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Autore: syila    04/08/2022    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXI°
Ogni Paese ha le sue leggi, ogni famiglia le sue regole.

I suoni rassicuranti delle risate infantili e il chiacchiericcio di alcune comari fuori dalla finestra accompagnarono il risveglio del Signore degli Shen, che accolse senza fretta il mondo esterno indugiando pigramente nel letto ancora tiepido del corpo dell'amante.
Yun Bai non era lontano, avvertiva la sua presenza nei paraggi e memore della promessa fatta alla maestra evitò di correre fuori a cercarlo mezzo nudo.
Il suo baobei era tornato a casa, aveva diritto di godersi i gli affetti e le amicizie ritrovate dopo una lunga assenza.
Quando infine decise di mettere i piedi per terra scoprì che mani premurose aveva provveduto a lavare e stirare i suoi vestiti, rammendandoli nei punti lacerati dalla tagliente gabbia in cui lo avevano tenuto prigioniero durante il duello.
Il completo firmato era da buttare, tuttavia il lavoro di cucito era stato così buono che lo indossò ugualmente, perché un vero gentiluomo portava l'abito vecchio come se fosse nuovo e quello nuovo come se fosse vecchio e perché l'alternativa era una tenuta da meditazione, che su di lui faceva l'effetto di un pigiama da ospedale.
Il piccolo edificio dove abitava il maestro Sheng era grazioso e confortevole, arredato con pezzi di pregiato antiquariato cinese forse recuperati dalle abitazioni in disuso e assemblati con gusto.
Girovagando tra lo studio, il soggiorno e la camera da letto Ye Xue trovò poche tracce di “vita vissuta”; niente fotografie, ritratti o quell'affettuoso ciarpame che non si vuole mai buttare via e crescendo nel tempo racconta un'intera esistenza.
Il motivo gli era già noto: il mago aveva traslocato nel padiglione all'indomani dell'investitura ufficiale a maestro e lo utilizzava solo per dormire e studiare.
Di fatto continuava ad abitare nel palazzo della sua Dǎoshī.
Come un adolescente che dorme nella dependance in giardino per sentirsi grande... Dopotutto è ancora un mammone!
L'Immortale uscì ridacchiando sulla veranda e qui il suo sorriso s'irrigidì in una smorfia nel vedere che la “mamma” dell'adolescente in questione lo stava aspettando sugli scalini all'ingresso, appoggiata allo shuangshou jian Occhio di Tigre.
“Intendi eliminarmi lontano da occhi indiscreti poi dire a Yun Bai che ho deciso di partire perché ho capito di non meritarlo?” l'apostrofò in modo bonario il Signore degli Shen andandole incontro.
“Le tue parole sono furfantesche, come la tua faccia!” esclamò la maga in maniera altrettanto diretta “Ma ammetto di averci pensato una volta o due.”
“Dalla maestra Liu Huang Yu non potevo aspettarmi niente di meno onesto.”
Ye Xue la blandì omaggiandola di un inchino, che lasciò l'interessata piuttosto indifferente.
“Sono qui perché ieri scalpitavi dalla voglia di batterti al posto di Baobao, ti è già passata?”
“Vuoi... sfidarmi a duello? Questa smania del mettere mano alla spada è forse una regola per i visitatori del Tempio? Venite bene armati e preparatevi ad essere sfidati prima di colazione! Diamine, qualcuno potrebbe eccepire sulla vostra ospitalità!”
“Voglio accertarmi che Baobao non abbia davvero scelto l'unico Artiglio di Drago vigliacco del Mondo degli Spiriti!”
“In tal caso sono costretto a darti una dimostrazione...” rispose l'Immortale punto sul vivo “Vado a procurarmi la spada!”
“Almeno è facile da motivare...” commentò placida la maga vedendolo scomparire.
La sua assenza durò il tempo necessario a far bollire l'acqua per il tè.
Dopo cinque minuti il Signore degli Shen era di ritorno con un jian di elaborata fattura, che aveva sicuramente visto periodi migliori.
“Pensi di battermi con quel ferro vecchio? Non ti sognare di chiedere i danni se l'acciaio andrà il pezzi al primo assalto.”
“Sai come si dice: brutta apparenza, tutta sostanza!”
“Hai preferenze per il terreno di scontro?” chiese Huang Yu incrociando la lama con quella dell'avversario.
“Affatto, ma il tuo baobao potrebbe lamentarsi se gli demoliamo il giardino...”
“Il mio baobao distingue a malapena un cespuglio di ortensie da una pianta di peonie, non lo noterà nemmeno!”
Sul sentiero che costeggiava il padiglione di Yun Bai transitavano bambini, famigli e qualche mago anziano, ma nessuno sembrava particolarmente incuriosito dal duello in corso.
I passanti rallentavano, occhieggiavano tra le siepi poi proseguivano per la loro strada, segno che lo spettacolo di due persone impegnate in un combattimento doveva essere abbastanza frequente nella Scuola del Salto della Tigre.
“Non avevi tanta foga ieri sera... Sono un avversario troppo impegnativo io o tu eri troppo tenera con Yubi?”
“Ti sembro tenera?”
“Come il cuscino del Buddha dorato di Qianfoshan*!”



