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Autore: Milly_Sunshine    01/12/2022    3 recensioni
Novembre 2002: al termine di una serata con gli amici, Mark ha un appuntamento con la fidanzata Ellen, ma lei rimane ad attenderlo invano, senza ricevere sue notizie. Il giorno dopo, l'amara realtà: è stato brutalmente assassinato, mentre si trovava in un luogo in cui già fu consumato un atroce delitto. Il mistero legato alla sua morte non viene svelato, ma provoca la morte di altre persone. Novembre 2022: a vent'anni di distanza, Ellen e gli amici di Mark si ritrovano di nuovo nel loro paese natale per commemorarne la scomparsa, senza sapere che chi ha già ucciso vent'anni prima è ancora in agguato. Li aspetta un mistero fatto di lettere anonime, identità scambiate e intrighi di varia natura. // Scritta nel 2022/23, ma ispirata a un lavoro adolescenziale.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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[9 novembre]
Danny controllò l'orario sul display dello smartphone: erano quasi le undici. Il tempo era volato, quella sera, forse complice il fascino di Janice. Era stato riluttante, poche ore prima, all'invito di Kevin a uscire, quella sera, insieme a lui, Ellen e alla coinquilina di quest'ultima, ma in quel momento era felice di avere accettato, anche se non si spingeva a sperare di avere fatto sull'intrigante giornalista lo stesso effetto che la signorina Petterson aveva fatto su di lui.
Anche Janice controllò l'orario, sul quadrante dell'orologio da polso.
«Si sta facendo tardi, Ellen. Andiamo?»
Ellen sussultò. Doveva essere soprappensiero.
«Se vuoi.»
Stava fissando una persona entrata nel bar da poco, che aveva fatto un cenno di saluto sfuggente rivolto a Danny e Kevin, prima di andare a raggiungere Patricia. Danny era abbastanza certo che non si fossero mai incontrate, ma non era sicuro che Ellen l'avesse riconosciuta. Fu la Jefferson a confermarglielo, quando chiese a Kevin: «Quella è per caso Jennifer Robinson? Non è cambiata molto, a parte i capelli e il modo di vestire.»
In effetti Ellen era abituata a vederla con i suoi abiti vintage che sembravano usciti dagli anni '60 e con i capelli biondi. Quella donna dalla tinta color mogano, con un tocco dark nel proprio abbigliamento, era identica a Jennifer soltanto nei lineamenti.
«Quella è Roberta, la gemella di Jennifer» rispose Kevin. «Non mi sembra che tu abbia mai avuto l'onore di conoscerla.»
Ellen scosse la testa.
«No, ma Steve mi ha parlato di lei.»
«Steve?»
«Sì, quando l'ho visto in negozio e poi siamo andati a cena insieme.»
Kevin osservò: «Non sapevo fossi andata a cena insieme a Steve, né che fossi venuta in negozio.»
«Sì sarà dimenticato di dirtelo» azzardò Ellen. «Tu non c'eri, quel pomeriggio. Non avevo nemmeno capito che fossi tu, il suo aiutante.»
«Poi siete andati a cena insieme?»
«Sì, quella sera stessa. Mi ha raccontato un po' di cose sulla gente di Goldtown. Mi era sembrato di capire che tu non abitassi più qui.»
«In effetti non c'è da stupirsi che non ti abbia detto molto di me, se era impegnato a parlarti di Roberta Stewart. La sua storia è di gran lunga più interessante della mia.»
Ellen fece un mezzo sorriso.
«Sì, Steve mi ha accennato a qualcosa.»
Janice tornò a guardare l'orologio.
«Cosa ne dici, Ellen, andiamo via?»
«Aspetta un po'» replicò Ellen. «Anzi, magari puoi iniziare ad avviarti tu.»
Janice le ricordò: «Siamo con la tua macchina.»
Ellen prese fuori le chiavi dalla tasca della giacca.
«Puoi andare a casa con la mia macchina. Io ti raggiungo più tardi. Mi accompagni tu, Kevin?»
Proprio come Danny si aspettava, Kevin non ebbe problemi. Nel frattempo Janice si alzò in piedi e si infilò il giubbotto.
Prima che si allontanasse, Danny le chiese: «Hai detto "Janice Petterson", giusto? Ti trovo così, su Forevernet?»
«Sì, proprio così» confermò Janice. «Tu, invece, hai detto Daniel Silver?»
«Esatto.»
