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Autore: Rowena Ollivander    27/09/2022    1 recensioni
Ginny Weasley richiuse delicatamente la porta della sua camera dietro di sé.
- Oh ti prego fa che non mi abbia sentito… - sussurrò appena.
Rimase in attesa per qualche istante, poi ricominciò a respirare.
Apparentemente il pericolo era scampato.

Un'estate alla Tana, priva delle sofferenze della Guerra Magica, la diciannovenne Ginny Weasley deve trovare il modo di sfuggire alla Flebo. E farlo non sarà mai stato così interessante...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nel frattempo, in camera di Ron... TPToE

Nel frattempo in camera di Ron...


“ - No di certo, visto com’eri stravaccato. - lo rimproverò Hermione.
Ron si schiarì la voce. - Si, beh, ora ho solo voglia di sdraiarmi. -
- Se vuoi qui nello zaino ho dell’arnica gel, posso prestarti questa. -
I passi ripartirono e le voci si abbassarono.”
Dal I° capitolo


- Oh, grazie, Hermione, - disse Ron, salendo piano i gradini, una mano a massaggiarsi la schiena.
- Mi salveresti la vita. -
Si fermarono sul pianerottolo davanti alla porta chiusa della camera di Ron, mentre Hermione armeggiava nello zaino. - Ah, eccola qui, - esclamò tirando fuori un tubetto bianco e giallo e porgendolo a Ron. - Ecco, tieni. Ce la fai da solo? -
Ron fece spallucce. - Tranquilla, chiederò a Harry. Non è la prima volta. -
Ron si fermò con la mano sulla maniglia e si voltò a guardare la mora.
Sì, forse non gli era uscita proprio bene come frase...
- Volevo dire... insomma, con gli allenamenti di Quidditch sai quante volte ci siamo fatti male a scuola? Ci si dava una mano, ecco, quando era inevitabile.  -
Weasley, va sempre peggio!
- Cioè, non... non puoi arrivare a dare la crema in mezzo alle scapole da solo, giusto? -
Hermione, che nel frattempo era in imbarazzo anche solo per aver pensato quello che aveva pensato, scosse la testa. - Beh, ma certo, certo. Ovvio. -
Ron si voltò e aprì la porta, ma voltandosi sulla destra entrando trovò il letto di Harry vuoto.
- Oh. -
- Che c’è? Male? -
- Sì, cioè, mi aspettavo che Harry fosse qui, - rispose avviandosi piano verso il proprio letto.
- Avevo capito che sarebbe salito dopo la doccia. -
Mentre Hermione richiudeva la porta alle proprie spalle, Ron si sedette e gli uscì un gemito di dolore.
- Ron, posso dartela io una mano. Se vuoi, voglio dire. Tua sorella mi ha insegnato qualcosina. -
- No, ce la faccio. Devo solo stare un po’ dritto e... - Ron chiuse gli occhi e li strinse, mordendosi l’interno del labbro. - Posso farcela. Davvero. -
Hermione appoggiò lo zaino a terra. - Oh, ma è ridicolo, Ron. Forza, te la do io, - gli disse categorica, avvicinandosi al letto per prendere il tubetto e iniziando ad aprirlo.
- Coraggio, sdraiati. -
- Ah, io... - balbettò Ron che stava ancora cercando di capire perché diavolo doveva sdraiarsi sul letto per un po’ di crema.
- Dai, ci metto un attimo e da sdraiato faccio molto meglio. Non ti farò male, sono una brava allieva, sai? - cercò di buttarla sul ridere lei.
Ok, Weasley, non c’è niente di strano apparentemente. Rilassati.
Ron fece per stendersi ma la voce di Hermione lo fermò ancora una volta. - Ron? -
- Sì? - fece lui, già decisamente in imbarazzo.
- La maglietta. Devi toglierti la maglietta. Come... come faccio a spalmarti la crema altrimenti? - disse lei con sempre meno sicurezza nella voce.
Togliti la maglietta non era di certo una di quelle cose che dicevi proprio tutti i giorni a uno dei tuoi migliori amici.
Coraggio, Hermione, sarà come l’estate scorsa, quando hai dovuto dare la crema al cuginetto Timothy.
- Oook, - sospirò lui con un filo di voce.
Quando si sfliò la t-shirt, in quel momento in cui la sua faccia era coperta, Hermione lo guardò e pensò che forse non sarebbe stato proprio come dare la crema al cugino Timothy.
