Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Kokky    25/10/2009    5 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Livia per i suoi 17 anni, perché è una mogliaH splendida,

una personcina che mi ascolta sempre, uno scorpione appuntito

che ti avvelena e poi ti guarisce, velocemente.

Il mio Limon, il mio Tronky. E tanto altro.

Questo arancione hottoso è per te – e un po’ anche per

chi lo aspetta da tempo, devo essere sincera –,

ma soprattutto per te e per il tuo compleanno.

Auguri!

Ti voglio bene

 

 

 

 86 – For you I bleed myself dry

 

Your skin and bones
turn into something beautiful
and you know
you know I love you so

Yellow, Coldplay

 

Adam e Sofia avanzarono nella palazzina adibita a dormitorio degli umani. In uno dei corridoi, Sofi scorse Marianne, la vampira che l’aveva accompagnata alla sua stanza il primo giorno di prigionia e che le aveva predetto un futuro avvenente.

La bella vampira, sulla quarantina, sorrise all’umana, con gli occhi scarlatti accesi di sete e con due piccole fossette sulle guance formate dall’incurvarsi delle labbra. Sofia non rispose.

E infine, svoltato l’ultimo angolo, arrivarono al portone principale. Due sentinelle vi facevano la guardia, ritte e composte.

Adam strinse di più la mano sulla spalla di Sofia, come a marcare il fatto che lei era la sua donatrice, il suo pasto, intoccabile dagli altri vampiri.

“Probabilmente, i cibi più pregiati vengono spartiti tra di loro”, immaginò la ragazza con insicurezza.

Uscirono all’aria aperta, ritrovandosi circondati dall’imponente massa verticale della scura roccia della cava. Il sole non arrivava fino a là sotto, ma Sofi sentì subito su di sé la sensazione di calore che solo esso poteva donare. Sorrise spontaneamente e aumentò l’andatura.

Ben presto, lei ed Adam si ritrovarono in alto, sulla strada battuta vicino alla cava, che adesso era un buco nero e profondo.

Una carrozza li aspettava in una rientranza della strada, dove gli alberi erano più radi.

Adam sussurrò all’orecchio di Sofi: «Questo grazie a Violet, se no saresti potuta finire a pezzi sull’erba, dove tutti gli altri vampiri si ciberanno dei loro donatori, senza pensarci due volte».

«Sai che non è la cosa migliore da dire a chi si è appena messo nelle tue mani, vero?», borbottò Sofia, irritata.

Adam ridacchiò. «No, mi sa di no».

Poi partirono.

 

Arrivarono a Leluar la mattina dopo.

Sofia aveva dormito raggomitolata sulla spalla dura di Adam, cercando una posizione più comoda. Lui non aveva chiuso occhio, anche se riposare gli avrebbe fatto bene – pur essendo un vampiro, infatti,  anche lui si addormentava (più che altro cadeva in dormiveglia).

Scesero dalla carrozza in una via piccola, ma pulita e ben curata, vicino al centro della città. I palazzi erano bassi e dai muri spessi, dai colori chiari – giallo, rosa pallido, azzurrino, bianco – e le finestre grandi.

Adam si avviò verso un palazzo di due piani, con tutte gli infissi chiusi, come se nessuno abitasse in quella casa. Ed effettivamente era così, poiché apparteneva tutta al vampiro.

Entrarono, ritrovandosi in un piccolo cortile spoglio, e salirono le scale alla loro sinistra. Adam si mosse celere e aprì una ad una le finestre del primo piano, mentre Sofia studiava le stanze della casa.

Era curiosa di vedere, finalmente, l’abitazione di un vampiro.

C’era, dopo l’anticamera, un salotto dalle pareti quasi del tutto vuote: su una vi era uno specchio incorniciato da barocchi decori lignei; su un’altra vi era appeso un quadro raffigurante una banale campagna di Aiedail, coi campi verdi e alcuni contadini che vi lavoravano; poi c’era una vetrinetta con pochi soprammobili, per lo più statuette di marmo bianco. C’era una porta, sulla destra, che conduceva ad uno studio. Sofi ebbe una strana sensazione ad immaginare Adam lì dentro, dedito a chissà cosa; provò una divertita incertezza.

Entrò nella stanza, illuminata da due finestre alla sua sinistra: c’erano una scrivania massiccia e due poltroncine verde bottiglia, come la carta da parati. Sofia notò che Adam apprezzava la semplicità nell’arredamento.

Dallo studio si accedeva alla biblioteca: lì Sofi rimase sconvolta. Vi era una moltitudine di libri impilati sugli scaffali, di qualunque argomento possibile (leggende sui vampiri, alchimia, le antiche storie sui draghi, l’inizio della civiltà umana, studi sui positivi, la storia di Aiedail, la formazione dei paesi del Sud e del Nord...), alcuni con l’aria di essere antichi almeno più di un secolo. La biblioteca aveva un tetto molto alto e la sua fine si perdeva, nascosta dalle librerie possenti, dando l’impressione che quella stanza fosse enorme.

