ATTENZIONE: ©Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.
Questa è una saga di famiglia gli altri titoli sono:
La storia di Rafael Keller e Joel Il nostro destino
La storia di Chamael e Raziel Figli dell'amore
La storia dei fratelli Thomas Uriel e Diamond Ariel Il tesoro più prezioso;
la storia dei fratelliGabriel e Gellert Keller in Liberi di essere se stessi
La storia di Thomas & Sapphire L'alba di un amore .
La storia di Alaska Thompson ed Emmanuelle Nasseau in Don't Forget
La storia di Dallas Thompson e Micaela Keller in: Anime Gemelle.
Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.
______________________________________________________________________________________________________
Una volta rientrati in Europa, al nostro primo incontro con Stephan fuori il Santa Maria, decisi di prendere la palla al balzo prima che Inga e Taddheus ci raggiungessero. "Ho deciso che voglio riprendere i contatti con te." Gli dissi. "Scegli il metodo e aggiorniamoci su tutto."
"Il metodo più giusto sarebbe il contatto telefonico." Mi rispose.
"Sia ringraziato il cielo." Temetti mi dicesse le lettere.
"Ho detto sarebbe." Continuò. "Quindi sai cosa devi fare."
Sbottai. "Ti faccio avere il mio indirizzo di Boston. È inutile scriverci qui intanto che ci vediamo." Gli dissi.
"Sempre la solita svogliata." Mi disse divertito. "Volevo avvertirti che ho chiesto ad Helene dei gemelli, rivelandole che sapevano chi siamo. Mia sorella ha rivelato che ha mostrato parecchie nostre foto ai bambini dicendo loro che siamo molto impegnati con eventi ufficiali. Quando mi ha chiesto di prenderli al Santa Maria non si aspettava che entrambi già li conoscessimo." Mi rivelò.
Ero sorpresa. Quindi i bambini avevano tratto da soli le loro conclusioni. "Ma Helene sapeva che saresti andato a prendere i bambini al Santa Maria." Dissi.
"Si Helene sa che prendo sempre Samuel anche se tu porti via Joel e Tommy. Non mi ha mai detto a chi sono figli i gemelli, ma come loro anche io ho tratto le mie conclusioni da solo. Sono nati il trenta aprile del novanta." Mi rivelò.
"Helene ti ha sempre voluto bene." Dissi intanto che arrivarono anche Inga e Taddheus.
"Tutto bene?" Chiese Tad a Stephan.
Lui annuì. "Certo. Ho preso appuntamento con la dirigente, credo che presto ci saranno delle novità." Rispose guardandomi. "Mia sorella è sempre fantastica, mi ha dato il suo numero di telefono per te e se la chiami ne sarebbe contenta. Ehi Tad Con Acqua Marina abbiamo promesso ai bambini di portarli a prendere una merenda prima di separarli." Disse poi ai nuovi arrivati.
"Smettila di chiamarmi così." Gli dissi imbarazzata.
"Non darle il nome di una pietra solo perché la tua ragazza lo ha." Gli disse Taddheus.
"Sicuri? Vi siete mai chiesti perché i suoi genitori l'abbiano chiamata così?" Disse lui.
"Evito di raccontare cose così intime. Grazie per la tua intromissione." Gli risposi acida. Certe cose non cambiavano mai, risvegliava in me il lato peggiore.
"Hai il nome di una pietra preziosa Marina?" Mi chiese Inga.
"Era l'idea dei miei genitori. L'anello di fidanzamento dei miei era una piccola pietra di acquamarina, pietra preferita di mamma, e io sono la loro prima figlia." Rivelai.
"Che coincidenza." Sussurrò Tad.
"Che avremo potuto fare a meno di raccontare." Dissi guardando furiosa Stef.
"L'acquamarina simboleggia l'amore sereno." Disse Stephan a Inga. "Lo zaffiro, simboleggia l'amore fedele. Per questo sono un uomo fedele." Scherzò.
"Anche io sono una donna fedele e senza bisogno di uno zaffiro." Dissi andando impettita verso il cancello. Non lo vidi, ero gelosa di Sapphire, di lei e Stephan più che di lei e Thomas. Però percepii ciò che stava facendo Steph, lo conoscevo troppo bene. "Stephan non farmi le smorfie dietro. " Dissi pensando che le abitudini non cambiavano.
"Ma ti pare!" Disse lui dissentendo alla mia affermazione. "Sono un uomo adulto io."
