Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    01/12/2021    0 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Let it be a First Date Titolo: Let it be a First Date
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1970 parole
[info]fiumidiparole ]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Damian Bruce Wayne, Richard John Grayson, Timothy Jackson Drake, Jason Peter Todd
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash



BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Non so che cazzo c'era in quella sigaretta che mi ha rollato Roy, ma vi assicuro che non me lo sono sognato. La progenie di Satana si stava truccando», esordì Jason nell'entrare in soggiorno con la stessa grazia di un elefante in un negozio di porcellane, richiamando l'attenzione degli altri fratelli.
    Era teoricamente la loro serata cinema e, per quanto le ragazze avessero dato forfait, c'erano proprio tutti i Robin, nessuno escluso. Beh, a parte il minore di loro che, a detta di Jason, si stava truccando in camera sua. Dick, che se ne stava bellamente disteso sulla propria poltrona con una ciotola di pop corn abbandonata in grembo, fu il primo a sollevare lo sguardo, allungando pigramente una mano verso il proprio frullato alla fragola.
    «Avevi modi migliori per attirare l'attenzione, Little Wing», gli rese noto tra uno sbadiglio e l'altro, facendo ridacchiare Tim.
    «Anche perché, se fosse stato vero, credo che non saresti sopravvissuto abbastanza per raccontarcelo», ironizzò, ma Jason assottigliò le palpebre.
    «Voi ridete, ma quel demonio si stava mettendo del fottuto eyeliner».
    «Prima di tutto si chiama kajal, Todd». La voce fredda e distaccata di Damian rimbombò nella grande sala, quasi si fossero trovati nella caverna. Quando diavolo era arrivato? «In secondo luogo, non vedo come la cosa debba essere di tuo interesse».
    Cercarono di non farlo, ma tutti loro si voltarono nello stesso momento verso la soglia per trovarci la figura dritta e composta di Damian, con indosso una camicia nera che aderiva alla sua muscolatura asciutta e longilinea allo stesso modo in cui i pantaloni eleganti gli fasciavano perfettamente i fianchi. Che stesse bene con qualunque cosa indossasse lo sapevano e non era nulla di nuovo, se non fosse stato per i suoi occhi. La linea scura che li contornava li metteva in risalto in un modo che nessuno di loro nel corso degli anni aveva mai visto e, se avessero potuto, probabilmente le loro mascelle sarebbero cadute a terra mentre fissavano quegli occhi smeraldini che scrutavano tutti loro con cipiglio saccente. Un angolo della bocca era leggermente sollevato e gli faceva arricciare il naso, dando vita ad un'espressione mista a disprezzo e profonda noncuranza. Dick non voleva ammetterlo, ma in quel momento vide in Damian la bellezza esotica che solo Talia sapeva mostrare quando assumeva posture del genere... e il trucco dei suoi occhi rendeva molto più profonda tale sensazione.
    Fu proprio Dick il primo a riscuotersi, soprattutto perché nessuno dei suoi fratelli sembrava pronto ad aprire bocca e dire qualcosa. Difficile dire se il motivo fosse lo sguardo di Damian o la situazione in sé. «Posso chiederti perché ti sei... mhn... tirato a lucido?» ebbe il coraggio di domandare, sentendo l'atmosfera freddarsi seduta stante intorno a lui da parte di Tim e Jason. Però, contro ogni aspettativa, sulle labbra di Damian si dipinse un sorrisetto sarcastico.
    «Non è quello che si fa quando si ha un appuntamento?»
    Se prima erano rimasti sconcertati, adesso gli altri tre Robin avevano come la netta sensazione che nella stanza fosse entrato Mr Freeze. Damian aveva appena detto di avere un appuntamento?
    «Hai un appuntamento?» fu Tim a chiederlo con una nota isterica nella voce, quasi avesse faticato non poco a dar voce a quelle parole che si erano formate nella sua testa. Damian era ancora un ragazzino, per l'amor del cielo!
    «Sei un marmocchio, a quale appuntamento credi di andare?» rincarò la dose Jason, e a quel punto Damian lo guardò indignato, arricciando le labbra.
    «...ho diciassette anni, brutto idiota».
    «E chi ti ha dato il permesso di averli?»
    Damian strabuzzò gli occhi. «Fai sul serio?» replicò, borbottando qualcosa in arabo prima di dar loro le spalle. «Non ho tempo da perdere con le vostre stronzate, il mio accompagnatore sarà qui a momenti».
    «Frena un attimo, Little D, frena». La voce di Dick sovrastò qualunque domanda avrebbero potuto fare sul momento Jason e Tim, poiché il suo sguardo stralunato  sembrava rendere i suoi occhi sinistramente luminosi alla luce dello schermo della televisione. «Da quando esci con qualcuno?»
