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Autore: Ayumi Zombie    05/10/2009    6 recensioni
E se i nostri amati personaggi di Kingdom Hearts fossero semplicemente... completamente pazzi?
Chapter Three: ~ Xion: Twilight. Riku sbuffò, e prese un’altra tesserina per confrontarla alla prima.
– Cazzo. – ringhiò fra i denti, aggiungendo un po’ di odio verso quei maledetti oggettini. Se non altro, con una generosa dose di psicofarmaci, gli impedivano di pensare a quella che lui chiamava affettuosamente “la mia polvere di stelle”.
Alzò lo sguardo verso Xion. – Gli piacciono i peluches. E i fazzoletti profumati e colorati.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo!

Chapter three:
Xion: Twilight

- I will never see the sky the same way…
Raccolse i fogli sparsi e li mise dentro una cartellina.
- I will learn to say goodbye to yesterday…
Prese un plico e lo appoggiò su un mucchietto di quaderni.
- And I will never cease to fly, if I held down, and…
Con una delicata manata, tolse un leggerissimo strato di polvere.
- I will always reach too high, ‘cause I’ve seen…
Mise a posto la sedia, e si diresse verso la porta.
- ‘Cause I’ve seen…
Notò che la dottoressa Mizukai le si avvicinava, e si zittì immediatamente. I capelli rossi, lisci di piastra, ondeggiavano ad ogni suo elegante passo. Le labbra, lucide, erano tese in un sorriso gentile.
- Mizukai san… – ricambiò cortesemente il sorriso.
- Xion. – la donna era a pochi passi da lei. – Ti stavo giusto cercando.

~ x ~

Davanti alla porta, indugiò un pochino. Mentalmente, per la prima volta fino a quel momento, aveva dato della stupida alla sua superiore. Che cosa pensava che sarebbe successo? Eppure era una donna con tutte le rotelle a posto, non poteva essersi convinta che qualcuno (Xion, in particolare… Ma che cosa si era messa in testa?) potesse in qualche modo incrinare la barriera di ghiaccio attorno a… lui.
Strinse di più la presa sulla maniglia. Le nocche si fecero bianche. Il sangue cominciò a pulsare per scorrere di nuovo nelle dita.
Sospirò, ed entrò per la seconda volta nella stanza. Ma stavolta non avrebbe inventato che era lì per sistemare la flebo… No, no, no.
Frugò qua e là nella stanza, gli occhi nervosi. Pioveva da giorni, e, da giorni, se non dormiva, lui era là, alla finestra. In piedi, ore ed ore. Quando si appannava il vetro, prendeva a fare degli strani ghirigori, senza senso apparente. Ma senza staccare gli occhi gelati dalle gocce di pioggia.
Ed anche oggi fissava i finestroni. Non diede segni di essersi minimamente accorto della sua entrata, ma Xion era sicura che lui sapesse della sua presenza.
Notò che lui aveva un iPod bianco tra le dita sottili. Le sue gambe si mossero da sole, e gli finì accanto, a contemplare la malinconica pioggia.
“Evanescence – Hello”.
Si morse un labbro.
E, di nuovo, il suo corpo agì da solo.
Si frugò nella tasca, fino a trovare il piccolo lettore violetto, che era sempre sul punto di perdere. Srotolò gli auricolari, ed infilò una delle due cuffiette in un orecchio. Poi, prese l’iPod dalle mani di Roxas, con un leggero fremito al tocco delle sue dita. Lo spense e gli tolse gli auricolari; lui non ebbe alcuna reazione, se non il dilatare sorpreso della pupilla. La ragazza appoggiò l’oggettino sul davanzale, e gli mise con cura un auricolare nell’orecchio. Poi accese il lettore, e premette play.
”Vanessa Carlton – Twilight”
Lui sembrava ascoltasse.
Xion si chiese se Roxas avesse mai potuto capire che per lei era tutto quello di cui parlava la canzone. Non osava guardarlo, non ne era semplicemente capace. Sentiva che quegli occhi – la stavano guardando? – le gelavano il lato destro del volto, quello che gli porgeva. La ragazza si concentrò sul contare le goccioline sul vetro, per poi perdere il conto, e ricominciare da capo.
Si. La stava guardando.
La stava guardando, e si sentiva ghiacciare il sangue nelle vene.
Si chiese perché per lei fosse tutto diverso. Le sue amiche le avevano descritto di andare a fuoco, arrossire, scaldarsi, quando la persona che governava il loro cuore rivolgeva loro una attenzione di qualunque tipo.
E allora come mai? Come mai, ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei, si sentiva nuda nel bel mezzo di una tempesta?
- Ho degli incubi.
- Incubi…?
- Cado dentro il nero. Mi sento sprofondare. Esplode… sempre.
- Intendi forse dire che è un sogno che si ripete?
- Si.
- Ogni notte?
- Ogni volta che chiudo gli occhi.
- Oh.
Anche lei aveva dei sogni ricorrenti, la notte. Le fantasie che non avrebbe mai rivelato a nessuno.
- E… com’è, questo nero?
- Petrolio. Cado, poi mi ricopre dappertutto. Si secca. Esplode.
Quella fu l’ultima cosa che si sentì dire da lui. O, per lo meno, quel giorno.

