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Autore: mortifero    08/02/2022    1 recensioni
Jerry vuole portare la famiglia in giro con il suo camper nuovo di zecca. Summer nota che fra Rick e Morty qualcosa non va. [Aged up!characters]
«C’era stata una domanda, a cui Morty aveva risposto “no”. Una scelta forse univoca, o magari per entrambi. Rick si era lamentato della facile mutabilità delle decisioni del moro, di quanto nelle mani di Morty avessero vita precaria. Il “no" del giovane adulto probabilmente era stato anche dato all’ultimo minuto, quando tutto ormai era alla fine, il termine di una cerimonia pratica, cogliendo impreparato perfino Rick. La questione deve essere stata difficile da masticare, soprattutto per lo scienziato, e rimasta indigesta per entrambi. Bloccata sullo stomaco come il tacchino crudo di Jerry a Ringraziamento, era un rimasuglio fastidioso nella loro relazione.»
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Beth Sanchez, Jerry Smith, Morty Smith, Rick Sanchez, Summer Smith
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Healthy and Romantic Relationship'
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Let The Sunshine In



Capitolo Uno: Brividi

«E pagherei per andar via

Accetterei anche una bugia

E ti vorrei amare ma sbaglio sempre

E mi vengono i brividi, brividi, brividi»


Jerry aveva avuto l’inusuale idea di voler partire con l’intera famiglia e visitare tutti gli Stati Uniti d’America in camper. Ancora più insolito fu che tutti accettarono. Forse era perché ormai sia Summer che Morty erano cresciuti e avevano iniziato a staccarsi dai loro genitori, vivendo vite differenti. L’unica cosa che ormai accomunava l’aspirante avvocato di successo dai capelli rossi e l’appena ventunenne fratello minore era la voglia di rivedersi. Lo studio aveva sommerso Summer, che aveva poco tempo per andare a visitare Rick e Morty nella casa in cui erano andati a convivere. Come i loro genitori non avessero capito che il moro e lo scienziato facessero coppia fissa da anni, per la rossa rimaneva ancora un bel mistero.

L’idea di Jerry, seppur generalmente approvata, non era vista in egual modo da tutti i membri della famiglia. Rick fin da subito non si era fatto problemi a ribadire quanto trovasse ridicola l’iniziativa del suo genero, e Beth gli aveva sempre dato corda. La maggioranza però era propositiva alla proposta di un viaggio, così entrambi furono costretti ad annuire alzando gli occhi al cielo. Animati da spiriti differenti, tutti insieme partirono dalla periferia di Detroit, fino ad arrivare alla prima fermata: vicino alle sponde del lago Erie, al confine tra il Michigan e l’Ohio.

Per la notte, Jerry aveva lasciato un letto singolo a Summer, ma non a Rick e Morty, perché, ipse dixit: “passano tanto tempo insieme, per loro non sarà difficile condividere anche dove dormire". Povero ignaro. Perché se per loro due non doveva essere un problema, allora i pronostici erano in errore. La condivisione degli spazi non sembrava così complicata, eppure loro due erano Rick e Morty, avrebbero avuto un livello di difficoltà fatto apposta per la loro indole fastidiosamente litigiosa. Summer ne fu testimone.

“Dammi la coperta, tu già occupi metà…”, aveva sussurrato Morty. Alcune parole si persero nell’aria, però fu udibile il: “Ahi, Rick!”.

“Ops", Rick non sembrava dispiaciuto dal tono, “crampo alla gamba".

“Che — che diamine!”, il sommesso rumore di un lamento e di lenzuola che venivano tirate, “S-sei metà robot, tu non hai crampi!”. Probabilmente Morty si era tirato la coperta su fino al busto, lasciando scoperte le braccia. Forse anche una gamba, considerando il modo caotico con cui tendesse ad addormentarsi; non importava quanto il tempo passasse, lui maturasse sia nel corpo che nella mente, certi vizi non se ne sarebbero mai andati.