    A quel punto Damian si voltò, una mano poggiata sullo stipite della porta e un'espressione a dir poco infastidita dipinta in viso. Persino quelle linee scure sulle sue palpebre sembravano essere più sottili. «Da come l'avete presa, sembra quasi che io non possa farlo».
    «Infatti non puoi».
    «Sei un bambino».
    «Chi è questo tizio?»
    Col senno di poi, nel sentirli parlare in quel modo, Damian si pentiva di aver fatto coming out con loro. Aveva riflettuto parecchio se fosse il caso di parlarne in famiglia oppure no e, per quanto avesse faticato non poco a scendere a patti con la cosa, alla fine aveva richiesto una riunione di famiglia per parlare chiaro e conciso con tutti loro, guardando il padre dritto negli occhi quando aveva pronunciato il fatidico “Sono gay”. In un primo momento, al silenzio del genitore, aveva sentito un peso affondare nel suo stomaco e aveva creduto di vederlo reagire male; contro ogni sua aspettativa, però, il padre gli aveva poggiato una mano sulla spalla e gli aveva sorriso, ringraziandolo per essersi fidato al punto di aprirsi con lui prima di essere letteralmente stritolato dagli abbracci dei fratelli. Peccato che adesso non sembrassero così comprensivi come lo erano stati sei mesi prima.
    Damian trasse un lungo sospiro per calmarsi. Erano i suoi fratelli. Non poteva pensare (di nuovo) di ucciderli. «State esagerando», disse con la voce più tranquilla a cui riuscì ad attingere, ma le occhiate che gli vennero rivolte non parvero fargli presagire nulla di buono.
    «Per niente», fu difatti la pronta replica dei tre, come se tutto fosse assolutamente normale. Stavano scherzando, vero?
    Resistendo all'impulso di tornare di sopra, prendere una delle sue katane puntarle loro alla gola, Damian chiuse e riaprì gli occhi prima di fissarli di nuovo. «Non mi sembra che io metta bocca sulle vostre storielle o vi dica con chi uscire e con chi no».
    «Noi siamo adulti». La sentenza di Grayson gli fece storcere maggiormente il naso, come se fosse la verità assoluta; ma, prima che Damian potesse ribattere, lui continuò immediatamente. «Inoltre esci improvvisamente con qualcuno da un giorno all'altro, non sappiamo nemmeno chi sia questo tizio».
    «E soprattutto se è losco».
    «Potrebbe esserlo, hai controllato la sua fedina penale?»
    «...con chi credi che me la faccia, Drake?» domandò Damian a quel punto, ancora più indignato. «Non so se apprezzare questa vostra apprensione o mandarvi a fanculo per questo, ma non ho la minima intenzione di--»
    Damian avrebbe anche continuato ma, al suono del campanello, si fermarono tutti. Si guardarono per attimi che parvero letteralmente interminabili, non si sentiva nemmeno volare una mosca ed era solo il pendolo a scandire il ritmo dei secondi che passavano, almeno finché non fu proprio Jason a prendere in mano la situazione e a scansare Damian, superandolo talmente in fretta che Damian stesso ci mise un momento di troppo per rendersi conto di cosa fosse successo.
    «Todd, non osare!» gli urlò dietro nel rincorrerlo, venendo però scostato anche dagli altri due fratelli che arrivarono all'ingresso prima di lui. Maledetto vestito che gli impediva di muoversi con l'agilità che avrebbe voluto avere in quel momento. Li avrebbe fatti tutti a fettine se solo avessero provato a...
    Non fece in tempo a terminare quel suo pensiero, che fu proprio Dick a spalancare letteralmente la porta senza nemmeno chiedere chi fosse mentre Jason e Tim si accavallavano dietro di lui, restando tutti e tre interdetti alla vista della persona sul portico.
Con i capelli ravvivati all'indietro e un grosso sorriso stampato in faccia, Jon li osservava attraverso i grossi occhiali che indossava e che, esattamente come per suo padre, avrebbero dovuto mantenere la sua identità segreta. «Ehi, ragazzi», li salutò con quel cipiglio solare che lo caratterizzava. «Damian è pronto? Sono venuto a prenderlo».
    Cosa? Dick, Jason e Tim continuarono a fissarlo senza parole, boccheggiando. Fissandoli dal suo metro e ottanta, Jon appariva lucente in tutta la sua figura. Al di sopra di un pantalone dal taglio classico a gamba rigida, indossava una camicia blu che si intravedeva al di sopra della giacca e che metteva in risalto i suoi occhi; per quanto sembrasse un po' imbarazzato, sembrava così felice che niente al mondo sarebbe stato capace di smorzare il suo entusiasmo, nemmeno l'espressione stralunata di tre fratelli maggiori. Era... era lui l'appuntamento di Damian? Sul serio? Jonathan Samuel Raggio di Sole Kent?