Intanto però sentivo le risate di Inga e Taddheus. "Appunto, cerca di esserlo." Dissi in un sussurro con sguardo truce. Dio! Non era cambiato, aveva sempre quella linea sottile di autoironia che me lo faceva vedere come un ragazzo comune e divertente.
"Arrivano i bambini." Annunciò Taddheus.
Arrivarono e come promesso li portammo da qualche parte prima che ognuno venisse via con la propria famiglia. Li portammo in una sala da gioco dove restammo per una buona oretta, prima che Stephan decise che era ora di andare se non volevano perdere il treno per Zurigo.
Rividi Stephan quindici giorni dopo, eravamo soli e Inga e Taddheus non ci avrebbero raggiunto dal momento che erano a Berlino con Thomas.
"La settimana precedente vi siete presi i bambini prima dell'uscita o sbaglio?" Gli chiesi cercando di mantenere un argomento neutro.
Lui annuì. "Avevamo appuntamento con la preside e dopo ne conoscerai anche il motivo." Mi rispose. "Comprendo che Thomas voglia stare con i bambini per la sua permanenza qui in Europa. Ma spero che non ci siano problemi se Tom e Joel sono venuti con noi settimana scorsa. Comunque avrete ancora quattro mesi avanti." Mi disse.
"Fino al nostro matrimonio io resterò comunque qui in Europa." Gli dissi. "Forse sarebbe il caso di metterci d'accordo."
"Ma no! Va bene così, è importante che Tommy stia con suo padre. Quindi finché sarete in Europa e a Pasqua, starete insieme come sempre." Mi disse.
Finalmente i cancelli si aprirono e i bambini uscirono. Notai che Stephan continuava ad alzare la mano, Thea e Rich erano già usciti e mi chiesi chi ancora doveva prendere dal momento che quelli della classe di Joel e Gellert li avrei presi io.
"Eccovi." Disse una volta che fu raggiunto non dal solo Samuel, ma anche da altri due bambini.
Li guardai attentamente, erano due fratelli. Il loro volto aveva dei lineamenti identici, gli stupendi occhi grigio muschio anche. Si differenziavano per i capelli, il più grande li aveva ricci e castani chiari, l'altro li aveva lisci e neri come la pece.
Mi venne un colpo, assomigliava in maniera incredibile a mio figlio. "Rafael!" Sussurrai.
"Chamael." Sentii Stephan che lo prese in braccio. "Lui è Chamael McAllister. Questo bambino qui invece dovresti conoscerlo almeno di nome. Raziel Isaak Keller. Salutate bambini." Me li presentò.
Restai sbalordita. Raziel era il figlio che Tom aveva avuto da quella profittatrice di Pollyn McAllister.
McAllister! Era il cognome del piccolo Chamael. Possibile che Pollyn avesse avuto un altro figlio? "Come sempre sei senza auto. Giusto?" Mi chiese Stephan.
Feci una smorfia. "Posso chiamare un taxi."
Al che lui rise. "Sapevo che saresti stata sola oggi." Mi disse complice indicandomi la multipla poco lontana. "Sono venuto con una seconda auto. Andiamo." Mi disse.
Una seconda auto? Pensai strada facendo osservano il suv della Mercedes dietro la Fiat multipla. In quel preciso istante ne stava scendendo un uomo alto e biondo. "Armand!"
"Il mio fidato Armand." Affermò Stephan.
Lo raggiungemmo e una volta li Steph mise in fila i bambini, io intanto salutai Armand con caldo . "Cinque con me e quattro con Armand. Chi va?" Chiese.
"Io sto con Chamael Tepá!" Rispose Samuel, per la prima volta sentii la sua voce, come anche fui colpita dal nomignolo di Stephan.
"Io non lascio Chamael." Intervenne Raziel.
"Anche io! Anche io con Chamael." Urlò Giaele e compresi che quel bambino aveva una forte influenza sul gruppo.
Steph osservò i bambini annuendo. "Armand io prendo loro con Joel e Gellert. A te restano i quattro più grandi."
Thea lo guardò sorpresa e fece per parlare. Ma Stephan la interruppe sul tempo. "La nostra destinazione è una ludoteca a dieci minuti di macchina. Saremo tutti insieme dopo, e ci separeremo in modo che Armand possa portare con sé Marina con Gabe, Tom, Joel e Gellert." Li informò anzitempo. "Quindi adesso forza, tutti in auto."
Scossi la testa divertita. Aveva pensato proprio a tutto.
"Devi cambiare auto Tepá!" Lo prese in giro Gabriel. Non avevo mai visto il bambino così rilassato con un uomo che non fosse il padre.
