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Autore: NonLoSo_18    23/04/2023    7 recensioni
Nel mondo di Vanyan, il Continente, ci sono due categorie di persone: gli Elementali, in grado di comandare le forze della natura e degli elementi a proprio piacimento, e quelli che non lo sono.
E i primi comandano sui secondi, considerandoli alla stregua di oggetti di cui disporre senza rispettarne la volontà. È un mondo duro, dove domina la forza, e se non ce l’hai, devi soccombere. È sempre stato così, da quando gli Elementali hanno conquistato la terra dove gli altri vivevano, e si sono imposti. Ma ora tutto questo sta per cambiare: guidati dal misterioso Borea, un uomo con la maschera bianca, i non Elementali stanno facendo sentire la loro voce, riprendendosi tutto ciò che è stato loro tolto, e mettendo il mondo sull’orlo del collasso. Toccherà proprio a Vanyan, un Fireal, un Elementale del fuoco, cercare di riportare l’equilibrio nel Continente. Ma Vanyan ha un motivo ben più personale per agire: Borea è l’uomo che, dieci anni prima, ha ucciso suo padre davanti ai suoi occhi…
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INIZIO

 

Stavano festeggiando il suo compleanno in una calda mattina di estate quando accadde.
«Spegni la candela, Vanyan» Sua madre stava ridendo mentre prendeva il coltello per tagliare la torta.
Suo padre, invece si era seduto vicino a lui, insieme con sua sorella.
Anche Vanyan si divertiva: quel giorno suo padre gli aveva intagliato una spada di legno nella sua falegnameria. E fino a quel momento il ragazzino si era divertito ad agitarla per colpire le foglie degli alberi.
«Non riesco a credere che tu abbia già dieci anni» disse sua madre, accarezzandogli i capelli.
Lui invece non vedeva l'ora di essere più grande e più forte.
Si stavano divertendo, quando ad un tratto il viso di suo padre perse ogni traccia di divertimento, e sprofondò in una cupa serietà, di cui Vanyan si accorse subito.
Anche sua madre sembrava essere diventata seria di colpo, mentre sua sorella era perplessa.
I suoi genitori fecero appena in tempo a scambiarsi un'occhiata che una raffica di vento interruppe la loro festa e fece volare via il tavolo e le sedie.
Un uomo era apparso nel prato.
A prima vista era un uomo alto, vestito con una casacca di tela e dei pantaloni chiari, capelli castani che arrivavano alla nuca, una pelle olivastra... e una maschera a coprirgli interamente il viso.
Vanyan lo guardò, la maschera era bianca e lucente, con piccole venature più scure. Aveva delle piccole incisioni che sembravano lunghe linee sulle guance, una a formare la bocca, e una piccola luna crescente incisa sulla fronte.
Ma ciò che a Vanyan fece più paura non era quella maschera inespressiva.
No, a Vanyan ciò che fece più paura furono gli occhi. Azzurri, gelidi.
E intrisi di una rabbia e di un odio capace di instillargli una paura primordiale. 
Suo padre si mise davanti a lui, spingendolo indietro con il braccio, e Vanyan pensò che non esistesse un uomo più forte e coraggioso di lui.
«Cosa vuoi?» 
L'uomo mascherato abbassò lo sguardo su di lui, e Vanyan istintivamente si ritrasse, quegli occhi sembrava volessero bucargli l'anima.
Poi lui semplicemente disse «Sai perché sono venuto» 
Suo padre si girò verso di lui. A differenza dell'uomo mascherato i suoi occhi erano verdi e gentili.
Poi si girò verso sua madre «Prendi Angel e Vanyan e andatevene! Avvisate gli altri, non deve arrivare in città» Gli occhi di sua madre erano fermi «Non ti lascio»
«Ti prego...» Fu la risposta.
Sua madre ci doveva aver capito cosa voleva dire meglio di lui, visto che subito dopo lo prese per un braccio, prese sua sorella per l'altro, e li trascinò insieme nei boschi poco dietro. Vanyan non riuscì a sentire cosa suo padre e il tizio mascherato si stessero dicendo.
«Angel, vai ad avvertire gli altri giù di andarsene e che sono in pericolo» Disse sua madre a sua sorella, che sparì nei boschi, e il ragazzino vide solo la sua chioma bionda tra le foglie.
«Vanyan, tu resta con me» 
Lui era spaventato «Voglio andare da papà» Le disse. Non lo avrebbe abbandonato. Un guerriero non abbandona mai quelli che ama. 
La faccia di sua madre era di pietra come la maschera dell'uomo «No» 
Ma Vanyan non aveva nessuna intenzione di ascoltarla: approfittando di un momento di distrazione, il ragazzino si liberò dalla stretta, e corse verso lo spiazzo.
Con la coda dell'occhio scorse la sua torta di compleanno gettata per terra, ma non gli importava. Suo padre era in pericolo e lui doveva aiutarlo.
Lo vide proprio mentre affrontava l'uomo in maschera, scagliandogli contro lame di vento, però l'avversario li schivava tutti agilmente. Anche l'avversario scagliava lame di vento, e generava vortici per deviare gli attacchi. Quindi anche lui era Areal, come suo padre.
Suo padre sì che era un combattente coraggioso, e Vanyan fu orgoglioso di lui, e di quanto fosse forte. Sapeva difendersi, senza mai fare troppo del male al suo nemico, lui mirava piuttosto ad allontanare gli attacchi.
Lo vide abbassarsi all'ultimo e scansare una lamina di vento diretta contro di lui.
Suo padre aveva generato una barriera di vento, e riusciva a deviare gli attacchi.
Di colpo, Vanyan vide la barriera dissolversi davanti a lui, e vide l'avversario caricare una lama di vento, e puntarla verso suo padre, che era perplesso.
Vanyan non riuscì a trattenersi «PAPÀ!» Urlò, gettandosi verso di lui.
Fu un attimo: nella distrazione di suo padre, il colpo fu scagliato, e colpì suo padre in piena potenza sul petto.
Glielo squarciò, il sangue che schizzava tutto intorno e sporcava l'erba verde chiaro.
Nell'intervallo di tempo che Vanyan ci mise per correre verso di lui, mentre questo cadeva a terra come una foglia morta, vide di nuovo attraverso la maschera i suoi occhi.
Azzurri, e gelidi.

Angolo autrice
Spero che sia di vostro gradimento
   
 
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