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Autore: Star_Rover    08/06/2022    6 recensioni
Jari e Verner sono uniti fin dall’infanzia da un legame che nel tempo è diventato sempre più intenso e profondo. Nell’inverno del 1915 però i cambiamenti sociali e politici che sconvolgono la Finlandia finiscono per coinvolgerli, così i ragazzi sono costretti a separarsi per seguire strade diverse.
Nel 1918 i destini dei due giovani tornano a incrociarsi sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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VIII.  Partenze
 

“Tenente, voi sguainate la spada con una mano ferita,
Eppure osate offrire la vostra vita
Per il Re e per il Paese.
Anche io ho una vita nella primavera delle sue forze.
E il cuore ardimentoso che ha battuto nel mio petto per soli quindici anni,
Ditemi, non dovrei osare offrirlo?”

 
Yrjö rilesse ancora una volta i drammatici versi di Runeberg. Fin da quando era ragazzino si era particolarmente affezionato a quella storia. Era la vicenda del giovane Wilhelm von Schwerin, un ragazzo che a soli quindici anni aveva sacrificato la sua vita nella sanguinosa battaglia di Oravainen, dimostrando onore e coraggio combattendo contro i cosacchi.
La morte di von Schwerin era diventata simbolo di sacrificio patriottico, ed era quello stesso spirito di sacrificio che gli era stato richiesto dai suoi compagni.
Egli era cresciuto con quei valori di onore e lealtà, non poteva rinnegare parte di sé stesso, non era nemmeno intenzionato a tradire i più nobili ideali della sua Patria.
Yrjö non era un codardo, non gli mancava né il coraggio né l’audacia del giovane Wilhelm. Non avrebbe esitato a pronunciare le sue stesse parole se fosse stato necessario.
Fino a quel momento aveva sempre considerato le missioni delle organizzazioni indipendentiste come atti terroristici illegali e ingiustificabili. L’insurrezione anarchica era una manifestazione di violenza fine a sé stessa.
La situazione però era cambiata, si parlava di Esercito, di guerra al fronte…una vera guerra.
Yrjö come molti suoi coetanei non aveva potuto sottrarsi al suo senso del dovere, era sua responsabilità rispondere alla chiamata alle armi. La Patria chiedeva il suo aiuto, i suoi compagni non potevano essere abbandonati.
 
L’edificio in fondo alla strada all’apparenza sembrava un comune complesso di uffici, nessuno avrebbe potuto sospettare che in realtà quello era un centro di reclutamento clandestino.
Yrjö salì le scale ritrovandosi in un ampio corridoio, fu sorpreso nel ritrovare una lunga fila in attesa, perlopiù si trattava di altri giovani conquistati dal medesimo spirito bellico che aveva iniziato a diffondersi nella capitale. Seppur la loro esistenza dovesse restare segreta per il popolo finlandese i volontari avevano iniziato ad acquisire una certa fama. Molti approvavano e sostenevano questo movimento nazionalista, Yrjö fu piacevolmente sorpreso da tutto ciò.
Un grido lo riportò bruscamente alla realtà.
«Il prossimo!»
Il ragazzo mosse un passo in avanti.
«Nome, età e professione» ripeté meccanicamente l’uomo dietro alla scrivania.
«Yrjö Schjerfbeck, vent’anni, studente di medicina»
Lo sconosciuto sollevò la testa e con lo sguardo squadrò attentamente il suo interlocutore.
«Un altro studente, bene…la gioventù sarà la salvezza di questa Nazione» commentò.  
«Siamo tutti disposti a fare il nostro dovere»
Il reclutatore rispose con un sorriso compiaciuto.
«Da quel che vedo è forte e in salute, non avrà problemi a superare la visita medica»
Dopo aver detto ciò l’uomo lo congedò con una stretta di mano.
«Lei ha fatto la scelta giusta decidendo di rendere il suo servizio alla Patria»
Yrjö decise di credere a quelle parole. Ripercorrendo il corridoio si confrontò nuovamente con i giovani in fila per il reclutamento. Osservando quei volti imberbi non poté evitare di porsi la triste domanda: quanti di loro erano Wilhelm von Schwerin?
 