"Ho ordinato una Renault traffic da nove posti. Tranquillo, arriverà presto." Rispose lui nello stesso tono.
Scossi la testa e nel frattempo feci salire i bambini nella seconda auto. Lasciai i maschi dietro e misi Giaele davanti, proprio come l'ultima volta. Anche se la nipotina di Stephan fu più capricciosa di Thea. Notai come Raziel fosse premuroso con Chamael nell'allacciare la cintura e nel dirgli come comportarsi.
Io mi assicurai che anche gli altri tre stessero comodi, poi salii in auto.
"Non eri serio con la storia del macchina. Vero?" Dissi a Steph quando salì mettendo in moto.
"Ovvio che lo ero. I bambini non saranno sempre così piccoli da stare in tre posti e come puoi ben sapere, Sapphire ha sei figli e vorremo averne uno nostro." Mi disse.
Feci una smorfia. "Quattro più uno in custodia." Dissi iniziando a parlare italiano.
"In testa voglio trovare il modo per prendere la custodia di Chamael, per ora abbiamo ottenuto il permesso dalla preside di portarlo con noi fuori da scuola." Mi informò.
"Raziel è il figlio di Thomas con Pollyn McAllister." Affermai.
"Quindi è così che si chiama quella stronza." Basita lo fissai, era la prima volta che sentivo Stephan rivolgersi così nei confronti di una persona.
"Cosa sai di lei?" Gli chiesi.
Al che lui mi lanciò uno sguardo poi mi raccontò per sommi capi che la signora McAllister, aveva praticamente rinchiuso il piccolo Chamael al Santa Maria, lasciando la gestione della sua vita scolastica al collegio. Infatti il bambino aveva subito il cambio di classe per il quoziente intellettivo alto, passando in quella di Samuel.
"In realtà sa scrivere e leggere anche, infatti a gennaio lo volevano passare nella classe dopo. Ma siamo intervenuti io e Sapphire. Ma non so perché, lei non si è accorta della somiglianza con Raziel." Mi disse
"Tu subito invece. Sai tutti i figli di Tom hanno un QI abbastanza alto." Gli rivelai.
"Io me ne sono accorto subito. Sapphire invece si è accorta immediatamente che soffriva, penso il suo sguardo sia stato offuscato dalla pena immediata che ha provato per lui." Mi rivelò. "Anche Rich e Thea hanno un ottimo Qi. Non mi raggiungo, ma è alto." Mi rivelò.
"Hai un Qi alto?" Gli chiesi soppressa.
"Si! Anche se evito di parlarne, lo utilizzo per amministrare e organizzare al meglio le mie attività e i miei doveri." Mi spiegò.
Lo guardai sorpresa. Stephan aveva studiato scienze umane all'università, al contempo aveva fatto anche l'accademia militare. Di cosa si occupava adesso? E la malattia? A parte i capelli che aveva volutamente rasato a zero e il viso leggermente più gonfio, sembrava stare bene. "Di cosa ti occupi?"
"Amministro l'esercito del Lussemburgo e organizzo una mia divisione, seguo molti enti e faccio delle consulenze legali, infine sono ambasciatore del Lussemburgo in Inghilterra, Germania e Svizzera."
Erano un bel po di cose. "Giochi più a tennis?" Gli chiesi mentre parcheggiava.
"Non più." Rispose. "Come vedi adesso ho un impegno che mi da molto da fare e anche se volessi non riuscirei a stare dietro al tennis." Mi disse indicando i bambini.
Sorrisi scendendo dall'auto, feci scendere Giaele e lo raggiunsi mentre lui faceva scendere gli altri.
"Posso parlare a Thomas di Chamael." Chiesi.
"Ti direi di si! Ma prima devo capire la sua situazione famigliare, perché sua madre gli da del mostro e perché lo ha rinchiuso." Mi disse.
Rabbrividii sentendo ciò che la donna faceva al bambino. Era una completa tortura psicologica e Chamael sembrava avesse l'età di Rafael. In pratica quattro anni ancora non compiuti.
"Allora aspetto che mi fai sapere." Gli dissi. "Sai cosa, la settimana prossima vengo a prendere i bambini con Rafael, così anche lui può stare un po' con loro." Dissi seguendolo era tempo di andare nella ludoteca.
Una volta dentro la ludoteca, Stephan diede il suo nome, dopodiché disse ai bambini che dovevano seguire l'educatrice che avrebbe loro dato dei calzini antiscivolo e li avrebbe fatti giocare.
"Ragazzi avete mezz'ora di gioco prima della merenda. Noi restiamo qui a guardarvi, dopo ognuno andrà per la propria strada." Disse.