«Chiedimi pure l'amicizia. Ti aggiungo.» Janice si rivolse anche agli altri presenti. «Vi saluto. Buon proseguimento di serata. Ci vediamo a casa, Ellen.»
Si diresse verso l'uscita e se ne andò. Era appena sparita dalla loro vista, quando Kevin chiese: «Sbaglio o l'amica di Ellen ha fatto colpo?»
Danny avvampò.
«Stavamo solo parlando.»
«Sì, ho visto che stavate solo parlando, ma mi sembravi parecchio coinvolto. Tu cosa ne dici, Ellen?»
Ellen non gli diede molta soddisfazione. Non passava un istante senza che desse una rapida occhiata a Roberta.
Anche lo stesso Kevin se ne accorse e le suggerì: «Smetti di fissarla.»
«Hai ragione, scusa» ammise Ellen. «Finirà per accorgersene. È che somiglia così tanto a Jennifer...»
Kevin ribatté: «Se le parlassi, scopriresti che non le somiglia per nulla. Comunque, tornando a Janice, penso che si sia trovata bene in nostra compagnia.»
Danny capì che si trattava di un'altra allusione.
«Non so cosa ti sei messo in testa, ma faresti bene a dimenticartene subito.»
«Sei tu che non faresti bene a dimenticarti di Janice» obiettò Kevin. «Dopotutto, se ti piace, dovresti farglielo capire.»
«L'ho conosciuta un'ora e mezzo fa. E soprattutto non ho mai avuto molta fortuna con le donne che mi piacevano, fin da quando ero ragazzino.»
Calò il silenzio, come spesso accadeva quando Linda veniva menzionata, anche se in modo indiretto. Per giunta, Kevin sapeva ciò che molti altri non avevano mai saputo, ovvero che dopo Linda, nella sua vita, c'era stata Cindy.

******

Era solo un sabato sera vuoto, in cui non restava altro da fare che fingere che tutto andasse bene. Era la verità che Cindy si sforzava di raccontare a se stessa: se aveva resistito quando era stata uccisa la sua compagna del corso di pattinaggio, doveva continuare a resistere.
Conosceva Mark Forrester soltanto di vista e anche con Will, il ragazzo di Meredith, ci aveva avuto ben poco a che fare. Avevano fatto parte della sua vita molto meno di Linda Miller, a conti fatti, e la vita avrebbe dovuto continuare anche se erano stati uccisi.
Proprio in quel momento il suo cellulare vibrò. Le era arrivato un SMS.
"Ciao, come stai? Spero tutto bene."
Era Danny, che ancora una volta dava segno di avere ben poca immaginazione. Capitava spesso che le scrivesse messaggi di quel tipo e, anche dopo la lunga conversazione che avevano avuto il pomeriggio precedente, non sembrava essere in grado di sbizzarrirsi maggiormente.
Avrebbe potuto scrivergli "bene, e tu?", ma non sarebbe stata sincera. Non andava affatto bene e fingere che fosse così non avrebbe cambiato le cose. Inoltre non voleva essere così sbrigativa. Da quando Mark era morto, le era capitato più di una volta di pensare e ripensare a Linda. Non aveva mai fatto molto caso a lei. Del resto, Cindy era fatta così: non si apriva molto, con le persone che non facessero parte della propria stretta cerchia di amicizie, aveva rapporti cordiali con tutti, ma si trattava sempre di rapporti molto sommari. Linda era molto diversa. Che Cindy sapesse, non aveva amicizie strette, quantomeno non a scuola né al corso di pattinaggio artistico, ma non aveva problemi a dare confidenza alle persone. Se la ricordava, negli spogliatoi, mentre raccontava ad altre ragazze faccende anche private, come per esempio il fatto di essere decisa a scoprire chi fosse suo padre, nonostante la contrarietà della madre. Ne parlava molto spesso, nei tempi che avevano preceduto la sua morte, ed era certa che l'avesse raccontato anche a Danny.
Quest'ultimo, proprio in quel momento, fece uno squillo a Cindy, consuetudine che stava a significare "controlla il telefono, ti ho mandato un messaggio e sto aspettando con impazienza che tu mi risponda".
Cindy rifletté, mentre cancellava la notifica della chiamata senza risposta, poi gli scrisse: "Ti ringrazio per avermi accompagnata a casa ieri pomeriggio, mi manchi e non vedo l'ora che sia lunedì per rivederti."
