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Autore: Milly_Sunshine    25/01/2023    2 recensioni
Una serie di one-shot slegate le une dalle altre, scritte molto tempo fa (ma recentemente riviste almeno parzialmente), accomunate dall'essere racconti romantici senza lieto fine. Contesto generale/ vago per i primi tre, perché non ci sono contesti più adeguati, contesto sovrannaturale per il quarto.
QUELLA STELLA È KIT: una gravidanza tragicamente interrotta a causa di un "incidente" e una stella che brilla nel cielo. Sarà il bambino perduto che cerca di comunicare qualcosa?
L'ACCORDO VIOLATO: un'attrazione innegabile e un'accesa rivalità professionale, protagonista la stessa coppia, perché l'amore vince su tutto, ma non va sempre così.
TORNERÒ: un uomo e una donna con importanti relazioni fallite alle spalle messi di fronte a una seconda chance. Dopo la morte di lui, la donna vorrebbe vederlo rivivere nella persona che più gli somiglia.
L'ALBA DI NOVEMBRE: l'amore è trascorrere tutta la vita insieme e, se ciò non è possibile, trascorrere insieme ciò che verrà dopo, il che si coniuga male con il fatto che uno dei due sia ancora in vita.
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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L'ACCORDO VIOLATO

La porta dell'ufficio si spalancò. Caterina sussultò. Generalmente nessuno entrava senza bussare, dopo la sua promozione. Alzò gli occhi. Danilo era davanti a lei e sorrideva, sprezzante.
"Che cosa ci fai qui?" chiese Caterina, aspramente.
Danilo rimase a guardarla, in silenzio.
"Allora?" insisté Caterina. "A che cosa devo l'onore di una tua visita?"
Finalmente Danilo parlò.
"Sono venuto per dirti quello che penso di te, prima di andare via. Sai, era il mio ultimo giorno, oggi, e ho capito subito che dietro al mio licenziamento ci sei stata tu fin da subito."
"Credevi forse di non meritartelo?" gli chiese, con un sorriso. "Tu hai tentato di rovinarmi, fin dal primo giorno. Non potevi aspettarti che non reagissi in alcun modo, che me ne rimanessi ferma a guardare i tuoi sporchi giochi, come ho sempre fatto."
"Sei una schifosa traditrice" replicò Danilo, con freddezza. "Devi sapere, però, che non sei riuscita a fermarmi. Ho avuto un'offerta piuttosto interessante e accetterò quel lavoro."
"Non vedo dove sia il problema" ribatté Caterina. "Hai un certo fascino. Riuscirai a trovare un'altra vittima da rovinare."
"Tu non sei mai stata una vittima" puntualizzò Danilo. "Avevamo un accordo, io e te, e tu hai mandato tutto a puttane."
"Quale accordo? Forse quello di liberarci della presenza intralciante del direttore che aveva cercato di frenare la nostra crescita?"
"Esatto, proprio quello."
"È da un anno che insisti, dicendo che abbiamo fallito per colpa mia. Invece non è vero."
Danilo avanzò verso la scrivania a cui Tina era seduta e, ribaltando a terra alcune carte, obiettò: "Tu ti sei praticamente alleata con lui, cercando di convincerlo che di me si poteva anche fare a meno."
"Cazzate" si difese Caterina. "Non puoi dare la colpa a me per quello che ha fatto mia sorella."
"Certo, tua sorella, ma chi è stato a farle incontrare il direttore? Tu, immagino."
"Eliana è venuta qui a salurarmi, dopo essere tornata, dopo il suo tirocinio a Milano. Lei e il direttore si sono incontrati per caso, punto e basta. Non vado in giro a combinare fidanzamenti, se è questo che pensi di me."
Danilo chiarì: "Non me ne frega niente che tua sorella si sia fidanzata con l'uomo che dovevamo fare fuori. Tu non avresti dovuto metterti dalla sua parte, allearti con lui per tagliarmi fuori e convincerlo a licenziarmi. Non mi interessa proprio niente di cui si scopa quella troia di Eliana."
Caterina si alzò in piedi, di scatto.
"Vacci piano, con le parole. È con me che ce l'hai, non con mia sorella."
