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Autore: aki_penn    05/03/2023    4 recensioni
[IwaOi - Superheros!AU]
Oikawa è un avvocato che sta cercando il nipote scomparso misteriosamente. Iwaizumi è l'unico supereroe che Oikawa possa permettersi.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Takeru Oikawa, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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How to hire a superhero on a tight budget

Vantesimo capitolo

Oikawa

Iwaizumi era stato messo fuori combattimento, Oikawa lo poteva vedere in un angolo del suo cervello mentre, sotto la pioggia, annaspava tra le mangrovie, mentre il suo corpo era caduto in ginocchio sul pavimento e lì era rimasto, come una bambola rotta. 

Da qualche parte, oltre la porta aperta, arrivavano decine di pensieri sparsi, disperati. Oikawa non riusciva quasi a distinguerli.

La visione che era stata spinta nella sua mente, e che si sovrapponeva trasparente a ciò che i suoi occhi vedevano, era un luna park pieno di gente. Oikawa arricciò il naso, quasi offeso dal fatto che volessero fregarlo con una cosa del genere. 

Gli uomini adesso erano due, uno doveva avere un potere simile a quello di Iwaizumi, l’altro era in grado di creare illusioni. 

I due lo stavano guardando chiedendosi se non fosse stato stordito o se semplicemente fosse caduto in stato catatonico senza cadere per terra, a quanto pare ogni tanto capitava. 

Rimase fermo qualche secondo, indeciso sul da fare poi l’uomo che aveva attaccato Iwaizumi abbassò lo sguardo per osservare il ragazzo in ginocchio, Oikawa lo vide nitidamente immaginarsi mentre gli staccava la testa. 

Non aveva idea di quanto fosse resistente il collo di Iwaizumi, perciò non si fermò a pensare oltre, fece un passo in avanti e tirò un ceffone all’extra con i poteri psichici. Non doveva fare male, non aveva la pretesa di poter causare dolore, ma era meglio di niente. Il tizio lo guardò perplesso e poi gliene tirò uno a propria volta. 

Vista dall’esterno la scena doveva essere ridicola, sentì l'uomo che aveva colpito Iwaizumi pensare che sembrasse una zuffa tra gatti, nel frattempo con suo grande sollievo sentì anche che nella mente di Iwaizumi la visione si dissipava. 

C’era anche qualcos'altro oltre a loro tre, ma non riusciva a identificarlo. 

Iwaizumi si avventò sull’extra che l’aveva attaccato facendolo cadere sul pavimento, l’uomo rantolò e si dibatté, mentre l’avversario di Oikawa si distraeva a guardare la zuffa. Tooru non perse tempo e gli tirò un pugno. L’uomo urlò e barcollò all’indietro, ma tornò subito alla carica: lo vide immaginarsi di tirargli un pugno, cercò di scansarlo ma non fece in tempo e le nocche dell’uomo si abbatterono sul suo naso. 

Le sue ossa emisero un terrificante 'crac' che si ripercosse in tutto il suo scheletro. Sentì il dolore esplodergli nel cervello, oscurando i pensieri di chiunque gli stesse intorno. Un flusso di sangue caldo gli bagnò la bocca, mentre gli occhi erano troppo pieni di lacrime per poter vedere.

Cercò di asciugarli con la manica della giacca, ma due mani forti gli si premettero sul collo e Oikawa sentì l'aria andarsene dai polmoni. 

L'extra psichico non poteva metterlo fuori uso con il suo potere, quindi l'avrebbe semplicemente strangolato. Accanto a loro Iwaizumi e l'altro extra stavano combattendo, avevano lo stesso potere e nessuno riusciva ad avere la meglio sull'altro; Iwaizumi non poteva aiutarlo. 

Cercò di liberarsi della presa con le mano buona, mentre scalciava e gli occhi gli si riempivano di nuovo di lacrime per lo sforzo, poi sentì Iwaizumi che veniva sbattuto via. 

Annaspò con il braccio ingessato cercando di vedere come stesse Iwaizumi, poi sentì di nuovo il flusso di pensieri che prima non era riuscito a identificare: c'era qualcun altro lì con loro, qualcuno che Oikawa non era in grado di vedere e che aveva colpito Iwaizumi alle spalle. 

