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Autore: Agueda    30/11/2021    0 recensioni
Decisa,impietosa ,devastante . Chiara Bennett
Architetto di fama , ha dovuto decidere in un attimo la sua relazione sul progetto architettonico che si sta discutendo nella sua azienda! .
Il motivo ?? È tutti altro che professionale !!!
L ideatore è l unico uomo sulla terra che lei non avrebbe mai più voluto rivedere.
Vito Gomez è forte ed irresistibile come allora, ma non sa che dopo la bravata fatta un anno mezzo prima , è successo un fatto importante. Lei .
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Si dice che tutto torna, tutto torna dove è nato
che fa il giro del mondo e ricomincia poi da capo
che hai vissuto qualcosa ma non ti ricordi niente
❤Chiara Bennett❤


Che bello i medici,  mi dissero, che potevo tornare a casa. Ero felice, ma allo stesso tempo preoccupata, perché avrei dovuto rispettare tutte le cure, e soprattutto non potevo usare la moto o andare al lavoro finché non  mi sarei ripresa del tutto.
Quando varcai la soglia dell uscita Dell ospedale,  un ondata di frescura mattutina mi entrò nel naso.
Mi venne a prendere Liv, con la mia auto, non mi sembrava tanto felice in viso.
C era qualcosa che non andava, infatti lasciai perdere tutto e feci tutto il traggito in auto in silenzio,  tanto prima o poi l avrei saputo cosa succedeva.

Arrivai a casa e la prima cosa che feci fu lanciare il borsone nel divano, e salì le scale per andare in camera mia ad abbracciare mia figlia , anche se Liv e Betty mi urlavano di non salire. Infatti quando aprì la porta della stanza capì subito il motivo .
Non sarò di porcellana, ne di argento , ne di oro, ne tanto meno di vetro, ma sono fatta di carne. la scena che si presentò davanti a me, mi ha completamente infranto , distrutto.   
In camera mia nel mio letto c erano distesi le persone più importanti della mia vita. Mia figlia, e il mio amico  nonché il padre di mia figlia  Vito Gomez.
Mia figlia era rannicchiata al petto di Vito, erano la stessa fotocopia identica,  con la sola differenza che mia figlia aveva preso il mio naso, ovvero schiacciato,  mentre quello strafigo di suo padre  l aveva dritto perfetto lineare senza neanche un difetto.

Mi avvicinai al letto e mi sedetti  su di esso con le gambe incrociate, stile posizione farfalla, ed mi misi ad ammirare loro due.
Ad un certo punto, un paio di occhi verdi si riflessero nei miei. Erano gli occhi di Vito Gomez.
-cosa ci fai qui?
– tu cosa ci fai qui?
-sono uscita dall  ospedale, tu cosa ci fai qui invece?
-ieri sera Liv mi ha chiamato,  per dirmi che Betty aveva un impegno e che non c era nessuno che si potesse occupare di Francesca,  così  me ne sono occupato io.
-capito.
-Chiara, vorrei parlarti di una cosa, ma non qui. Ti va di fare due  passi??
-no non preoccuparti,  Fanny ha il sonno pesante come me e suo padre, neanche le cannonate la  svegliano.

Sul suo volto spuntò un sorriso a trentadue denti magnifico.
-perché ridi??
-niente. Mi fa pensare a quando siamo andati insieme a Miami.
-capito . Di cosa mi vuoi parlare?
-di Fanny, Liv mi ha detto la verità su suo padre.
-che stronza! !! Giuro che la uccido con le mie stesse mani!!!!!
-calmati , calmati. Glielo ho chiesto io di dirmi la verità.
-perché! !?
– perché la notte che sono rimasto con te in ospedale, tu hai avuto un incubo, ed hai citato  dei nomi, e l indomani mattina,  ho chiesto spiegazioni a Liv, e lei mi ha detto tutto. Ed è lì che poi ho collegato tutto alla  frase che mi hai detto prima dell attacco cardiaco.

Mi gettai nel a peso morto nel letto e iniziai a piangere e trai i singhiozzi gli dissi:
mi dispiace!, te lo dovevo dire io il giorno in cui mi hai sentito qui in camera
-ok, calmati,adesso io e tu ci sediamo qui e mi racconterai tutto dalla inizio. Tanto se dici che nostra figlia non si sveglia neanche con le cannonate, allora abbiamo tutto il tempo per parlare.

-ok, ma non so da dove incominciare.
-magari dall inizio??
-ok. Praticamente tutto è successo la sera, che io e te siamo finiti assieme a letto.
-si, questo lo so, sul fatto che l indomani poi sei sparita ecc…
-io ti sto dicendo che quella notte abbiamo concepito Fanny!!.
-ecco ora si spiega il motivo per cui Livia sgrana gli occhi ogni volta che nomino i complessi Bruno.  
-ah ah ah tu non puoi capire, lei pensava che Fanny fosse stata concepita nella tua auto.
-beh ora si spiega tutto. Ma ciò che non me ne capacito è il perché tu non mi abbia detto nulla!!!
-lo sai, tu mi consideri solo un amica, se ti avessi detto di Fanny, mi avresti odiato.
-odiato?? Ma che cosa ti passa per l anticamera del cervello?? Tu pensi che io ti avrei abbandonato ? No, ti sbagli , mi sarei preso le mie responsabilità,  e avrei amato  sia te che lui sin dall’inizio. Pur sapendo che mia sorella ti odiava.
-davvero?
-Sì!! Io da quella fottuta notte, non faccio altro che pensare a te.  E quando sono venuto ad abitare qui , e ti ho rivisto , mi sono sentito una merda,  perché non capivo il perché tu te ne fossi andata quella sera, ma ora che so la verità.  posso tornare ad stare di nuovo tranquillo.
– senti, so che non ne abbiamo parlato, ma Fanny porta il doppio cognome, quindi non c’è bisogno che tu vada alla anagrafe.
-capito. E comunque tornando al discorso che abbiamo avuto in ospedale,  è Sì,  ti. Amo e per voi due farei qualsiasi cosa.
-non mi sembra il momento adatto per discuter…

Non ebbi manco il tempo di finire di parlare, che le labbra di Vito Gomez furono sulle mie.
Era un bacio irruenza,  bellissimo, ma allo stesso tempo dolce e salato.
Finalmente dopo mesi riuscì a fare ciò che facevo ogni volta che io e lui scherzavamo.
Presi la mia mano e gli scombinai quel maledetto e bellissimo ciuffo biondo  che aveva.
-vedo che non te lo sei tolta il vizio di scombinarmi i capelli
-no! Perché è troppo puccioso questo ciuffo
lui continuò a baciarmi. Alla fine lui mi prese e mi fece distendere nel letto, e in balia dei pensieri ci addormentammo insieme a nostra figlia.

   
 
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