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Autore: LorasWeasley    31/07/2022    4 recensioni
future|fic [kuroken|ushiten|iwaoi|shoumika]
Molto spesso crescere un adolescente diventa più difficile di crescere un bambino. Ma soprattutto, riusciranno questi genitori ad accettare le cotte dei loro "bambini"?
Genere: Commedia, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tendo Satori, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Buongiorno e buona domenica! Approfitto di questo spazio per fare alcune precisazioni che consiglio di leggere prima di andare direttamente al capitolo.
 
-Questa storia, come le altre, fa parte della serie dei bambini MA consiglio di leggerla solo se avete letto quelle precedenti. In questa storia infatti i bambini sono ormai adolescenti e saranno molto più protagonisti dei genitori, quindi per chi non conosce suddetti bambini gli verrebbe difficile comprendere molte cose citate o loro modi di fare.
-I personaggi di questa storia saranno il “gruppo di Tokyo”, ovvero quei bambini che secondo il mondo che ho creato hanno vissuto a Tokyo per il lavoro dei genitori e qui hanno fatto amicizia tra di loro (dentro la storia verrà spiegato il perché si sono incontrati, come sono diventati amici, che scuola frequentano etc…). Questi personaggi sono: Kea (kuroken), Haru (iwaoi), Diane (ushiten), Ami (semishira), Maru e Naoya (bokuaka).
-Tuttavia, nonostante appaiano tutti i personaggi sopracitati, la storia seguirà due trame principali: quella di Kea per prima e poi quella di Haru e Diane come coppia.
-La prima parte di storia durerà 5 capitoli, la pubblico da oggi al 7/8 agosto (probabilmente aggiornamento ogni due giorni) e sarà incentrata su Kea e su un ragazzo di cui non faccio spoiler. Spero che capirete di chi è figlio questo ragazzo dalla scuola che frequenta e dal suo cognome ;), fatemi sapere nei commenti se ci arrivate subito!
-La seconda parte di storia avrà un salto temporale di un anno e vedrà come protagonisti Diane e Haru e tutti i loro problemi. Durerà 6 capitoli e la pubblicherò a fine agosto dopo una pausa di circa due settimane.
 
Per il momento è tutto, vi lascio quindi all’inizio di questa prima parte di storia e non perdetevi i prossimi aggiornamenti! Buona lettura,
Deh <3
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Adatto a te
Kea x Natsu

 