~ x ~

- Cade dentro al nero… Mh-hm… – Kairi continuò a scrivere, nella sua chiara e leggibilissima scrittura. – Allora gli incubi continuano.
- Ascolta Gothic Rock.
Si accorse di aver fatto un intervento fuori luogo troppo tardi.
- … prego?
- I… intendo… – farfugliò. – ci siamo scambiati i lettori, e… e nel suo c’è tantissimo rock e metal gotico… sa, Nightwish, Within Temptation… le più tristi degli Evanescence…

~ x ~

- Cosa vuoi sapere, in particolare?
Xion si morse un labbro.
L’altro alzò un sopracciglio, sempre senza staccare gli occhi dal puzzle.
- … lui.
Riku prese una nuova tesserina. – Lui cosa?
- Prima… prima che venisse qui… – si diede della stupida, e si chiese perché fosse così difficile parlarne.
- Te l’ho già detto, cosa è successo. – borbottò il diciottenne, fissando il quadro della situazione. Perché mancavano così tanti pezzi, in quell’angolo?
- S… sì… ma dei particolari…
Riku sbuffò, e prese un’altra tesserina per confrontarla alla prima. – Cazzo. – ringhiò fra i denti, aggiungendo un po’ di odio verso quei maledetti oggettini. Se non altro, con una generosa dose di psicofarmaci, gli impedivano di pensare a quella che lui chiamava affettuosamente “la mia polvere di stelle”. Alzò lo sguardo verso Xion. – Gli piacciono i peluches. E i fazzoletti profumati e colorati.
Lei sbatté ripetutamente gli occhi. Non era esattamente il genere di cose che ci si aspettava di scoprire, diciamo. – Fazzoletti… profumati? – mormorò, incredula.
- Fottuta scritta. – soffiò Riku, fissando il tavolino. – E comunque, anche colorati, mi raccomando. Cioè, – aggiunse dopo qualche istante, staccando un pezzo dal puzzle. – Non è che sennò non si soffia il naso, è che gli piacciono particolarmente.

Si girò nel letto di nuovo, dall’altra parte.
Peluches e fazzoletti colorati e profumati.
Si chiese come facesse Riku a sapere tutto di tutti. Magari sapeva qualcosa anche di lei, e la rivelava a chiunque per una bevanda gassata.
Peluches.
Chissà, magari sarebbe stata lei il suo peluche, un giorno.

 

Risposte alle recensioni dello scorso capitolo.

Jessica_Hale: ma no, figurati! E in ogni caso… si, sono io a fare i capitoli contorti! Non ti preoccupare!

MagicaMemy: adoro le tue fanfic xD e in ogni caso… grazie! Sono luZingata di avere dei complimenti da te!
E poi… grazie. non mi ero accorta che i personaggi fossero OC, e personalmente, non me ne sono nemmeno troppo curata. Sono andata a naso, diciamo!

Simple Girl: piano piano si scoprirà di più! Tranquilla, non vi lascio a bocca asciutta! xD

FataFaby89: mi sa che l’ideuzza che hai sulla “lei” di Roxy è corretta, perché non è che Kingdom hearts abbondi di giovani donzelle! In ogni caso, grazie per la valanga di… uhm… cose?… che hai scritto, mi rendono davvero felice. Grazie ancora!

Fexy:  eccoti servita con l’ultimo capitolo! Voilà! Grazie per i complimenti!

   
 
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