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Autore: Maqry    11/03/2023    3 recensioni
"But even if it was only for a short while, we were there too. We too played volleyball."
1- Tanaka (sabbia)
2- Akaashi (orologio)
3- Daichi (silenzio)
[partecipa alla "The Great Monster Drabble War" indetta da Shireith sul forum Ferisce la penna]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daichi Sawamura, Keiji Akaashi, Ryuunosuke Tanaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Daichi sa di essere un giocatore silenzioso (ironico, quando le sue giornate sono scandite da Ora basta! Smettetela!).

Su per la manica della divisa non ha trucchetti da calare al momento giusto per ribaltare la partita: niente veloci assurde, battute flottanti o muri a lettura.
È il giocatore noioso, quello per cui nessuno esulta ammirato dagli spalti, riempiendo il palazzetto di cori.
Riceve con precisione, copre gli errori degli altri, infonde coraggio: essere le fondamenta, questo è il suo ruolo.

 

Ma sul campo di Tokyo, Daichi capisce. Prende la rincorsa dalla seconda linea, il silenzio a mettergli le ali, e salta.

 

Anche lui è lì per segnare e farsi sentire.

 

 

 

 

Note alla storia: allora, questa drabble è idealmente collocata, nella sua parte finale, durante la partita contro la Inarizaki, quando Kita rientra in campo per la seconda volta verso la fine del terzo set (chap. 283, ep. 4x23). Kita vede in Daichi un giocatore a lui affine: il capitano silenzioso, che poco ha a che vedere con la squadra di fenomeni in cui si trova, la cui specialità è la difesa e che è lì per guardare le spalle agli altri e tenerli in riga. Ed è quello che Daichi è e si sente per la maggior parte del tempo: il giocatore che segna poco, nonostante sia uno schiacciatore, che come dice lui stesso a Kageyama e Hinata non ha alcun talento particolare, ma può offrire loro delle solide fondamenta (partita contro la Johzenji, ep. 2x15, chap. 110), e che, come commentano i giocatori della Johzenji dopo la sconfitta, nessuno nota ma tiene insieme tutta la squadra con le sue ricezioni (a questo proposito, a definirlo noioso è il loro capitano, Terushima Yūji – e io potrei shippare lui e Daichi per questa sola battuta, sì). Ma durante quel momento specifico della partita contro l’Inarizaki, Daichi dice proprio che ha passato tutto il tempo a pensare a cose inutili, eppure lui è lì come tutti gli altri per segnare, non solo per difendere e tenerli sotto controllo, e così schiaccia dalla seconda linea durante l’attacco sincronizzato. E Kita, che sa bene come non abbia mai segnato da quella posizione, che sia quasi sciocco per lui lasciare la difesa, che è quello che sa fare meglio, per tentare un pallone forse oltre le sue capacità, sottovaluta l’attacco e non riesce a ricevere la schiacciata di Daichi, che riporta in parità il Karasuno. Il titolo fa riferimento alla frase che Daichi ripete spesso, “We'll never win if we don't believe we can”, e all'aver dovuto essere lui il primo a realizzare di essere lì per segnare a sua volta e riuscire davvero a uscire dal suo “silenzio” (che ha quasi funzionato da esca, prendendo in contropiede gli avversari), e credere di poter segnare; e solo allora, vedendolo giocare nella partita successiva, pure Kita arriverà a concordare che Daichi è anche un "vero" schiacciatore, la difesa non è la sua unica arma.

Niente, pappardella lunghissima per dire che al prompt silenzio non ho potuto che scrivere di Daichi e di questo momento che è tra i miei preferiti (come tutti i momenti di Daichi, ma shhh). Non so, Daichi è in assoluto il mio personaggio preferito di Haikyuu (e insomma, li amo tutti, ma lui è proprio fuori da qualsiasi classifica), e volevo dedicare qualcosa a lui, prima o poi. 
 

Spero che la drabble vi sia piaciuta.

spoiler alert!:  se non volete sapere proprio nulla sul manga, non proseguite la lettura




Ora posso dirlo, anche se immagino si fosse capito dal titolo come sempre originalissimo, ma il filo conduttore della raccolta è stato il character study (forse quando mi sentirò più sicura nel fandom sperimenterò di più!) di personaggi che dopo la scuola lasciano la pallavolo, eppure, come dice quella meraviglia di capitolo che è "Winner and losers”, anche loro ci sono stati, anche loro hanno giocato per un po’.

Infine, un grazie alle mie compagne di squadra, Bessie e saint oleander (💙), e alle nostre avversarie: è stato divertente lanciarsi in questi primi tentativi nel fandom insieme a voi!

Grazie ancora per la lettura a chiunque sia passato di qui. E come sempre, forza Adlers! 💙

 

   
 
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