Fiori di Pesco
Haikyuu!! version
[Partecipante alla “May I write” challenge del
gruppo Facebook “Non solo Sherlock”]
Note
Buon salve!
Mi sono
decisa a pubblicare questa raccolta dopo un po’ fuori dal gruppo fb per il quale
è stata scritta; spero vi piaccia quanto io ho amato scriverla.
Prima di lasciarvi
alla lettura una piccola precisione: la raccolta è composta sia da Flashfic, piccole
one shot, e anche drabble. E’ divisa in due parti, l’altra parte, se vi
interessa la troverete presto nel fandom di Naruto.
E’ tutto,
Kiss
Risa
1° maggio
Giorno uno #MayIwrite2023
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Hinata Shoyo, Hinata Nastu, Kozume Kenma
Prompt: Cellulare + Immagine
Genere: Fluff, commedia
Avvertimenti: Flashfic [239 parole]
“Stai ferma ok?” disse Shoyo con l’elastico tra i denti.
Separò una parte dei capelli di sua sorella per formare un codino basso. Non
era un operazione semplice: Nastu aveva i capelli mossi e non troppo lunghi,
rischiava sempre di farle male, ma orami era diventato bravissimo. Tenne il
codino con una mano e con l’altra prese elastico e lo legò introno ai capelli e
strinse con delicatezza. Sistemò il fiorellino giallo in modo che si vedesse
bene.
Tutte le volte che Nastu dormiva nella sua stanza, la mattina
toccava a Shoyo pettinarla. Sua sorella si sedeva paziente sul suo letto e si
lasciava acconciare i capelli.
Shoyo afferrò la spazzola e cercò di districare le ciocche
ribelli, poi prese l’altro elastico.
In quel momento il suo cellulare prese a squillare.
“Rispondo io!” trillò felice Nastu, “Pronto!”
“Nii-chan non può parlare adesso, mi sta pettinando!” spiegò
felice lei, “mi sta facendo le codine.”
Shoyo si affrettò a finire il suo lavoro, intanto ascoltava
la sorella spiattellare tutti i suoi segreti. “Ho finto! Ridammi il cellulare”
chiese. Nastu glielo porse.
“Ciao!” La risatina di Kenma lo fece morire di imbarazzo.
“Sai fare le code Shoyo?” chiese il suo amico.
Hinata sospirò. “Non hai sorelle più piccole vero?”
“Sono figlio unico,” rispose Kenma.
Shoyo guardò sua sorella muovere le gambe ritmicamente;
presto gli avrebbe chiesto di giocare con lei, strepitando ed arrabbiandosi se
tardava. Un sorriso gli comparve spontaneo.
“Beh, non sai quante cose sappiamo fare noi fratelli
maggiori.”