    «Sei venuto a fare cosa?» rimbeccò Jason con sguardo stralunato, come se le parole di Jon non gli fossero ben entrate nella testa. Oh, eppure lo aveva sentito eccome. Solo che si rifiutava di crederci.
    Massaggiandosi dietro al collo, Jon si sistemò gli occhiali subito dopo. «A prendere Damian», ripeté, sollevando maggiormente un angolo della bocca mentre faceva scorrere lo sguardo su tutti e tre. «Noi... ecco... usciamo insieme?»
    «Quando sarebbe successo?»
    «Ci stai prendendo in giro?»
    «Perché proprio tu?»
    Jon li guardò stranito, facendo scorrere lo sguardo su tutti e tre come se non fosse certo di ciò che stessero dicendo o del loro modo di comportarsi; vide ben presto Damian farsi spazio fra Tim e Jason e scostarli di lato con un'imprecazione, gettando un'occhiata nella sua direzione prima di assumere un cipiglio scocciato che sembrava voler dire “Lasciali perdere, sono idioti”.
    «Siete soddisfatti?» esordì Damian nell'accostarsi a Jon, prendendolo sottobraccio sotto lo sguardo esterrefatto dei fratelli mentre Jon, imbarazzato, si massaggiava un po' il collo senza nascondere il sorriso. «Ora vi spiacerebbe chiudere la bocca e smetterla di rovinare il nostro primo appuntamento prima ancora che cominci?» sputò quelle parole con quanta più aria saccente riuscì a trovare, ma a nessuno dei suoi fratelli sfuggì la nota imbarazzata che parve trasparire dalla sua voce.
    «Torneremo prima di mezzanotte, promesso», disse loro Jon nel portarsi una mano al petto per fare una croce sul cuore, ridacchiando quando Damian gli diede un pugno sul braccio e sussurrò parole che solo un kryptoniano avrebbe potuto sentire, dato il tono basso con cui le pronunciò; lui stesso gli sussurrò di rimando quanto stesse bene vestito in quel modo e quanto amasse il contorno dei suoi occhi, venendo colpito nuovamente al braccio da Damian che, borbottando, guardò altrove per nascondere l'imbarazzo. Ma Jon non si scoraggiò e salutò i fratelli di Damian, agitando una mano e allontanandosi insieme in direzione dell'enorme cancello, mentre Jason, Dick e Tim li osservarono librarsi tranquillamente in volo verso il cielo che volgeva al tramonto.
    Boccheggiarono tutti e tre come dei pesci fuor d'acqua, immobili come se non credessero a ciò che era appena successo. Da quando Jon e Damian... uscivano insieme? D'accordo, erano amici di vecchia data e Jon era praticamente un santo a sopportarlo, ma addirittura uscire come coppia? Il mondo stava cadendo a pezzi.
    «Quello stronzo di Conner non mi ha detto niente».
    Tim fu il primo a rompere il silenzio, richiamando ben presto l'attenzione degli altri due su di sé.
    «Cosa ti fa credere che lo sapesse?»
    «...la settimana scorsa mi ha chiesto di salutare Damian da parte di Jon».
    Dick e Jason si guardarono per un lungo istante non appena sentirono quelle parole, abbassando lo sguardo sul fratello minore che, in un certo senso, aveva trovato piuttosto interessante guardare il simbolo di Robin disegnato sulle sue pantofole.
    «Miglior secondo detective del mondo. Eh, Timbo?» replicarono all'unisono, e Tim, roteando gli occhi, alzò il dito medio nella loro direzione mentre dava loro le spalle e rientrava in casa per primo.
    «Fanculo a tutti e due».
    Ore dopo, quando Damian rientrò in casa con l'aria sfatta ma con un sorriso dipinto in viso, non si meravigliò di trovare i fratelli ad aspettarlo alzati per punzecchiarlo e chiedergli come fosse andata.
 





_Note inconcludenti dell'autrice
Che dire. Cominciamo il mese con una storia un po' stupida in cui i fratelli cercano in tutti i modi di proteggere il loro fratellino... anche se il loro fratellino non ha affatto bisogno di essere protetto, lol (soprattutto non dal povero Jon, che lo conosce da anni e che è stat suo amico praticamente per una vita)
Volevo mantenere i toni divertenti senza andare troppo oltre (come infatti si può notare verso la fine della storia) e mettere un po' in imbarazzo Jon e Damian nonostante alla fine quelli rimasti perplessi e straniti siano proprio i suoi fratelli. Oh, la nota finale TimKon non poteva di certo mancare, a tal proposito
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: My Pride