Ho incontrato la primavera di notte.
Fra asfalto e lampioni, soffocata
all'incrocio di un viale.
Milano di notte
conosce boccioli di petali bianchi
– ciliegi o magnolie, magari camelie, differenze abissali che mi scivolano fra le dita –
Io conosco
la leggerezza dei passi
coi rimpianti alle spalle.
Offro il viso al calore sintetico
di stufe che giocano coi confini – dentro o fuori, dentro e fuori, respiro –
e sui marciapiedi
di una città che non mi appartiene
gioco a essere chi non sono
(è la mia versione più sincera).
Ho dato all'aria così tante parole
che per l'inchiostro non me ne restano più.
Scrivo versi a cui resta soltanto la prosa
mentre penso
che sono stata tutto ciò che potevo essere
senza timori
con pensieri piccini
senza affanni
con risate in forma di opinioni
senza paure
con sprazzi di felicità.