La maestra Liu era una combattente di tutto rispetto e doveva impegnarsi per contenere i suoi assalti, spesso giocati su finte e mosse scorrette.
Una simile esperienza si acquisiva solo in vere battaglie e gli assalti all'arma bianca erano terminati con le ultime guerre mondiali.
Ye Xue dedusse che la maga aveva molti più anni di quanti ne dimostrava il suo viso levigato e morbido, appena sfiorato dalla polvere del tempo.
“Pensavi veramente quello che hai detto ieri a Yun Bai?” chiese approfittando del suo momentaneo svantaggio, dopo averla spinta contro una delle colonne della veranda.
“Ogni singola parola e se fossi un Signore degli Shen passabilmente onesto sapresti che è la pura verità!”
Intrappolare una tigre in un vicolo cieco non era stata una buona idea; Huang Yu usò la spada per deviare l'attacco frontale dell'avversario, poi abbandonò la presa sull'arma, lasciando che proseguisse la traiettoria impressa dal colpo, a quel punto aveva attenuto il suo scopo: avvicinarsi abbastanza all'Immortale da estendere il braccio destro e afferrare il punto vulnerabile alla base del collo.
Esistevano almeno una dozzina di prese che avrebbero permesso ad un esperto di arti marziali di strappargli la trachea e Ye Xue non era curioso di sperimentare i risultati; trattenne la lama, tuttavia non fu abbastanza veloce da evitare che la maestra stringesse l'acciaio affilato con la mancina, ferendosi il palmo.
“Interessante...” sussurrò, socchiudendo le palpebre.
“Cosa?”
“Ciò che hai fatto con la tua spada.”
“Ti sei ferita di proposito?”
La maga aprì gradualmente la mano e gliela mostrò, sulla pelle i tagli si stavano già rimarginando.
“Le arti di guarigione della nostra scuola sono molto efficaci.” rispose “Combinate alla magia della Mente ci consentono di accedere a informazioni impossibili da ottenere altrimenti.”
“Usi il sangue per evocare i ricordi impressi negli oggetti?”
“In Occidente la definiscono Psicometria, è una tecnica rozza e sbrigativa, però funziona sempre.” rispose la maestra e aggiunse “Questa è la parte della storia che il mio allievo non conosce.”
Il Signore degli Shen impallidì, inorridito prima dalla rivelazione poi dal violento impulso di mettere a tacere chi l'aveva pronunciata.
“Non deve conoscerla.” dichiarò in soffio “Non adesso, non...”
“Non da altri stavi per dire... Ora chi è che pensa di eliminare un testimone scomodo?” lo anticipò la donna, sottolineando quelle parole con un leggero sogghigno.
Ye Xue rinfoderò il jian e s'inchinò, come a volersi scusare.
“Darei un dolore troppo grande al maestro Sheng, perfino più grande di scoprire com'è morta Jīn Yè e le tragedie che sono seguite a causa mia.”
Si aspettava dei rimproveri, una predica, anche delle minacce, invece scoprì che Huang Yu condivideva i suoi timori.
“Non è pronto e comunque non spetta a me rivelarglielo.”
Baobao ha i suoi tempi per affrontare le cose...