Loro tutti, tranne Thea, obbedirono. Purtroppo mia figlia non si trovava bene in quel gruppo di bambini e me ne rammaricavo molto.
"Posso disegnare qui seduta vicino a voi?" Ci chiese.
"Certo che si." Le rispose Stephan.
Ne fui sollevata. Prendemmo posto e feci un paio di domande alla piccola che mi rispose diligente intanto che Stephan ci portava del succo di frutta per tutti.
"Ancora non ho detto della loro esistenza a Thomas." Gli dissi in italiano.
Lui mi guardò serio. "Dovresti."
"Lo so! Ma siamo sinceri Stephan, concretamente io li ho abbandonati." Dissi tirando fuori ciò che mi portavo dentro.
"Sapevi che erano morti e ti hanno fatto firmare un documento di rinuncia." Mi ricordò.
"Lo hai visto?" Gli chiesi.
Lui scosse la testa. "No! Mi affido alle parole di Helene. Sinceramente non voglio affrontare il discorso con i miei perché so che ci litigherei, inoltre metterei mia sorella in una posizione scomoda. Ha fatto di tutto per farsi affidare i gemelli mettendosi contro i miei genitori.
Se rivelassi loro che conosco tutta la verità, anche sui gemelli, sarebbe una lunga discussione e io non ho le forze per affrontarla."
Sussultai! Per la prima volta forse ammise che era ammalato? Non ho le forze! Aveva detto. "Eppure eri abbastanza autoritario un tempo, da non ammettere repliche."
"Lo sono ancora con tutti i miei sottoposti e con la società in generale." Mi confermò. "Ancora oggi se mi metto in testa qualcosa deve essere quella, fatta bene e subito. Che sia io o qualcun altro." Mi disse. "Semplicemente ho delle priorità, dibattermi per una cosa passata invece che guardare al futuro per me e solo una perdita di tempo. Ho altri obbiettivi, ovvero vivermi e godermi ogni momento di questa esistenza." Concluse, mi si strinse il cuore. Però cercai di ironizzare dal momento che personalmente Stephan non mi aveva detto di essere ammalato.
"Dio tu e Thomas ragionate uguale. Perdere tempo mai, avere un piano e agire, sempre." Lo presi in giro.
Lui si mise la mano sul cuore. "Semper!" Disse in latino. "Mi rincresce ammetterlo anche se già lo sapevo. Thomas mi piace, sa il fatto suo."
Annuii. "Forse perché vi assomigliate." Affermai. "Non fisicamente, ma..."
"Abbiamo delle analogie in comune?" Mi chiese serio.
Assentii. "Testardi uguali, autorevoli, intelligenti, compassionevoli, con degli obbiettivi. Ironico e auto ironico, lui non si prende mai sul serio, tu anche hai sempre avuto questa peculiarità. In ultimo siete entrambi molto umili, nonostante il ceto sociale o i successi palesi." Gli rivelai.
Lui fece una smorfia. "Almeno una cosa che non abbiamo in comune? Sai giusto per capire se Sapphire sia interessata a me o all'ombra di Thomas." Mi chiese.
Probabilmente avevo esagerato. Ma non riuscivo mai a mentire a Stephan, come anche a Tom. "Siete entrambi belli, altezza simile. Ma colori diversi. Tu hai una carnagione molto chiara e gli occhi verdissimi, i tuoi capelli castani tendono al biondo e hai un bel viso a cuore."
"Ah... Tom invece so che ha una carnagione olivastra e colori molto scuri. Forse il viso ovale guardando i suoi figli." Mi disse.
"Viso squadrato." Dissi. "Anche se non è stata la sua bellezza a conquistarmi."
"Ah no!" Chiese allusivo.
"Si! Vedi lui quando è con i bambini mostra un lato così protettivo e amore..."
"Basta!" Mi fermò. "Guarda, mi arrendo."
"Scusami." Dissi guardandolo, indubbiamente Tom aveva le stesse qualità di Stephan, evitai di dirgli che anche a difetti stavamo la, non volevo mortificarlo.
"Sei sempre così sincera? Mi stupisce che Tom non sappia di me." Disse. "Intendo di me adesso."
"In realtà gliene ho parlato. Sa tutto di te, tranne del matrimonio e dei gemelli. Mi ha detto, se vuoi tornare da lui non sarò io a trattenerti." Gli dissi ripensando a quel momento e all'evidente tristezza di Tom.
