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Autore: ArielSixx    07/09/2022    0 recensioni
In una società post-moderna in cui guerre e carestie dilagano una società segreta porta avanti dei misteriosi esperimenti utilizzando dei ragazzi come cavie. Selena è una di loro e si ritroverà per necessità ad avere a che fare con un esperimento che cambierà per sempre le sorti della sua vita.
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la morte arriva ti attanaglia nelle sue viscere, lenta come una ninna nanna che ti culla nel sonno. Un soffio che ti gela la pelle e fa calare il silenzio. Ma quando resti non vi è posto in inferno o paradiso, solo il vuoto che rimane dove non vi è più niente. Ci vuole più coraggio a restare, guardare dove prima stava chi amavi e non trovare nulla. Sentire l'eco dei passi nel bel mezzo della giornata, ritrovarsi a pensare a gesti quotidiani e non poterli più fare, rifugiarsi nei sogni la notte. Hai avuto il tuo tempo e l'hai vissuto come meglio potevi, assecondando il tempo e il destino. Travolgendo d'amore le vite altrui.

"Cosa stai facendo" mi chiede Kyle, mentre sto riempiendo un borsone dei pochi averi che ci rimangono. Sta seduto a terra con le spalle appoggiate al muro e le ginocchia tirate su fino al petto, i riccioli castani gli ricadono sugli occhi e ha l'aria di uno che si è appena svegliato. È riuscito a fare un pasto decente con gli ultimi spiccioli che ci rimanevano, la sua felpa coi dinosauri sporca di salsa ne è la conferma.

"Andiamo a fare una gita", rispondo. Non saprei neanche come spiegare a un bambino di otto anni tutto quello che sta succedendo. È inevitabile renderlo anche solo in minima parte consapevole, non sono come sono riuscita a tenerlo nella sua bolla fino ad adesso, miracolo forse o fortuna, due parole che non si sentono mai da queste parti.

"Anche Wynona e Mad vengono con noi?", il volto gli si illumina di gioia. Sto tirando fuori alcune cose da sotto la branda di Wynona: utensili di prima necessità, un paio di vestiti, una vecchia foto che non mi appartiene... tutte cose che porteremo con noi.

"Solo Mad", riesco a malapena a pronunciare. Non c'è lo fatta a dirgli la verità. Avrei semplicemente potuto omettere qualcosa, ma non riesco ad ammettere che lei non ci sia più. 'Ha un impegno importante' o ' è stata chiamata per un lavoro', sono le uniche scuse valide.

"Davvero posso venire?", gli occhioni nocciola di Mad sono carichi di speranza l'unica cosa che questo posto non è ancora riuscito a uccidere. Anche lei è seduta nella stessa posizione di Kyle, con una maglietta altrettanto logora e i capelli arruffati identici a quelli della sorella.

"Certo che puoi, anzi devi!", le dico sedendomi a terra vicino a loro. Da questa visuale il mondo ha un'altra prospettiva. Mi appoggio con un gomito alla borsa di tela nera nella quale ho inserito tutte cose alla rinfusa, disordine e caos sono le mie parole chiave.

"Chi lo dirà alla mia sorellona quando ritorna?" , adesso i suoi occhi sono quasi languidi e un colpo al cuore mi spiazza.

"Non preoccuparti lei lo sa già e ha detto di divertirti e fare attenzione. Sarà come un gioco, una specie di missione segreta", così dicendo mi guardano entrambi stupiti. È più pericoloso di quanto sembri, non so neanche se riusciremo a uscire vivi da qui, eppure è l'unico modo che mi viene in mente per non spaventarli troppo.

"Si vince qualcosa?", Kyle è in piedi quasi euforico e devo fargli segnale di abbassare il tono della voce per non destare troppi sospetti. Andare via di solito è impensabile e non abbiamo un vero e proprio piano. Ho deciso tutto subito dopo la morte di Wynona e le ore successive non le ho esattamente passate a curarne i dettagli. Faremo quel che potremo.

"Un bellissimo regalo a sorpresa, ma non potete ancora sapere cosa. Inizieremo domani mattina. Ora però a lavare i denti e subito a letto, non vorrete essere troppo stanchi per giocare" dico, vedendoli correre contenti. Ho paura che questa felicità durerà davvero poco, probabilmente solo qualche altra ora.

Per tutta la notte non riesco a chiudere occhio nonostante sia tutto pronto per quella che probabilmente sarà la missione suicida del secolo. Mancano solo alcune piccole cose, ma ci penseremo direttamente domani. Questo posto non ci vedrà per più di un'altra notte. L'attesa del sorgere del sole è diventata ormai quasi un'abitudine, lenta e angosciante come sempre; non ricordo neanche più l'ultima volta che ho fatto una dormita come si deve, risvegliandomi appagata dal sonno. Esistono delle vitamine che aiutano a non dormire senza conseguenze ed ovviamente non posso permettermele, l'unica cosa che mi fa andare avanti in questo modo è la forza di volontà. Cambio i vestiti e faccio un'ultima doccia come buoni propositi per iniziare questa giornata.

"La prima parte della missione è molto semplice, ci servono delle pietre blu", mi accovaccio sulle ginocchia per arrivare all'altezza dei loro occhi. La piazza principale è piena di mattonelle blu talmente frastagliate da sembrare piccole pietruzze, uno stratagemma per far uscire i bambini a giocare. E così è, corrono veloci verso il punto designato. Mentre anche io mi dirigo verso l'uscita una guardia mi sbarra il percorso e sono costretta a spiegare che il contenuto della borsa è solo roba da vendere per guadagnare un po' di soldi, tentenna un attimo e poi mi lascia passare. Probabilmente deve solo fingere di fare bene il suo lavoro poiché a nessuno importa davvero se restiamo lì dentro. Per loro meno siamo e meglio è.

