Film > Operazione U.N.C.L.E.
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Autore: Fuuma    24/04/2022    3 recensioni
Una nuova missione per l’UNCLE. Volgograd, fantasmi e frammenti di un passato che si pensava fosse stato seppellito per sempre tra la neve e il sangue.
Napoleon è diviso tra la missione e quello che sta iniziando a provare per Illya, a cui si rifiuta di dare un nome. Illya è un agglomerato di confusione e rabbia e l’ultima cosa di cui ha bisogno è di scoprire di non essere immune come credeva al fascino dell’americano. Gaby cerca di aprire gli occhi ai due.
Ma, alle volte, i morti non ne vogliono sapere di rimanere tali.
{ napollya | scritta per il BBI 10° edizione }
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gabriella Teller, Illya Kuryakin, Napoleon Solo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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warning: post-movie; slash; internalized homophobia; h/c;

I personaggi appartengono agli aventi diritto


 

 

Prizrak Volgograda

 

———————— Epilogue ————————

 

Un cenno elegante del capo e un sorriso educato, che chiudeva a doppia mandata ogni pensiero dietro a una poker face illeggibile.

«Signori, Signore, mi hanno riferito che la missione ha avuto interessanti risvolti.»

Waverly, che simpatica canaglia.

Era passata meno di un’ora dall’atterraggio dell’aereo privato della U.N.C.L.E. sulle piste dell’Aeroporto di Volgograd.

Napoleon aveva visto il direttore consegnare buste gonfie tra le mani delle guardie aeroportuali e nessuno aveva posto domande, nemmeno quando un americano coperto di fango e neve si era presentato insieme a un russo malmesso, una ex ricercata del KGB e una tedesca che guidava come una forsennata, manco arrivare prima alla méta avesse fatto la differenza per qualcuno.

Avevano prestato i primi soccorsi a Peril, ignorando borbottii e rassicurazioni sul fatto di stare benissimo – poco importava che a ogni passo il suo corpo pendeva sempre un po’ più pericolosamente verso il basso. C’era voluto l’intervento di Gaby a convincerlo.

Una volta cambiati e ripuliti alla bene meglio, avevano tutti preso posto sui sedili di lusso dell’aereo. Napoleon e Illya erano seduti di fronte al Direttor e a Gaby, con un tavolino a separarli che ospitava bicchieri di whiskey, vodka e una tazza di tea verde. Dall’altro lato del corridoio, Angelìka sedeva da sola, rigirandosi tra le dita un passaporto americano e la promessa di una nuova vita.

Napoleon incrociò lo sguardo del direttore. «Se i “risvolti” a cui si riferisce sono il paio di agenti segreti doppiogiochisti che fanno da tappeto a una safe house del KGB, non li definirei interessanti. Ma non voglio essere volgare davanti alle signore.»

Gaby non apprezzò la premura. «Se non vuoi dirlo tu, lo farò io: quell’Ivanov era un cretino menomato e ha fatto la fine che meritava.»

«Non avrei saputo esprimermi meglio, hun. Comunque, se posso suggerire, la prossima volta accontentiamoci del russo che abbiamo già a disposizione.»

«Cercheremo di accontentarla, mister Solo.»

Illya si grattò la spalla destra, infastidito dalle bende che la fasciavano stretta.

«Progetti?» domandò laconico. Aveva uno sguardo assonnato, gli antidolorifici con cui l’avevano imbottito iniziavano a fare effetto, ma Napoleon gli leggeva addosso l’ostinazione con cui cercava di contrastarli, costringendosi a rimanere sveglio.

«La squadra che ho inviato a Mosca, nel luogo indicato dalla signorina Kiselyov, mi ha già comunicato di averli trovati e distrutti.» rispose Waverly.

Ci fu un sospiro di sollievo generale.

Angelìka li guardò confusa.

«Zakonchilos'.» le tradusse Illya.

È finita.

Lo sguardo della donna si velò di lacrime; per la prima volta la videro piangere, disperata e svuotata, una sopravvissuta che poteva finalmente ricominciare da zero e avere quella vita che il fantasma di Dmitriy le aveva impedito di ottenere.

Napoleon si chiese se valesse anche per Illya, ma il direttore non aveva concluso; si levò gli occhiali da vista, li appannò con un’alitata, li pulì con il fazzoletto che teneva piegato nel taschino e rivolse loro un mezzo sorriso (un sorriso inglese, notò Napoleon, pacato e misterioso, che tra le pieghe delle labbra, dove non era possibile vedere, raccontava sempre un’altra storia). «Giunti a questo punto, mi pare di capire che qualcuno avesse proposto una vacanza?»

«Vi avverto da subito che in vacanza non voglio ritrovarmi a fare da balia a nessuno.» Con il gomito al bracciolo della poltroncina, Gaby poggiò la guancia nel palmo fulminando Solo con un’occhiata eloquente che lo esortava a tenersi fuori dai suoi piedi, per infilarsi invece tra le gambe di qualcun altro.

«Come madame desidera.» Napoleon chinò il capo in segno d’assenso, il messaggio della tedesca arrivato forte e chiaro a destinazione. «Per quello che mi riguarda ho intenzione di sciogliermi tra le acque profumate e i lussuriosi servizi di un centro termale di classe. E se Peril promette di comportarsi bene, posso trovare un posticino anche per lui nella Jacuzzi della stanza d’hotel che prenoterò.»

