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Autore: _Mary    11/09/2009    5 recensioni
Fui distolta dalla traduzione dal rumore della porta del mio studio che veniva aperta violentemente.
Alzai gli occhi da quello che, a quanto dicevano le analisi, doveva essere un manoscritto originale della metà dell’undicesimo secolo, giusto in tempo per vedere Philip Hateway, mio carissimo collega al Dipartimento dello Studio dei Reperti Magici, che mi sorrideva sfacciato.

Non posso farci niente, i personaggi che vengono citati anche solo di sfuggita in Harry Potter mi piacciono troppo. Quindi, ho provato ad immaginare Rowena Ravenclaw e un antico manoscritto in cui se ne racconta la vita...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Corvonero, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Anno del Signore 1042

Prologo

 

Anno del Signore 1042.

 

All’alba del giorno in cui chi ha conosciuto Rowena Ravenclaw si prepara a porgerle l’ultimo saluto, io, William Wright, scrivo queste righe come ultimo omaggio alla donna che verrà probabilmente ricordata la strega più capace della sua generazione.

 

Altri racconteranno le scoperte straordinarie di lady Rowena in merito ad incantesimi e filtri. Io narrerò la vita della donna che ora riposa nella sua casa, e che presto verrà portata in quella che diventerà la sua dimora in eterno.

 

*

 

Fui distolta dalla traduzione dal rumore della porta del mio studio che veniva aperta violentemente.

 

Alzai gli occhi da quello che, a quanto dicevano le analisi, doveva essere un manoscritto originale della metà dell’undicesimo secolo, giusto in tempo per vedere Philip Hateway, mio carissimo collega al Dipartimento dello Studio dei Reperti Magici, che mi sorrideva sfacciato.

 

Sospirai. Neanche il tempo di cercare di capire se quel certo ‘William Wright’ fosse davvero chi sosteneva di essere  e quell’impiccione veniva a fare irruzione nel mio studio, per motivi ancora da verificare.

 

“Salve, collega” disse, ancora con quel sorriso ebete stampato in faccia.

 

“Punto primo” risposi, togliendomi con indifferenza gli occhiali e pulendone le lenti a fondo di bottiglia sulla mia maglietta.

 

“Ormai hai… quanto? Trentadue anni? E nessuno ti ha ancora detto che è maleducazione fare irruzione in uno studio senza bussare?” dissi, rimettendomi gli occhiali e sorridendogli innocentemente, come stava facendo lui con me.

 

Hateway ghignò.

 

“Oh, mi scusi, miss genio-al-lavoro-si-prega-di-non-disturbare” disse, lanciando un’occhiata al manoscritto sul quale ero china fino a pochi  secondi prima.

 

“Solo una cosa: quindi, secondo te, è uso corrente fare irruzione dopo aver bussato alla porta?” continuò, senza levarsi quel sorriso dalla faccia.

 

Okay, ho detto una cavolata.

 

“Punto secondo” continuai, imperterrita, rimettendomi gli occhiali: senza, non ci vedevo una zucca secca.

 

“Sarà meglio che spieghi alla svelta il motivo per cui hai portato il tuo brutto muso qui, davanti alla mia scrivania, o è la volta buona che ti affatturo le chiappe” conclusi, con il più dolce e falso dei miei sorrisi.

 

Philip si rabbuiò.

 

“Non oseresti”

 

“Oh, sì che lo farei” risposi, annuendo convinta.

 

Con gran soddisfazione, vidi che l’espressione ghignante era completamente sparita dalla faccia di quell’imbecille.

 

“Contenta tu… Johnson mi ha comunicato la data dell’esame” sputò, con tutto il rancore che la sua vocetta stridula poteva contenere.

 

E a me non ha detto niente?” chiesi, sorpresa.

 

A questo punto, lettori maghi e babbani, serve qualche spiegazione.

 

Appena uscita da Hogwarts, avevo frequentato dei corsi in più per poter diventare storica della magia. Durante uno di quei corsi, avevo fatto conoscenza con un altro aspirante storico, il troll che aveva fatto irruzione nel mio studio. Vuoi per la rivalità che c’è tra quelli che si contendono il diploma che può prendere solo un numero limitato di persone, vuoi per l’antipatia reciproca nata al nostro primo sguardo, io e Hateway avevamo subito dato inizio ad una guerra.

 

Entrambi avevamo superato l’esame che si era tenuto alla fine del corso a pieni voti, così eravamo entrati nel Dipartimento ed eravamo costretti a sopportarci a vicenda.

 

Noi del Dipartimento avevamo il compito di identificare i reperti che quelli delle ‘Squadre di Recupero’ riuscivano a scovare. Le ‘Squadre di Recupero’ si occupavano anche di cercare reperti magici in zone che sapevamo essere state abitate fin dall’antichità dai maghi, ma a volte gli archeologi babbani arrivavano prima, e finivano col trovare strani dipinti in cui era raffigurata la corretta preparazione della Pozione Polisucco, o altre pratiche che gli studiosi non sapevano spiegarsi. Era divertente leggere le ipotesi che i professori babbani formulavano su quei ritrovamenti.