Rick stava ancora guardando Morty, un sorriso che esaltava il volto rugoso, raggrinzito, di un uomo che con la scienza era riuscito a non invecchiare mai dopo i settantacinque anni di età. Una subdola soddisfazione sullo sguardo, perché l’aria aveva il sapore di una battaglia vinta.

Summer non poté fare a meno di ascoltarli, immaginarli, nel buio della notte e con un sonno che faceva il prezioso e decideva di far tardi.

“Sarà”. Rick non negò. Non si trattenne nemmeno dal sogghignare.

“No, fa caldo", si lamentò dopo un po’ Morty, “non voglio più la coperta". Un fruscio indicò che se l’era tolta da dosso.

“Oh, tu che cambi idea all’ultimo minuto. Che novità. Emozionante”, Rick aveva commentato stizzito, la lingua avvelenata di sarcasmo.

Come in una canzone, ci fu un crescendo di frasi a metà, verità nascoste a largo pubblico, una disperata ma violenta ricerca di intimità e pace.

“Ancora con quella storia? Non sarebbe mai successo se tu…”. Le parole morirono a metà, sussurrate per non far sentire ogni loro subdolo segreto agli ignoti ascoltatori della notte.

“Adesso è solo colpa mia se…".

“Beh, io non ti ho chiesto un pugno in faccia!”.

“Hai fatto una cazzata, equivale a chiedermelo.”

“No, sai che non è così". Un sospiro strozzato uscì dalla bocca del moro. Rick gli rispose, ma Summer non capì nulla di quello che disse. Sentì in modo chiaro però suo fratello dire: “Ancora, Rick? Sul serio? E poi non è l’ultima cosa nella lista".

“Quindi hai deciso di legartele al dito, ora? Buon per te", il vecchio grugnì. “Come se tu non mi avessi trattato come quella coperta del cazzo!”.

“Lo sai, che se solo ti fossi pentito una volta, una cazzo di volta, per ciò che mi hai fatto, io…".

“Una festa enorme solo per te, dici? Sì, davvero terribile, Morty. Solo il nonno peggiore del mondo penserebbe ad assecondare ogni tua idea del cazzo".

“Non parlavo di quello, e lo sai. Non sei sempre tu la vittima", Morty sibilò e Summer a volte non capiva se fosse stato più il coraggio o l’incoscienza a spingerlo a dire certe cose direttamente in faccia a Rick. “Merda, se adesso ti aspetti che adesso io mi butti piangendo tra le tue braccia a chiederti di perdonarmi, io-"

“L’unico luogo in ti voglio ora è lontano da me, ma no, Jerry doveva avere quest’idea del cazzo di andare tutti in camper!". Summer si immaginò Rick incrociare le braccia, mentre imbronciato guardava tutto fuorché Morty.

“Eh, ecco, vedi perché non ti ho detto di sì?”, aveva sospirato Morty, lento, come se farlo velocemente gli avesse potuto perforare i polmoni, o si sarebbe spostato qualcosa ostruito nel cuore. Forse aveva anche rivolto lo sguardo dall’altra parte rispetto a Rick. Sulla parete del camper beige chiaro, giù nel pavimento.

Summer iniziò a registrare informazioni nel suo cervello, cercando di ricostruire la vicenda di cui suo fratello e suo nonno parlavano.

Ci hai perso solo tu, stronzetto”.

C’era stata una domanda, a cui Morty aveva risposto “no”. Una scelta forse univoca, o magari per entrambi. Rick si era lamentato della facile mutabilità delle decisioni del moro, di quanto nelle mani di Morty avessero vita precaria. Il “no" del giovane adulto probabilmente era stato anche dato all’ultimo minuto, quando tutto ormai era alla fine, il termine di una cerimonia pratica, cogliendo impreparato perfino Rick. La questione deve essere stata difficile da masticare, soprattutto per lo scienziato, e rimasta indigesta per entrambi. Bloccata sullo stomaco come il tacchino crudo di Jerry a Ringraziamento, era un rimasuglio fastidioso nella loro relazione. Una valigia pesante di scelte sofferte che si scaricavano a vicenda, perché nessuno dei due voleva avere quel peso sulla coscienza.

