Ed eccomi di ritorno con una nuova
fan fiction. Se alcuni di
voi si stanno chiedendo se ho sospeso le altre la risposta è
no. Anzi, sto
andando avanti, ma essendo collegate tra di loro, preferisco scrivere
prima
finire di scrivere la lunga serie di capitoli, per poterli
così rivedere.
Invece ora vi propongo una fan fiction completamente nuova.
Torno ancora sul mio videogioco preferito, ma questa volta ci aggiungo
un nuovo
misterioso personaggio. Come dalla descrizione della ff,
toccherà a questo nuovo personaggio mantenere
l’equilibrio tra luce e tenebre.
Riuscirà nella sua impresa?
A voi scoprirlo.
Buona lettura a tutti e grazie a tutti coloro che leggeranno
e commenteranno.
Capitolo 01: Il nuovo custode
Una notte normale, come tante altre.
Questo era lo spettacolo che appariva davanti ai suoi occhi, in un’altra notte che avrebbe passato insonne.
Non ci sarebbe stato niente di strano nel vedere un ragazzo che non riesce a dormire la notte, se non fosse per il fatto che il ragazzo in questione in quel momento si trovava sospeso nel vuoto a circa cento metri d’altezza, con addosso un impermeabile nero provvisto di cappuccio, che in quel momento copriva quasi completamente il suo volto, lasciando scoperta solo la bocca, in modo tale che nessuno fosse in grado di vederlo in mezzo alle tenebre che lo avvolgevano.
I suoi occhi azzurri continuavano a scrutare le strade sotto di lui, in cerca di qualcosa.
Nonostante fosse notte piena e la luna fosse coperta dalle nuvole, il ragazzo non sembrava aver difficoltà nello scrutare nelle tenebre.
Anzi, sembrava a suo agio.
Non si preoccupava di essere visto. Dopotutto, sarebbe stato difficile notarlo, e anche se qualcuno ci fosse riuscito, avrebbe creduto o di aver avuto un’allucinazione per via dell’ora oppure sarebbe stato preso per pazzo.
E anche se per pura fortuna qualcuno si fosse dovuto avvicinare a lui tanto da poter scorgere un pezzo del suo viso, non sarebbe stato possibile capire chi fosse realmente. L’importante era non parlare.
Fin da piccolo si era esercitato in quell’arte, in modo da resistere a dire qualunque cosa, in qualunque contesto.
Non poteva permettere che qualcuno scoprisse chi era veramente.
Mentre era immerso in questi pensieri, i suoi occhi finalmente si fermarono su quello che stava cercando.
Sotto di lui, una creatura nera, affiancata da una bianca, si aggirava furtiva, come se stesse cercando qualcosa.
Qualcosa che il ragazzo conosceva bene, come sapere che doveva impedire loro di ottenere: cuori.
A una velocità impressionante, il ragazzo scese a terra e facendo apparire nelle sue mani due strane spade simili a chiavi giganti, una nera e una bianca, eliminò in un colpo solo le due creature, che sparirono nel nulla, senza fare alcun rumore.
Il ragazzo non disse niente.
Non esultò e si limitò a portare dietro la schiena le due armi, che scomparvero nel nulla.
Sempre rimanendo in silenzio, spiccò di nuovo il volo, per poi scomparire nelle tenebre della notte.
Facendo attenzione a non fare in minimo rumore, si tolse
l’impermeabile e lo nascose sotto una piastrella del
pavimento appositamente
modificata, in modo che nessuno potesse trovarlo.
Poi andò davanti allo specchio, dove si tolse le lenti a
contatto per poi rimettersi gli occhiali.
Quello era uno dei motivi per cui sarebbe stato assai difficile
riuscire a risalire a lui.
Poi una volta messe a posto le lenti, andò a letto, dove
però, nonostante la stanchezza, non riuscì a
prendere sonno.
I suoi occhi cominciarono a esaminare la stanza, come era
solito fare quando si annoiava.
Era una normalissima stanza, priva di poster, con una
piccola televisione e una mensola piena di videogiochi, fumetti e
oggetti
riguardanti il computer.
Ne era sicuro. Nessuno sarebbe potuto risalire a lui. Aveva
previsto quasi ogni possibilità.
E in fondo, nessuno aveva motivo di cercarlo.