 

Ho lavorato per anni del Dipartimento, e posso dire che lì dentro ero una delle migliori. Tra parentesi, se siete maghi vi sconsiglio di intraprendere la mia carriera: pagano una miseria, e in cambio devi cavarti gli occhi dalla mattina alla sera per decifrare scritte sbiadite dal tempo o dall’incapacità dei custodi delle biblioteche. Insomma, un lavoraccio. Suppongo che sia dovuta alle serate passate su consunte pergamene la mia miopia, che mi ha costretta a indossare occhiali. La definizione ‘a fondo di bottiglia’ per le mie lenti è riduttiva.

Intendiamoci, non che prima di iniziare a lavorare fossi uno schianto: sono sempre stata piccola e magrolina, con una massa di crespi capelli neri che tenevo, e tengo tuttora, sempre legati in una coda. L’unica cosa che mi piaceva di me erano gli occhi azzurri, che con il tempo, però, hanno cominciato a perdere colpi. Risultato? Tanto per darvi un’idea dell’alta considerazione che nutrivano per me i miei colleghi, vi dirò che i soprannomi più cortesi che ricevevo erano ‘la talpa acida’ e ‘la gobba snob’. Sì, anche il mio modo di starmene sempre gobba è colpa del lavoro.

 

Comunque, un bel giorno avevo letto un annuncio sul Profeta: la ‘Squadra di Recupero’ del Museo Storico della Magia cercava un nuovo componente.

Avevo deciso di provare: dopo dodici anni passati a sopportare Hateway e i suoi degni amichetti, persino rischiare di rimanere rinchiusa in una piramide sconosciuta ai babbani in Egitto mi sembrava una prospettiva allettante. Così avevo fatto richiesta, e mi era stato comunicato che gli aspiranti dovevano sostenere un esame per poter essere scelti.

 

Avevo parlato con la segreteria del Museo, e mi avevano spiegato in cosa consistesse l’esame: analisi di un reperto. In pratica mi avevano assegnato un manoscritto (“Fresco fresco di ritrovamento in un monastero babbano”, aveva commentato la strega che me lo aveva consegnato), e io dovevo capire se fosse un falso, o, in caso contrario, studiarlo. Una cosa che ero abituata a fare, quindi. Il manoscritto da esaminare era quello che stavo studiando quando Hateway mi aveva interrotta, e sembrava autentico. Avevo cominciato il mio lavoro un po’ in ritardo, ma sembrava che non ci fossero particolari difficoltà nel leggerlo. Un certo Johnson mi avrebbe informata della data dell’esame.

 

Pochi giorni dopo che mi era stato assegnato il manoscritto, avevo scoperto che anche Hateway aveva fatto richiesta per lo stesso posto al Museo.

 

“Mi ha detto di riferirtelo. Sa che lavoriamo insieme…” rispose mister interrompo-il-lavoro-degli-altri-e-non-chiedo-neanche-scusa Hateway, con una smorfia.

 

“Allora, quando sarà questo esame?” chiesi, sbrigativa. Ero curiosa di saperne di più su Rowena Ravenclaw, una dei quattro fondatori di Hogwarts. Oltretutto, ero stata Smistata nella sua casa, ai miei tempi.

 

Tra tre giorni”.

 

Alzai gli occhi dal manoscritto, sorpresa.

 

C-cosa?” balbettai.

 

Sapevo che non ce l’avrei mai fatta a finire di leggere e tradurre tutto.

 

Hateway mi rivolse di nuovo quel sorriso ebete.

 

“Non è possibile! Ci deve essere un errore! Non possono essere talmente pazzi da credere…”

 

Mi bloccai, poi alzai lentamente lo sguardo su Hateway, che ormai sghignazzava apertamente.

 

“Scusa, Brocklehurst, l’ho saputo un mese fa… Ma deve essermi sfuggito di mente” disse.

 

Io avvampai per la rabbia.

 

“Fuori… di… qui…” sibilai, trattenendomi a stento dal mettere mano alla bacchetta.

 

Hateway non se lo fece ripetere, e corse fuori dallo studio sbattendo la porta alle proprie spalle.

 

“CODARDO!”

 

Ecco, avergli urlato dietro non mi aveva fatta calmare.

 

Quel… quel…

 

Il codardo voleva che io mi ritirassi. Ma se aveva sperato che io facessi il suo gioco, permettendogli di uscire finalmente da quel buco nero che era, ed è tuttora, il Dipartimento, non conosceva Mandy Brocklehurst.

 

Chiedere di rimandare l’esame era fuori discussione: se l’avessi fatto, mi avrebbero riso in faccia.

 

Cominciai a camminare per la stanza, furiosa. Poi mi bloccai: il manoscritto era ancora sulla mia scrivania, e chiedeva di essere letto.

 

Mi rimboccai le maniche: avevo tre giorni per finire di leggerlo, tradurlo e studiarlo.

 

 

 

 

Ebbene sì, mi sono fissata con i personaggi che vengono nominati mezza volta in tutto Harry Potter u_ù

Mandy viene citata in ‘Harry Potter e la Pietra Filosofale’, mentre Hateway è di mia invenzione.

Comunque, questi due personaggi saranno ‘di contorno’ per la vera storia che voglio raccontare, cioè quella di Rowena Ravenclaw.

In questo capitolo non è successo ancora niente. Dal prossimo aggiornamento entrerà in scena Rowena.

Non aggiornerò molto presto, ma critiche e commenti sono graditi ^^

 

P.S: so che non esiste nessun Dipartimento dello Studio dei Reperti Magici, ma dovevo inventarmi qualcosa sul ritrovamento di un manoscritto, quindi… =S

   
 
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