"È un signore." Mi disse. "Per questo dovresti dirgli dei gemelli. Sono sicuro che li accoglierà."
"Li ho abbandonati Steph. Cosa dirò loro? Cosa penserà di me Tom?" Non volevo deluderlo. "Prometto che lo farò, con i miei tempi." Dissi.
"Se non lo farai tu glieli dirò io!" Mi disse. "Gli scriverò una lettera dove gli racconto di noi due e dei gemelli." Affermò.
"Non hai il suo indirizzo." Affermai.
"Ho l'indirizzo delle KCG di Londra, Monaco e Lussemburgo. Meglio ho un migliore amico che esaudisce tutti i miei desideri e gli è fratello." Affermò convinto.
"Dammi tempo. Glielo dirò! Per ora sa che sei tornato nella mia vita e nonostante l'abbia presa bene, sento che gli rode." Gli dissi.
"Sei seria?" Mi disse. "Sai oggi sono insieme a Berlino. Si stanno incontrando." Mi disse serio.
Ebbi un tuffo al cuore. Tom era con Sapphire in quel momento? Fissai Stephan.
"Ti da fastidio vero?" Mi chiese.
"Ho paura!" Ammisi. Paura che me lo portasse via, paura che liberasse Stephan dall'impegno con lei e poterlo riavere, paura di riavere Stef per poi essere felice.
"Anche io!" Ammise lui. "Fortunatamente però Sapphire evita sempre di incontrarlo." Mi disse.
Sospirai. "Hai bluffato."
"Bisognava! Giusto per farti capire cosa prova Thomas in questo momento." Mi disse.
"Tu provi questa paura?" Gli chiesi.
"Tutte le volte che lo sento nominare. L'espressione di Saph cambia inevitabilmente e non se ne accorge." Mi rispose.
"Credi dovrei lasciare Tom per farli tornare insieme?" Gli chiesi.
"Non lo faranno. Sapphire è ancora sposata con Davis e Tom gia una volta le ha chiesto di venire via con lui. È brutto essere rifiutati Marina." Mi disse.
"Ma tu hai accettato di stare con lei. Sono separati adesso, no?" Chiesi.
"Marina se tu fossi al posto di Sapphire, mi comporterei come Thomas. Lei si sta volutamente facendo del male ed è assurdo che io non posso fare niente per proteggerla. Figuriamoci come si sente Thomas, inerme. Io ho accettato il compromesso perché sono un egoista. Saph mi è sempre piaciuta, mi sono accontentato perché..." si ammutolì e mi guardò dolcemente. "Perché stare con lei mi piace." Concluse.
Sospirai. Di nuovo quella stretta al cuore. Se volevo essergli amica dovevo accettare che parlasse di Sapphire e che fosse felice del loro rapporto.
"Allora se è questo che vuoi, cerca di essere felice con lei Steph. Io ti sosterrò in tutto e per tutto." Gli dissi mentre i bambini tornavano dai loro giochi.
"Che lingua parlate?" Ci chiese Giaele curiosa.
"Italiano. Io vengo da lì." Risposi.
"Lo devo imparare." Disse Thea guardando la cugina. "Lei è una ballerina bravissima Giaele. A casa ti farò vedere tutte le sue fotografie."
Quindi era questo che sapeva mia figlia? Che ero una ballerina impegnata.
Giocai un po' con loro intanto che faremmo merenda e quando fu il momento ci separammo. "Armand vi porterà a casa di Tad, ringrazialo per averci prestato il Suv anche se non c'era." Mi salutò Steph.
"Grazie a voi per la compagnia. Ciao a tutti." Salutai.
Salii in auto accanto ad Armand e una volta partiti intavolai un discorso. Ero curiosa di sapere cosa aveva fatto in quegli anni o come sarebbe rientrato a casa. Questa fu più facile delle altre, Armand aveva la sua auto parcheggiata a casa di Tad. Ero sicura che quella non fosse l'auto del mio futuro cognato. Ma lasciai correre.
I nostri incontri divennero routine. Stephan sembrava non essere proprio cambiato, aveva solo delle aggiunte in più. Il suo lato amorevole con i bambini.
Ci vedevamo ogni fine settimana, portavo Rafael con me per farlo stare con gli altri fratelli. Eravamo io, con Stephan, Inga e Taddheus che ormai sembravano aspettare i nostri siparietti. Quell'uomo tirava fuori il paggio di me e non andava bene.
Arrivarono febbraio e poi marzo, a Pasqua festeggiai in Toscana con i miei genitori e la famiglia di Tom, i suoi genitori e sua sorella Theresa. Tad non c'era come sempre.