Summer sapeva che non doveva rimuginarci troppo, che aveva anche lei le sue gatte da pelare, ma vuoi la noia, vuoi che dopotutto di quei due cretini innamorati se ne preoccupava, iniziava a chiedersi una cosa sola: che cazzo era successo?

“Oh, accidenti, Rick”, aveva ricominciato a parlare Morty, “Non mi piace stare sul bordo del letto in alto,” una pausa, forse stava guardando suo nonno facendo gli occhi dolci, “mi — mi mette ansia".

Summer non lo vide, ma in qualche modo seppe che Rick stava alzando gli occhi a cielo. “Ora mi devi una settimana di aperitivi al bar, stronzetto. No, un mese, cazzo".

Summer sentì il letto sopra al suo cigolare, ma grazie al cielo non furono i suoni che tanto temeva di sentire quando le fu detto che sopra di lei avrebbero dormito Rick e Morty.

Rick borbottò “Q-questo fa un genocidio di glomdortiti, alcuni degli alieni più pericolosi del cazzo di universo, ma ehi, c’è un letto a castello, a-attenzione!”.

“H-hai finito?”. Probabilmente Morty aveva alzato gli occhi al cielo.

“No".

“Finiscila, allora, perché potresti svegliare gli altri".

Troppo tardi.

Summer cercò di rimanere in silenzio, non emise nemmeno l’accenno di un sussurro o di un sospiro. Non voleva farsi beccare mentre li origliava. Doveva e voleva capire che cosa diamine fosse successo tra quei due. Era quasi voyeur, ma invece di trovare interesse nel rapporto sessuale tra i due, l’attenzione di Summer si focalizzava spesso sui loro litigi: li osservava, scomponeva e rimetteva insieme i pezzi, analizzandoli da vicino, come una detective.

Rick e Morty però si erano appena fermati con i litigi. Si erano accorti di lei, forse, ma era poco probabile. Più veritiera sembrava la prospettiva che si fossero semplicemente arresi al fatto che non avrebbero mai smesso di combattere e farsi la guerra.

Si sentì il fruscio delle lenzuola, gambe e busti che si muovevano.

“Oh", fu quasi impercettibile. Morty parlava da sotto il suo respiro. Altri fruscii.

“Non farti strane idee. Non-non ci stiamo coccolando, è che questo letto è troppo piccolo per tutti e due.”

Summer poteva immaginare in che posizione erano, li aveva già beccati a dormire insieme. Il mento di Rick sopra la testa di Morty, a sua volta vicino al petto magro e villoso del più anziano. Le braccia di Rick che circondavano il corpo esile del moro, che nonostante l’età adulta, rimaneva sempre un po' più piccolo dello scienziato. L’ultimo silenzioso tentativo di imprigionarlo, tenerlo per sé, rivendicarlo come proprio. Proteggere Morty dal male di intere galassie, ma non riuscire a tenerlo al sicuro dal proprio.

“Mh-mh", concesse debolmente Morty.

Dopo ciò, non dissero più nulla. La pace apparente di Rick e Morty non lasciò altra scelta per Summer che di mettersi a dormire.

Il giorno dopo, la famiglia si fermò ad una stazione di servizio per fare colazione. Si accese subito una focosa lite, ma non tra Rick e Morty, non ancora. Questa colpiva Summer in prima persona, invece, perché era l’ennesima discussione sul fatto che lei volesse trasferirsi a New York, ma i suoi genitori non approvavano. Troppo lontano, la statua della libertà era in realtà un cavallo di Troia, all’Arconia Palace1 c’erano stati così tanti omicidi che era sconsigliatissimo come condominio in cui abitare. Tutte confutazioni che in apparenza non battevano la tesi di Summer: lei voleva trasferirsi, e tanto bastava per rendere indiscutibile la sua decisione.