Danilo insisté: "Eliana ha iniziato a dirgli che io oscuravo le tue possibilità di successo, che la mia presenza era un danno, che sarebbe stato meglio per te se io fossi stato allontanato."
Caterina sospirò.
"È vero, Eliana l'ha fatto. Ma l'ha fatto solo perché non le andava che io stessi male a causa tua."
Errore madornale: non avrebbe dovuto fare una simile ammissione. Quando le cose con Danilo avevano iniziato a precipitare, ovvero dopo non più di un paio di settimane dalla prima notte che avevano passato insieme, quando si erano giurati amore eterno, gli aveva sempre fatto credere di esserne indifferente. "È solo sesso, quello che c'è stato tra di noi" gli aveva ripetuto più di una volta, per poi correggersi: "quello che c'è tuttora tra di noi". Danilo le aveva sempre creduto, ai tempi, ma non avrebbe continuato a credere.
"Ma tu non stavi male a causa mia" le ricordò Danilo, infatti, in tono sprezzante.
Caterina abbassò lo sguardo. Sì, era stato proprio un errore madornale.
Danilo riprese: "La causa di tutto sei sempre stata tu. Sei tu quella che ha sempre avuto da ridire su tutto. Sei tu quella che non ha mai fatto niente per non far crollare tutto tra di noi. Sei tu che..."
Caterina lo interruppe: "Sei tu che non hai mai fatto altro che recriminare. Tu e nessun altro. E poi, parliamoci chiaro, anche tu hai tentato di mettermi i bastoni tra le ruote, e il tutto mentre con me eri sempre sorrisi e belle parole."
"Sei tu che hai iniziato. Hai violato il nostro accordo e allora mi sono messa contro di te."
"Quindi la traditrice sarei io? Non mi sembra che tu sia stato da meno."
Danilo guardò Caterina con rassegnazione.
"Se continui ad accusarmi, questo discorso durerà per tutta la vita. Perché non ammetti le tue responsabilità, per una volta? Tu hai coinvolto Eliana, sei stata tu la prima a violare il nostro accordo."
"Ti sbagli di grosso" replicò Caterina. "Il nostro accordo non prevedeva che mia sorella non fosse libera di frequentare il direttore. Se si sono messi insieme, non è certo responsabilità mia. Anch'io preferirei che accanto a mia sorella ci fosse un altro tipo di uomo, proprio come lei preferiva che io non frequentassi te."
"Adesso non cercare di giustificarti come fai sempre. Inventare giustificazioni è la cosa che sai fare meglio. Anzi, è l'unica cosa che sai fare. Per il resto, non hai il minimo valore, non sei neanche capace di far godere un uomo. Sei totalmente inutile e non arriverai mai da nessuna parte."
Caterina sorrise.
"Questo lo dici tu. I miei superiori sembrano convinti del contrario. Infatti non c'è da sorprendersi se hanno preferito sbarazzarsi di te, piuttosto che di me."
"Immagino che passerai il resto della tua vita a celebrare questo momento. Fai bene, Caterina. Goditi questo piccolo momento di gloria, perché è l'unico che avrai."
"Almeno io ho avuto questo. Tu nemmeno, e il fatto che tu sia venuto qui senza ragione mi porta a pensare che tu non abbia ancora capito qual è il tuo scopo. Hai sempre detto di odiarmi, perché mai adesso sei venuto da me?"
"Te l'ho già spiegato. Per dirti che cosa ne penso di te, per l'ultima volta, e penso che tu sia la persona più disgustosa che ho mai incontrato."
Caterina alzò le spalle, indifferente.
"Più o meno la stessa cosa che penso io di te."
"La cosa mi è totalmente indifferente" rispose Danilo, avvicinandosi a lei.
"Nemmeno a me importa qualcosa di quello che pensi tu" rispose Caterina, sperando che le si allontanasse.
Sarebbe stato difficile resistergli, specie considerando come Danilo, all'improvviso, si era messo a sorridere, compiaciuto.
"Comunque tutti abbiamo diritto a una seconda possibilità e non mi dispiacerebbe se tu mi dimostrassi che mi sono sbagliato, su di te, che sei capace di farmi godere."