Probabilmente era in vacanza con Sapphire come tutti gli anni. Anzi non con Sapphire, con lei e Stephan.
Per l'occasione mettemmo a punto gli ultimi preparativi e le ultime decisioni per il matrimonio che si sarebbe tenuto in un casale nella periferia di Firenze, comprato da Tom ultimamente. Ero decisamente pronta per sposarmi, tuttavia avevamo deciso di aspettare la fine delle scuole così che potessero esserci tutti i bambini.
Tom era rammaricato, poiché non aveva scuse per poter far partecipare anche Diamond, che non aveva mai conosciuto, al matrimonio. L'unico modo sarebbe stato invitare la stessa Sapphire con Stephan e sinceramente non volevamo entrambi questa soluzione.
Non avevo detto a Thomas che il mio Stephan adesso era lo Stephan di Sapphire. Non parlavo proprio di lui, perché non volevo vedere il suo viso e la sua espressione. Quella che Stephan vedeva ogni volta sul volto di Sapphire quando i bambini parlavano del padre.
Però rivelai a Thomas che per il matrimonio sarebbe venuto Raziel al nostro matrimonio. Tra le mie insistenze e l'intercessione di Sapphire e Drake, sembrava che Molly, l'altra madre avesse accettato di farlo venire. Con Raziel ci sarebbe stato anche Chamael e sinceramente non vedevo l'ora che Steph ci confermasse essere il figlio di Tom così da accoglierlo in casa e farmi chiamare Má anche da lui.
Ed arrivò il primo luglio. Con esso il mio matrimonio!
Drake e Taddheus si presentarono con la nuova auto a nove posti di Stephan e il famoso Suv che avevo scoperto essere di Tom e non di Taddheus.
"Quando hai tanti figli, c'è da mettere da parte i vizi e pensare ad un auto pratica. Sono contento che Gabe abbia Tom, ma anche che abbiano trovato un amico come Heinrich e lo sai, ci sono sempre altri tre bambini. Il suv è più pratico." Mi rivelò.
Sta di fatto che i bambini erano tutti lì. Per l'occasione avevo fatto preparare dei vestiti con un taglio classico, i pantaloni marroni e la camicia beige, la giacca era beige e color champagne come il papillon. Era un colore che stava bene a tutti e nove i bambini. Anche Giaele e Thea avevano un vestito colori champagne con una cintura a fascia marrone e fiorellini finti beige, con loro c'erano le figlie di mio fratello Giovanni, tutte vestite uguali.
Fu una grande serata. Ballai con tutti i bambini, mi coccolai Heinrich e Thea, cercai di tenere a bada Rafael e Chamael che insieme erano molto scatenati. Fu una grande giornata e avevo la gioia nel cuore.
"Posso portare i bambini in Lussemburgo?" Gli chiesi. Sapevo di essere la moglie di Thomas, ma volevo rivedere un'ultima volta Stephan e accompagnare Rich e Thea fino in ultimo.
"Cosa?" Mi chiese stupito.
"Tanto andremo col jet alle Hawaii. Lascia che parli con Sapphire e che incontri quella splendida bambina." Dissi riferendomi a Diamond e a Davis che era male intenzionato con lei.
Lui sembrò amareggiato, giocarmi Diamond era scorretto lo sapevo. Ma ero realmente curiosa, c'era una sola piccola Keller e non l'avevo mai vista." Marina non dovremmo..."
"Voglio sapere anche di Chamael. Lei ha già tanti problemi, perché impegnarsi tanto anche per un altro bambino e non suo? Ti prego." Gli dissi. Ero curiosa di sapere se erano venuti a capo con la madre naturale.
Così avrei potuto dire a Tom che era suo figlio. Come faceva mio marito a non vederlo lo ignoravo.
"E va bene! Andiamo." Mi disse rassegnato.
"Grazie! Grazie di questa splendida giornata." Dissi una volta tra le braccia di mio marito. "Ti amo Tom."
"E io amo te. Grazie a te per essere una splendida madre per tutti i miei figli e per avermi scelto." Disse carezzandomi il viso.
Capii allora che fino a quel momento Thomas aveva vissuto col terrore che tornassi con Stephan. "Sono tua e solo tua." Gli dissi.
Così il giorno dopo salimmo tutti sul jet, noi due tutti i bambini e la famiglia di Thomas, tranne Theresa che restò a Firenze. Sapevo che Inga e Tad si sarebbero fermati in Lussemburgo, la coppia si organizzava più con Sapphire che con noi.