Lo avevano portato lì in fasce, anzi indossava ancora la cuffietta azzurra ed era avvolto nella copertina dell'ospedale, da cui uno dei tanti collaboratori che agivano in incognito per conto dei maghi l'aveva sottratto tra enormi difficoltà e rischi personali.
Il rapimento di un bambino infatti restava un reato grave anche se si trattava di un mago, inoltre era difficile argomentare di poteri sovrannaturali e magia durante un processo penale.
Nella mentalità comune del Ventunesimo Secolo la Magia era considerata alla stregua della filosofia New Age, dell'Era dell'Acquario, dei Bambini Indaco; ottima a vendere libri e ad imbastire film, giochi e serie televisive, ma pur sempre parte di un retaggio arcaico di paure e superstizioni dalle quali l'uomo moderno si era fieramente elevato.
Ai maghi e alle altre creature questo scetticismo faceva comodo e gli permetteva di passare inosservati, soprattutto agli occhi sempre più attenti di chi poteva trarre vantaggio dai loro doni: i governi, gli apparati militari, la criminalità.
In tal senso le alternative che si prospettavano al piccolo orfano erano considerate inaccettabili: senza una comunità di suoi simili a proteggerlo il bambino sarebbe cresciuto come un deviato, un alienato o peggio sarebbe stato inghiottito da un laboratorio segreto per farne una cavia, un'arma o uno strumento di controllo.
Talvolta erano gli stessi maghi a sbarazzarsi del problema, se non era possibile trasformarlo in una risorsa.
Crescere un neonato con doni mistici, qualunque fosse la loro origine, era un investimento enorme in termini di energia, tempo e denaro, specie per le piccole scuole isolate come quella del Salto della Tigre.
“È arrivata un'altra bocca da sfamare?”
“Potremmo risolvere il problema togliendo il pane dalla tua boccaccia sdentata per darlo a lui.”
Ciononostante Liu Huang Yu non aveva mai rifiutato nessuno; cinesi, coreani, vietnamiti, birmani... Gli anziani ricordavano ancora un sanguemisto giapponese; un lascito della Seconda Guerra Mondiale, che il padre aveva abbandonato durante la ritirata per andare a morire da eroe su un aereo nel Pacifico.
La maestra l'aveva accolto, cresciuto, educato e spedito nel Nuovo Mondo, dove a quanto si sapeva era ancora in giro a fare danni.
“Hai delle maniere terribili a-Yu, adesso conta più un lattante di un anziano? Dov'è finito il rispetto?”
“Tu l'hai perduto insieme all'umanità! Dovresti essere il primo a gioire di un nuovo allievo, lui è il futuro delle nostre conoscenze e tradizioni, o pensi di portarle nella tomba vecchio rimbambito egoista?”
“Guardalo almeno, ha l'aria gracile e triste, attirerà la sfortuna sulla Scuola!”
“L'avresti anche tu se tua madre fosse morta dandoti alla luce e nessuno volesse adottarti, perché capitano cose strane a chi ti sta vicino!”
“Ma...”
“Un'altra parola e il posto di Dotto Bibliotecario sarà libero entro sera!” minacciò la maestra e l'anziano mago in vena di polemiche batté in ritirata, dato che la Caposcuola era solita far seguire alle minacce anche i fatti.

