Cari lettori e lettrici, ho deciso di
iniziare una nuova ff.. (noooo!!
Nd_lettori) Vi chiedo di leggerla e di darmi un
vostro parere.. A presto!
Dedico
questa ff alla mia migliore amica, al "mio" amore non corrisposto e a tutte quelle persone che si sono innamorate di un amore appunto non
corrisposto.. Buona lettura!
Non voglio
perderti
Prologo
- Evie!! Ti vuoi alzare da quel maledetto letto? – Una donna
sui quarant’anni imprecava camminando nervosamente su
e giù per il corridoio. – Possibile che anche il primo giorno di scuola tu
debba arrivare in ritardo? –
Evie
stava avvolta nella sua coperta color rosa confetto.
Era stata sveglia tutta la notte. E chi non lo fa?
Quel giorno avrebbe iniziato le medie! Tante novità, tante nuove amiche.
Poi
avrebbe incontrato i “fatidici” professori.
Ma non
aveva voglia di alzarsi dal letto. Erano giorni che aspettava quel momento, e
ora cosa aspettava? Ben due giorni prima aveva preparato accuratamente lo zaino
mettendo il necessario.
Astuccio
completo, bloc notes per prendere appunti, diario
nuovo di zecca, qualche quaderno.. Sì, senza dubbio
c’era proprio tutto!
Poi aveva
piegato con molto cura i vestiti sulla sedia.. Insomma
doveva fare il suo figurone davanti ai nuovi
compagni!
Ma
quella mattina qualcosa sembrava non volerla fare alzare dal letto.
Forse un
po’ di malinconia. Sapeva che si stava buttando in un mondo tutto nuovo. Non
fraintendiamoci, non è che il salto elementari-medie
sia un passo traumatizzante, anzi niente di quello che fratelli/sorelle/maestre
ti fanno credere.
Ma per Evie significava qualcosa di speciale. Sarebbe
diventata un po’ più matura, un po’ più libera e l’avrebbero certamente
affidato più responsabilità.
Lei si
sentiva un po’ più grande e guardava il mondo da un’altra visuale.
Si decise
finalmente ad alzarsi e si mise addosso la tuta blu e
gialla, si legò i capelli con due codini ordinati e si mise gli occhiali dalla
spessa montatura rossa.
No, Evie non era diventata di colpo più grande. Davanti allo
specchio c’era la solita bambinona un po’ impacciata, paurosa di buttarsi in un
mondo diverso. Per giunta sembrava anche molto più piccola; non c’era da
stupirsi se spesso la davano uno o due anni di meno e quando lei fermamente
esclamava: “Vi dico che ho undici anni!” molti stentavano a crederci.
- Evie, adesso.. – Sua madre le si
presentò davanti piuttosto sclerata. – Ah finalmente,
signorina! Corri a fare colazione che poi andiamo.. Mi
raccomando – disse avvicinandosi a lei e sistemandole i codini. – Fai la brava!
Non fare casino, non dimostrarti troppo vivace, non dare troppi tuoi dati
personali alle persone che non conosci..-
Evie
sbuffò. – Mamma! –
- Non
essere sgarbata, rispondi ai professori se ti chiamano, non prestare ai tuoi
compagni troppe cose e soprattutto.. -
- Mamma! –
Questa volta Evie gridò alterata. – Mamma! –
- Che c’è, piccola? –
- Mamma!
Non ho due anni, se te ne sei dimenticata! –
- Oh,
tesoro, volevo solo assicurarmi che ti comportassi bene! –
- Non
chiamarmi tesoro, lo sai che mi dà fastidio! Posso almeno dire come mi chiamo o
devo mantenere la privacy? –
-
Piccolina, non ti arrabbiare! –
- Mamma,
smettila di chiamarmi con qualsiasi tipo di diminutivo! –
- Ok, Evina cara! –
“Fanculo!” Decise di lasciare perdere. Sua madre era proprio un caso patologico, la trattava come se
avesse ancora il pannolino! Si diresse in cucina e divorò tre o quattro
biscotti nervosamente.
- Evie! Andiamo o faremo tardi! – Sua madre arrivò e la prese
per mano, rischiando di farla ingozzare.
- Mamma!
Non sei tu che devi andare a scuola.. E se ti
interessa sono le 8.30 e dobbiamo arrivare a scuola entro le 9.00! E la scuola
dista meno di dieci minuti da qui! –
Andarono
avanti a litigare per dieci minuti almeno e tra una cosa e l’altra riuscirono arrivare a scuola alle 9 precise.
- Evie ricordati.. – Sua madre fece
per iniziare la lunga serie di raccomandazione che una madre fa generalmente a
un bambino che sta per andare all’asilo.
- Mamma sì.. Non darò retta a sconosciuti, non rivolgerò la parola a
nessuno.. Neanche al dirigente; perché.. da come la vedi tu dietro ogni persona
si nasconde un maniaco pervertito! E non posso neanche
presentarmi ai miei compagni, perché potrebbero essere in realtà dei pedofili! E mi raccomando non mi devo sedere sul banco vicino alla
finestra, perché potrebbe arrivare un ufo a rapirmi! – disse Evie ironica, lasciandosi poi la madre alle spalle e
dirigendosi verso l’entrata.
- Evie.. Non volevo sembrare
assillante! Aspettami.. - La madre cercò di
rincorrerla, con scarsi risultati.
La ragazza
arrivò davanti a scuola e si mise a scrutare dall’alto a basso i ragazzini che
come lei aspettavano di entrare. Tra le varie
ragazzine scorse Betty.
Le si precipitò incontro a braccia aperte. Betty era una
ragazzina abbastanza alta, di carnagione chiara, con gli occhi azzurri e i
capelli castano chiaro legati in delle dolci treccine che le ricadevano sulle spalle. Betty non era certamente il suo vero nome: era
semplicemente l’abbreviativo di Elisabetta.
