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Autore: Les_Cher    15/07/2022    0 recensioni
Sarei rimasta sempre e solo una semplice ragazza con mille fantasie ed un'unica passione: il rock.
Ma poi qualcosa cambiò per sempre la mia vita.
Io, una semplice ragazza in giro per quelle strade affollate di quella che per me sarebbe sempre rimasta la città paradiso, ora ero sul punto di decidere se tornare a casa o cambiare per sempre la mia vita.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Rimanemmo così per un po', fronte contro fronte, poi lui si avvicinò alle mie labbra e le baciò, prima con dei piccoli baci ripetuti, poi con uno più intenso.
Ci lasciammo trasportare dalla foga del momento, iniziai ad accarezzare il suo corpo fino ai fianchi. Lì mi feci spazio sotto la sua maglietta, andando poi a graffiare la sua schiena.
Lui, nel mentre, portò una mano tra i miei capelli, accarezzandomi la testa, prima di stringere la presa su di questi.
Lo stesso feci io, quando, inclinandosi con il busto verso di me, mi spinse a sdraiarmi.
A quel punto iniziò a spogliarmi, per poi togliere la sua maglietta, rimanendo però con i pantaloni.
Prese ad accarezzare ogni singolo centimetro del mio corpo, prima con le dita, poi con le labbra e la lingua, e più scendeva, più il mio respiro diveniva pesante, finché il suo viso non arrivò tra le mie gambe.
Quel piacere era così intenso, quel momento così intimo, romantico ed estremamente erotico allo stesso tempo.
Chiusi gli occhi, limitandomi a godere di quelle sue attenzioni, mentre con la mano ero ancora intenta ad accarezzare i suoi capelli biondi. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre, specie quando riuscì a portarmi al culmine del piacere, forse il più intenso che avessi mai provato fino a quel momento.
Fu a quel punto che si spogliò, salì di più con il corpo ed infine entrò in me.
Dal basso, lo guardavo muoversi, leggevo il piacere che stava provando sul suo volto, ed era così bello, dannatamente bello.
Entrai in un vortice di emozioni così forti da farmi venire le lacrime agli occhi, fu lì che capii che, forse, i miei sentimenti per lui erano davvero forti, forse avevo trovato il mio uomo, forse me ne sarei davvero innamorata e, forse, stava già succedendo.
Sollevandomi di peso mi girò, facendomi mettere in ginocchio, mentre con una mano premeva la mia testa contro il bracciolo del divano. Un po' quella forza quasi violenta, un po' il sentirlo godere con me avevano reso la situazione ancora più eccitante.
Quando raggiunse anche lui l'apice, mi fece rialzare con il busto, tenendomi sempre con le ginocchia sul divano, e poi mi strinse forte a lui, abbracciandomi da dietro, la fine perfetta per quel rapporto, così intima ed espressiva.
Tenemmo quella posizione per un po', come a non volerci lasciare andare via, quindi solo diversi secondi dopo ci rivestimmo.

***

"Che dici, pizza?" Quella domanda mi fece notare che, effettivamente, era ormai ora di cena.

Io sbuffai una risata scuotendo la testa, poi mi alzai dal divano "eddai, almeno oggi proviamo a cucinare qualcosa!"

"Va bene, va bene" rise anche lui alzandosi, poi insieme ci spostammo in cucina "però te lo dico, non sono capace e non mi assumo nessuna responsabilità" ed alzò le mani come ad arrendersi, prima di aprire il frigorifero "e comunque non abbiamo neanche molto"

Io diedi un'occhiata ed in effetti notai che a disposizione c'erano solo tre uova, una bottiglia di ketchup, del latte e delle birre.

"Ma come fai a vivere così?"

"Ordino la pizza" ammise lui facendo spallucce.

In effetti, avrei dovuto immaginare quella risposta.
Cercai in giro le padelle, quando finalmente ne trovai una versai dentro un filo d'olio e la misi sul fornello.

"Dai, facciamo delle omelette" onestamente, visto quello che avevamo, era l'unica ricetta plausibile.

"Aspetta, con "facciamo" intendi che anche io devo effettivamente cucinare?" Domandò virgolettando con le mani "sei davvero sicura di volerti assumere questo rischio?"

Risi passandomi una mano sul viso "Dai Duff! Si, sono sicura"

Così prendemmo un piatto, rompemmo le uova ed unimmo il latte insieme ad un pizzico di sale, ma quando lasciai il compito di sbatterle in mano a lui, la scena fu alquanto comica: non solo non aveva totalmente inteso il movimento, ma iniziava già a lanciare il composto da tutte le parti.

"Va bene, va bene, faccio io che qui rischiamo di rimanere senza cena. Tu torna a sederti piuttosto e porta le birre".

Scossi la testa divertita, poi gli lasciai un bacio sulla guancia e proseguii da sola. Nel giro di dieci minuti era pronto.
Portai entrambi i piatti al divano, uno lo porsi a lui, l'altro lo tenni per me.
Per evitare di ricadere nella pesantezza di poco prima, poi, accompagnammo la nostra cena con dei cartoni animati.
Eravamo ancora scossi, sicuramente stanchi, così, appena finimmo di mangiare, salimmo subito in camera e, raggiunto il letto, ci addormentammo in un attimo.
  
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