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Autore: Akane    03/08/2023    0 recensioni
“Quei due non saranno distrutti da nessun nemico, saranno distrutti solo da loro stessi. Se un giorno uno dei due morirà, l’altro lo seguirà a ruota solo per il dolore che quella morte comporterà.”
Mentre Zoro e Trafalgar si ritrovano da soli nel Paese di Wa, hanno modo di conoscersi meglio e rinforzare il loro legame. In particolare Trafalgar si rende conto di quanto sia facile connettersi con Zoro, fino a desiderare di averlo per sé. Peccato che lo spadaccino stia con Rufy.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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wa8

*Zoro finalmente è riuscito a far venire allo scoperto Trafalgar che ha deciso di essere sincero, ma come reagirà Zoro dopo aver saputo che lui è sessualmente attratto da lui? Questa è la fine della fic, originariamente avevo in mente che poi dopo la guerra Trafalgar si mettesse con Kid, che è un altro con cui lo shippo da sempre, però vedrò, ancora non ho pensato né scritto, anche perché mi sta piacendo tanto la ZoLaw e penso che scriverò qualcosa per loro. Grazie a chi ha seguito, spero la fic sia piaciuta. Le fan art come sempre non sono mie ma di chi le ha fatte e sono una piccola ispirazione per il capitolo. Buona lettura. Baci Akane*

8. DECISIONI SOLENNI

zolawzolaw

Zoro tornò a mangiare come niente fosse, Trafalgar guardò la sua schiena dalla posizione in cui era e attese qualcosa che non arrivò. Così gli diede un calcio lieve. 
- Tutto qua? - chiese stupito. Zoro alzò le spalle continuando a mangiare. 
- Cosa vuoi che ti dica? Ognuno ha i suoi problemi... se ti serve una mano chiedi, altrimenti non so come aiutarti. 
Per Zoro ogni questione era semplice. Se avevi un problema cercavi di risolverlo, se non potevi da solo chiedevi aiuto. Se in nessun caso ce la facevi, si trovava un modo per andare avanti comunque. Ma era essenziale chiedere aiuto, non si poteva costringere qualcuno ad accettare contro la propria volontà. L’avevano fatto con tutti i membri della ciurma. Avevano rispettato la loro volontà sebbene avessero sempre seguito tutti fino al momento in cui poi si erano decisi a chiedere, consapevoli che sarebbe successo. Ed era sempre avvenuto. 
- Non è un problema che si può risolvere, questo. A meno che tu non pensi di lasciare Rufy alla fine di questa alleanza e venire via con me. - Trafalgar la buttò lì con leggerezza per tastare il terreno. Zoro rise di gusto soffocandosi e per non farlo morire stupidamente, il collega si alzò dandogli delle pacche poderose sulla schiena per farlo tornare, quando ci riuscì si guardarono. Uno ancora divertito e con le lacrime agli occhi per l’assurdità della cosa appena sentita e l’altro con un finto divertimento nello sguardo. 
- Perciò è semplicemente una di quelle cose che si possono ignorare mentre si va avanti con quelle più importanti. 
Zoro così si fece serio asciugandosi le lacrime d’ilarità ed annuì. 
- Mi pare ragionevole. 
Trafalgar fece un cenno a sua volta sospirando dentro di sé, mentre tornava a sorseggiare un po’ di quel sakè che dopotutto non era male per mitigare certe sgradevoli sensazioni. Come quelle che aveva ora, di freddo, tristezza e pesantezza. 
Qualcosa che ingoiò facilmente da solo. 
Dopo che Zoro ebbe finito di mangiare tutto l’animale con un tipicamente silenzioso Trafalgar accanto, questi cambiò discorso dandogli istruzioni sul primo incarico da ronin che doveva ottenere. Gli parlò così di un certo Tokiki che frequentava il palazzo e che aveva alcune necessità da soddisfare che solo un ronin poteva.
- Io ti terrò d’occhio in modo da impedirti di fare sciocchezze. 
Zoro lo fissò scocciato: - Del tipo? 
- Faccio prima a controllarti che a spiegartele che tanto non capisci nulla! 
A quel punto naturalmente esplose indispettito: - Eddai non sono mica deficiente! Se mi dici che diavolo non devo fare pensi che non ce la faccio? 
Trafalgar esasperato da quel suo enorme difetto, Zoro era permaloso fino allo sfinimento, incrociò le braccia al petto con aria di sfida e gli spiegò brevemente e conciso cosa era importante: 
- Non devi assolutamente farti scoprire. Né te, né nessuno della ciurma ma soprattutto Kin’Emon ed i suoi samurai. Esegui gli ordini da ronin in modo che nessuno capisca che sei Zoro di Cappello di Paglia. Se dovessi essere preso per qualche ragione non menzionare mai niente del reale piano. 
- Ehi, per chi diavolo mi prendi, per un pivello? - lo rimbeccò Zoro spingendolo per la spalla, Trafalgar dondolò di lato, ridacchiò divertito e si raddrizzò. 
- Vedremo se sei un pivello. La parola discrezione con te non esiste! 
Zoro fece il broncio ed alzò le spalle bevendo il sakè dopo essersi riempito la pancia che già gli faceva male. 
- Non sono mica con Rufy... se ero con lui dovevi preoccuparti, ma da solo ce la faccio... 
- Forse. 
I due finirono per guardarsi male e con sfida per poi ridere, come per sigillare quanto successo prima, qualcosa di cui nessuno dei due avrebbe più parlato ma che, molto probabilmente, avrebbe comunque avuto effetti in futuro. 