Era ormai
conosciuto da tutti che le due bambine erano inseparabili. Ma
quando dico inseparabile non lo dico così per fare, erano veramente una cosa
unica.
Si
conoscevano dall’asilo e da allora era diventata le
autentiche amiche del cuore. Sempre insieme dovunque, mano
nella mano, creando spesso invidia nelle altre bambine.
- Ciao Evie! Che bello, che bello andiamo alla
medie! – Betty le si
precipitò al collo. – Speriamo che la nostra classe sia composta in
prevalenza da femmine! –
Ah sì, una
caratteristica di Betty era che non sopportava i
maschi. Erano su un pianeta completamente diverso dal suo. Ma
proprio opposto.
Evie
invece era simpatica e aperta con tutti; tanto che alle elementari stava spesso
con i maschi a ridere e scherzare.
- Betty, guarda! Guarda chi c’è là..
Quelle tre galline che venivano alle elementari a pallavolo con noi, quelle
della quinta L! Come è che si chiamavano?? Ah sì.. Ambra, Sara e Giulia. Speriamo solo che non siano in
classe con noi! Coccodè.. – disse
imitando le bambine, che a poca distanza da loro stavamo facendo gli stessi
commenti.
- Giuly.. Guarda chi c’è!! Quelle
due simpaticone di pallavolo! Quelle che pensavano di essere
le grandi campionesse mondiali! Ma state zitte, va! –
Ambra rideva guardando in direzione di Evie.
- Già! In-sop-por-ta-bi-li! Con quell’aria
da so-tutto-io! Speriamo
solo che non finiamo in classe con quelle.. Se no ne
vedremo delle belle! – Giulia sembrava
essere d’accordo con il parere dell’amica.
La voce al
microfono del dirigente scolastico interruppe le risatine delle bambine e le
urla dei maschi.
-Ragazzi e
ragazze porgo un grande saluto.. A voi e ai vostri
genitori! Iniziamo subito leggendo le classi! Quando
sentirete il vostro nome, vi disporrete ai miei lati. Precisamente la 1°A in fondo a sinistra, la 1°B in fondo a destra. Le sezioni
C,D e E verranno chiamate
dopo! - prese un attimo fiato per poi cominciare a
leggere nomi e nomi. Nomi diversi, che all’apparenza non
significavano assolutamente nulla. Storie diverse, ma che da quel
momento si sarebbe in qualche modo intrecciate.
I nomi
della 1°A passarono, ma tra quelli non c’era né il nome di Evie, né quello di Betty e
nemmeno di tutti gli altri loro compagni delle elementari.
- Ora è il
momento della 1°B ! Si dispongono qui vicino a me: Amir Kiara, Amandi
Davide..-
- Evie, c’è il tuo ragazzo! – Betty
strinse forte la mano dell’amica.
Già: Davide
era il ragazzo di Evie.
“Ragazzo” per modo di dire. Nel senso che gli amori che nascono alle elementari
non sono altro che amicizie.
Era già
tanto se si salutavano. Niente cambiava da un rapporto con altri amici. Baci?
No, mai. Ah forse uno sulla guancia, una volta, poi..
basta!
Il preside
continuò la lettura dei nomi. Tra questi chiamò Evie,
Betty e altri loro amici come Lara, Antonio. Tra i
nomi c’erano anche quelli di Ambra, Sara e Arianna.
- Betty? Hai sentito chi avremo in classe? Le tre galline! -
- Oh no!
Ma che sfiga! – Betty sbuffò
leggermente.
Dall’altra
parte del cortile Ambra, Sara e Giulia non sembravano
particolarmente contente.
- Avremo le due simpatico in classe! Che
palle! – Ambra tirò una pacca sulla spalla della amiche.
– Forza e coraggio, ragazze! Inizia la guerra! -
Il preside
finì di leggere i nomi. Erano ben 24. Tra questi Francesca,
Mery, Katia, Arianna e tanti altri. Altri come quello
di Matteo. Matteo, un nome apparentemente insignificante.
Ma Evie non sapeva che quel ragazzo sarebbe ben presto
diventato molto importante per lei. Non sapeva a cosa stava andando incontro. Eh
no, certamente non poteva sapere che quel nome “Matteo” che ora le risultava indifferente, “uno dei tanti”, sarebbe ben presto
diventato speciale. Un nome che le sarebbe stato stampato nella testa per tanti
anni.
Strinse la
mano di Betty e seguì la mandria di ragazzi che
varcavano la soglia della scuola.
Ora era
pronta per affrontare quella nuova avventura! Si girò per incontrare il sorriso
rassicurante di Betty. Non si sarebbero mai separate,
ne era certa. Si girò ulteriormente e fece un cenno a
Davide e colse anche con lo sguardo Giulia. Quella ragazza
certamente non le stava molto simpatico come primo approccio!
Le cose però
sarebbero cambiate. Perché come dice il proverbio “l’apparenza inganna” e
presto il cuore di Evie
sarebbe stato occupato da due nuove persone. Molto speciali. Ma che, al
contrario delle sue aspettative, non sarebbero state
né Betty né Davide.
FINE PROLOGO
Un avviso a tutti i lettori.. fino adesso la storia è un po’ noiosa e neanche a me
piace molto questo capitolo. Ma mi serviva per presentare un po’ i personaggi e
il contesto. Dopo di che la storia si trasformerà in
una storia “d’amore”. Quindi se per adesso vi ho un po’ deluso, vi prego di
continuare comunque a seguirmi.. Recensitemi per
favore!! Un grazie a tutti quelli che leggeranno!