“Però è vero: sembra mingherlino e debole...”
“Bàba per favore...”
Huang Yu era rimasta sola col neonato in braccio che la fissava in silenzio, come se avesse capito che non era il momento di mettersi a piangere, verseggiare o fare quelle cose che ci si aspetterebbe da un fagottino di pochi mesi, stanco, affamato e disorientato.
Qualcuno però aveva tenuto il punto e non si era fatto scoraggiare dai modi ruvidi della maestra Liu: un'adorabile coppia di canuti vecchietti, sui quali il tempo aveva ricamato un intero corredo di rughe, curvando le loro spalle fino a farli somigliare agli gnomi delle favole.
“Ho ragione Māmā?” chiese imperterrito l'anziano, posando la mano premurosa e tremante sulla spalla della sua compagna, quasi a voler sollecitare la sua risposta.
“Niente che le mie pappe d'avena non possano risolvere.” l'interpellata annuì benevola e aggiunse “Lo porterai a vivere nel tuo palazzo a-Yu?”
La maestra esitò un attimo, il nuovo arrivato continuava ad interrogarla col suo cipiglio silenzioso e lei sentì la necessità di una spiegazione più argomentata.
“Ha bisogno delle balie e di abituarsi ad avere altre persone attorno. All'ospedale lo tenevano in una stanza da solo, lontano dalla nursery e nessuna delle infermiere rimaneva più del necessario, perché avevano paura. Inoltre un neonato piange, strilla, si lamenta, disturberebbe i miei esercizi di meditazione... Che c'è? Perché state sorridendo?”
“Tanto sappiamo come andrà a finire...” annuirono placidi i due anziani.
“Se volevo un figlio lo avrei fatto a suo tempo, i miei doveri verso la scuola vengono prima delle faccende private e...”
La filippica della maestra a quel punto s'interruppe, la coppia era sparita senza preavviso e lei era di nuovo sola col suo fardello in braccio.
“È inutile che mi guardi, il mio padiglione è inadatto un bambino così piccolo ed è pieno di oggetti pericolosi, quando sarai cresciuto un po' ne riparleremo." disse dopo aver rigirato il braccialetto identificativo che aveva al polso sinistro "Adesso bisogna trovarti un nome... perché Ventuno Dicembre, due chili e trecento grammi è davvero brutto."
Il cruccio del bambino accentuò l'increspatura sulla sua fronte, come un temporale che minacciava di sfogarsi all'improvviso in una bella giornata di sole.
"Yun... Yun andrà bene... e non azzardarti a protestare o a piagnucolare, sei un moccioso, se devo chiamarti per un rimprovero almeno il nome deve essere breve!"
Inaspettatamente il piccolo sgranò un sorriso mettendo in mostra due minuscole fossette, fino ad allora celate dall'espressione mesta e rassegnata.
Huang Yu sospirò.
Bà e Mā avevano ragione, poteva imbrogliare gli altri maghi, ma non gli spiriti guardiani della scuola.




“Glielo dirò.”
“Devi farlo, una relazione fondata sulla menzogna ha vita breve.”
“Forse non sono la persona che vorresti vedere accanto a Yun Bai...”
“Si e per motivi diversi da quelli che immagini.”
La maestra tolse le mani dal getto della fontanella e le agitò per scrollare via l'acqua.
“Siamo entrambi maschi.” le fece cautamente osservare il Signore degli Shen, porgendole un telo di lino.
Huang Yu si strinse nelle spalle.
“I maghi manifestano il loro conformismo in altre circostanze, certo lo preferirei sposato ad una brava moglie, anzi avevo già cominciato a vagliare qualche candidata...”
“Gli stavi combinando il matrimonio?” chiese Ye Xue scandalizzato.
Di nuovo lei fece spallucce.
“Perché ti stupisci? Nella tua epoca le cose funzionavano così e in Cina questa tradizione è ancora in auge, nonostante adesso si usino telefonini e nomi inglesi.”
“Conosci i cellulari?”
“Dì un po': ci hai scambiato per cavernicoli?”
“Beh, vivete in una grotta, usate luci magiche e non ho visto parabole satellitari, schermi al plasma o cavi in fibra ottica da queste parti...” rispose l'Immortale, opponendo un sorriso conciliante al minaccioso dito indice che la maestra gli stava agitando sotto al naso.
“Abbiamo televisione, radio e telefono...sono all'esterno, nel tempio. ” borbottò la maga un po' riluttante “I ragazzi hanno il permesso di seguire le trasmissioni la sera, dopocena.”
“Oh, una vita dissoluta! Ecco spiegato il motivo della presenza di anziani e bambini, i maghi adulti scappano appena scoprono le meraviglie dell'era moderna!”
“Parli di cose che non conosci, chiudi quella bocca insolente o te la chiuderò io!”
Ye Xue alzò le mani in segno di resa, ma non seppe resistere e chiese conferma “È vero o no?”
“Non è questione d'ingratitudine bensì di opportunità.” Huang Yu agitò la mancina, come a scacciare un insetto molesto “La vita di un mago è tesa al perfezionamento continuo, ad una certa età diventa normale il desiderio di confrontare le proprie conoscenze con quelle di maghi che magari abitano dall'altra parte del globo e recentemente questo è diventato molto più facile.”
Il Signore degli Shen annuì, il progresso del Ventesimo secolo aveva favorito gli spostamenti, l'incontro tra culture diverse e un nuovo modo di vedere il mondo.
“Eppure ciò che dici dovrebbe valere anche in senso opposto, la Scuola del Salto della Tigre ha una tradizione antichissima; azzardo una cifra: in questi edifici sono racchiusi almeno un paio di millenni di sapere magico!”
“Fai tremila...” brontolò Huang Yu.
“Quindi qui fuori dovrebbe esserci la fila di maghi e apprendisti, ma forse la venerabile Caposcuola non vuole condividere i preziosi segreti del Tempio con estranei... ” suggerì suadente e un po' ironico l'Immortale, sapendo di provocare l'irascibile interlocutrice.
“Non trasformerò questo Tempio in un albergo di lusso per vedere dei maghi annoiati bazzicare tra i nostri cimeli e le biblioteche come turisti in gita! Abbiamo una reputazione da difendere e se l'isolamento e l'arretratezza sono un prezzo da pagare lo pago volentieri!”
“Tu si, però hai pensato ai bambini? E a... baobao?”
“Cosa c'entra baobao?”
“L'incarico di ambasciatore delle Scuole dell'Est a Serannian è temporaneo, prima o poi vorrà tornare.”
“Baobao è un maestro ormai, sceglierà da solo il suo percorso e se pensi che sia quel genere d'insegnante che tiene l'allievo attaccato alla gonna fino alla vecchiaia ti sbagli di grosso!” ribatté la donna con un tono forse più aspro di quanto avrebbe voluto.
“Quindi non t'importa di lui?”
“M'importa che tu vada a prenderlo adesso, così potrò finalmente sbarazzarmi della tua irritante petulanza!”