Erano andati fra le rovine a dormire insieme agli altri del gruppo, preferendo un tetto mezzo sicuro sotto cui stare, ma Trafalgar non riuscì a chiudere occhio quella notte ed alzandosi dalla propria branda, si avvicinò a quella di Zoro. 
Lo guardò nel buio della notte, il suo respiro regolare e profondo, il suo sonno duro come la pietra. Rimase un po’ ad osservarlo, i lineamenti decisi, la cicatrice che solcava l’occhio sinistro. Sospirò e gli sfiorò il petto dove l’altra più grande faceva sfoggio con impressione, a volte sembrava appena fatta. 
I polpastrelli sentirono delle piccole scariche elettriche che si prolungarono lungo tutto il suo corpo insieme ad un calore inebriante. Questo era piacere. 
Quello che gli avrebbe potuto procurare Zoro doveva essere indimenticabile e solo perché gli piaceva davvero. 
Ricordò com’era stato svegliarsi con lui sopra che gli faceva un bel servizio di mano credendolo Rufy. Se si fosse impegnato, sarebbe probabilmente stato indimenticabile. 
Pensò a come sarebbe stato averlo al suo fianco per il resto della sua vita, mentre cercava di raggiungere i propri obiettivi, probabilmente bello quanto lo era per Rufy che riusciva nelle imprese più incredibili grazie anche a quello che gli dava lui, non solo un sostegno pratico enorme, ma anche stabilità emotiva e mentale molto solide. 
Certe cose erano importanti, l’aveva capito lì. 
“Ma non credo che potrei perdonarmi di fare certe cose a Rufy... quel ragazzo...” Trafalgar assottigliò gli occhi visualizzando il suo sorriso spensierato e le sue risposte che l’avevano colpito e scavato a fondo. “Quel ragazzo è difficile da tradire...” 
Capì infatti che Zoro, in ogni caso, pur magari provando attrazione e feeling con lui, non avrebbe mai e poi mai tradito Rufy per nessuna ragione. 
“Questa è una di quelle battaglie perse che non vanno nemmeno iniziate. Perderei forze preziose.” 
Amicizie preziose, avrebbe detto Corazon. E avrebbe anche aggiunto che a volte le amicizie sono il tesoro più grande che esista sulla Terra. 
“Vale la pena battersi anche per quelle.” 
Lui lo sapeva. 
Trafalgar sospirò malinconico e si chinò sul suo viso, sfiorò le labbra con le sue rimanendo lieve. Percependo alcun cambio nel suo respiro, aderì meglio rubandogli un ultimo bacio, infine si alzò e tornò al proprio posto.
Fu così che rinunciò all’idea di avere Zoro, ma non all’idea dell’amore e dell’amicizia. 