***

Lauri aveva organizzato tutto prima della sua partenza. Il suo progetto di vita era cambiato da quando aveva conosciuto Marja e poi era mutato nuovamente dopo aver preso la decisione di arruolarsi nell’Esercito tedesco.
Partire per la guerra avrebbe scombinato ancora una volta i piani, ma egli non aveva alcun ripensamento, si sarebbe sentito un codardo nel restare tra le mura dell’università o nella villa di famiglia mentre i suoi connazionali rischiavano la vita al fronte. Per tutta la vita si era rifugiato negli ambienti dell’alta borghesia godendo della fortuna della sua famiglia senza alcuna preoccupazione. Non si riconosceva più in quel giovane egoista e viziato, da quando aveva avuto modo di conoscere la realtà al di fuori della sua gabbia dorata provava soltanto disgusto e vergogna nel pensare al suo passato. Yrjö e Jari l’avevano aiutato ad aprire gli occhi. Desiderava dimenticare la persona che era stato, dimostrando a sé stesso e ai suoi compagni di essere cambiato. Dare il suo contributo in quella guerra era il suo modo per ripagare i suoi debiti con la società.
In tutto questo anche l’incontro con Marja aveva avuto la sua importanza, lei era diversa da tutte le altre ragazze che aveva frequentato in precedenza. Il sentimento che provava per lei era puro e sincero, ed era anche per questo che aveva scelto di combattere quella guerra. Desiderava un futuro migliore per loro.
Lauri pensava a questo mentre ammirava estasiato la bellezza della sua amata, la quale era distesa al suo fianco. Giaceva nuda tra le coperte, con ancora il volto arrossato e i capelli scompigliati dopo il passionale amplesso. Lauri mostrò un malizioso sorriso. Lentamente seguì i lineamenti sinuosi del suo corpo, sfiorando la sua pelle calda con la punta delle dita. Al suo tocco la sentiva fremere leggermente. Si chinò su di lei per baciarle il collo, scendendo poi sui seni e sul ventre piatto. Marja si concesse a quelle attenzioni, esprimendo il suo apprezzamento lasciandosi sfuggire ansimi e gemiti di piacere.
Lauri era intenzionato ad andare oltre, ma improvvisamente lei lo fermò. Si scostò dolcemente dal suo abbraccio e si sollevò per guardarlo negli occhi.
«Voglio chiederti una cosa…»
Egli le rivolse uno sguardo incuriosito, invitandola a continuare.
«Tu vuoi sposarmi?»
Lauri fu sorpreso da quella domanda, ma non si mostrò impreparato nel rispondere.
«Certo che voglio sposarti. Non c’è nulla che desideri più di questo»
La ragazza non dubitò della sincerità delle sue parole.
«Allora perché non me l’hai chiesto?»
L’espressione sul suo viso si incupì: «perché sto per partire per il fronte…non voglio angustiarti con questi discorsi, ma dobbiamo essere realisti. Se fossimo sposati ed io non dovessi tornare tu saresti condannata al triste destino di una giovane vedova»
Marja non si arrese: «non pensiamo a un futuro incerto, l’importante è il presente. Adesso noi siamo felici insieme, perché non vivere a pieno il nostro amore?»
Lauri riconobbe di non trovarsi davanti a ragazzina ingenua, ma a una giovane donna innamorata ed estremamente determinata. 
«È questo che desideri veramente? Vuoi diventare la moglie di un soldato?» chiese tentando di riportarla alla realtà.
«Desidero diventare tua moglie» fu la pronta risposta.
Lauri scosse il capo con rassegnazione.
«Se dipendesse da me acconsentirei all’istante, ma non è così semplice»
«Conosco coppie che si sono sposate in segreto, potremmo farlo anche noi»
«Credevo che sognassi la cerimonia perfetta, con le campane che suonano a festa, l’abito bianco e tanti invitati sorridenti»
La ragazza si strinse a lui, rifugiandosi tra le sue braccia: «sono disposta a rinunciare a tutto questo per averti»
Lauri non poté resistere a lungo al suo sguardo dolce e innocente.
«Ti amo e voglio solo renderti felice» disse scostando una ciocca bionda dal suo viso.
«Io sono felice quando sono con te»
Il giovane si chinò su di lei sfiorando le sue labbra con un tenero bacio.
«Non preoccuparti per l’abito bianco, sarai comunque una sposa bellissima»
 
