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Autore: Red Owl    26/09/2022    0 recensioni
Si dice che ci sia un tesoro inestimabile, sotto alle colline di Yevàn. Nessuno ne conosce la natura: c'è chi parla di un tesoro sepolto da più di mille anni, c'è chi parla dell'oro degli Elfi, c'è chi parla di sapienza, chi di potere. Nessuno l'ha mai visto, ma tutti lo cercano.
C'è una mappa che vale oro e c'è un ladro senza scrupoli, c'è un'ereditiera più furba di quel che sembra e un mercenario venuto dal mare. C'è, soprattutto, una voce nella notte che in pochi sentono e che chiede di viaggiare lontano, lontano, oltre le porte della città e oltre la campagna, su fino alla collina del tesoro e giù tra le radici degli alberi.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che nessuno sia mai venuto a cercarlo a casa di Laròs ha dell'incredibile, ma Jens non è tipo da lamentarsi della buona sorte.

Forse è vero che gli Dei mi sono favorevoli, pensa mentre piazza i piedi sullo sgabello che gli sta di fronte e si gode il tepore del fuoco che arde nel grande camino che riscalda la stanza in cui il suo socio l'ha fatto accomodare.

"Togli le tue zampe da lì, o il velluto te lo faccio pulire con la lingua."

Il sorriso sul volto dell'uomo si trasforma in una smorfia irritata. Posando sul tavolino la mappa che ha tra le mani, si volta verso il padrone di casa. "Sei sicuro che ti convenga trattare così l'uomo che ti renderà enormemente ricco?"

Laròs risponde con una risata sprezzante. "Io sono già enormemente ricco."

È vero, pensa Jens. E quello è uno dei motivi per cui loro due sono, se non proprio amici, almeno ottimi soci in affari. L'altro motivo è che Laròs è scaltro come una faina e altrettanto spregiudicato.

"E allora perché mi lasci nascondere in casa tua, se l'oro della collina non ti interessa?"

L'uomo si appoggia alla colonna di fianco al camino e incrocia elegantemente le gambe, guardandolo con i suoi sottili occhi azzurri che, uniti ai capelli di un rosso pallido, lo fanno assomigliare a un incrocio tra un gatto e una volpe. "Suppongo sia per il brivido dell'avventura" dice. "E anche perché io non credo che sotto alla collina ci sia dell'oro, ma qualcosa di più raro... E più prezioso."

Jens scivola contro lo schienale della sedia imbottita e sogghigna. "La magia degli Elfi?" chiede inarcando le sopracciglia.

Laròs solleva un angolo della bocca in un accenno di sorriso. "O magari il loro sapere. Mi basterebbe anche quello."

Jens si stringe nelle spalle. "Io nelle favole ci credo poco e preferirei qualcosa di più tangibile, ma lungi da me infrangere i tuoi sogni. Quello che mi interessa è che tu mi dia i mezzi per arrivare nel punto in cui, secondo la mappa, si troverebbe la chiave."

"Intendo darti sia i mezzi che gli uomini, se..."

"Gente fidata?" lo interrompe Jens.

"È ovvio" ribatte secco il padrone di casa. "Come stavo dicendo, ti darò sia gli uomini che i mezzi che ti servono per arrivare fino a dove devi arrivare, a patto che tu mi convinca che questa è un'impresa sensata e non solo un grandissimo spreco di denaro. I criminali prezzolati si fanno pagare cari e salati - ma tu questo lo sai bene, no?"

Jens ignora la punzecchiatura e si allunga fino a riprendere in mano la mappa, poi fa cenno a Laròs di avvicinarsi. “Guarda” gli dice. “Come puoi vedere, è autentica.”

L’altro uomo emette un basso suono di gola e gli si avvicina, osservando la cartina da sopra la sua spalla.

Jens se la sistema meglio in grembo e con le mani spiana le pieghe che attraversano perpendicolarmente la carta spessa e ingiallita dal tempo. “Lo vedi questo?” chiede, passando l’indice su uno stemma impresso sull’angolo superiore della mappa. Rappresenta due serpenti che intrecciano il proprio corpo con lo stelo di un giglio. “Questo è lo stemma degli Ardyn. Il giglio è blu anziché rosso, il che significa che questa carta è stata disegnata almeno centottanta anni fa, prima che la casata si unisse a quella dei Ross.”

Grazie per la lezione di storia” replica Laròs. “Non mi dici niente che non sapessi già. Cosa mi garantisce che questa cosa porti davvero da qualche parte?”

Jens sbuffa e rivolge al socio un’occhiata irritata. “Nulla, ovviamente. Però mi chiedo perché questa mappa sia stata tramandata tanto gelosamente da padre in figlio. Milian Ardyn, addirittura, non l’ha messa in banca come sarebbe logico fare, ma ha preferito nasconderla nella casa del suo notaio. Sotto al letto della figlia, per la precisione.”

L’uomo trattiene un sorriso al ricordo di quella ragazzina pelle e ossa e con la faccia da topo che, semisdraiata sul pavimento, lo guardava più sbalordita che spaventata.

Laròs allarga le braccia. “Non sono sicuro che questo deponga a favore dell’importanza di questa mappa, francamente.”

