disgraziatamente un piede in fallo, facendosi male. Leonardo gliel’avrebbe fatta pagare.

«Potresti venire, sai? La musica sa essere un vero toccasana, ho alcuni album che potrebbero piacerti…» il tono spensierato con la quale parlò sorprese un poco Alexis stessa.

Era da quella mattina che per una volta si sentiva diversa. Non seppe quantificare se in positivo o in negativo. Solo diversa. Attribuì quello strano ed insolito buon umore alla scarica di endorfine dovute alla corsa piuttosto recente, ma era da fin troppo tempo che non riusciva a sentirsi così a suo agio con qualcuno. Le sembrò una situazione tanto inebriante da farla quasi intossicare.

Raph si fermò all’improvviso, lasciando Alexis proseguire di un paio di passi prima di fermarsi a guardarlo con un’espressione interrogativa, «Si può sapere che cosa speri di ottenere da questo? Non lo vedi… che cosa sono?»

Il silenzio calò sui due. Raffaello aveva raggiunto il limite, non sopportava quella che continuava a pensare come una presa in giro nei suoi confronti e di quella dei suoi fratelli. Per quanto potessero essere limitate le sue esperienze sapeva quanto l’essere umano sapesse essere crudele e cinico nei confronti del diverso, di quello che non rientrava nella sua normalità statistica.

Vide il volto di Alexis drenato di ogni traccia di serenità. Distolse per un attimo lo sguardo, afferrando con tenacia il braccio destro e stringendo l’avambraccio in modo quasi convulso. Raffaello si domandò cosa volesse indicare quel suo gesto nato quasi istintivamente, perché non ne capiva il senso. La maglia a maniche lunghe gli impediva di vedere cosa si nascondesse al di sotto e gli rimase solo la fantasia per dare una risposta a quel suo quesito irrisolto.

«Una volta ero talmente spaventata che ho urlato contro i miei che erano solo preoccupati per me. -disse d’un tratto, mantenendo il tono di voce basso, -Lo sapevo che erano in pensiero ma ero arrabbiata perché avevo paura. E mi sfogavo su di loro per la rabbia che provavo nei miei confronti»

Tutta l’allegria nella voce di Alexis era svanita, soppiantata da un tono più serio, pacato. Non c’era accusa, non c’era un secondo fine. L’aveva guardato dritto negli occhi quando aveva detto quelle poche parole, cariche di sincerità nei suoi confronti.

Il volto era rimasto una maschera granitica. Il rossore dovuto al freddo fu l’unica cosa ad imporporagli delicatamente la punta del naso lentigginoso.

Alexis detestava quando qualcuno sminuiva le sue intenzioni, quando non le consideravano sincere o che nascondessero in realtà secondi fini. In altri momenti si sarebbe irritata, avrebbe anche probabilmente urlato. Ma quella non era una situazione normale. Fin dall’inizio non lo era stata e Raffaello non rientrava nella media di persone che si potevano incontrare solitamente.

Era incredibilmente testardo. Cocciuto. Arrogante. La spavalderia dietro la quale si nascondeva era solo un modo per pompare quell’ego che era troppo fragile se fosse stato esposto agli altri. Il bisogno di paragonarsi e la sensazione di non essere mai abbastanza. Non aveva bisogno di parlare chissà quanto tempo con lui per capire come quella non fosse altro che una solida corazza ben costruita. Riccamente affinata con anni di difficoltà e pazienza. Tanto imponente nelle dimensioni, ma tanto fragile dando uno sguardo più attento e da vicino.

Alexis si avvicinò di un paio di passi, accorciando visibilmente le distanze tra i due. Notò lo postura di Raffaello farsi immediatamente tesa, serrando la mascella prima di distogliere lo sguardo. Si fermò. A meno di un metro da lui.

Era a disagio. Era lei che lo metteva a disagio.

Aspettò paziente che Raph le rivolgesse di nuovo lo sguardo, timidamente riportandolo sulla figura minuta in confronto a lui. Alexis lo guardava con pazienza, senza fretta e con un piccolo e rassicurante sorriso ad increspargli le labbra leggermente screpolate a causa delle temperature rigide.