“Secondo me New York è una bella idea”, disse Morty, provando a fare da braciere e addentando un pezzo di bacon. “Anche io vivrei all’Arconia".

“Grazie, Morty”. Summer rispose distrattamente. Era un po' — un po' tanto — sarcastica. Lo aveva capito pure Morty. L’opinione del moro non era quasi mai ascoltata in famiglia, anche se molto spesso si accostava a quella di Rick e lui sì, sì che veniva ascoltato.

“Attenta, Summer", un rutto a spezzare la frase di Rick, “cambierà idea e dirà che New York fa schifo tra un po’”.

“Rick!”.

Eccolo, aveva ripetuto di nuovo quel fatto. Doveva aver avuto decisamente un impatto negativo su di lui, così tanto da importargli. Non che Rick fosse il tipo che non amasse lanciare frecciatine a tavola, ma ritirare fuori lo stesso argomento? Per due volte? Doveva aver bruciato nelle viscere.

“Che è successo tra voi?”, Beth domandò. “È da ieri mattina che non fate altro che litigare".

Figurati la notte, avrebbe voluto aggiungere Summer, ma si trattenne e continuò a finire i suoi pancake.

“Tuo figlio è solo un indeciso del cazzo, tesoro. Chissà da chi avrà preso".

“Lo sai. Mi hai guardato per tutto il tempo in cui l’hai detto", Jerry replicò tra i denti.

“E chi ha fatto il tuo nome, Jerry?”, Rick fece spallucce.

“Papà!”, Beth bacchettò lo scienziato, che incurante di tutto e tutti continuava a mangiare la sua colazione con disinvoltura. “Che è successo?”, insistette la donna.

Morty ballettò qualcosa, come quando aveva quattordici anni, e tutti avevano capito che stava dicendo solo stronzate. Per questo lanciò uno sguardo di supplica a Rick, che riprese il suo discorso e con tono più eloquente disse: “All’ultimo minuto quel cretino di tuo figlio ha cambiato il filo da tagliare per disinnescare una bomba di particelle subatomiche, mandando a monte tutto. Ringraziatelo adesso per lo sterminio degli Xanozemechi, il popolo creatore del miglior vino di prugne aliene.”

Morty aveva alzato gli occhi al cielo, ma Summer sapeva che si sentiva sollevato dalla bugia di Rick.

Anche se in costante guerra, si aiutavano lo stesso a vicenda. Lavoravano in squadra ed era affascinante guardarli, perché entrambi davano la sensazione che insieme sarebbero riusciti a fare qualunque cosa, perfino l’impossibile. Non avevano nemmeno bisogno di dimostrazioni: bastava vederli insieme per crederlo.

Un duo solido e cooperativo, sempre pronto ad agire. Gli unici che si erano dimenticati di ciò, però, sembravano essere proprio loro.



NdA


1. mini cross over con la serie “Only murders in the building”, che potete trovare su Dsiney+. Ve la consiglio tantissimo. Selena Gomez merita sempre.

Salve! So che forse è strano (?) che pubblichi un’altra long quando ho ancora Mina Vagante da finire, ma onestamente avevo bisogno di una pausa, e cosa potrebbe essere migliore dal tirare fuori una vecchia ff che avevo in cantiere da un po’? Insomma, sicuramente è molto più leggera di MV, nonostante anche qui Rick e Morty litighino lol.

I dialoghi sono un po’ particolari, con le frasi incomplete, ma volevo dare l’idea di sussurri a volte percettibili, a volte no.

Il titolo… beh ma quanto è rickmorty approved la canzone di Mahmood e Blanco? Giuro che ascoltandola ho urlato!

Ngl, non penso che aggiornerò tanto frequentemente questa fanfic, e spero vi sia piaciuto questo capitolo. Voglio vedere se vale la pena continuarla hahaha.

   
 
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