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Autore: heliodor    11/01/2022    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La strada da seguire

 
“Non uscirete di qui” stava dicendo Yuldra. “Finché il comandante e gli altri non saranno tornati.”
Valya restò in piedi davanti all’ingresso fronteggiando la strega a viso duro. “È importante, dannazione. Zane deve essere avvertito.”
“Ho mandato un messaggero” rispose la strega.
“Almeno hai ascoltato Nykka e Ros? E dove sono loro?”
“Altrove” rispose Yuldra. “E faresti meglio a preoccuparti per te invece di pensare ai tuoi compagni di fuga.”
Valya sbuffò. “Non siamo scappati.”
“Lo spiegherete a Zane quando tornerà.”
“Abbiamo trovato un’uscita” protestò. “Dovremmo prepararci ad andare via.”
“Sarà Zane a deciderlo.”
“Ma…”
“Ora basta” disse Yuldra alzando il tono. “Smettila o ti farò legare e imbavagliare.”
Valya fu tentata di estrarre la spada e sfidarla, ma non voleva attaccare Yuldra. Non voleva attaccare nessuno di loro. Non dopo aver rischiato di ferire Ros, lì nelle grotte.
Quel pensiero ancora la tormentava e cercava di evitarlo.
L’ho davvero minacciato? Si era chiesta mentre tornavano in superficie.
Dopo aver recuperato i poteri della spada aveva capito che non era sua la responsabilità.
Non mi ha costretta a guardare nel pozzo, aveva pensato. È ingiusto incolparlo per una cosa che ho scelto io di fare. Ma cos’è accaduto quando ho guardato nel pozzo?
L’aveva chiesto a Ros.
“Sei svenuta” le aveva risposto. “E hai iniziato a comportarti in modo strano.”
“Ero confusa” aveva risposto.
“Valya” aveva fatto lui con tono serio. “Quella spada ti sta cambiando.”
“Non è vero.”
“Io non conosco la Valya che eri prima di trovare la spada” aveva detto Nykka. “Ma Ros ha ragione. Sembravi un’altra persona rispetto a quella che io ho conosciuto.”
Valya non aveva risposto perché non aveva una risposta a quella domanda. Per lei era cambiato tutto dopo aver trovato la spada, ma sentiva di essere sempre la stessa e di aver voluto sempre quello.
Essere abbastanza forte da sapersi difendere e fare la sua parte, qualunque essa fosse.
“Io vi chiedo scusa” aveva detto. “Non succederà più. Lo giuro.”
Ros aveva sospirato.
“Metti in dubbio la mia parola?” gli aveva chiesto stizzita.
“Chiedilo a Fil. Sta ancora aspettando una cassa di vino.”
“Vino?” aveva detto Nykka. “Che storia è questa?”
“Valya ha promesso una cassa di vino a una guardia cittadina” aveva risposto Ros.
“Taci” gli aveva intimato Valya.
Nykka aveva scosso la testa e aveva ridacchiato. “Me la racconterete un’altra volta. Ora pensiamo a come convincere Zane e gli altri.”
“Gli diremo che abbiamo trovato un’uscita” aveva detto Valya sicura.
Ros si era schiarito la gola. “Io suggerisco di far parlare solo te, Nykka. Sei una strega rispettata e facevi parte del gruppo di esploratori del comandante Stanner. Di Aramil, intendo. Dovrebbero almeno ascoltarti.”
“Perché non dovrebbero credere a noi due invece?” aveva chiesto Valya indispettita. “Non siamo bugiardi.”
Ros le aveva rivolto un’occhiata fugace e lei era arrossita distogliendo subito lo sguardo da lui.
“Ros ha ragione” aveva detto Nykka. “Voi due siete dei Talmist. Il guaritore addirittura faceva parte dell’armata di Hylana la traditrice, prima di unirsi a noi.”
“Mi ero solo unito a un loro gruppo di esploratori” aveva risposto Ros. “Nemmeno sapevo quello che era successo.”
Nykka aveva annuito grave. “Conosco i miei compagni. Non si fidano di voi e non lo faranno mai.”
“Abbiamo combattuto insieme” aveva detto Valya. “E Ros ha curato centinaia di feriti.”