Caterina non poté fare a meno di pensare e ripensare a tutte le volte in cui erano stati a letto insieme, e anche a quelle volte in cui era bastata la scrivania del suo ufficio, quando era ancora la scrivania dell'ufficio di Danilo.
"Non è meglio che tu vada a casa?"
"Sì, sarebbe meglio, e non solo adesso. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, quando ho capito che eri stronza ed egoista. Eri come una droga per me e forse lo sei ancora. A volte vorrei che tu fossi solo un sogno. Però esisti e non posso dimenticare il male che mi hai fatto."
"E il male che hai cercato di fare a me, non te lo ricordi mai?"
Danilo scosse la testa, limitandosi a parole vaghe, senza ammissioni: "È stato un errore, fin dal primo momento."
"Abbiamo sbagliato in due" convenne Caterina.
Danilo annuì.
"Già."
Caterina spalancò gli occhi.
"Non avrei mai potuto immaginare che io e te potessimo essere d'accordo su qualcosa."
Danilo sorrise.
"Sono sicuro che c'è anche qualcos'altro su cui la pensiamo allo stesso modo."
"Ovvero?"
Come risposta, Danilo si avventò su di lei e la baciò. Caterina si ritrasse di scatto e lo spinse da parte.
"Non provarci mai più!"
Danilo avvampò.
"Pensavo lo volessi anche tu."
"E chi ha detto che non lo voglio?" ribatté Caterina. "Non così, però." Si avviò verso la porta rimasta spalancata e la chiuse con un calcio. "Va bene, sono quasi le sette, ma potrebbe comunque esserci ancora qualcuno in giro. Vuoi che il nostro 'amico' direttore passi e ci colga sul fatto?"
Danilo rise.
"Ti ucciderebbe, se scoprisse che hai fatto licenziare un valido elemento di questa azienda per motivi strettamente personali."
Caterina girò la chiave nella serratura e percepì una vampata di calore che le attraversava il corpo. Sapeva come sarebbe andata a finire. Era sempre finita così, tra lei e Danilo. Sarebbe tornato da lei, l'avrebbe baciata di nuovo, poi l'avrebbe sbattuta sulla scrivania e avrebbero dimenticato quanto si odiavano.
Non lo dimenticavano mai molto a lungo, ricordò Caterina, mentre Danilo le infilava una mano sotto la gonna, ma al momento non importava.
Non ci volle molto prima che fossero seminudi, parte dei loro indumenti a terra e Danilo dentro di lei.
Più tardi, andò tutto come Caterina aveva previsto. Guardò Danilo mentre si rivestiva e poi mentre raccoglieva la sua camicetta da terra e gliela porgeva.
Sulla seta candida vi era un'impronta, lasciata da una scarpa di Danilo, che si difese: "Non l'ho fatto apposta."
Caterina replicò: "Sì, maledetto bastardo, che l'hai fatto apposta."
"Volevo che tu non mi dimenticassi così in fretta" ammise Danilo, sorridendo. "Mentre la laverai, penserai ancora a me."
"Penserò al momento in cui finalmente avrai quello che meriti."
"Cioè? Parli di quando finalmente capirò che la mia condanna è vivere con te?"
Caterina abbassò lo sguardo.
"Sarebbe una condanna per entrambi. Io e te non potremmo mai essere felici insieme. Non c'è stato un secondo della nostra vita in cui siamo mai andati d'accordo."
Danilo abbassò lo sguardo a sua volta.
"Purtroppo lo so. Tra di noi non potrà mai funzionare. Nonostante quella notte, tanto tempo fa, ci siamo giurati amore eterno: altro accordo andato a puttane."
"Ti sbagli" ribatté Caterina. "Quello che è successo poco fa è la prova vivente che il nostro amore sarà eterno. Io non mi libererò mai di te, tu non ti libererai mai di me. In fondo al cuore non potremo mai fare a meno l'uno dell'altra."
Danilo annuì.
"Hai ragione, anche se è triste per tutti e due. Meglio che vada."
Se ne andò e fece scattare la chiave nella serratura. Uscì senza voltarsi e senza aggiungere una sola parola. Non ci fu nemmeno un ultimo saluto, soltanto l'ennesima lama che andava a conficcarsi in un cuore ferito. Oppure, molto più probabilmente, le lame erano due, così come erano due i cuori feriti.

   
 
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