Ron gettò la maglia a terra e per un attimo i loro sguardi si incrociarono.
Sapeva che il proprio fisico era cambiato negli ultimi mesi, ma da come lo stava guardando, Hermione evidentemente no. Lei si schiarì la voce e si concentrò sul far scendere la crema nella propria mano.
No, decisamente non era niente di paragonabile.
Lui allora si sdraiò con il volto rivolto verso destra, per non guardarla.
Troviamo un modo per evitare ulteriore imbarazzo, ok? Ora io metto le mani ai lati del cuscino e guardo dall’altra parte.
- Allora, dove... dove ti fa male di preciso? -
- Qui, - le indicò portando il braccio dietro la schiena nella zona lombare. - Nella conca, diciamo. -
- Ok. - Hermione provò a sistemarsi in modo da poter spalmare l’arnica nel modo migliore.
Ci vuole un bel movimento circolare, insistente ma non forte e possibilmente senza interruzioni.
Ma così non ce la posso fare! Esclamò il lato accademico di Hermione.
Si alzò dal letto e iniziò a slacciarsi i sandali.
Ron che nel frattempo si era solo accorto che non era ancora successo nulla, si voltò per capire da dove veniva quella sorta di tintinnio, perplesso.
- Che... che stai facendo?! - le chiese cercando di non suonare preso dal panico.
- Ho bisogno di salire sul letto, altrimenti non riesco a fare il movimento giusto, - rispose lei in tono ovvio.
Lui la guardò scandalizzato in cerca di una via d’uscita.
Sul letto?! Con quel vestitino leggero?!
- Puoi anche salire con le scarpe. -
Accidenti, Ron, questa non è una via d’uscita, a che stavi pensando?!
- Oh, andiamo Ronald. Non sono salita mai nemmeno sul mio di letto con le scarpe. Di certo non comincerò oggi, - rispose lei in tono ovvio. Poi lo guardò e fraintese lo sguardo teso di lui.
- E su, mica peso 200 chili, mi siederò sulle tue gambe solo un attimo! -
Ron si girò nuovamente verso destra.
Non posso guardare, non posso guardare. Ok, cerchiamo di mantenere un contegno. Non è una zona... a rischio. Andrà tutto liscio.
Per sicurezza, comunque, Ron decise di afferrare i bordi del cuscino, in caso si fosse dovuto concentrare su qualcosa di differente.
Hermione salì sul letto, mettendosi a cavalcioni e accomodandosi sul retro delle cosce di Ron.
Ron dal canto suo iniziò a concentrarsi solo sulle parole inspira, espira.
- Ora sentirai giusto un po’ di freddo... -
- Oh, non ti preoccupare... - Il freddo, quella pensa al freddo!
Ma quando lei appoggiò la mano sul fondo della sua schiena a Ron sfuggì un gemito.
- Tranquillo! È già passato, - gli disse iniziando a massaggiare come le aveva insegnato Ginny.
Mano a mano che si muoveva, Ron cominciò a sentire il peso della situazione. Da un lato la sua schiena si stava distendendo e dall’altro non faceva altro che stringere il cuscino per soffocare i gemiti che gli salivano in gola ogni volta che lei lo accarezzava in un posto diverso.
Poi Hermione si fermò, ma lui non se ne accorse. Sentì solamente un leggero rumore in sottofondo ma lo ignorò. Finché poté.
Si trattenne dal mettersi a urlare quando sentì la voce di Hermione parlargli molto vicino all’orecchio e il suo corpo molto più attaccato alla propria schiena.
- Ron? -
- Sì?! -
Calmati, calmati. Peggio di così non può andare.
- Stavo dicendo che dovresti slacciarti i pantaloni, se ti faceva male a camminare potrebbe essere sciatica e devo scendere un pochino ancora. -
Ah.
No. No, no e no. Quello era un punto di non ritorno. Non lo avrebbe fatto. Mai.
Ron si schiarì la voce deciso iniziando a portare il braccio destro dietro la schiena. - Beh ma, più giù posso darcela io. Guarda mettimi un po’ di cremaaaAh! -
Stando troppo sdraiato in una posizione non proprio usuale, i muscoli del suo braccio gli si erano addormentati e ora non sarebbe mai riuscito a darsi la crema da solo.
- Dai, vedi che non riesci? Basta poco, davvero... -