«Il peggio – mormorò in un sussurro, -è quando cadi tanto in basso da non pensare di poterti rialzare. Tutto intorno continua a muoversi e tu sei li. Fermo. Fuori da tutto. Quando poi capisci che a nessuno importa se tu sarai in grado di rialzarti, impari a fare una scelta» non era un argomento facile, le parole le uscirono forzate e si interruppe più di una volta prima finalmente di rispondere alla silenziosa domanda di Raph. Quando Alexis sollevò la manica del braccio destro finalmente vide cosa tanto la stava tormentando. Almeno in parte.

L’intera parte posteriore dell’avambraccio era cicatrizzato. La pelle appariva difforme per consistenza e colore rispetto a quella della mano, chiara e con poche imperfezioni. C’erano cicatrici ipertrofiche dove l’accumulo di tessuto cicatriziale interferiva e dislivellava la pelle rosata e a tratti più scura come se fosse stata cotta.

Raph si ritrovò a studiare con minuzia il punto di unione tra la pelle sana e quella distrutta, con un andamento irregolare. Fu solo la voce di Alexis a riportarlo alla realtà. Aveva abbassato la mano lentamente e ricoperto il braccio, nascondendolo nuovamente alla vista del mondo. Come se non fosse mai successo nulla, «Perciò per risponderti. Si, lo so. Ma non mi importa»

E così come si era avvicinata, Alexis accennò un sorriso ed indietreggiò. Rimise tra loro un po’ di distanza, chiudendo quella parentesi così come era stata aperta.

Raffaello non osò squarciare ed interrompere nuovamente quel silenzio che per un attimo sembrò aver suggellato la fine della loro conversazione. Se così mal sopportava la sua presenza, allora perché, in quel momento, agognò tanto intensamente di rimangiarsi le parole che aveva sputato prima con tanta acidità? C’era stata solo schiettezza nella sua domanda; eppure, se ne pentì nell’istante in cui colse la figura di Alexis irrigidirsi ad ogni parola. Un colpo inferto con precisione chirurgica ad ogni nuova parola, ogni nuova velata accusa di doppio gioco nei suoi confronti e in quello dei suoi fratelli.

«Non è vero»

Si fermò ad osservarla mentre anche lei smise di camminare. Lo sguardo confuso di Alexis lo costrinse a proseguire.

«Non era quello che volevo dire prima. Con Leo. Non mi hai dato il tempo di parlare» replicò con una smorfia Raffaello, spiazzato dalla risata divertita della ragazza accanto a lui.
Come se quel piccolo sfogo non fosse mai esistito. Una parentesi aperta e chiusasi quella sera stessa, in quel momento, una parte che permise loro di appianare uno dei punti più critici di quel labirintico rapporto. Delicato e su un fragile equilibrio che avrebbe potuto incrinarsi in ogni momento.

Quello era una danza silenziosa che non poteva venire vinta solo da uno dei due. C’era bisogno di fiducia per andare avanti.

«Scusami tanto se non volevo farmi di nuovo accusare di qualcosa che non avrei comunque fatto, -spiegò poi prima di rivolgerli un’occhiata di sbieco, -e poi non mi sarebbe comunque servita a nulla»

«Che vuoi dire?»

«Lo vedrai. L’invito è sempre valido» si limitò a dire serrando le labbra in un sorriso sornione e riprendendo come se nulla fosse il ritorno a casa, passando sopra i tetti in compagnia di un enorme tartaruga mutante.

Tutto normale.



--- Note --- 
Ero onestamente indecisa se pubblicare o meno stasera primadi crollare a dormire vista la giornata che mi aspetta domani. Ma mi è arrivata una bella scarica di ispirazione e ho voluto approfittarne.
Il capitolo è più corto del solito ma non mi era sembrato necessario aggiungere acqua al brodo, solo per onor delle quattro pagine minime.

Se sia Raph o Alexis a cercare di mettere una pezza nel loro rapporto altaletante non ne ho idea.


Ciarax
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Ciarax