Fu dura per Zoro andare avanti nei giorni eseguendo alla lettera tutte le indicazioni di Trafalgar senza avere uno straccio di notizia da Rufy.
Giorno dopo giorno l’idea di cosa poteva essergli successo aumentava tragicamente, Rufy era costituzionalmente incapace di non provocare delle guerre ovunque andasse, era sicuro che si fosse scontrato con Big Mom. Era certo che poteva batterla, ma forse gli serviva più tempo, più risorse, un piano migliore di quello che avevano... era preoccupato ogni giorno che avanzava, ma non potendo far altro che andare avanti nei propri compiti, proseguì per la sua strada spedito, sperando di imbattersi nella nave scorta di Rufy.
Ogni giorno andava nei pressi della spiaggia da cui erano arrivati anche loro per vedere se c’erano sue tracce, ogni giorno il nulla lo accoglieva. 
Poi, un mattino, Rufy gli cadde addosso dal cielo. 
Aveva appena sconfitto un mostro pericoloso, quando si era voltato in tempo per sentire la voce trillante di Rufy chiamarlo da lontano. Convinto di avere le allucinazioni, se lo vide saltare addosso all’ultimo minuto, ovviamente l’accolse a braccia aperte mentre lui lo strozzava stile koala sulla faccia, stritolandolo per poi riempirgli la faccia di baci col suo tipico entusiasmo.
A lungo aveva immaginato il suo ritorno, in tanti modi, tutti pirotecnici e simili a quello e non ci era andato troppo lontano. 
Zoro era quasi morto, ma morto felice fra le sue braccia e con la sua bocca ovunque, anche sulla propria. 
Per quanto difficile e dura era stato stargli lontano, sapeva sarebbe tornato. Aveva dubitato sul modo, ovvero sarebbe potuto tornare a pezzi probabilmente, invece alla fine era anche intero e meglio di così non si poteva chiedere. 
Ma che gli piombasse addosso felice fino all’estremo quello no, di quello non aveva mai dubitato. 
Rufy non si sarebbe nemmeno mai staccato da lui mentre una gioia cristallina e assoluta lo invadeva elettrizzandolo. 
Un momento, un abbraccio, cento baci che valsero tutte le fatiche precedenti che avevano subito da separati. 
E così andava tutto a posto, finalmente. 
L’ordine si ristabiliva e si poteva ricominciare da dove si era interrotti e riprendere insieme il cammino.

- Capitano, ti sei perso una scena... Rufy è piombato dal cielo su Zoro e lo ha quasi ucciso da tanto che lo ha stretto! Una scena troppo divertente! - dissero gli uomini di Trafalgar comunicandogli che Rufy era tornato ed era stato avvistato con Zoro. 
Ovviamente Trafalgar aveva messo qualcuno a controllare a distanza Zoro per impedirgli di fare qualcuna delle sue cazzate. 
- Ah sì? Era ora! - disse con finta indifferenza preparandosi per raggiungerli, consapevole che non poteva lasciarli soli combina guai come erano. 
- Sì dovevi vederli... - il capitano chiuse gli occhi con una smorfia. 
- Preferisco di no. 
Una risposta apparentemente normale per lui, nessuno ci fece caso, qualcuno rise indicandogli dove erano. Dentro di sé il sollievo per essersi risparmiato quel fastidio.
- Sono inseparabili quei due, eh? - continuò il membro della sua ciurma che aveva assistito alla scena. 
- Pare di sì. - fece con amarezza.
“Almeno lui sarà felice.” pensò infine sentendola come una sorta di piccola magra consolazione. “Ma un giorno lo sarò anche io.” aggiunse contagiato dalla presenza di Rufy che portava con sé un’assurdo ottimismo che sapeva trasmettere pure a distanza. 
Un giorno Trafalgar lo sarebbe stato. 

   
 
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