La stretta dell'uomo si fece più forte e Oikawa si sentì svenire; in un angolo della sua mente Iwaizumi annaspava, avrebbe voluto aiutarlo, c'era un extra invisibile con loro e Iwaizumi avrebbe dovuto affrontarlo mentre teneva a bada anche un altro super umano. Rantolò nell'estremo tentativo di avvertirlo, ma poi ci fu un'esplosione e la gola gli si liberò.

Oikawa si spinse contro il muro, mentre il suo avversario cadeva all’indietro colpito da un mattone.

Dall'alto cadevano detriti e lo spazio si era fatto saturo di polvere. Oikawa tossì e si piegò in avanti, sputando saliva, mentre la polvere si dissipava.

D’un tratto fu consapevole che il soffitto fosse stato sfondato. La testa gli si riempì di pensieri confusi: lo spazio si era riempito di gente; tra la matassa di flussi di coscienza sentì che Iwaizumi stava pensando a lui.

“Sono qui” cercò di dire, ma la voce non gli uscì, in un attimo però Iwaizumi era accanto a lui e lo stringeva. 

“Come stai?” gli domandò all’orecchio con un sussurro. L’aria era ancora piena di polvere e non potevano vedersi, ma il calore del ragazzo contro il proprio corpo lo fece rilassare così tanto che per poco non si mise a piangere. 

“C’è un extra invisibile…” riuscì a tossicchiare, ma Iwaizumi non ebbe il tempo di formulare un pensiero coerente perché una voce urlò "Ehilà!", accompagnata da una serie di pensieri che fecero rabbrividire Oikawa. 

Cosa cazzo stava succedendo? 

Si pulì gli occhi e scrutò le tre figure che erano piombate dall'alto sfondando il soffitto: erano tre supereroi mascherati, un in rosso, uno in blu e uno in nero. Quello nero aveva una mazza da baseball appoggiata alla spalla.

“Che cosa significa tutto questo?” urlò Oikawa con la voce ancora roca per la polvere. 

Fu il supereroe in nero a parlare “Zio, non ti arrabbiare, ti devo spiegare alcune cose e…”

“Zio?!” urlò Iwaizumi interrompendo il discorso del ragazzo. 

Oikawa fece una smorfia, il cuore gli batteva fortissimo: voleva correre da Takeru e abbracciarlo. E poi ucciderlo per averlo fatto preoccupare così tanto. 

Annuì "Questo è Takeru e gli altri due" esalò un lungo sospiro "sono Giant Yellow e Shadow Light".

"GIANT YELLOW E SHADOW LIGHT?" urlò Iwaizumi, che ormai sembrava incapace di parlare a un volume di voce normale. 

"Ma avevi detto che Hinata e Kageyama fossero troppo stupidi per poterti nascondere i loro pensieri!"

"Ehi, ha detto questo?" chiese Hinata irrigidendosi dentro la tuta rossa. Takeru si dondolò da un piede all'altro e Oikawa lo sentì pensare che Hinata e Kageyama, in effetti, non avessero fatto proprio niente: era stato lui a bloccare parte dei loro ricordi in modo che non potessero essere letti dall'esterno. 

A quel punto fu Oikawa a urlare "Tu sei in grado di fare una cosa del genere?"

Takeru si strinse nelle spalle e aprì la bocca per dire qualcosa, Oikawa non seppe mai cosa avesse intenzione di dirgli perché i suoi pensieri furono completamente deviati da un botto alle sue spalle. Kageyama era volato per aria come sbattuto da una folata di vento. 

"C'è un extra invisibile e uno che ha la super forza e uno psichico!" Mentre lo diceva Hinata iniziava a barcollare. Sentì Iwaizumi pensare 'Oh merda!' ma poi i suoi pensieri si spensero, nascosti dal velo di Takeru e Hinata si riprese. Un secondo dopo l'extra che aveva attaccato Iwaizumi gli fu addosso. 

Takeru e Oikawa si guardarono negli occhi, Takeru aveva sollevato il velo solo un pochino per permettergli di avere un dialogo silenzioso. 

‘Come cavolo ci avete trovati?’

Takeru si strinse nelle spalle ‘Ho mandato Hinata fuori della centrale di polizia a fare delle domande a Iwaizumi e Ushijima e mi sono nascosto per ascoltare i loro pensieri’.

Oikawa si voltò di scattò verso Iwaizumi, che lo teneva ancora tra le braccia, e berciò “Ti sei fatto fregare come un dilettante?”