Parte 1
Tetsuro si fermò con la macchina davanti alla villa dove si stava svolgendo la festa organizzata per gli studenti più "cool" di Tokyo. 
-Grazie signor Kuro- disse velocemente Haru dal sedile posteriore prima di scendere dalla macchina. 
Tetsuro gli sorrise, poi si rivolse al figlio che era seduto al suo fianco -Quindi vi viene a prendere Iwaizumi, giusto? E dormi da loro? 
-Sì, poi ci sentiamo domani- rispose Kea mentre si spingeva in avanti e lo salutava con un bacio in guancia, infine scese anche lui dalla macchina. 
-Kea- lo chiamò suo padre dal finestrino aperto, il ragazzo si voltó nuovamente e Kuro riprese a parlare -Hai bisogno di preservativi? 
-No papà, conservali per voi visto che avete la serata libera. 
Tra i due, quello imbarazzato era solo l'adulto. 
-Inoltre ho sedici anni- continuó a far presente l'adolescente -quando avete iniziato tu e papà a fare sesso? 
-Bene!- quasi balbettó Tetsuro -Divertitevi! 
E così com'era arrivato, andò via velocemente. 
Haru rise e gli mise un braccio intorno alle spalle mentre i due si dirigevano dentro la villa, poi commentò -solo tu riesci a fare discorsi del genere senza scomporti minimamente. 
-Qual è il problema? È un discorso come un altro, non vedo perché debbano esserci ancora dei taboo al giorno d'oggi. Guarda che anche i tuoi genitori fanno sesso. 
Ad Haru scese un brivido lungo la schiena, poi borbottó -non ricordarmelo. 
-Eccoli qui i miei due uomini!- Diane comparve dal nulla e si mise in mezzo a entrambi con un braccio sulle spalle di ciascuno. Per quanto con Kea le venisse facile considerando che erano quasi alti uguali, con Haru era un pó più difficile, visto che a soli diciassette anni era già alto un metro e ottantacinque. Tutto ciò, tuttavia, non sembró preoccuparla e continuó a chiedere -Di che state parlando? 
Kea rispose -Dei nostri genitori che ancora fanno sesso. 
Diane annuì consapevole -Vero, oggi papà stava facendo dei cioccolatini al rum, so che li fa quando vuole che papà Waka diventi più… aperto. 
-Basta!- quello di Haru fu per lo più un urlo -mi state rovinando la festa! Vado a salutare i gemelli Bokuto! 
E così schizzó via verso i due fratelli che stavano discutendo di qualcosa davanti il tavolo delle bevande (analcoliche), non una grande novità. 
Rimasti soli, Diane si rivolse a lui -Ami non viene? 
Kea scosse il capo -Sai quanto odia andare a più di una festa al mese, inoltre è impegnata a parlare con quel ragazzo che ha conosciuto online, quello di Miyagi. 
Diane fece un sorrisetto -E tu non sei geloso? 
-Dovrei? Vi ho detto mille volte che vedo Ami solo come un'amica. 
La ragazza alzó le mani in segno di resa -Dico solo che non ti piace mai nessuno, come farai a capirlo se neanche ci provi? 
-Papà Kenma mi raccontó una volta che a lui non è mai interessato nessuno se non quello che adesso è suo marito. Immagino quindi che debba semplicemente aspettare. Inoltre non è vero che non mi piace nessuno!
Diane scosse la testa –Isak non vale, è un modello e va nella lista delle celebrità che non ci calcoleranno mai. Io qui parlo di esperienze! Dovresti fare esperienze! 
-Come sta facendo Haru in questo momento provandoci con quella ragazza?
Diane si voltò di scatto, strinse gli occhi e iniziò a marciare verso quello che era il suo ragazzo, forse, Kea ormai non riusciva più a tenersi al passo con i loro tira e molla. 
Adorava sia Haru che Diane, erano praticamente i suoi due migliori amici, ma messi insieme erano troppo da gestire. Litigavano due volte su tre dei loro incontri e si lasciavano più volte di quanto sarebbe stato normale, ma riuscivano sempre a farla funzionare in qualche modo, quindi Kea non giudicava.
Haru si era trasferito a Tokyo da Miyagi quando aveva all’incirca cinque anni, questo perché suo padre Oikawa era stato comprato da una squadra di pallavolo con sede in quella nuova città, quindi si era trasferita tutta la famiglia. Qui Haru aveva iniziato una nuova scuola, la stessa di Kea. Fu in uno di quei primi giorni che Hajime e Tetsuro si riconobbero facendo presentare anche i due bambini, fu poi grazie alle diverse uscite e partite di pallavolo che avevano organizzato le famiglie che i due bambini iniziarono a diventare amici giorno dopo giorno.
Con Haru poi arrivò anche Diane, era una bambina della sua stessa età con la quale litigava sempre, ma che aveva anche deciso che sarebbe stata la sua fidanzatina. Diane comunque non era male, quindi a Kea non era dispiaciuta come aggiunta al loro gruppo. Gruppo nel quale già stavano Ami (che si erano conosciuti con Kea da piccoli a un club di lettura) e i gemelli Bokuto (che conosceva fin da quando erano piccoli essendo i loro genitori migliori amici).
Arrivati alle medie e poi al liceo, sia Kea che Haru furono mandati al Nekoma, mentre Diane ed Ami all’Itachiyama e i Bokuto al Fukurodani. Kea era andato al Nekoma perché era la scuola dei loro genitori, mentre Oikawa aveva deciso di mandare suo figlio lì perché aveva esclamato “lasciano quella scuola solo persone ricche”. Kea non era tanto sicuro di quella generalizzazione ma, considerando quanto la sua famiglia fosse effettivamente ricca grazie ai lavori di entrambi i genitori, non poteva di certo dire nulla.
Diane fu mandata all’Itachiyama semplicemente perché Ushijima aveva grande rispetto di quella scuola e delle persone che l’avevano frequentata.
Nonostante quella separazione, per i due ragazzi non fu difficile mantenere i rapporti con Diane e quella serata ne era una prova. Così anche come per il resto del gruppo.
Kea sospirò, cercando di decidere velocemente se era meglio cercare di placare la litigata tra Diane e Haru o unirsi ai casini dei gemelli Bokuto. Pensandoci bene, Kea capì di doversi decisamente fare nuovi amici.
 