Dopotutto non faceva attenzione a rimanere nell’anonimato
perché faceva qualcosa che non doveva, anzi, proteggeva la
città ogni notte da
un’orda di creature che arrivavano ogni notte, a volte poche
(come quella
notte) e a volte in quantità tali da far invidia a un
esercito.
Rinunciando a prendere sonno, il ragazzo si alzò e prese un
fumetto dallo scaffale davanti al letto. Avrebbe preferito mettersi a
giocare
alla play, ma sapeva perfettamente che avrebbe svegliato tutti in casa,
ed era
l’ultima cosa che voleva.
Il fumetto in questione era quello ispirato al suo
videogioco preferito, e che normalmente avrebbe considerato solo come
una
semplice fantasia, se non fosse per il fatto che sapeva che non era
affatto
così.
Ed era da molto tempo che ne era a conoscenza.
Nei suoi occhi rivisse nuovamente il momento in cui aveva
ottenuto i suoi due Keyblade: il Portafortuna e il Lontano Ricordo, che
per
pura coincidenza erano usati anche dal suo personaggio preferito di
Kingdom
Hearts, Roxas, che il ragazzo vedeva come una copia di sé,
dato che si comportavano
in maniera molto simile.
C’era però una differenza sostanziale tra loro
due: Roxas
desiderava avere un cuore per provare sentimenti, mentre il ragazzo
faceva di
tutto per ignorarli, non potendoci rinunciare definitivamente.
Nei primi tempi il ragazzo era stato costretto a contrastare
gli Heartless e i Nessuno a viso scoperto, limitandosi a indossare un
semplice
maglione con cappuccio, ma quando aveva trovato in vendita lo stesso
modello di
impermeabile ispirato a quegli usati dall’Organizzazione XIII
in Kingdom Hearts
II, aveva subito optato per prenderlo.
In questo modo nessuno sano di mente avrebbe mai potuto
immaginare che il tranquillo Dark (il soprannome che il ragazzo si era
dato e
con il quale si faceva chiamare da tutti, preferendolo al suo vero
nome), il
ragazzo che se ne stava sempre da solo, ad ascoltare musica con un paio
di
cuffie e famoso per la sua passione per il computer (dove ci passava
sopra intere
giornate) di notte potesse diventare una specie di giustiziere,
eliminando
mostri che cercavano di impossessarsi dei cuori delle persone, per
poterne
avere uno tutto loro.
Dark sapeva che non erano passati inosservati, e questo lo
sapeva grazie a internet, dove c’erano diverse persone che
avevano visto quei
mostri aggirarsi nelle vie della propria città, ma erano
stati presi nello
stesso modo in cui sono presi chi dice di aver visto gli alieni.
E Dark preferiva così.
Non era uno che amava mettersi in mostra, per questo aveva
tenuto nascosto a tutti, nessuno escluso, quello che faceva di notte, e
spiegava le occhiaie, che ormai erano parte integrante del suo volto,
come la
conseguenza di una semplice insonnia, che tutti attribuivano al fatto
che
stesse tanto sul computer.
Dark a pensare ciò non poté resistere alla
tentazione di
fare un sorrisetto.
Uno dei pochi sorrisi che concedeva.
Infatti ormai era considerato da tutti proprio come un
Nessuno di Kingdom Hearts.
Ed era quello che voleva.
Aveva impiegato anni per riuscire a mettere da parte i suoi
sentimenti, ma alla fine c’era riuscito. Non in modo
definitivo, ma ormai quasi
tutto gli passava indifferente.
Non sorrideva, non piangeva. Non provava più niente.
E come avrebbe potuto, con tutto quello che aveva passato?
Da quando aveva ottenuto i Keyblade, il suo unico pensiero
era quello di eliminare qualunque Heartless e Nessuno che incontrasse.
Doveva farlo, e non solo perché era un custode.
A furia di continuare a pensare ciò, Dark si decise a
mettere via il fumetto e a spegnere la luce.
L’indomani avrebbe dovuto lottare di nuovo contro la
stanchezza per quella notte, per poi riprendere i combattimenti la
notte
successiva.
Ma prima di addormentarsi, voltò lo sguardo verso la
finestra, dalla quale si potevano vedere le stelle.
E fu in quel momento che notò qualcosa di strano.
Una stella stava emanando più luce rispetto alle altre e
all’improvviso si spense, come se non fosse mai esistita.