Danny non doveva essere molto entusiasta di sapere che il loro prossimo incontro sarebbe stato fugace, se capitava, in giro per Goldtown. Infatti le fece subito una proposta più allettante: "Possiamo vederci domani pomeriggio? Prima che faccia buio, l'idea di stare fuori casa verso sera, con quello che è successo, non fa impazzire neanche me."
C'era solo una risposta possibile e fu quella che Cindy gli inoltrò: "sì".

******

Accadde tutto di colpo, prima che Danny avesse modo di rendersene conto. Un attimo prima, Roberta stava parlando con Patricia accanto al bancone del bar, un attimo dopo si stava sedendo al loro tavolo, prendendo il posto lasciato libero da Janice.
«Buonasera a tutti. Che piacere rivederti, Danny. Anche rivedere te, Kevin, ovviamente. Io e te, invece», si rivolse a Ellen, «Non mi pare abbiamo il piacere di conoscerci.»
«Mi chiamo Ellen Jefferson, sono un'amica di Kevin e Danny. Ho abitato a Goldtown, in passato, molti anni fa.»
«Io, invece, sono Roberta Stewart. Forse conosci mia sorella.»
«Jennifer? Sì, me la ricordo. Sono stata a casa sua, una volta, molti anni fa.»
Roberta parve riflettere qualche istante, prima di domandarle: «Per caso eri la fidanzata di Steve Blackstone?»
Ellen annuì.
«Sì, ma è stato molto tempo fa.»
«Steve è un tipo simpatico» disse Roberta, «Anche se non penso che sia mai andato molto d'accordo con mia sorella.»
«Che io ricordi, infatti, a Steve non piaceva molto Jennifer» ammise Ellen, «E la cosa era reciproca.»
«Però al momento non ci sono né Steve né Jennifer, quindi non è un problema» ribatté Roberta. «Tu cosa ne dici, Danny?»
A Danny venne da pensare al fatto che, da quella mattina, Jennifer non gli rispondeva al telefono. Aveva provato a contattarla più di una volta.
«Come sta tua sorella?»
«Molto meglio, grazie.»
«Non mi risponde al cellulare, sai se per caso aveva qualche impegno particolare?»
«No, si sarà dimenticata il telefono in silenzioso da qualche parte.» Roberta ridacchiò. «Anch'io, purtroppo, ho la stessa pessima abitudine. Patricia non fa altro che rimproverarmi per questo.» Si rivolse a Ellen. «Non so se conosci Patricia, la barista. È la mia fidanzata.»
«Sì, conosco Patricia» confermò Ellen. «O meglio, la conoscevo una volta. Adesso ci ho scambiato solo poche parole, non sono nemmeno sicura che si ricordi bene di me. Quando abitavo a Goldtown, più o meno vent'anni fa, mi capitava abbastanza spesso di venire in questo bar.»
Roberta non parve molto interessata al passato di Ellen. Tornò a rivolgersi a Danny: «Vedrai che, prima di andare a letto oppure domani mattina, Jennifer si chiederà dove sia finito il suo cellulare e si deciderà a contattarti. Fa sempre così, non è una novità.»
«Sai quando tornerà a Goldtown?» volle sapere Danny. «È da un po' che non la vedo. Mi piacerebbe incontrarla senza lasciare passare settimane o addirittura mesi.»
«Vedrai che presto tornerà» lo rassicurò Roberta. Lo disse senza convinzione, abbassando lo sguardo e senza poi aggiungere altro.
Non era l'unica ad apparire lontana con la mente. Anche Ellen sembrava condividerne lo stato d'animo, almeno in apparenza. Forse, però, si disse Danny, era solo stanca. Poco dopo, infatti, toccò a lei controllare l'ora e chiedere a Kevin di accompagnarla a casa. Kevin non se lo fece ripetere due volte e nemmeno un minuto dopo la richiesta di Ellen, i due erano già in piedi e si stavano avviando verso la porta.
Rimasta sola con Danny, Roberta azzardò: «Tra quei due c'è qualcosa?»
Danny alzò le spalle, cercando di mostrare indifferenza.
«Non che io sappia.»
«Mi sembrano molto intimi.»
«Non saprei. Kevin non mi ha detto niente e, di sicuro, io non gli faccio domande in proposito. Se vuole dirmi qualcosa, spetta a lui.»
«E non ti ha mai detto niente a proposito di quella Ellen?»
Danny avvampò.
«No. Non adesso, almeno.»
«Sono stati insieme in passato, per caso?» azzardò Roberta. «Ho avuto la vivida impressione che tra loro ci fosse del tenero.»