“Che cosa?” Iwaizumi non aveva idea di che cosa si stessero dicendo, ma Oikawa tornò al suo dialogo silenzioso con Takeru ‘E come avete fatto a superare il muro di Aone?’

‘Hinata è amico di Hoshiumi, ci ha fatto scendere senza storie.’

Oikawa alzò gli occhi al cielo. “Mi devi dire un sacco di altre cose, ma ora è meglio muoversi.”

Takeru annuì e Oikawa sentì un’ondata di sensi di colpa invadere i suoi pensieri, all’epoca non si era reso conto di cosa stesse facendo e non immaginava che Oikawa avrebbe… “Basta così” disse Tooru, interrompendo il flusso di coscienza. 

“Ok.” Si guardarono per un secondo, sotto lo sguardo interdetto di Iwaizumi, poi Takeru chiese silenziosamente 'C'è qualcun altro qui?'

Oikawa annuì 'Ci sono delle persone imprigionate e poi...' entrambi si fermarono ad ascoltare i pensieri dei tre uomini. L'extra psichico si stava rialzando, si era rotto un braccio, lo si vedeva da come gli ciondolava lungo il corpo, l'extra invisibile stava prendendo a pugni Kageyama che cercava di parare i suoi colpi alla meglio, e Hinata e il terzo uomo si azzuffavano per terra.

I pensieri di Hinata si fecero di nuovo nebulosi e Takeru si voltò di scattò verso l’extra con il braccio rotto. Oikawa non poteva vederlo in faccia, ma sapeva benissimo che faccia faceva quando qualcuno gli dava fastidio. Il ragazzino fece ruotare la mazza e colpì l’uomo, che scivolò a terra come un sacco di patate “Dormi bene, stronzo!”

'Dobbiamo proseguire, c'è qualcuno che questi tre stanno proteggendo' pensò Oikawa. Takeru annuì 'Andate, a questi ci pensiamo noi!' e poi si voltò e colpì l’aria con la mazza da baseball, o meglio un punto dove avrebbe dovuto esserci solo aria, ma la mazza si spaccò a metà in un’esplosione di schegge.

"Kageyama, aiutami non credo gli sia piaciuto che l’abbia colpito!" urlò Takeru mentre una forza invisibile sembrava strattonarlo contro la sua volontà. Kegeyama scattò in avanti in suo aiuto. 

"Andiamo!" disse Oikawa sciogliendo l'abbraccio di Iwaizumi e prendendolo per mano. Iwaizumi non disse niente e lo seguì oltre la porta. 

Oikawa sentì il cuore sprofondare quando vide dal vivo ciò che aveva visto della mente dell'uomo che aveva accoltellato al capannone: tre celle piene di extra. La testa gli si saturò di pensieri sofferenti, le sbarre delle celle erano in materiale anti-extra e non potevano essere aperte da dentro. 

"Dobbiamo liberarli prima di andare avanti."

Iwaizumi non se lo fece ripetere due volte e prendendo i lucchetti tra le mani li sfaldò come gusci di noci. Oikawa aprì le tre porte di metallo facendole sbattere contro le sbarre. Gli extra ammassati nelle celle li guardarono, tenendosi stretti tra loro, con gli occhi lucidi e terrorizzati. 

"Potete uscire..." disse piano Iwaizumi, Oikawa lo sentiva mentre si chiedeva cosa stessero facendo. 

"Hanno paura" disse Oikawa prendendolo per un braccio "usciranno quando saranno pronti, noi dobbiamo andare avanti!"

Iwaizumi si riprese e lo prese per mano, prima di procedere e superare le tre celle ed arrivare in fondo alla stanza, dove si trovava un'altra porta chiusa. Senza fermarsi a chiedere consiglio, la sfondò con un calcio e l'attraversò, seguito da Oikawa che non ebbe niente da obiettare. 

Dall'altra parte il corridoio era buio, ma in fondo sembrava esserci un'altra porta socchiusa dalla quale filtrava una striscia di luce. 

Entrambi si fermarono e Iwaizumi gli domandò con il pensiero che cosa sentisse. 

"C'è una sola persona e ci ha sentiti arrivare."

'Quindi abbiamo perso l'effetto sorpresa.'

Oikawa sorrise e gli strinse la mano "Sei diventato bravo con le conversazioni mentali" Iwaizumi si strinse nelle spalle e Oikawa sentì che si stava un po' imbarazzando ma era contento del complimento. 