Dark si addormentò pochi minuti dopo, immaginando che il
giorno dopo avrebbe scoperto di più ascoltando i
telegiornali, sebbene sapesse
che quello era solo l’inizio di un’era infausta
“Avete sentito? Sembra che anche ieri notte siano state
viste ancora quelle creature, e come l’ultimo avvistamento,
è arrivato quel
tipo che gli elimina.” disse un ragazzo, che stava seduto
dietro a Dark.
Dark finse di non essere interessato alla discussione,
mentre in realtà ascoltava con attenzione.
Doveva verificare che nessuno potesse anche solo
lontanamente vedere un collegamento tra lui e il ‘misterioso
individuo’.
“Bah, secondo me è solo fantasia. Sono anni che
ormai gira
questa voce, e mi sembra strano che questa persona non abbia niente di
meglio da
fare che eliminare mostri immaginari ogni notte. Poi da quanto dicono
pare si
vesta come un membro dell’Organizzazione XIII di Kingdom
Hearts, e questo mi rende
ancora più difficile credere che esista. E come se qui
davanti a scuola
atterrasse la Gummiship con dentro Sora, Riku, Kairi, Paperino, Pippo e
Re
Topolino… Suvvia, è assurdo!” fece un
altro ragazzo.
“Sembra che questa persona in realtà sia un
ragazzo. O
almeno, rispetto alla sua prima apparizione, dove i testimoni dicono
che era
piuttosto piccolo d’altezza, ora è più
alto. E non dimenticare che è sempre
stato visto volare via!” ribatté il primo ragazzo,
per poi rivolgersi a Dark.
“Ehi, Dark, tu cosa ne pensi?” chiese.
Dark fece finta di non aver prestato attenzione.
“Di cosa state parlando? Scusate, ma non stavo
ascoltando…”
rispose Dark, simulando un sorriso imbarazzato, che però,
come sapevano tutti,
era finto.
“Parlavamo di quell’individuo che si dice combatta
contro
quelle creature che appaiono in Kingdom Hearts. Tu dici che esiste
realmente oppure
no?” chiese il secondo ragazzo.
“Bah, tutte stupidaggini.” rispose Dark.
“Non potrebbe
esistere nemmeno immaginandolo nella realtà, una persona
così, e tantomeno gli
Heartless e i Nessuno. Voi ve li immaginate in mezzo alla strada?
Secondo voi
qualche fotografo non gli avrebbe già fotografati o
filmati?”.
“Si, è vero. Però devi ammettere anche
tu che sarebbe bello
se esistessero nella realtà, no? Chissà, magari
arriverebbero veramente Sora e
gli altri custodi.” disse un altro ragazzo, facendo una
risata per la sua
stessa battuta.
“Già, e nell’attesa quei mostri ci
ruberebbero a tutti il
cuore... Sai che bellezza…” disse Dark, simulando
disinteresse sull’argomento.
“Comunque le poche persone che l’hanno visto dicono
che
proprio come in Kingdom Hearts impugna due Keyblade, uno bianco e uno
nero,
facendoli apparire e sparire dal nulla!”
“Certo, erano sicuramente due Keyblade.” rispose
Dark con
ironia.
Uno dei compiti più difficili che aveva era quello di
sminuire quelle voci, anche se a volte temeva di ottenere
l’effetto contrario.
“Piuttosto…” disse Dark, cercando di
cambiare argomento.
“Qualcuno di voi ha un giornale? Questa notte mi è
sembrato di vedere uno
strano fenomeno, ma potrebbe essere stata colpa
dell’ora.”
“Ancora con quei problemi di insonnia?” chiese un
ragazzo,
mentre gli passava un giornale, che era ancora chiuso nella sua
pellicola.
“Purtroppo… Grazie” rispose Dark,
prendendo il giornale e
aprendolo.
Se aveva ragione, la notizia doveva essere alle prime
pagine, se non la prima.
E i suoi sospetti infatti trovarono subito conferma.
Dark non mosse un ciglio, ma i suoi compagni invece,
leggendo la notizia non rimassero tranquilli.
“Cosa? Come fa una stella a sparire nel nulla in pochi
secondi?” chiese uno di loro, finito di leggere
l’articolo.
“Ah, non lo chiedere a me. Non mi sono mai interessato alle
stelle” rispose un altro.
Dark però non stava pensando al fatto in se, ma a
ciò che ne
era la causa.