“Non importa quello che avete fatto, ma ciò che siete. È così che ragionano.”
“Tu però ti fidi di noi” aveva obiettato Ros.
“Io sono una strega di basso rango” aveva ammesso Nykka. “Non posso permettermi di non fidarmi degli altri.”
Quando erano arrivati a uno dei livelli occupati dalle forze di Lormist, Nykka era andata avanti per farsi riconoscere dai soldati di guardia.
Non c’era voluto molto perché ne trovasse un paio davanti all’ingresso di uno dei condotti.
“Sono io” aveva detto. “Siamo tornati.”
“Yuldra ci ha avvertiti che sareste potuti risalire” aveva detto uno dei soldati.
Nykka aveva sorriso. “Yuldra è molto cara.”
“Ci anche raccomandato di uccidervi se aveste tentato di scappare. Ora venite con noi.”
Poco dopo era stata separata da Ros e Nykka e Yuldra era venuta a trovarla per dirle qualcosa.
“Ci sarà un processo” disse la strega.
“Non abbiamo fatto niente di male” protestò.
“Avete disertato.”
“Siamo tornati.”
“Solo perché non avevate altro posto dove andare.”
Valya fu tentata di darle un pugno, ma rinunciò perché era sicura che non l’avrebbe aiutata affatto a convincerla. “Hai parlato con Nykka?”
Yuldra annuì grave.
“E le credi?”
“Non importa quello che credo io, ma quello che crederanno gli altri comandanti.”
“Ma tu e Nykka siete amiche, no?”
Yuldra sbuffò. “Ci conosciamo, è vero, ma amiche è una questione diversa. Il comandante Stanner, intendo dire Aramil, la scelse all’ultimo istante per fare parte del nostro gruppo di esplorazione. Non ho mai capito perché l’abbia fatto.”
“Abbiamo trovato l’uscita.”
“Lo racconterai al processo. Non ci vorrà molto.”
“Non aspetterete il ritorno di Zane?”
L’espressione di Yuldra mutò diventando cupa.
“Che sta succedendo?” chiese Valya preoccupata.
“Niente che tu debba sapere. Zane ha lasciato Kumal e me al comando e noi risolveremo la questione. Ti manderò a prendere quando saremo pronti per il processo.”
Valya sospirò e andò a sedere su una delle sedie intagliate nella roccia. Erano dure e scomode. Ros pensava che una volta dovessero essere coperte con sedili di legno e cuscini imbottiti, ma il tempo aveva distrutto ogni traccia degli arredi.
Restò seduta per un tempo che le sembrò lunghissimo cercando di non pensare a cosa sarebbe accaduto al processo. Cambiò posizione una dozzina di volte prima che una coppia di soldati venisse a prelevarla.
“Vieni con noi” le dissero.
Valya li seguì senza protestare fino alla sala che aveva ospitato lo studio di Zane. Conosceva bene quel posto e ricordava persino la strada per arrivarci, ma quando vi entrò si rese conto di quanto fosse stretto con tutte le persone che vi si erano radunate.
Conosceva bene solo Yuldra e Kumal. Anche Konnor era una faccia che aveva già visto, mentre gli altri due, un guerriero e una ragazza che indossava il mantello, le erano quasi sconosciuti.
Nykka e Ros arrivarono poco dopo anche loro scortati dai soldati e quando rimasero da soli Yuldra si schiarì la gola e disse: “Credo che possiamo iniziare.”
Kumal annuì grave. “Come comandante in sostituzione di Zane toccherà a me portare avanti il processo. Non abbiamo il tempo di organizzare una seduta seguendo tutte le regole, quindi applicheremo la legge che si usa durante i momenti di emergenza. Yuldra, vuoi continuare tu?”
La strega annuì. “L’accusa è di diserzione. Gli accusati sono tutti presenti. La strega Nykoladon, Ros Chernin il guaritore e Valya Keltel la guerriera.”
Sentirsi definire guerriera la fece trasalire e al tempo stesso le provocò un brivido piacevole lungo la schiena.
“Nykka” disse la strega. “Preferirei essere chiamata in quel modo. Nykoladon è un nome da maschio.” Ridacchiò. “I miei genitori non pensavano che un giorno avrebbe contato qualcosa.”