"Non credo che con tutto il casino che c'è lassù qualcuno potesse farsi prendere impreparato." Iwaizumi annuì ancora "Cosa sta pensando?"

"Sta distruggendo i documenti e gli appunti sugli esperimenti che hanno fatto fino ad oggi."

Il corpo di Iwaizumi si irrigidì e così anche la sua mente.

Oikawa rimase in ascolto cercando di studiare tutte le sfumature della mente dell'uomo, ignorando le domande concitate di Iwaizumi. 

Gli esperimenti non erano riusciti, neanche uno, era stato un fallimento e ora, per finire, la polizia stava venendo a prenderli tutti. Ricacciò indietro un'onda di nausea quando nella mente dell'uomo sfilarono una serie di corpi massacrati e una fossa comune piena di cadaveri fatti a pezzi. 

Iwaizumi lo strinse in un abbraccio, sentendo che il corpo di Oikawa stava cedendo. 

“Hanno fatto esperimenti per creare extra che avessero sia poteri fisici che psichici” riuscì a biascicare, mentre Iwaizumi lo teneva stretto. Si scostò di scatto e vomitò mentre nella sua mente si riversavano ancora tutte le immagini delle torture che l’uomo stava ripercorrendo. 

Iwaizumi si chinò su di lui, in un angolo della sua mente si preoccupava di quanto potesse essere potente un extra del genere. 

“Non ce l’hanno fatta, nessuno degli esperimenti è riuscito.” Il corpo di Iwaizumi non si rilassò nemmeno un po’ alla notizia, tutta la sua preoccupazione adesso era per lui. 

“Sto bene” sussurrò passandosi la mano sulla bocca. Aveva gli occhi lucidi e le gambe che gli tremavano, ma si rimise in piedi. 

“Dovresti rimanere qui, chiunque ci sia là dentro sarà pronto a uno scontro.”

Oikawa scosse la testa “Ci ha sentiti, ma vengo comunque con te”.

Iwaizumi gli strinse delicatamente la mano attorno al braccio e fece un po’ di pressione, ma non replicò.

"E' un extra?" domandò poi, concentrarsi sul tenere bassa la voce anche se il loro arrivo non sarebbe comunque stata una sorpresa. 

"Sì, ma non riesco a capire quale sia il suo potere..."

"Non importa, vado prima io. Non dobbiamo permettergli di distruggere le prove."

"Come se non ce ne fossero abbastanza per arrestarli e metterli in galera per duecento anni."

Iwaizumi si immaginò di rifilargli uno scappellotto, ma non lo fece, invece lasciò la presa su di lui e riprese a camminare in direzione della porta semi aperta. 

Oikawa arrancò dietro di lui, drenato di tutte le forze che possedeva. 

Iwaizumi colpì la porta con un calcio e quella si dislocò dai cardini volando all'interno. 

Un uomo urlò e una nuvola di fogli si alzò per aria. La stanza era piccola e senza finestre, poco più di uno sgabuzzino, invasa da scartoffie e invasa dall'odore di muffa.

Iwaizumi esitò un momento sulla porta e l'uomo afferrò un tagliacarte poggiato sulla scrivania. Oikawa lo sentì maledirsi per aver afferrato una cosa stupida come un tagliacarte per affrontare un supereroe: avrebbe dovuto difendersi in altro modo.

Il rumore della macchina distruggi documenti si zittì, quando Iwaizumi avanzò di altri due passi e rovesciò la scrivania dietro la quale l’uomo, in giacca e cravatta, si riparava. Fu in quel momento che si rese conto in che modo l'uomo intendesse difendersi, dato che il tagliacarte non sarebbe servito a niente contro uno come Iwaizumi.

"Iwa-chan, stai attento!" urlò, come se potesse servire a qualcosa contro quello che stava per fare. 

Gli occhi di Iwaizumi si dilatarono dietro la maschera e la bocca si storse in una smorfia, mentre le ginocchia gli cedevano. 

Si voltò a guardare Oikawa, senza fiato, tenendosi una mano sul cuore mentre poggiava le ginocchia per terra. 

Sentì il panico di Iwaizumi inondargli la mente, mentre il suo cuore si bloccava. Lo vide aggrapparsi alla scrivania, tenendo stretto il legno della struttura e si rese conto con terrore, che quel panico che Iwaizumi provava era più per lui che per se stesso. 