Che brutto carattere...
Critica gli abitanti del Mondo degli Spiriti quando è lei la prima ad essere disonesta.
Dovrebbe ammettere di tenere a Yubi e magari dirglielo, invece di fare l'aquila arcigna sul picco di roccia!
Ye Xue stava seguendo certi ragionamenti che avevano lo stesso percorso tortuoso del sentiero che conduceva alla Casa del Drago Giallo*.
Il brusco congedo della maestra Liu lo aveva indirizzato al luogo in cui i maghi più giovani praticavano gli esercizi spirituali; l'edificio era in sostanza un porticato coperto che circondava su quattro lati un piccolo prato dove il maestro Sheng sedeva attorniato da una decina di allievi più grandi, tra i quali anche Ubon.
Riconobbe nell'aria il frizzante sentore dell'energia magica in circolo, alimentata dai praticanti in misura proporzionale alle loro capacità.
Almeno in teoria.
Non tutti infatti stavano contribuendo, un marmocchio sonnecchiava con la testa a ciondoloni sul petto; il Signore degli Shen tossì un paio di volte e l'apprendista sobbalzò, si guardò attorno come per accertarsi che nessuno avesse fatto caso a lui e riprese a meditare.
Poco dopo la sessione ebbe termine e ordinatamente i bambini si alzarono, salutarono il maestro e uscirono, Ubon si attardò per mostrargli un fiore di magnolia dai candidi petali arricciati e il mago si congratulò abbracciandola.
“Lei è la tua preferita?” chiese Ye Xue palesandosi quando l'amante rimase solo.
Yun Bai contemplò il fiore e sorrise.
“Non sarai geloso della mia shimei spero.”
“Eh? Geloso di una bambina? No! No! Come ti vengono in mente certe idee?”
“Bene, mi fa felice saperlo, lei invece è gelosa ed è arrabbiata perché mi porterai via di nuovo... Ti consiglio di stare attento a quello che mangerai oggi, è ancora un'apprendista, ma conosce molto bene le proprietà delle erbe.”
“Stai dicendo che potrebbe avvelenare il tè o gli xiao mai*?” esclamò l'Immortale sorpreso “Diamine, non so se mi spaventa di più l'idea di un'avvelenatrice adolescente o il fatto che tu lo dica col sorriso sulle labbra!”
“È che da fratello maggiore sono orgoglioso di lei.”
“Lasciatelo dire bao bei: hai una famiglia piuttosto pericolosa!”
Il sorriso del mago si allargò.
“Ti sei divertito con la mia Dǎoshī?”
“Divertito non è il termine che avrei usato per descrivere il nostro incontro di poco fa...”
“Le piaci.” rispose annuendo convinto, nonostante l'espressione scettica dell'amante.
“Immagina se non le piacessi...”