Kumal annuì seccato. “Nykka, d’accordo. Vuoi iniziare tu? Perché siete andati via?”
“Cercavamo una strada per uscire dalla fortezza” rispose Nykka.
“L’avete trovata?”
“Sì. A mezza giornata di cammino nei sotterranei, dieci livelli più in basso rispetto a questo.”
Kumal annuì grave. “Descrivimi questa uscita. È una grotta che da sull’esterno? Un condotto?”
Nykka guardò Ros e lui ebbe un sussulto.
Valya distolse lo sguardo sentendosi in imbarazzo per lui.
Ros si schiarì la voce. “Ho trovato io la porta.”
“Una porta?”
“Sì” rispose. “Una porta. Alla fine di una sala che sembrava l’ingresso alla fortezza.”
Kumal si accigliò. “L’ingresso si trova su questo livello.”
“Io penso che sia quello il vero ingresso” ribatté Ros.
“Che cosa te lo fa credere?”
Lui si strinse nelle spalle. “Ha l’aspetto di un ingresso. Non saprei spiegarlo in un altro modo.”
“Dovresti sforzarti di più, visto che dalle tue parole potrebbero dipendere le vostre vite.”
Ros deglutì a vuoto. “Io credo che la fortezza fosse il santuario di un antico mago.”
Kumal ridacchiò mentre Yuldra scosse la testa. Gli altri che erano presenti nella sala mormorarono qualcosa a bassa voce.
“I santuari sono famosi per avere parecchie uscite secondarie” proseguì Ros. “E una principale. Termin Leomaner ha scritto un saggio in cui…”
Kumal alzò una mano. “Basta così, guaritore. Hai detto già abbastanza.”
“Non peggiorare la tua situazione” disse Yuldra. Guardò Valya. “Tu hai qualcosa da dire, Keltel?”
Valya scosse la testa. “Nykka e Ros hanno già detto tutto. L’uscita esiste.”
“Tu l’hai vista?” le chiese la strega.
“No, ma Ros dice di averla trovata.”
“Chernin una volta combatteva con i Talmist” disse Konnor. “Come possiamo fidarci di un nemico?”
Ros fece per dire qualcosa ma Nykka gli posò una mano sul braccio. “Lasciate perdere Chernin. Ero io al comando del gruppo di esplorazione. La porta esiste e possiamo andare via da questa fortezza. Possiamo salvare tutti.”
“O cadere in una trappola mortale” disse Kumal. “Se quella uscita non esistesse, lasceremmo indifesa questa parte della fortezza. I rinnegati riuscirebbero a entrare intrappolandoci nei sotterranei. A quel punto potremmo solo scegliere di morire combattendo o di stenti.”
“Io non voglio fuggire o nascondermi” dichiarò Konnor. “Voglio combattere.”
Yuldra gli rivolse un’occhiata ostile. “Quello che vuoi tu non è quello di cui stiamo discutendo.”
Lo stregone la fissò senza parlare.
“Ubbidirai agli ordini” proseguì la strega. “O subirai anche tu un processo.”
“Ho solo detto che voglio combattere e fare la mia parte” ribatté Konnor. “Voi piuttosto seguite gli ordini di una ciarlatana.”
Yuldra lo fronteggiò. “Non osare parlarci così.”
“È la verità” disse lo stregone. “Anche adesso Zane si sta fidando di quella donna invece di chiedere il nostro consiglio.”
“Basta.”
“Persino io sarei un comandante migliore di lui.”
“Esci da questa sala” ordinò Yuldra.
Konnor non si mosse.
“Esci” disse Kumal.
Il giovane stregone sospirò e marciò fuori senza voltarsi.
Yuldra scosse la testa. “C’è altro che volete aggiungere?”
Nykka scosse la testa.
“Io” disse Ros. “Voglio aggiungere qualcosa.”
Kumal lo fissò scuotendo la testa. “Non ti pare di aver già detto abbastanza?”
“No” rispose Ros. “Anche perché non vi ho detto come abbiamo fatto a trovare l’uscita dalla fortezza.” Fece una pausa come se volesse che la frase successiva risaltasse di più. “È stata l’indovina, Shi’Larra, a indicarci la strada da seguire.”

 
  
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