-
 
Natsu rise tirato alla battuta che uno dei suoi amici aveva fatto. Anche se definirli "amici" era un po' troppo, non erano quelle persone che invitava a casa e non erano di certo quella categoria di umani che avrebbe mai voluto presentare a sua madre.
Ma erano i "fighi" della classe, coloro ai quali non potevi dire di no se non volevi passare degli anni di liceo di merda.
Natsu sapeva bene come doveva comportarsi e le risposte sempre pronte per ogni occasione. Andava già avanti così da un anno, era sicuro che avrebbe continuato fino al diploma, ma quella sera un imprevisto cambiò ogni sua previsione.
Natsu fece l'errore di dire che non era andato a letto con la ragazza che la settimana prima gli aveva chiesto di uscire. Non che non si fosse trovato bene con lei, ma neanche la conosceva. Un'uscita di due ore al cinema non poteva essere considerato un modo per conoscersi. A stento Natsu ricordava il suo nome, non voleva perdere la verginità in quel modo e non voleva soprattutto fare qualcosa per la quale non si sentiva pronto. Solo perché aveva diciassette anni non significava che fare sesso diventava un qualcosa di obbligatorio.
Nessuna di quelle frasi, tuttavia, riuscì a lasciare la sua bocca. Balbettó qualcosa che nessuno riuscì a comprendere e questo portó i suoi amici ad attaccarlo.
-Femminuccia- lo schernì uno.
-Cosa sei, una checca?
Natsu sentì il suo volto andare a fuoco, aprì nuovamente la bocca per cercare di difendersi da quelle accuse che non si aspettava, ma fu una nuova persona a intervenire.
-Avete qualche problema?
Il ragazzo che intervenne era più basso di lui di almeno mezza testa, i suoi lunghi capelli neri erano legati malamente sul capo con diverse ciocche che erano sfuggite al suo controllo e i suoi occhi dorati erano tranquilli ma decisi.
-Chi sei tu?- domandó infastidito quello che gli aveva dato della "femminuccia" -Ti senti toccato da questo discorso? Sei una checca anche tu?
Il ragazzo rimase impassibile a quell'insulto, poi rispose calmo e pragmatico come se stesse commentando le previsioni del tempo con un amico di vecchia data –Chi lo sa? Forse, ma puoi stare tranquillo visto che non saresti nella mia lista.
Senza aspettare che la vittima delle sue parole riuscisse a rispondere a tono, spostò lo sguardo sul secondo e sorrise impercettibilmente mentre gli si rivolgeva -Bella giacca, sono sicuro che il mio papà non sarebbe molto felice di sapere che persone come te che pensano certe cose la indossino, ma posso farti il favore di non dirlo a casa. Sai, l'altro mio papà è una persona molto protettiva con la sua famiglia.
La risata di una ragazza li raggiunse, Natsu spostò lo sguardo su questa bellissima straniera dai capelli rossi e le lentiggini che commentò con un tono che trasudava ironia -Che figura di merda, non puoi andare in giro a sfottere i gay e poi indossare una giacca di Kodzuken. Non sei coerente, capisci? Devo insegnarti tutto io?
Il ragazzo era ormai rosso dalla rabbia, i pugni chiusi mentre sibilava -Lui non è gay!
La ragazza si limitó a continuare a ridere mentre il ragazzo dai capelli lunghi si voltò verso di lei, si portò una mano al cuore e con un finto tono sconvolto disse -Oh no, quindi da chi sono stato cresciuto per sedici anni?
-Ti sei intromessa in una situazione che non ri riguarda, strega!- urlò il primo per cercare, probabilmente, di distogliere l'attenzione dal suo compagno.
-Invece mi riguarda- rispose subito lei -Sai quanto sarebbero delusi i miei due papà se sapessero che non ho preso parte a una discussione del genere?
A quella scena che era ormai diventata surreale, si avvicinò un terzo ragazzo: alto, muscoloso, i capelli castani con più gel di quanto Natsu avrebbe mai usato e i suoi occhi scuri che lanciavano lampi di rabbia.
-Hai forse chiamato la mia ragazza strega? Nessuno ti ha detto che sono l'unico a poterlo fare?
Neanche trenta secondi dopo, i suoi due amici erano fuggiti tra la folla come se non fossero mai stati lì.
A quel punto la rossa si voltó verso l'ultimo arrivato con un sorriso malizioso in volto e gli occhi luminosi, gli disse -Eri così sexy- e i due iniziarono a baciarsi al limite dell'indecenza.
Natsu, a quel punto, poté solo concentrarsi sul primo ragazzo che era intervenuto per difenderlo, questo incroció il suo sguardo e offrendogli un sorriso dolce gli domandó -Tutto bene?
E mentre il cervello di Natsu andava completamente in blackout, la sua bocca urlava -Non sono gay!
Il ragazzo lo fissò confuso, sbattè più volte le palpebre e poi rise brevemente. Una risata completamente diversa da quella che aveva rivolto alle sue vittime di poco prima.
-Va bene, non è importante. Inizi sempre le conversazioni così?
Natsu si sentiva il viso talmente caldo che era sicuro ci avrebbero potuto cucinare sopra.
Era talmente imbarazzato che non riuscì a rispondere nulla, fu quindi sempre il ragazzo a prendere la parola.
-Ricominciamo, ti va?- gli porse la mano -Mi chiamo Kuro Kea, ho sedici anni e frequento il primo anno del liceo Nekoma.
Okay, quello era facile.
-Daisho Natsu- rispose piano mentre gli afferrava la mano -ho quasi diciassette anni e frequento il secondo anno del Nohebi.
  
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