Gli occhi di Oikawa si riempirono di lacrime, mentre sentiva anche il proprio cuore rallentare. 

Iwaizumi strizzo gli occhi e poggiò la fronte alla scrivania ribaltata, incapace di restare eretto mentre il suo cuore rallentava sempre di più.

Poi d’un tratto sentì di nuovo i pensieri dell’uomo, era stato troppo distratto a condividere il dolore di Iwaizumi per riuscire a concentrarsi su di lui. Alzò gli occhi e li puntò contro di lui: era ancora in piedi dietro la scrivania e teneva mollemente stretto in mano il tagliacarte, i suoi pensieri concentrati sul causare un infarto a Iwaizumi e a Oikawa. 

Tooru si rese conto solo in quel momento del peso che sentiva nel petto: l’uomo stava cercando di fermare anche il suo cuore. Quel tipo di potere faceva effetto più velocemente su ordinari ed extra umani fisici, ma Oikawa era troppo debole per riuscire a contrastarlo. 

La mente di Iwaizumi si stava facendo sempre più lontana e una nuova ondata di panico lo attraversò.

Spinto dalla disperazione si fece avanti e l’uomo alzò il braccio che impugnava il tagliacarte verso di lui. Oikawa si immobilizzò a dieci centimetri dalla punta dell’arma. Tra di loro c’era la scrivania rovesciava, ma se l’uomo si fosse sporto un poco avrebbe potuto infilargli la lama in un occhio. 

Per un secondo pensò di fare un passo indietro, ma poi si rese conto che l’uomo avesse paura quanto lui e rimase fermo. 

“Smettila, siete circondati. Non potrai andartene, gli esperimenti non hanno portato a niente, avete ucciso decine di persone e uccidere anche lui non ti salverà!” urlò, sperando di distrarlo almeno un po’.

L’uomo ridacchiò, senza abbassare la lama “Tanto vale uccidere anche voi, tanto mi daranno la pena capitale”. 

Oikawa sentì scorrere la disperazione nella mente dell’uomo, non aveva più niente da perdere, gli sembrava più che accettabile fare fuori anche loro due e finire di distruggere i suoi documenti, quasi per dispetto. 

“Smettila!”  

L’uomo rimase immobile, ma fece un sorrisetto nervoso stringendo ancora di più le dita sul manico della sua arma improvvisata. 

Nella sua mente si intensificò il flusso di energia che stava cercando di fermare il suo cuore e quello di Iwaizumi. 

'Smettila!' non aveva più la forza di urlare, ma la sua preghiera rimbombò nella propria mente sbattendo contro le pareti del suo cranio. 

L'uomo si irrigidì e Oikawa si rese conto che l'avesse sentito. Aveva dischiuso le labbra e il sorrisetto era svanito, lo stava fissando terrorizzato: si era reso conto solo in quel momento che anche Oikawa fosse un extra; un extra psichico di cui lui non aveva chiaro il potere. 

Oikawa espirò forte guardandolo negli occhi 'Smettila!' ordinò di nuovo.

L'altro emise un singulto "È questo il tuo potere? Sparare il tuo pensiero nella testa di qualcun altro?"

In realtà no, non era quello il suo potere. Non aveva neanche mai imparato a usare il velo, figurarsi a sparare i propri pensieri in testa agli altri. Per un secondo gli tornò in mente la prima volta che Takeru aveva usato il velo, non era una capacità innata, ci aveva lavorato e ce l'aveva fatta solo durante una rissa con un extra psichico alle medie. 

Si rese conto che il flusso di potere fosse diminuito. Il peso sul suo cuore si era leggermente allentato e Iwaizumi si mosse sul pavimento. 

Un'onda di sollievo lo percorse nel rendersi conto fosse ancora vivo. 

'Molla il tagliacarte!'

L'uomo si irrigidì ancora, Oikawa sentì il suo corpo tremare come un castello di carte. Le dita allentarono la presa per un attimo, ma poi la rinsaldarono.

‘Lascia cadere il tagliacarte!' ripeté. L'uomo rimase immobile a guardarlo stralunato; il flusso di potere era cessato e Iwaizumi stava borbottando qualcosa dal pavimento. Oikawa avrebbe voluto guardarlo, ma non lo fece. 

'Lo so che lo vuoi mollare, lascialo andare.'