“Il tuo Qi è un completo disastro! Da un Artiglio di Drago così anziano mi aspettavo una predominanza del lato Yang, ma qui c'è troppa energia calda in circolo! Mi sorprendo che tu non abbia ancora preso fuoco!”
La maestra abbandonò sdegnosamente il polso di Ye Xue e si rivolse al suo allievo.
“Conosci i metodi per equilibrare il Qi, perché non li stai applicando?”
“Oh, ti assicuro che lui s'impegna tantissimo!” s'intromise il Signore degli Shen.
“Intendo metodi applicabili fuori dalla camera da letto!”
L'interpellato finse un'espressione scandalizzata e replicò con una frase degna del suo pupillo.
“Sei troppo rude maestra Liu Hanug Yu! Sono cose private!”
“Brutto libertino mascalzone hai perso da un pezzo i denti da latte! Non ucciderai il mio baobao col sesso, chiaro?”
Yun Bai, seduto tra i due come un argine alla loro eccessiva esuberanza, ridacchiava senza ritegno.
“Metterò in pratica tutti i tuoi preziosi suggerimenti e anche quelli di Baobao, avrai un genero esemplare!”
A quel punto toccò alla maga manifestare la sua indignazione.
“Ti ho forse dato il permesso di frequentare il maestro Sheng o di far parte di questa famiglia?”
“Ah, finalmente esponi la tua opinione! La relazione con Yubi deve avere benedizione della sua Dǎoshī!”
“Per tutti i demoni di Youdu* sparisci dalla mia vista!”
“Per sempre?”
“Certo! E Il mese prossimo voglio controllare ancora il tuo Qi, tienilo a mente e vedi di essere puntuale!”

Fine ventunesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissime e carissimi bentrovati(✿◠‿◠) !
Con questo capitolo si chiude il quarto arco temporale delle vicende sino-francesi che ha visto protagonista la coppia senior formata da Ye Xue e Yun Bai.
Se dubitate che Gege riuscirà a mettere in pratica i suggerimenti della maestra Hung Yu per tenere a bada l'eccesso di energia Yang... Fate bene!
Il nostro millenario Signore degli Shen è troppo lavativo, ma se ne torna a casa con un bagaglio di esperienze e informazioni molto più ricco, soprattutto su Yun Bai e sulle persone che gli sono state vicine e lo hanno cresciuto.
Rivedremo la maestra Huang Yu un po' più avanti, non temete che marcherà stretto questo suo "genero" distratto e fannullone! ^^
Il nuovo arco temporale è in dirittura d'arrivo e trascorsi i necessari tempi tecnici di editing e rifinitura alla fine dell'estate ritroverete anche senior e junior!
Preparatevi a tanto gallismo molesto e a conoscere una famiglia di maghe molto, ma molto particolare!
In fondo a Serannian ci sono due Primi signori e noi abbiamo visto solo Tersilius per adesso :3
In pieno clima elettorale vi prometto: più coniglietti, più mannari e più effetti speciali per tutti! Buon cibo, fiumi di alcol e battibecchi sinofrancesi sono compresi nell'offerta, non mancate!
Sempre in questi lidi in tempi mediamente brevi e forse con un intermezzo vampirico o vittoriano, se il caldo non mi stronca prima ^^
Ringrazio i fedelissimi del cestone di vimini che mi hanno seguito finora nella scalata alla Montagna di Giada: Oldie, Tenar e Primavere e tutti quelli che leggono e preferiscono la storia dietro le canne di bambù ^^
Ni hao e a presto!

Termini e spiegazioni:
Buddha dorato di Qianfoshan: Enorme scultura del Buddha, realmente esistente in Cina, è realizzata in cemento armato dorato, quindi Gege non fa proprio un complimento alla maestra Yu ^^ (Buddha dorato
Drago Giallo: questa divinità mitologica è il guardiano del centro e rappresenta l'elemento della terra, la quintessenza cinese, nonché il cambiamento delle stagioni (fote Wikipedia).
Xiao Mai: ravioli cinesi al vapore coi gamberi.
Demoni di Youdu: Youdu è la capitale di Diyu, il regno dei morti cinese.



   
 
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