Atterrati all'aeroporto di Lussemburgo mi preparai per scendere facendo mettere in fila tutti i bambini. Dissi a Rafael di salutarli tutti promettendogli che si sarebbero rivisti presto. Tom li salutò tutti e come sempre disse a Gabriel che sarebbe stato con Inga quell'estate, di fare a modo. Era ufficialmente il suo unico figlio e non poteva dire a Tommy o Raziel di comportarsi bene.
"Ti aspetto qui. Fai presto." Mi disse in ultimo. "Mi sbrigo presto, promesso." Dissi seguendo Inga.
"Aspetta mia cara! Vengo anche io." Disse mia suocera raggiungendomi.
Scendemmo e salimmo sul mezzo che ci avrebbe portato nella struttura.
Una volta dentro mi guardai intorno alla ricerca di Stephan. Però ad accoglierci c'era solo Sapphire che stringeva per mano una bambina bionda come lei con due code laterali.
Diamond! Delusa cercai di sembrare rilassata e salutare Sapphire. Cosa le avrei detto? Non avrei mai saputo dirlo, fortunatamente quando si era circondati da un bel po' di bambini non ce n'era bisogno. Infatti Chamael mi lasciò la mano per correre dalla bionda.
circa cinquant'anni e Marina.
"Mamma angelo. Sei veramente qui." Urlò abbracciandola.
"Ti avevo detto che non ti avrei lasciato solo." Gli disse lei. Erano bellissimi insieme. Seguii la scena fra madre e figli affascinata e Diamond che raggiungeva Pamela rifiutando un altro maschio in casa.
"Ma sei una bambina bellissima." Intervenne mia suocera rivolta a Diamond rubandomi le parole da bocca.
Sapphire assentì sorridendole. "Congratulazioni per il tuo matrimonio Marina." Mi disse serena. Diamine! Era proprio bella.
"Grazie mille. Finalmente conosco la tua bellissima bambina, deve essere una gioia avere una donnina per casa." Dissi desiderando tanto poter avere anche io una bambina per casa.
"È maledettamente viziata, da tutti i nonni, dai fratelli e da Stephan." Rivelò.
"Lui è gentile con tutti. L'ho conosciuto tempo fa." Dissi non andando oltre. Anche se avrei voluto chiedere dov'era.
"Si, mi ha raccontato." Disse presentandosi a mia suocera che ricambiò.
Parlarono per un po' di Diamond e quando Sapphire ci rassicurò dell'entrata al collegio di Diamond si congedò per andare da Stephan che nominava ad ogni dove. Quindi ancora non si sapeva nulla della situazione di Chamael?
"Vado con lei." Ci disse Rosalie sorprendendo tutti.
Quanto avrei voluto fare come lei e andare alla ricerca di Stephan. Ma da brava moglie restai li con gli altri e ne approfittai per poter conoscere Diamond.
Restammo ad aspettare per un po', era passata mezz'ora ed erano arrivati anche Drake ed Ebony con una coppia che non conoscevo.
Ahimè con l'arrivo della coppia notai un cambio drastico in Raziel. Quella Molly mi spaventò, appena visto Raziel con Chanel gli chiese di allontanarsi. La cosa mi diede parecchio fastidio. Dopo gli disse di star seduto composto e non scatenarsi. Anche in questo caos il bambino obbedì mi sentii opprimere per lui.
Quando stavo per rispondere all'ennesimo richiamo di Molly fummo però interrotti dal ritorno di Sapphire e questa volta c'era anche Stephan che portava a braccetto mia suocera. I due chiacchieravano fitto fitto e non osai interromperli.
"Accompagno Lady Rosalie all'aereo e ritorno." Disse a Sapphire e gli altri.
Un altro poco di tempo con Stephan che non avevo proprio visto lo accolsi con piacere. Sulla pista, anziché del mezzo dell'aeroporto, c'era un'auto scura ed elegante ad aspettarci. Armand era già pronto ad aprirci la porta.
"Prego lady Keller." Le disse Stephan, aspettò che salissimo e poi lo fece anche lui mettendosi alla guida al posto di Armand.
Mise in moto e invece che andare al nostro jet ci mise a conoscenza per sommi capi della storia familiare di Chamael.
"È il fratello naturale di Raziel. Sua madre ha confessato di averlo concepito per dispetto verso Thomas. Voleva dimostrargli che aveva istinto materno, purtroppo nella sua testa, il bambino è nato sbagliato. Per questo lo ha chiuso nel collegio."
"Sembrava sapesse già come comportarsi lì dentro." Gli disse Rosalie.
