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Autore: The Lone Soldier    08/12/2022    0 recensioni
490 d.C.
In terre lontane e poco conosciute, che avevano assistito inermi alla formazione e alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, gli Unni si erano riformati sotto l’egida di un nuovo Re che fu in grado di riunire le orde disperse dopo la sconfitta ai Campi Catalaunici del 451 d.C. per mano di Ezio e le sue legioni.
Attila II, che ritiene di essere il figlio del “Flagello di Dio” avanza verso quelle ricche terre, le quali sono governate da popolazioni germaniche e ad una porzione, importante, di cittadini nati e cresciuti nell’antico impero romano.
La minaccia è arrivata alle orecchie di Odoacre, impegnato in una guerra contro Teodorico, supportato da Costantinopoli e a tal proposito ha inviato il senatore Arnobio, di origine gallico romana, per chiedere l’aiuto di Suxessus, un generale ritirato a vita privata per intavolare una trattativa di pace con Teodorico e fare fronte comune contro Attila II.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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Teodorico si sedette di fronte ad Arnobio e volle interrogarlo. -Un senatore di Odoacre che ci fa in queste zone? Eri andato a trovare un amico? – Il condottiero sorrise, cercando di ricavare informazioni dal prigioniero. Arnobio restò in silenzio, non rispose. -Mi sorprende che in una situazione del genere tu non abbia paura di me. Ti chiedo: cosa spinge un romano, che ha combattuto fino all’ultimo sotto quei vessilli a prendere ordine da un germanico? Cosa ti spinge? – Arnobio sputò in faccia al condottiero ostrogoto. Quel gesto fece arrabbiare Teodorico che tirò fuori la spada e la puntò al mento. -Ti tengo in vita per fortuna e non per pietà, perché voglio capire che ci facessi in queste zone e tu sputi in faccia al tuo futuro Re? Come ti permetti? – Il capo ostrogoto allontanò la spada e caricò il colpo, per uccidere il prigioniero. All’improvviso qualcuno entrò nella tenda del Comandante ed era agitato. -Gli Unni ci hanno attaccato! – Teodorico lasciò perdere il prigioniero e uscì dalla tenda. Arnobio sentì urla e schiamazzi. Accanto a lui vide un baule e, sopra di esso, un coltello nel fodero. Arnobio pensò bene di alzarsi, raggiungere il baule e prendere l’arma, togliendola dal fodero. Si tolse il laccio che gli tenevano i polsi legati e decise di uscire. Appena uscito vide un ostrogoto a terra, trafitto da due frecce e accanto due Unni feriti. Si guardò attorno, provando a fuggire da quel campo di battaglia e notò un sentiero alla sua destra, incastonato tra due vie di rocce. Corse verso di esso ma non si accorse che un Unno, a terra, l’afferrò per la caviglia sinistra, facendolo cadere in avanti. Arnobio si girò e si trovò davanti un uomo corpulento, con grossi baffi e capelli lunghi e neri. L’assalitore disse qualcosa di incomprensibile e Arnobio, senza farsi prendere dal panico, conficcò il coltello nel cuore dell’Unno; costui sbarrò gli occhi e cadde di schiena. Per il romano fu il momento in cui corse per quel piccolo sentiero e uscì, ritrovandosi in un altro bosco. Improvvisamente si trovò davanti Teodorico a cavallo il quale, vedendo il prigioniero fuggito e con le mani insanguinate, decise di porgergli la mano.
   
 
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