Dopotutto solo lui sapeva che in realtà la maggior parte
delle stelle rappresentava un mondo, anche se queste agli occhi di
telescopi e
strumenti apparivano come un ammasso di gas, e se ne spariva una,
voleva dire
che il mondo che rappresentava era stato distrutto.
E questo non era per niente un fatto positivo.
Voleva dire che la situazione era peggiore di quanto
immaginasse.
Era stato avvertito che prima o poi i mondi avrebbero
ricominciato a sparire, e lui doveva essere pronto
all’eventualità di lasciare
il suo, anche se questo significava non farci più
ritorno…
“Ehi, Dark, che succede?” chiese un ragazzo,
notando come
Dark fosse immerso nei suoi pensieri.
“Eh? No niente, scusatemi, mi ero perso nei miei
pensieri.”
disse, per poi prendere un quaderno e cominciare a portarsi avanti con
i
compiti nei pochi minuti che rimanevano dell’intervallo.
I tre erano molto famosi in diversi mondi.
Infatti erano stati loro, insieme ad alcuni amici, a
eliminare gli Heartless e i Nessuno che avevano minacciato
l’esistenza di quei
mondi.
Ma nonostante avessero sconfitto tutti i loro nemici, la
lettera che avevano appena letto non portava loro una grande speranza
di
continuare a vivere in pace.
“Non è possibile…” disse
Kairi. “Gli Heartless e i Nessuno
non avrebbero dovuto cessare di esistere dopo la sconfitta di
Xemnas?”
“Così sarebbe dovuto essere.” disse
Sora, piegando la
lettera e mettendola in tasca.
“È difficile che il Re si sbagli. Questo vuol dire
che i
mondi rischiano di essere nuovamente attaccati e, nel peggiore dei
casi,
distrutti.” aggiunse Riku.
“Già, e questo può significare solo una
cosa…” cominciò
Sora. “Ed è riprendere il nostro viaggio. Il re ci
ha scritto che passerà oggi
stesso a prenderci con la Gummiship. Deve essere della massima
priorità per non
poter aspettare qualche giorno in più.”
Proprio mentre finiva quella frase, un rumore rimbombò nelle
loro orecchie, e davanti a loro atterrò la Gummiship del re,
dalla quale però
non scese nessuno ma solo la scala per salirci.
“Sembra che non abbiamo molto tempo a disposizione per
salutare i nostri.” commentò Sora, salendo per
primo sulla Gummiship, seguito
da Riku e Kairi.
“Sora!” esclamò Pippo, saltando addosso
al suo amico e
compagno di viaggi.
“Off, Pippo. Fa piacere anche a me rivederti, ma evita di
stritolarmi, ok?” scherzò Sora, facendo scoppiare
tutti a ridere.
“Grazie per aver accettato.” disse il Re, facendo
decollare
di nuovo la Gummiship.
“Beh, non mi sembra che abbiamo avuto tutta questa
scelta.” replicò
Riku. “Ma tanto avremmo accettato lo stesso.”
“Dove siamo diretti?” chiese Sora.
“Yen Sid mi ha detto che c’è un mondo
che rischia di essere
distrutto. Ha resistito per anni all’attacco di Heartless e
Nessuno, ma ora si
sta muovendo una grande quantità di Heartless, decisi a
distruggerlo.”
“Cosa? Ha detto che sono anni che resiste agli attacchi
degli Heartless? Ma com’è possibile?”
chiese stupida Kairi, ricordandosi di
come la loro isola fosse caduta nel giro di pochi minuti sotto il
potere delle
tenebre.
“Sembra che qualcosa o qualcuno si stia opponendo. Ora,
credo che sappiamo tutti che c’è solo un tipo di
persona in grado di fare ciò.”
“Un custode!” risposero in coro i tre amici.
“Precisamente. Non credo possano esserci altre
possibilità.
Però dubito che da solo possa resistere a lungo a un tale
attacco.” rispose il
re.
“Ed è per questo che vi abbiamo chiamato
d’urgenza.”
aggiunse Paperino.
“Fortunatamente la Gummiship è veloce. Saremmo in
quel mondo
in pochi giorni.” disse il Re.
“È così lontano?” chiese
Sora, ricordandosi di come nessuno
dei suoi precedenti viaggi fosse durato così tanto.
“Purtroppo sì.”
“Beh, non possiamo fare più di tanto. Possiamo
solo aspettare” fece
Riku.