Napoleon aspettò un colpo, una gomitata, un commento infastidito, ma dall’angolo rosso non giunse che un lieve sospiro.

Si voltò e un peso improvviso sulla sua spalla chiuse il discorso. La morfina aveva avuto la meglio e Illya si era addormentato, col capo poggiato sulla spalla di Napoleon, i capelli biondi a solleticargli il naso e il respiro a frastagliare di brividi caldi il collo.

Scambiandosi uno sguardo d’intesa, Waverly e Gaby si alzarono, lasciandoli da soli, ma non senza le minacce del caso da parte della tedesca: «Se rovini tutto, ti uccido.»

Napoleon non dubitò nemmeno per un secondo che l’avrebbe fatto davvero.

Fece scivolare un braccio intorno alle spalle ampie di Illya, invitandolo a stringersi a lui nel sonno; strofinò appena la guancia tra i suoi capelli e chiuse gli occhi. «Dio se mi fai faticare, Peril.»

E, per quanto non fosse carino parlare male dei morti, era pronto a scommettere che, un momento come quello, Dmitriy poteva solo sognarselo dal fondo della sua bara.

Quel momento apparteneva a Napoleon e, con esso, tutti quelli a venire.

 

 

LÄNGENFELD, AUSTRIA

Bad Längenfeld [1] Centro termale—
quarantotto ore dal termine della missione

 

 

Due uomini siedono vicini in una vasca termale ricavata nella pietra, circondati dalla neve e dalle montagne alpine.

L’acqua è bollente, ma l’uomo più alto non sembra nemmeno percepirlo. Freddo o caldo, per lui fa lo stesso – il colorito appena un po’ vivace del volto non è dato dal vapore che si solleva, ma da occhi azzurri che non smettono di fissarlo, finché l’altro uomo non prende parola.

Lo vede piegare le labbra in una smorfia strana, passare una mano tra umidi riccioli castani. «Qualsiasi cosa ci sia stata tra te e Dmitriy—»

«Di cosa parli? Dmitriy aveva doppio di mia età, cosa credi ci fosse tra me e uomo così vecchio?»

«Voi due non eravate…?»

«No. Era come padre per me.»

«Vuoi dirmi che ho passato giorni a invidiare un morto e a struggermi d’amore per un dannato soldato di ferro alto quanto l’Empire State Building e recettivo come un sasso, per niente

«Io sempre detto che tu è pessima spia.»

«Però, questo significa…»

«Perché ti avvicini tanto?»

«…che sono il tuo primo uomo~»

«Q-questo cosa ovvia! Non tutti piace fottere con qualsiasi cosa respiri.»

«Ma sentitelo il mio scoglio russo: grande, grosso e vergine.»

«Ho avuto donne! Non sono prete!»

 

L’uomo dai riccioli castani ammicca, ma nel sorriso si condensa una dolcezza delicata che affida alle labbra dell’uomo più alto, in un bacio a occhi chiusi e cuore aperto.

 

«Prometto che sarò gentile, Peril~»

«Prometto che ti appenderò a muro, cowboy.»

 

L’aria innevata delle Alpi austriache trascina via una risata innamorata.

 

«Sexy.»

 

КОНЕЦ

( the end )

 

 

[ 1.081w ]



[1] Potevo evitare la specifica e lasciare un centro termale, perché nel '63 probabilmente le vasche erano delle tinozze di legno... e ho pure letto da qualche parte che l'acqua veniva versata a mano, con l'uso dei secchi... ma faremo finta di niente e lo immagineremo come un posto un po' più carino e adatto ai gusti costosi di Napoleon. Detto questo, il Bad Längenfeld è un hotel termale nella valle dell’Ötztal, che nel 1983 viene acquistato da alcuni imprenditori che lo rinnovano e fanno costruire il primo centro termale, progettato nello stile di un palazzo rinascimentale tedesco. Nel 1976 il Bad Längenfeld smette l’attività e nel 1980 viene demolito, nell'80 iniziano  i lavori di riqualificazione delle fonti e nel 2004 viene inaugurata la nuovissima struttura termale con un hotel, che è anche la più scenografica delle Alpi e prende il nome di Aqua Dome.


 

Sarà normale che per postare l'epilogo di una fic già completa, mi ci è voluto più di un anno? Visto che si parla di me, direi di sì, è tutto assolutamente nella norma.

Torno da un lungo periodo di assenza da EFP, che non dovrebbe stupire nessuno, se non che di solito tra una pausa e l'altra dalla scrittura finisco per cambiare fandom e rifugiarmi altrove. Ma TMFU è uno dei miei porti sicuri e nonostante tutto so che ci tornerò sempre.

E niente, per essere una minilong mi ci è voluta una vita, ma alla fine siamo arrivati alla sua conclusione. Grazie di cuore a chi è arrivato fino a qui, a chi si è fermato, a chi ha letto in silenzio o a chi ha lasciato un segno del suo passaggio - sappiate che vi amo tutti e che avete reso una fanwriter felice! ❤

 

Scritta per il BBI10 @LandediFandom

 

   
 
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