Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Fuyuko_takahashi    13/08/2022    0 recensioni
//RanMasa//
Aitor Cazador odia la scuola, le regole e dover essere gentile a forza solo per piacere a persone che prima o poi lo abbandoneranno.
lui preferisce fare qualche scherzo stupido con il quale attirare l'attenzione, piuttosto che dire un 'ti voglio bene'. Quest'ultimo è un trattamento riservato a pochissimi.
Mostrare affetto e affezionarsi non è nelle sue corde, perché dovrebbe? Se neanche i suoi genitori sono stati capaci di amarlo, come potrebbero farlo gli altri?
Così preferisce stare solo e giocare a calcio. L'unica cosa che, sin da piccolo, lo rende veramente felice. Per questo entrerà nella Raimon per distruggere il Quinto Settore. Quel gioco sporco e corrotto non è il suo calcio e lo dimostrerà con tutte le sue forze.
//Fede Stonewall-Sharp è il mio personaggio//
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aitor

Mi guardo intorno, stringendo tra le braccia l'orso di peluche che porto sempre dietro. Si chiama Ottie. Me lo hanno regalato i miei genitori quando ho compiuto tre anni. Ora ne ho cinque, sto diventando un bimbo grande.

Mamma e papà hanno detto di aspettarli qui. Loro devono solo comprare i biglietti. Ora tornano e partiamo tutti insieme. Mi hanno detto che andiamo in un nuovo posto, una nuova casa. Non vedo l'ora che tornino. Magari mi portano anche delle caramelle!

Continuo a far vagare gli occhi tra i treni e le persone che aspettano. Dondolo le gambe, la panchina su cui sono seduto è troppo alta e io sono troppo piccolo, i miei piedini non arrivano per terra. Però papà mi ha detto che quando sarò grande, sarò alto alto. E anche muscoloso. 

Intravedo una chioma azzurra e mi giro, però non è il mio papà. E accanto a lui non c'è la mia mamma. Quanto ci mettono? Forse stanno avendo dei problemi. O forse si stanno nascondendo! Si! Vogliono giocare con me!

Salto giù dalla panchina e scruto tutti i possibili nascondigli dove potrebbero essere. Corro dietro ad un muro, ma non li trovo. Mi giro, ritorno vicino alla panchina. Non posso allontanarmi troppo, perché poi non mi troverebbero più. E io rimarrei senza mamma e papà. Non voglio rimanere senza mamma e papà.

"Aitor?" Mi giro verso la voce gentile che mi chiama. Una signora con i capelli neri e gli occhi blu mi sorride.

"Chi sei?"

"Ciao, piccolo. Io mi chiamo Lina."

"Dove sono mamma e papà?" Qualcosa passa dentro ai suoi occhi. Non capisco cosa.

"Loro sono dovuti andare via. Mi hanno chiesto di venire a prenderti"

"Ma noi dobbiamo partire! Hanno detto che dovevamo trasferirci. Vedi? Lì c'è la mia valigia!"

"Piccolo, ascoltami. I tuoi genitori hanno dovuto lasciare la stazione. Ora la valigia la portiamo con noi, okay?"

"Ma poi tornano?"

"Andiamo, piccolo. Ti porto a casa con me." Non risponde alla mia domanda, mi afferra una mano, con l'altra prende la valigia e iniziamo a camminare verso l'uscita della stazione.

Andrà tutto bene, Ottie. Mamma e papà torneranno a riprenderci.

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Sono tutto sudato e agitato. Il petto mi si alza e abbassa irregolarmente.

'Fanculo! Non meritano il mio pianto, non meritano neanche un mio pensiero. Non possono intrufolarsi nei miei sogni, ora. Mi hanno abbandonato.

Corro in bagno, o almeno ci provo. Perché uscendo dalla mia camera mi scontro con qualcuno e finisco per terra, con un corpo addosso. 

Sento odore di fragola e panna e quando alzo gli occhi, noto che Gabi è caduto addosso a me.

"Ahi!"

Lo spingo via, mettendomi seduto.