***

Jari non aveva un ricordo nitido del suo primo incontro con Verner, la sua figura era sempre stata presente fin da quando aveva memoria. La loro amicizia era nata in modo semplice e naturale, in poco tempo i due erano diventati inseparabili. Ogni evento della sua infanzia era condiviso con lui. Il loro era un rapporto di lealtà, fedeltà e complicità. Il giovane rammentò piacevoli momenti del passato: risate tra i banchi di scuola, passeggiate sulle colline, gare a cavallo, battute di caccia nella foresta…
Aveva creduto che sarebbero rimasti uniti per sempre, qualunque cosa sarebbe accaduta. Era la loro promessa. Erano sempre stati disposti a sostenersi a vicenda.
Fino a quel momento erano riusciti a superare ogni difficoltà, nemmeno la distanza era riuscita ad intaccare il loro rapporto. Seppur non fosse semplice avevano trovato il modo di ritrovarsi.
Jari avvertì gli occhi umidi, non poteva credere che tutto ciò stesse per giungere alla fine. E ancor più non voleva credere di essere lui la causa di quella separazione. Doveva farsi carico delle sue responsabilità.
Il ragazzo tentò di distrarsi da quei pensieri tornando a concentrarsi sulla melodia che stava suonando al pianoforte. Aveva bisogno di liberare la mente dalle sue preoccupazioni.
Seppur per poco la musica l’aiutò in questo, aiutandolo a calmarsi per affrontare quella situazione.
Era appena giunto al termine dello spartito quando con la coda dell’occhio notò una sagoma ferma sulla porta. Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la figura di sua sorella.
Kaija si avvicinò porgendogli sinceri complimenti per l’esecuzione appena conclusa.
«Mi è sempre piaciuto sentirti suonare, dovresti farlo più spesso. Sei davvero bravo»
Egli mostrò un modesto sorriso.
«Tu non puoi ricordarlo, ma nostra madre amava la musica…è stata lei a trasmettermi la sua passione per il pianoforte»
Kaija si commosse nel sentire quella confessione, comprese quanto quel passatempo fosse importante per lui.
«Sono contenta di riaverti qui»
Jari avvertì un nodo alla gola.
«Purtroppo non resterò a lungo» rivelò tristemente.
Sua sorella non poteva avere alcun sospetto sul suo coinvolgimento politico.
«Devi già tornare in università?» chiese con ingenuità.
Il ragazzo scosse la testa: «il dovere mi chiama altrove»
Kaija non capì, ma quelle parole furono sufficienti ad allarmarla.
«Di che stai parlando?» domandò esternando la propria inquietudine.
Egli non mascherò in alcun modo la verità: «presto partirò per il fronte»
La ragazza stentò a credere a quelle parole, sentiva che suo fratello stesse nascondendo qualcosa e forse poteva immaginare che si trattasse di una questione pericolosa, ma non credeva che egli si fosse spinto così oltre.
Inizialmente provò soltanto panico e terrore al pensiero che Jari potesse trovarsi in pericolo. Conosceva bene suo fratello, non lo considerava uno sprovveduto, sapeva che se aveva preso quella decisione dovevano esserci delle valide ragioni. Questa consapevolezza però non servì ad alleviare il dolore.
«Hai davvero intenzione di partire per la guerra?» chiese sconcertata.
«Non ti chiedo di approvare o condividere le mie scelte. Ho voluto solo essere onesto nei tuoi confronti»
Kaija tentò di fare del suo meglio per non cedere allo sconforto.
«Ne hai già parlato con nostro padre?» domandò trattenendo a stento i singhiozzi.
«No, è meglio che non sappia niente prima della mia partenza»
«Ma…è pur sempre tuo padre, deve sapere la verità» obiettò.
«Se scoprisse le mie intenzioni farebbe di tutto per impedirmi di partire. Penserebbe che abbia soltanto deciso di rovinare i suoi piani, non potrebbe comprendere le mie motivazioni»
«Potresti pentirti per non essere stato sincero con lui»
«Non posso permettermi di espormi in questo modo, non solo per la mia sicurezza, ma anche per i miei compagni»
«Allora perché mi stai rivelando tutto questo?»
Jari strinse teneramente la mano della sorella: «perché mi fido di te»
Kaija non riuscì più a trattenere le lacrime.
«Non voglio pensare a quel che potrebbe accaderti laggiù…non potrei sopportare di perdere anche te»
«So che questa mia scelta è difficile da accattare, non avrei mai voluto causarti altra sofferenza, ma devi capire che si tratta di una questione davvero importante. Voglio che tu sappia che sto facendo tutto questo per il futuro della nostra Nazione, del nostro popolo…e anche della nostra famiglia»
La giovane cercò conforto tra le sue braccia: «non c’è davvero nulla che potrebbe convincerti a restare?»
«Mi dispiace, ormai ho preso la mia decisione»
«Promettimi che starai attento e che scriverai sempre a casa»
«Certo, non devi preoccuparti per questo. Anche se sarò lontano il mio cuore resterà sempre qui. Non potrei mai abbandonare le persone che amo»
Kaija si asciugò il volto bagnato dalle lacrime, sentì che l’unica cosa che potesse fare per suo fratello in quel momento fosse dimostrare il suo affetto incondizionato e il suo totale supporto.
 