Alla fine siamo tutti fuori e appena Mad e Kyle hanno finito il loro fantomatico compito - raccogliendo più pietre del necessario - ci dirigiamo verso il quartier generale di Madama Gus. In poche parole, una sorta di ripostiglio per le scope all'interno del mercato nero. Di prima mattina sarà abbastanza affollato da non far destare sospetti, nessuno si ricorderà di noi.

"Eccoti qui" mi squadra dalla testa ai piedi " è arrivato il momento?", ha già capito tutto. Ci vorrebbero più persone come lei al mondo. Anche così, appoggiata allo stipite blu della porta che un giorno o l'altro verrà via. La cintura sfibbiata, troppo stretta in vita, tenta di racchiudere le sue forme. Una così potrebbe permettersi la qualsiasi eppure è ancora qui.

Annuisco: " puoi tenere i bambini? Vado a prendere i soldi che ti devo". Preferisco lasciarli qui con lei che rientrare nei sotterranei. Anche stare fuori a giocare è troppo pericoloso. In quest'era è meglio guardarsi le spalle un paio di volte.

Quando hai fretta sembra che le cose si intreccino in modo tale da costringerti a fermarti un attimo, come per testare quanto veramente sei disposto a completare quel compito. Così la strada per arrivare ai laboratori sembra più lunga del previsto, con deviazioni che non ricordavo di aver visto l'ultima volta che sono stata qui. A dir la verità non sono passati esattamente quindici giorni, ma ci siamo quasi. Le solite porte in metallo e le pareti grigie mi fanno venire la pelle d'oca, l'aria estremamente fredda poi - solo qui si possono permettere l'aria condizionata - non contribuisce a rendere il tutto piacevole. Mi ripeto che lo faccio per i bambini, per dare un futuro migliore anche a loro e andarcene di qua. Questa volta entro dal cancello principale e vi è una ragazzetta minuta ad attendermi alla reception... davvero strano, di solito i minorenni non vanno mai in trasferta in altri distretti.

"Ciao, come posso aiutarti?", il suo sorriso è davvero troppo smagliante per i miei gusti.

"Devo ritirare il mio compenso" le dico, appoggiando gli avambracci sul bancone. Si chiama Sally e ha 15 anni, distretto 2 divisione 3.

Controlla alcuni dati sul pc dopo avermi chiesto d'identificarmi attraverso il cip: "Hai portato il foglio da compilare?"

"Ehm, veramente no", dannazione me ne ero completamente dimenticata. Non ho più neanche la minima idea di dove sia finito quel foglio e spero che questo non crei ulteriori problemi.

"Fa nulla" esclama, porgendomi un altro foglio che ha tirato fuori da un degli armadietti dietro di lei "puoi compilarlo ora".

La prima parte comprende solo dati che già conoscono benissimo, ma che mi tocca inserire comunque. Le domande seguenti le compilo con velocità, senza darmi il tempo di rifletterci troppo a lungo:

* Emicranie? No
* Stanchezza? No
* Vista annebbiata? No
* Repentini cambiamenti d'umore? No
* Rabbia immotivata? No
* Allucinazioni? No
* Strani effetti collaterali non da programma? No

Su Selena, è andato tutto a meraviglia in questi giorni!

La ragazza di fronte a me si arrotola una ciocca di capelli color rosa pastello su di un dito, non sembra nervosa, piuttosto spazientita. Appena le porgo il foglio da subito un'occhiata veloce e lo inserisce nel database. Intorno c'è un silenzio tombale, forse il clamore di questo esperimento è finito e sono già passati tutti a quello successivo. Mi aspetto che mi chiamino per una visita o un controllo che probabilmente non passerò, invece nulla. Sally prende una buona da un cassetto e me la porge: "Tieni, questa è tua". Come, tutto qui? Bastava solo questo? Il terrore che mi ha tenuto compagnia fino a questo momento si affievolisce, di colpo mi sento sollevata. Questo vuol dire che non avranno modo di scoprire che il loro esperimento non è andato secondo i piani, o magari già lo sanno e non gliene importa.

"Grazie" sussurro appena, infilando la busta nella tasca interna della giacca. Meglio stare attenta e custodirla per bene, questi soldi ci servono per guadagnarci un'opportunità di fuga. Appena varco la soglia del cancello mi metto a correre per due isolati, non so bene neanche perché: nessuno mi sta inseguendo e non sono in pericolo, ma sento comunque la necessità di andare il più lontano possibile. Arrivo al mercato nero nel giro di quindici minuti quando all'andata c'era voluta almeno mezz'ora.

Madama Gus sta seduta su di uno sgabello a parlare con dei tizi mai visti, mi guarda con la coda dell'occhio e finisce il suo discorso. Appena se ne vanno mi precipito da lei con fin troppa foga, porgendole la busta. Il suo comportamento è meccanico, l'ha già fatto fin troppe volte: conta i soldi, mi consegna il resto ed estrae una cartella con dei documenti dalla carpetta che tiene nascosta dietro la porta. "State attenti", mi guarda con aria preoccupata. Sa che non dovremmo andare e che allo stesso tempo non abbiamo nessuna prospettiva qui.

"Ci guarderemo le spalle a vicenda" mento, quando in realtà sarò io a dover badare a tutti quanti. Non sono riuscita a combinare neanche qualcosa di buono ultimamente, non voglio nemmeno immaginare come andrà a finire.


   
 
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