Però ammetterai che la faccenda è quantomeno curiosa.”

Curiosa, sì” ripete il padrone di casa. “Mi chiedo se sia sufficientemente curiosa da giustificare una spesa come quella che mi toccherà affrontare, però.”

Nel tono dell’amico Jens ha già la risposta che cerca. “Ti ho già convinto, non è vero?”

Laròs sospira, ma i suoi occhi azzurri stanno già percorrendo avidamente la linea rossa che spicca tra le forme stilizzate di fiumi e colline. “Non lo so.”

Io invece dico di sì” insiste Jens. “Anzi, ti dico di più: eri già convinto ancor prima di vedere la mappa. L’hai detto tu: sei immensamente ricco, e pagare il salario di due o tre mercenari non ti manderà certo in rovina. Non mi avresti invitato qui, se non fossi stato disposto a correre il rischio di perdere qualche soldo."

Non sono i soldi a preoccuparmi, ma piuttosto la prospettiva di perdere credibilità e appoggio tra la gente che conta” ribatte Laròs. “A tal proposito, non mi hai ancora detto come hai fatto a scoprire dove si trovava la mappa. La sta cercando mezzo regno; e questo solo perché l’altra metà è convinta che non esista: chi ti ha detto di andare a frugare in casa del notaio?”

Lo sta fissando come un predatore fissa la sua preda, ma Jens sostiene il suo sguardo. “Questa è un’informazione che ho intenzione di tenere per me. Se mi vuoi aiutare, bene, altrimenti mi cercherò un finanziatore più intraprendente e che faccia meno storie quando c’è da mettere mano ai cordoni della borsa.”

L’uomo dai capelli rossi solleva un sopracciglio con aria di sfida. Jens lo sa, cosa sta pensando. Pensa che lui non avrebbe il coraggio di piantarlo in asso e di abbandonare la sicurezza della sua casa, non ora che Lord Ardyn ha denunciato il furto di un oggetto di valore custodito nell’abitazione del suo notaio di fiducia. Il fatto che la Guardia Cittadina stia cercando un generico malvivente e che il suo nome sembra non circolare per le strade lo rassicura sul fatto che, almeno per il momento, il notaio non ha parlato e non ha rivelato a nessuno l’identità del ladro.

Bene, pensa. Si vede che la mia fama incute ancora abbastanza timore.

Alla gente comune, almeno – non a Laròs, che sa che gli scagnozzi che solitamente lo accompagnano nelle sue scorribande non sono altro che mercenari pronti a vendersi al migliore offerente. Con il suo socio la tattica dell’intimidazione non funziona, soprattutto se Jens vuole evitare di svelare il segreto che è sempre stato attento a tenersi ben stretto. Per sua fortuna, però, non ha bisogno di ricorrere a tattiche simili: l’avidità del suo finanziatore è più che sufficiente.

Suvvia, Laròs: sappiamo entrambi che i rischi che corri finanziandomi non sono nulla rispetto ai benefici che otterresti se la mia missione avesse successo” sorride placido incrociando le mani sulla mappa.

Il volto pallido del suo interlocutore si contrae in una smorfia, ma infine l’uomo annuisce. “D’accordo. Ti fornirò due uomini sulle cui capacità e discrezione so di poter contare e ti farò avere tutto ciò che ti serve per raggiungere il luogo indicato dalla tua mappa. In cambio, però, voglio la tua fedeltà assoluta: nessuno deve sapere quello che stai facendo, né da dove vengono i soldi che ti permettono di farlo. Se mi giunge voce che hai messo al corrente anche una sola persona del nostro patto, vado dal Podestà e gli racconto tutto.”

Adesso tocca a Jens sorridere. “E la cosa non danneggerebbe anche te? Non credo sia saggio mette al corrente la gente che conta delle tue... Attività parallele, se così vogliamo chiamarle.”

Laròs avvicina il volto al suo ed è la prima volta che nei suoi occhi il bandito scorge qualcosa che lo invita veramente alla cautela. “Io ho i mezzi per atterrare in piedi. Tu no.”

Questo è quello che credi tu, pensa Jens cercando di mantenere un’espressione neutra. Gli mancano i soldi per lanciarsi in imprese grandiose, ma non i mezzi per tutelarsi.

Quelli sono però pensieri che deve tenere per sé. Jens solleva le mani in segno di resa. "Non apprezzo le minacce, ma mi pare che abbiamo perso fin troppo tempo in chiacchiere. Facciamo come dici tu. Del resto, la discrezione è fondamentale anche per me e meno persone sanno della mappa e meglio è. Quando puoi presentarmi i due uomini di cui parli?"

Le sue parole sembrano rassicurare Laròs, che sorride. "Stasera stessa."

"Bene" annuisce il ladro. "Se mi convinceranno, partiremo il prima possibile. Una volta trovata la chiave, torneremo da te e decideremo insieme i passi successivi. Resta inteso che divideremo equamente qualsiasi cosa troveremo sotto quella collina."

"Sempre ammesso che questa fantomatica chiave esista" osserva asciutto Laròs.

Jens non ha dubbi. "Esiste."

   
 
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