 
Jari legò il cavallo a un albero poco distante dal rifugio. Aveva pensato a lungo a come affrontare quel discorso, ma alla fine era giunto alla conclusione che non esistesse un modo giusto per dire addio alla persona amata. Avrebbe soltanto dovuto trovare il coraggio di essere sincero, non poteva fare altro per alleviare il dolore di quella separazione.
Il ragazzo entrò all’interno del capanno trovando il camino acceso e le candele accese. Istintivamente cercò Verner con lo sguardo.
Il suo compagno si alzò dalla sedia, restando però immobile, fissandolo come se fosse un fantasma.
«Jari…non sapevo che fossi tornato»
Egli si avvicinò: «è stato un ritorno improvviso. Ti ho cercato a casa, ma tuo zio mi ha detto che ti avrei trovato qui»
«Vengo spesso qui in cerca di pace…anche se senza di te è tutto diverso»
Jari prese un profondo respiro, sentendosi in colpa per quel che stava per fare.
«Devo parlare con te»
L’altro lo interruppe: «aspetta, dato che sei qui voglio darti una cosa»
Verner si allontanò di qualche passo per poi tornare con un oggetto che immediatamente offrì al suo compagno.  
Jari accettò con lieve imbarazzo ritrovandosi tra le mani una piccola scultura in legno. L’opera di artigianato rappresentava un cavallo dai tratti familiari.
«È il tuo Onni. Ho pensato che sentissi la sua mancanza lontano da casa» spiegò l’amico.
Il giovane esaminò la figura con attenzione, la raffigurazione dell’animale era accurata nei minimi dettagli, Verner aveva dato prova di tutto il suo talento nel realizzare quel piccolo capolavoro.
«È davvero bellissimo» disse sinceramente colpito da quel prezioso dono.
All’improvviso avvertì un nodo allo stomaco, si sentì ancora più in colpa, non riuscì a tenere ancora dentro di sé quel segreto così opprimente.
Verner percepì il suo turbamento: «qualcosa non va?»
Jari non poté far altro che essere sincero con lui.
«Non posso più attendere, devo dirti una cosa davvero importante»
Il suo compagno cominciò ad esternare preoccupazione: «di che si tratta?»
A Jari mancò il fiato, dovette ricorrere a tutta la sua forza interiore per trovare il coraggio di parlare.
«In realtà sono tornato a casa solo per un addio, quando ripartirò non tornerò ad Helsinki»
«Che significa?» domandò l’amico con aria confusa.
«Ho deciso di arruolarmi nell’Esercito tedesco, presto partirò per il fronte»
Verner gli rivolse uno sguardo incredulo: «stai dicendo sul serio?»
Egli annuì con fermezza.  
Il suo compagno reagì d’istinto.
«Sei completamente impazzito?» urlò con rabbia e disapprovazione.  
Jari tentò di giustificare le proprie intenzioni.
«So che si tratta di una decisione pericolosa, ho riflettuto a lungo sulla mia posizione. Voglio combattere per la libertà e l’indipendenza della nostra Patria. Sento che è questo il mio dovere e non posso tradire il mio giuramento»
Verner ricordò le parole di Aleks, nel suo compagno riconobbe la sua stessa determinazione.  
«Questa guerra non condurrà il nostro Paese all’Indipendenza» disse lapidario.
«Per i nazionalisti questa potrebbe essere l’unica possibilità per liberare la Finlandia dall’egemonia russa»
«Dunque credi che questa sia la soluzione migliore? Vuoi abbandonare la tua terra per servire un esercito straniero?»
Jari era ormai convinto delle proprie idee.
«I tedeschi sono nostri alleati in questa battaglia. La Russia è un nemico comune, abbiamo bisogno di questa guerra per sconfiggere le forze dello zar»
Verner scosse il capo: «non puoi credere realmente a queste assurdità»
«Mi dispiace che tu non riesca a comprendere le mie ragioni, ma ormai ho preso la mia decisione»
Il suo compagno cercò di calmarsi, discutere sulla questione era solo una perdita di tempo, d’altra parte era certo di non poter fare nulla per dissuaderlo.
«Dunque questo è un addio?»
Jari rispose con voce tremante: «credimi, non avrei mai voluto abbandonarti»
Verner lo guardò dritto negli occhi: «quando partirai?»
«I primi volontari raggiungeranno la Germania alla fine del mese, ho intenzione di unirmi a loro»
L’altro rimase qualche istante in silenzio senza più esprimere il proprio dissenso.
Jari era certo di averlo deluso, temeva che egli non avrebbe potuto né comprendere né tantomeno perdonare quel suo tradimento.
Inaspettatamente Verner si avvicinò a lui, prese il suo volto tra le mani accarezzandolo dolcemente.
Il giovane si rassicurò a quel contatto, fu piacevole sentire ancora quel calore familiare sulla sua pelle. I suoi occhi si persero nelle iridi celesti del suo compagno. Riconobbe il dolore nel suo sguardo, ma scorse anche una luce di speranza.
Verner pensò al tormento di quell’ultimo periodo, a quanto avesse sofferto per la mancanza del suo amato. Il suo incubo era diventato realtà, considerava Jari come ciò che aveva di più prezioso, avrebbe desiderato continuare ad amarlo e proteggerlo, invece era costretto a lasciarlo andare. Non era pronto a convivere nuovamente con il timore di perderlo. Il suo orgoglio gli impedì di mostrare il lato più debole di sé. D’altra parte sapeva che opporsi alla sua decisione non avrebbe significato lottare per il suo amore.
«Non capisco perché tu voglia andartene, ma rispetto la tua scelta. Se credi di dover partire non posso impedirti di fare ciò che ritieni giusto»
Jari si commosse nel sentire quelle parole.
«Se non potrò avere un’altra occasione, almeno non voglio sprecare questi ultimi momenti insieme»
Verner concluse quella amara conversazione con un intenso bacio. Jari ricambiò con altrettanto ardore.
I giovani si strinsero in quell’abbraccio, tra baci appassionati e lascive carezze.
Ben presto le questioni politiche passarono in secondo piano, ed entrambi tornarono ad essere soltanto due amanti desiderosi l’uno dell’altro.
Animati dalla passione cominciarono a spogliarsi a vicenda, lasciando cadere gli abiti pesanti sulle assi di legno. Jari si lasciò cadere sul materasso trascinando il compagno sopra di sé. Verner continuò a baciarlo con foga, strappandogli gemiti di piacere. Si avventò su di lui con impeto e veemenza, dimostrando quanto bramasse ogni parte del suo corpo. Jari cedette a quel vortice di passione, abbandonandosi a quella marea di emozioni. Entrambi sfogarono la frustrazione e il dolore in quell’amplesso, trovando ancora una volta conforto in quel rapporto ormai privo di futuro.
 