I tendini dell'uomo vibrarono. 

"No, non voglio" la voce gli uscì quasi come un piagnucolio. Le dita si stavano allargando e Oikawa fece un passo avanti, mentre l'uomo guardava atterrito la propria mano, visualizzando con orrore quello che sarebbe successo da lì a poco: le dita avrebbero ceduto e la lama sarebbe caduta, inutile, sulla scrivania rovesciata.

'Lascialo andare' fu quasi un sussurro, una nenia per accompagnarlo, mentre l'uomo lasciava cadere il coltello. 

Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di aver perso l'arma che Oikawa afferrò con la mano buona un raccoglitore e glielo sbatté in faccia con tutta la forza che aveva. 

L'uomo barcollò all'indietro, andando a sbattere contro la cassettiera in metallo che aveva alle spalle. 

"Sacco di merda!" urlò, di nuovo nel pieno delle proprie capacità mentali. 

Oikawa strinse gli occhi: quella botta l'aveva fatto rinsavire e il flusso di potere aveva ricominciato a fluire verso di lui e Iwaizumi, il petto gli si fece di nuovo pesante.

Strinse i denti e scavalcò la scrivania rovesciata con un balzo che non credeva nemmeno di essere in grado di fare. In un attimo gli fu addosso, l’uomo batté la testa per terra e Oikawa gli si mise sopra. 

“Credo che tu non voglia davvero ucciderci” disse con una calma che non sentiva, mentre l’altro cercava di divincolarsi dalla sua presa. ‘Non ci vuoi uccidere’ ripeté nella sua mente e sentì il pensiero rimbombare nella testa dell’altro, stordendolo. L’uomo si guardò intorno stralunato, ma dopo un secondo cercò di afferrare Oikawa per il braccio ingessato e lui gli spinse la mano sulla gola. 

L’uomo si sentì soffocare, perdendo per un momento la concentrazione sull’infarto che stava provocando a Iwaizumi. 

Prese un lungo respiro, cercando di incanalare tutto il proprio potere fuori di sé, come non aveva mai fatto. 

‘Non vuoi provare a fermare il tuo?’ I suoi pensieri fecero tremare la mente dell’altro come  un terremoto. L’uomo scosse la testa, mentre ancora la voce di Oikawa rimbombava sulle pareti del suo cranio. “No, per favore” piagnucolò.

Oikawa si morse le labbra e strinse la mano sul collo dell’uomo, troppo concentrato a cercare di non pensare a quello che Oikawa gli stava chiedendo per continuare a dibattersi.

‘Vorresti farlo? Secondo me ti piacerebbe.’

“Smettila! Smettila! Esci dalla mia testa!” singhiozzò l’uomo. L’aveva la bocca impastata e gli occhi così pieni di lacrime da non poter nemmeno vedere Oikawa sopra di sé.

‘So che lo vuoi fare’ sussurrò ancora Oikawa nella sua mente, sentendo il panico dell’uomo montare mentre il suo potere cominciava a scaldargli il petto come una brace. 

“Per favore…” 

Oikawa sentiva che il cuore dell’uomo stava diventando pesante, anche il suo aveva iniziato a battere più lentamente, ma non riusciva a staccarsi dall’altro, dai suoi pensieri. Era come avesse finito per fondere la proprio mente con quella dell’uomo. Lui poteva sentire quello che sentiva lui, ma forse anche l’altro era più dentro a Oikawa di quanto avrebbe dovuto. 

“Che cosa stai facendo? Ci ucciderai entrambi!”

Oikawa non riusciva più a pensare lucidamente, il flusso dei suoi pensieri si era ormai ridotto alle sole immagini. Non riusciva più a distinguere la propria mente da quella dell’altro, il suo cuore stava rallentando e piano il suo campo visivo si stava restringendo, ormai riusciva a vedere solo il viso dell’uomo che soffriva sotto di lui. Sentì il cuore dell’altro fermarsi del tutto e la sua mente emise una sorta di sospiro, come se fosse stata disconnessa. 

Batté le palpebre incapace di capire cosa stesse succedendo, in lontananza sentì la voce di Iwaizumi chiamare il suo nome, poi tutto si fece buio. 

 

Epilogo

Iwaizumi stava sognando di mangiare tofu fritto dentro ad un acquario. 