«Forse dovresti occuparti di più della tua vita sentimentale, invece che di quella degli altri» ribatté Danny. «Lasci Patricia da sola in continuazione. Quando ti deciderai a trasferirti a Goldtown in pianta stabile? E magari a trovarti un'occupazione fissa, invece di aiutare tua zia al negozio quando sei qui e lavorare con tuo padre quando non ci sei?»
Roberta si incupì di nuovo, ma si limitò a rispondere: «Lo so, la mia vita è complicata. Patricia, però, lo sa e lo accetta. Non penso che le piacciano le relazioni semplici.»
«Con te accanto, non sono sicuro che sarebbe possibile avere una relazione semplice. Penso che Patricia ormai si sia messa il cuore in pace, come hanno fatto altri prima di lei.»
«Anche Kevin si era messo il cuore in pace, vero?»
Danny spalancò gli occhi.
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che, facendo due più due, con tutta probabilità a Kevin piaceva Ellen già quando abitava a Goldtown» ipotizzò Roberta, «E adesso sta cercando di mettersi insieme a lei, ora che Steve non è più un ostacolo tra di loro. Oppure è Ellen che, a suo tempo, aveva dovuto rinunciare a Kevin per non complicarsi la vita, che adesso non vuole farsi scappare la sua seconda opportunità.»
Danny valutò la possibilità di confidare a Roberta che, con tutta probabilità, ci aveva visto giusto, ma non erano né fatti suoi né della Stewart. Sapeva vagamente che c'era stato qualcosa in passato, tra Kevin ed Ellen, ma era un segreto che aveva custodito per tutti quegli anni e che non aveva più alcuna importanza. O almeno, non aveva più importanza a livello teorico. Non c'era da stupirsi che qualcun altro sospettasse e avesse cercato di impedire un loro incontro. Non doveva essere un caso che Steve non avesse rivelato a Ellen che Kevin lavorava insieme a lui e che, anzi, le avesse riferito che aveva lasciato Goldtown insieme alla moglie Leanne, omettendo tuttavia il dettaglio della loro separazione e del suo ritorno nella sua cittadina natale. Ciò avrebbe significato che, a distanza di tanti anni, Steve era ancora attratto da Ellen, il che non sembrava del tutto plausibile a Danny, ma d'altronde, non doveva essere il solo a non avere superato le vecchie infatuazioni.
Dal momento che Roberta si aspettava una replica, si limitò a osservare: «Ne ho abbastanza di pensare alla mia vita privata, senza intromettermi in quella degli altri. Ellen e Kevin sono liberi di fare quello che vogliono, per quanto mi riguarda, senza che io debba mettermi dei problemi. Un po' come tutti, del resto. Ti assicuro che ho conosciuto persone invadenti abbastanza da farmi inorridire l'idea di potere diventare come loro.»
Roberta azzardò: «Per caso parli di quell'amica di Lacey che ha iniziato praticamente a perseguitarti dopo la vostra separazione? Quella che non faceva altro che tirare fuori argomenti come le tue relazioni passate, sostenendo che era colpa della povera Linda se tra te e Lacey non aveva funzionato?»
Danny sospirò.
«Vedo che Jennifer ti racconta proprio tutto.»
«Jennifer non parla molto di sé, quindi per non tacere racconta degli altri.»
«E Maryanne Sherman è uno dei suoi cavalli di battaglia, a quanto pare.»
«Se non sbaglio, a un certo punto ha iniziato a prendersela anche con Jennifer, accusandola senza fondamenti di essere stata la tua amante quando tu eri sposato con Lacey.»
Danny annuì.
«Sì, si è inventata un sacco di storie assurde. Per fortuna qualche anno fa si è trasferita. Non so che fine abbia fatto, non credo sia neanche su Forevernet.»
Roberta ridacchiò.
«L'hai cercata?»
«No, però a giudicare dal fatto che Maryanne non ha cercato me tramite quel mezzo per insultarmi, allora probabilmente non è iscritta» ribatté Danny. «Se non sbaglio, quando non era troppo impegnata a intromettersi nei fatti degli altri, tra le sue abitudini c'era quella di demonizzare i social media, quindi avrà tenuto fede alle proprie convinzioni. Comunque sia andata, chi se ne frega. È una persona terribile, spero di non vederla mai più.»
La sua speranza era destinata a non concretizzarsi: avrebbe rivisto Maryanne Sherman molto prima di quanto potesse immaginare.
   
 
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