Verner ammirò il volto dell’amato sfiorandolo con una leggera carezza.
«Non riesco a dirti addio» ammise con profonda tristezza.
Jari rispose con un sussurro: «nemmeno io»
Il suo compagno si sollevò fino a sedersi sul letto.
«Si sta facendo tardi, è meglio che tu vada adesso»
«Non posso lasciarti senza sapere che cosa provi realmente per me»
«Non è così semplice»
«Voglio solo la verità» insistette.
Verner, seppur con titubanza, cedette alla sua richiesta.
«Non condivido le tue idee politiche e ti ritengo colpevole per aver scelto di abbandonare la nostra Patria, ma sono consapevole che tu sei davvero convinto di questa decisione. Ti conosco da tanto tempo e sono sicuro che tu sia animato da buone intenzioni. Sinceramente non so cosa provo per te in questo momento, una parte di me si sente delusa e tradita dal tuo comportamento, l’altra invece ha solo paura di perderti per sempre»
Jari apprezzò la sua estrema sincerità.
«Non mi aspetto che tu oggi possa comprendere le mie ragioni. Mi chiedo però se un giorno potrai concedermi un’altra possibilità ed essere disposto a perdonarmi»
Egli si rattristò nel realizzare di non poter accontentare la sua richiesta.
«Temo di no…ma quel che è appena accaduto dimostra che non potrò mai smettere di amarti»
Jari non trovò contradditoria la sua risposta.                 
«Forse questa separazione è ciò che è meglio per entrambi»
Verner avrebbe voluto riporre fiducia nel suo compagno come aveva sempre fatto, ma ormai qualcosa tra loro si era rotto per sempre.
Non aveva bisogno di discutere ulteriormente sulla questione, ne avrebbe soltanto sofferto. Il suo unico obiettivo fu dimostrare che nonostante tutto il loro rapporto avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. 
Senza dire nulla attrasse Jari a sé, unendo le loro labbra in un ultimo bacio intriso di passione e disperazione.
   
 
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