Oikawa rimase fermo sotto le coperte a guardare, soddisfatto, la sua schiena nuda e a godersi i colori di quel sogno delirante, finché non decise che l’attesa non fosse stata abbastanza lunga e che Iwaizumi gli dovesse la sua attenzione. Si tirò su e poi si lanciò addosso all’altro con tutto il peso, senza un minimo di accortezza. 

“Iwa-chan!”

L’altro grugnì, con le faccia affondata nel cuscino, se non avesse saputo leggere nel pensiero Oikawa non avrebbe mai capito stesse dicendo ‘Mi hai annacquato il tofu’. Ci mise qualche secondo ancora a capire di non essere più nell’acquario, ma in un letto. Qualche altro ancora a capire che si trattasse del letto in legno della casa di Oikawa e non il futon del suo bilocale, e che il peso che sentiva su di sé fosse quello del padrone di casa. 

“Maledetta piattola!” biascicò rotolando da una parte e facendo ricadere Oikawa, gloriosamente nudo, sul materasso. 

“È ora di svegliarsi, dobbiamo andare in commissariato!” esclamò, cercando di districarsi dalle lenzuola nelle quali si era ritrovato legato. 

Iwaizumi grugnì di nuovo e guardò l’orologio, i suoi pensieri erano ancora un po’ rallentati dal sonno, quindi ci mise un po’ a capire che ore fossero. 

“Ma dobbiamo andarci tra tre ore!”

Oikawa, che finalmente si era liberato delle spire di cotone nelle quali il letto lo aveva avviluppato, si mise al centro del letto a gambe incrociate. 

“Sì, ma” piegò la testa da una parte e batté le ciglia “pensavo che avresti voluto fare il bis dopo ieri sera”. 

Iwaizumi alzò gli occhi al cielo e fece un sorrisetto “Sei un animale!”

Oikawa allungò un piede per dargli un colpetto sulla coscia “È inutile che tu faccia il sostenuto, so cosa stai pensando. Lo so che vuoi fare il bis anche tu, adesso che sei sveglio!”

Iwaizumi strinse le labbra per non mettersi a ridere. “Sei fortunato che sia un animale anche io” disse, gattonando verso di lui. 

Oikawa si sentì arrossire nel vedere le immagini che stavano passando nella mente dell’altro, ma non perse tempo a piegarsi in avanti per appoggiare le labbra sulle sue. Fu quando le loro bocche si sfiorarono che la porta scorrevole si aprì con un botto che fece sobbalzare entrambi. 

“Oh, cazzo!” imprecò Iwaizumi scostandosi da lui e afferrando i pantaloni del pigiama per coprire le sue nudità.

“Oddio, non ho visto niente! Non ho visto niente, lo giuro!” strillò Takeru con le mani sulla faccia, mentre cercava di richiudere la porta tastando in giro alla cieca. Oikawa poteva leggere benissimo i suoi pensieri e vedere che in verità suo nipote avesse visto tutto molto bene. 

“Vado a farmi una doccia” annunciò Iwaizumi, quasi urlando, imboccando la porta che Takeru non era ancora riuscito a chiudere, sperando che l’acqua fredda avrebbe potuto lavare via la vergogna di essere stato visto nudo dal nipote di Oikawa.

“Cosa diamine ci fai qui?” domandò Tooru, cercando di coprirsi con il lenzuolo, come se fosse stato una toga.

Takeru emise un lungo sospiro e Oikawa lo vide pensare alla centrale di polizia. “Non se ne parla, non c’è proprio modo che Hinata e Kageyama riottengano la loro licenza da supereroi dopo quello che è successo il mese scorso. Hanno…avete – non posso davvero credere che tu ti sia fatto coinvolgere – cercato di condurre un’indagine da soli senza avvertire la polizia dei cadaveri che avevate trovato nella discarica!”

“Ma non c’era verso che il comandante Washijo riaprisse le indagini sulla Mano di Onice! Anche Tsukishima ha fatto delle indagini per conto suo!” 

“Tsukishima è un poliziotto! Loro due…voi tre eravate degli addetti alla discarica! È davvero una fortuna che Sawamura sia un uomo davvero ragionevole!”

Takeru incrociò le braccia e fece il broncio e solo allora Oikawa si rese conto che non fosse venuto a cercarlo per quello che aveva pensato. 