"Stai bene?" Alzo lo sguardo verso di lui, ancora steso a terra. Annuisco, ma non pronuncio nemmeno una parola. È come se avessi un groppo in gola che mi impedisce di parlare.

Avvicina una mano alla mia guancia, lasciandomi una carezza leggera. Per un secondo, mi lascio andare al suo tocco. "Stai piangendo" 

Mi alzo di scatto, e continuo la mia corsa verso il bagno.

"Aitor! Aspetta!" 

Mi sciacquo la faccia e mi fisso nel riflesso dello specchio. Anche da solo riesco a vedere il dolore in cui le mie iridi sono immerse. Perché non riesco a superarlo?

"Sto bene. Lasciamo in pace!" Corro al piano di sotto, ma lui non mi molla.

"No! Non stai bene. Che hai?"

Scuoto al testa, mentre prendo un pentolino e verso un po' di latte all'interno. Gabi segue i miei movimenti, mi osserva afferrare una tazza e svuotarci il latte dentro. 

Chiudo gli occhi, mi appoggio al mobile e bevo un sorso di latte caldo. 

Jordan me lo prepara sempre.

"Che hai?" Riapro gli occhi. Sembra preoccupato.

"Ho solo fatto un brutto sogno"

"Un brutto sogno o un brutto ricordo?"

"Cosa?" Fede gli avrà detto qualcosa? Oppure i mister?

"Non lo so. Sembri troppo scosso per essere stato solo un sogno. Sembra più che tu voglia toglierti dalla testa un ricordo."

"Era solo un sogno." Scuoto la testa. "Tu perché sei sveglio?"

Fa spallucce.

"Non riuscivo a dormire. Stavo scendendo a prendere un bicchiere d'acqua." Noto che però non ha nulla tra le mani. Quindi apro il ripostiglio da dove ho preso la tazza, afferro un bicchiere e poi recupero l'acqua in frigo, riempiendolo.

Lui mi guarda come se avessi tre teste. "Grazie"

Mi volto e raggiungo il divano, sedendomi sopra. Afferro il computer sul tavolo, probabilmente di Riccardo, e lo accendo entrando su Netflix.

"Che stai facendo?" Lui si mette accanto a me, con il bicchiere d'acqua ancora stretto tra le mani.

"Voglio guardare un film. Provare a dormire è inutile, non ci riuscirei." Annuisce, poi porta le gambe sopra il divano e le incrocia dietro.

"Che stai facendo?"

"Mi metto comodo. Vuoi guardare un film, no? Allora guardiamolo."

"Ho detto che io voglio guardare un film. Tu tornatene a dormire"

Fa una smorfia. "Riccardo russa troppo, non riuscirò mai a prendere sonno." Poi si allunga e afferra la coperta sulla poltrona affianco. "Dai metti questo film"

Che scocciatura.

"Okay. Ma è il mio film preferito. Non provare a parlare o a interrompere. E non commentare troppo."

Cerco il film nella barra di ricerca e mi sistemo meglio, rubandogli un pezzo di coperta.

"Che film è? Non l'ho mai visto!" 

"Allora rimediamo." Premo play, sotto il suo sguardo attento.

"Questa è Berk. È dodici giorni a nord di disperazione e pochi gradi a sud di morire di freddo, si trova esattamente sul meridiano della miseria. Il mio villaggio. In una parola: solido. Ed è qui da sette generazioni, ma ogni singola costruzione è nuova. Abbiamo la pesca, la caccia e un'incantevole vista del tramonto. L'unico problema sono le infestazioni. In molti posti hanno topi, o zanzare. Noi abbiamo..." Rimango con gli occhi fissi sullo schermo, mentre il film, che ormai so a memoria, scorre davanti ai miei occhi. Miei e di Gabi. "I draghi.

 

 

###

Spazio autrice

Qui solo per dirvi che se qualcuno riconosce il film avrà la mia stima eterna! E anche per dirvi che scrivendo la prima parte del capitolo ho quasi pianto, però era necessario per farvi capire un po' di più il mio Aitor.

Buona lettura.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Fuyuko_takahashi