"Si! Marina mi disse che già con Raziel, Drake aveva lavorato sulla pratica di affido, ho chiesto a lui per sommi capi." Rivelò. "La ringrazio per avermi retto il gioco."
"Non dirlo neanche. È stato un piacere collaborare, come anche conoscerti Stephan." Gli rispose lei. "Posso chiederti di aggiornarmi sul bambino?"
"Certo! Io e Marina oggi ci scambieremo indirizzo e numero di telefono, siamo intenzionati ad avere un rapporto epistolare e posso benissimo scrivere anche a lei. Mi piace molto scrivere"
"Ma che gioia. Credevo io e Thomas fossimo gli ultimi superstiti di questa passione." Disse Rosalie stupendo anche me.
"Thomas ha dei rapporti epistolari?" Chiese Stephan.
"Con Elisabeth e Martha, con Stefan Blanchard in Vermont e con qualcuno che non conosco." Affermò la donna.
Cavolo! Avevano anche questo hobby in comune. Stephan fermò l'auto e si voltò verso la donna. "Comprendo mi lady. Io e suo figlio abbiamo proprio tanto in comune." Disse con diplomazia.
Sapevo che la cosa che non gli faceva piacere. "Se mi consente accompagno Marina e riscatto il suo indiretto e sono di nuovo da lei. Dovrei dirle un'ultima cosa." Le dissi.
Cosa aveva da dirle che io non potevo sapere? Ero sospetto e gelosa anche di mia suocera. Però non feci storie scesi dall'auto e lo seguii alla scaletta.
Prima che la raggiungessimo mi sentii afferrare per la mano.
A quel contatto il cuore mi esplose. Avevamo detto che non ci saremmo più toccati. "Scusami, devo rompere la mia promessa." Mi disse attirandomi tra le sue braccia e baciandomi.
Come una stupida non lo rifiutai, ricambiai anzi il bacio, anche quando cercò la mia lingua. La passione tornò come la prima volta. Sconvolta lo scostai spaventata.
"Non dovevi... noi non dovevamo." Balbettai.
"Lo so! Posso capire se non vorrai più scrivermi." Disse porgendomi una busta chiusa. "Ma avevo bisogno di sentirti un'ultima volta."
"Rosalie...."
"Adesso le chiederò io scusa." Mi disse. "Vai, altrimenti non riuscirò a trattenermi."
Feci un paio di passi indietro dopodiché gli diedi le spalle e corsi sulla scaletta.
Fortunatamente in aereo Tom riuscì a farmi tornare nel nostro mondo con i suoi baci e la sua reticenza a voler fare pettegolezzi. Si rifiutò! Se lo avesse detto di si subito gli avrei raccontato di Chamael. Ma mi trattenni, se glielo avessi detto Thomas sarebbe sceso seduta stante per riprendersi il bambino.
Pensai di non rivedere più Stephan, invece lui si presentò sul jet in compagnia di Stephan.
"Caro prima di partire voglio presentarti il gran duca del Lussemburgo." Proruppe mia suocera.
Sia Tobias che Thomas si alzarono dal loro posto. Io invece restai seduta a guardare il pavimento rossa in viso.
"Non potevo rifiutarmi. Sono di corsa però... giuste per avere modo di conoscerla signor Keller." Disse Stephan.
"Granduca... piacere." Disse Tobias.
"Va bene anche solo Stephan, signor Keller. Non ci tendo alle formalità." Rispose lui.
"Stephan?" Chiese Thomas. Persi un battito, lui aveva capito. Adesso sapeva e mi sentii immensamente in colpa.
"Stephan lui è mio figlio Thomas." Presentò Rosalie.
"Thomas, lo sposo." Disse Stephan con voce ferma e cordiale. Ma come cazzo faceva ad essere sempre distaccato? "Auguri per il matrimonio."
"Grazie mille Stephan. E grazie per aver accompagnato mia madre." Disse
"Dovere, soprattutto dopo che mi ha aiutato con degli affari burocratici." Rispose Steph. "Bene adesso vado, buon viaggio." Disse
Sentii i saluti di commiato poi Thomas tornò a sedersi accanto a me. Sembrava impassibile.
"Finalmente si parte." Disse con distacco abbracciandomi e portando la mia testa contro il suo petto.
Forse Tom non aveva capito? Era così tranquillo e anche io mi tranquillizzai con lui.
Non rividi più Stephan. Mi aspettavo nei miei sogni di ritornare presto in Europa e rivederlo. Ma scoprii più tardi che i sogni non sempre si realizzavano.