Suo nipote era sparito da casa per poter indagare sul caso insieme a Hinata e Kageyama e, anche se aveva imparato a bloccare i pensieri dei suoi complici, non poteva fare lo stesso con il suo cervello. Poteva far scendere il velo per impedire a Oikawa di leggergli i pensieri, ma sarebbe stato ovvio stesse tramando qualcosa, inoltre mantenere il velo era faticoso e non poteva reggerlo per troppo tempo. 

Oikawa sapeva si sentiva in colpa per essersene andato senza dire niente e averlo fatto preoccupare, anche se era stato solo per non fargli scoprire cosa lui e gli altri due scriteriati stessero tramando.

‘Quindi non eri qui per Gian Yellow e Shadow Light?’ pensò al suo indirizzo. Takeru scosse stancamente la testa.

“Sono venuto per dirti che sono felice che tu lo stia facendo, anche se la mamma e i nonni non ti perdoneranno mai se diventassi un collaboratore civile e renderai noto di essere un extra-umano non registrato. Però è la cosa giusta.”

Oikawa fece un sorriso tirato, cercando di non mettersi a piangere e di non pensare troppo intensamente a quanto avrebbe voluto abbracciare Takeru. 

Suo nipote fece un passo indietro e alzò le mani per difendersi “Non ci pensare neanche!”

Oikawa alzò gli occhi al cielo “Scusa se forse un po’ ti voglio bene! Anche perché dopo questa mattina credo sarai l’unico componente della famiglia che mi ricambierà”.

Takeru alzò le spalle “Avevo pensato…non avevi un amico hacker? Non puoi chiedergli di, che so, aggiungere la famiglia all’elenco degli extra?”

Oikawa inclinò la testa da una parte e pensò che avere diciassette anni e credere che tutto sia possibile fosse davvero bello, Takeru si irrigidì e eruppe in un ‘Ehi!’.

“Anche se Kenma potesse fare qualche cosa, in questo momento è a Bora Bora, me lo ha detto – anzi lo ha pensato – il suo vicino di casa che adesso sfoggia una Ferrari che sicuramente non potrebbe permettersi con il suo stipendio. Tra l’altro mi domando perché un posto come Bora Bora, Kenma è praticamente un vampiro!”

Rimasero fermi a guardarsi per un paio di secondi, entrambi con la testa così piena di pensieri da sembrare vuota. 

“Vai a casa, ci vediamo più tardi” disse scendendo dal letto e afferrando le mutande.

Takeru, ancora sulla porta, si irrigidì “No, vengo con te!”

“No che non vieni con me!” lo guardò intensamente e cercò di sparare i propri pensieri nella mente del nipote ‘Torna a casa! Torna a casa!’. Il ragazzino rimase immobile “Hai la faccia di uno che stia cercando di fare la cacca” commentò, laconico. 

Oikawa pestò i piedi e smise di provare, non era più riuscito a fare quello che aveva fatto quella notte, ma forse era un bene dato che per poco non era morto. 

A salvare la situazione fu Iwaizumi, lavato di fresco ma ancora in imbarazzo, l’acqua non era riuscita a lavare via anche quello. Takeru invece era imperturbabile, Oikawa gli aveva letto nel pensiero: Iwaizumi gli piaceva ed era un supereroe, quindi guadagnava punti extra.

“Andiamo?”

“Noi andiamo, lui va a casa!” disse Tooru indicando il nipote, stizzito.

Iwaizumi alzò gli occhi al cielo, chiedendosi cosa avesse fatto per meritarsi tutto questo. 

“A quanto pare a Iwaizumi fa piacere che venga anche io! E comunque voglio parlare con Ushijima dato che d’ora in poi lavorerai con lui!”

Oikawa strabuzzò gli occhi “Ho detto che voglio diventare un collaboratore civile, non che voglio lavorare con Ushijima! Piuttosto che collaborare con lui vado ad autodenunciarmi in un commissariato in Argentina!”

 

Aki_Penn parla a vanvera: finalmente siamo giunti alla fine! Non so come ringraziarvi per essere arrivati fino a qui e per tutto il supporto che mi avete dato!

Mi spiace che questo finale non sia stato un granché, avevo delle altre idee all’inizio ma poi ho pensato che non fossero buone e sono finita con questo level-up di Oikawa un po’ imbarazzante, spero che nonostante la trama sbilenca la fatica della lettura sia comunque stata ripagata. <3 

Grazie ancora, vi mando un bacio!

 
   
 
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