Ron iniziò a sudare.
Ma come diamine riusciva a stare così tranquilla lei?!
Che in realtà, se avesse prestato attenzione avrebbe notato che ogni fibra muscolare del corpo di Hermione era tesa per l’agitazione. Ma non poteva perdere la testa, decisamente no!
Le orecchie di Ron assunsero un colore rosso fuoco nel momento in cui portò le mani alla cerniera dei pantaloni e la tirò giù completamente. Sentì lei schiarirsi la voce e poi spingere leggermente verso il basso i jeans e gli slip.
Ottimo. Era fottuto.
Quando lei ricominciò a massaggiarlo non sentì più il freddo dell’arnica e dalle sue labbra sfuggì piano un - Merlino... -
- Tutto bene? Ti faccio male? -
Ron non si preoccupò minimamente di risponderle e cercò solamente di concentrarsi sullo stringere il cuscino, nella speranza che invece lei si fermasse al movimento, dannatamente sensuale tra l’altro, che stava facendo per spalmargli la crema.
Hermione iniziò a pensare che forse stava sbagliando qualcosa e lui non si osava a dirle che gli stava facendo male. Se ne convinse quando lo vide stritolare il cuscino e le parve di sentire un - Sto per esplodere. -
Fu a quel punto che si fermò e, balbettando, si mosse per scendere.
- Cavoli, Ron, ti sto facendo male da morire e tu non mi dici niente! -
Ron la guardò. - Ma che dici? No! -
- Dai, non la smetti di stringere il cuscino, certo che ti sto facendo male! Ora scendo e vado a chiamare tua sorella. Non so come ho fatto a non pensarci prima... -
Ron spalancò gli occhi terrorizzato al solo pensiero che sua sorella potesse entrare e vederlo... così!
Cercò allora di convincere Hermione a desistere.
- No! No, va tutto bene, davvero! -
- Lei ci sa fare sicuramente meglio di me. -
- No, ‘Mione, ho detto che non c’è bisogno di chiamarla! -
Le cose precipitarono in un attimo.
Hermione si era alzata sulle ginocchia in procinto di scendere, a quel punto Ron si voltò bruscamente e le afferrò il braccio con la mano destra, finendo supino e facendola risedere di schianto proprio su di lui. In entrambi i sensi.
- Ron, che stai..?! -
Perfetto.
Ora era fottuto.
Beh, magari.
Insomma, tanto ormai non poteva più nascondersi.
Hermione stava trattenendo il respiro come lui. Poi la sentì muoversi, le sue mutandine a un solo strato di distanza. Si rialzò sui gomiti e non poté trattenere un gemito di piacere a mezza bocca.
La vide diventare viola e allora seppe che lei aveva capito che cosa aveva suscitato in lui tutto quel massaggiare.
Si guardarono, e Ron, che non aveva la minima idea di che cosa fare, non dovette aspettare molto.
Hermione gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Ma non un bacio di quelli tranquilli.
Uno di quelli che, se sei appoggiato sui gomiti, ti fa ricadere di schianto sul letto, uno di quelli in cui a un certo punto non sai più nemmeno come ti chiami, ma non te ne frega nulla, fintanto che senti quella lingua che si muove con la tua.
Ron le accarezzò avidamente la schiena e poi fece scivolare le mani lungo le cosce di Hermione, afferrandola e facendola aderire meglio a sé.
Questa volta fu il turno di lei di gemere.
Lui non pensava più a nulla finché lei non gli passò le mani tra i capelli per poi scivolare nuovamente sul viso e lo sentì.
Come se la sua faccia avesse appena ingerito una caramella alla menta molto forte.
Si staccò da lei per un istante sbattendo gli occhi.
- Certo che quest’arnica è proprio forte, - rise, tossicchiando.
Lei allontanò le mani da lui. - Oh, diavolo! Devo lavarmi le mani, se ti finisce negli occhi siamo rovinati. -
Ron rise. Lei lo baciò ancora una volta e si alzò rapida.
- Arrivo subito! - gli disse correndo fuori e richiudendo la porta dietro di sé.
Fortuna che il bagno era solo a pochi gradini di distanza.



E poi sappiamo cos’è successo...
  
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