Chissà quanti anni aveva davvero Adam, per aver racimolato tutti quei tomi.

«Ehi», borbottò lui alle sue spalle. «Ho spalancato le finestre anche al piano di sopra, togliendo le lenzuola che coprivano i mobili. Qui è tutto polveroso».

Sofia si voltò e lo guardò intensamente negli occhi blu mare.

«Che c’è?».

«Ah, niente... mi chiedevo quale sia la tua vera età. Ho visto quanti libri hai e nemmeno in una vita intera li si potrebbe leggere tutti», gli disse.

Adam ghignò. «È la sete di conoscenza», ma non rispose alla sua domanda.

«Non l’avrei mai immaginato».

Il vampiro si avviò verso il salotto, con l’implicito invito a seguirlo, e Sofia camminò al suo fianco.

Adam si pose davanti al quadro dal paesaggio campagnolo. «Lì è dove abitavo io. Quando ho imparato a leggere, ho voluto sapere», sbottò, facendo una smorfia.

«Hai letto per molto tempo?», chiese Sofia, non riuscendo a immaginare come fosse la vita senza una cultura, senza la capacità di conoscere attraverso gli scritti.

«Ho vissuto nei libri. Un vampiro non sa cosa farsene, del tempo; non si accorge di quanto può passare in fretta», mormorò. Poi tornò Adam: «Adesso, invece, ho una prelibatezza in casa che rischia di essere sommersa dalla polvere e dal peso della cultura che la sua misera testa non può sopportare».

«So io cosa posso sopportare», ringhiò lei.

«Ah sì?», domandò lui con un sorriso.

 

Al piano di sopra c’erano le stanze da letto: una di Adam e una per un eventuale ospite, ognuna munita di un proprio bagno personale.

Quella del vampiro aveva un grande letto a baldacchino, con le tende di raso rosso e la struttura d’ebano. Una cassettiera stava a destra, di fronte alle finestre a sinistra; vi era posto, sopra il ripiano liscio, un vaso allungato e bianco.

Sofi studiò l’intarsio del letto con fin troppa curiosità, cercando d’ignorare il pensiero di dove avrebbe dormito quella notte.

«Sai una cosa?», sussurrò, sedendosi sul letto dalle lenzuola impolverate e così provocando uno sbuffo di polvere.

«Dimmi».

«Noi non ci amiamo».

Quello era solo il gioco di due anime sole, che avevano la necessità di un qualcuno affine accanto a sé – era semplicemente questo, e pensarlo rendeva Sofi triste.

«C’è una grande differenza tra il bisogno e l’amore, Adam, e io ho bisogno di te per non sentirmi più abbandonata, e così tu. Sono certa che ci sarai sempre – non ridere e stammi ad ascoltare –, ci sarai eternamente e così pure io, ma... l’amore è desiderare il meglio per l’altro, è il conoscersi profondamente».

Adam le si sedette accanto e le prese una mano, stringendola forte. La sua espressione era seria, la bocca formava una linea dura sul viso. I suoi occhi blu erano serrati. «Non è vero. Vedi, ognuno ha bisogno di qualcun altro per vivere e tutto questo porta alla ricerca di quel qualcuno, a colui che completerà ciò che sei. Noi siamo stati felici alla villa, prima che attaccassero i vampiri, pur non sapendo molto l’uno dell’altro... perché è qualcosa a livello di pelle».

Ah... ma cos’era quello splendore che Sofia vedeva negli occhi di Adam? Somigliava a quando il sole colpisce il mare con i suoi raggi dorati, d’estate, illuminandolo con dei riflessi chiari e lucenti. Cos’era?

«È la felicità che conta».

«Ma... ma potrò anche donarti tutta me stessa, però l’amore, quello, io non so come-».

Adam la baciò. Le mozzò il fiato: c’era poca gentilezza nel suo bacio. Si staccò poco dopo.

«Tu sei mia», ed era questo che contava, probabilmente. Il bisogno, la mancanza, il desiderio, tutto spingeva ad attrarli.

E non era il donarsi il gesto più alto dell’amore?

«Tu sei mia», sussurrò al suo orecchio con veemenza.

Sofia fissò lo sguardo in quello di Adam, sempre tenendogli la mano saldamente. «Serve il tempo a consolidare tutto questo, ecco. Potremmo conoscerci meglio e-», disse Sofi.

«Abbiamo l’eternità. Basterà», ringhiò piano.

Ecco, ecco cos’era quello splendore nei suoi occhi blu mare, quello come il sole riflesso nell’acqua!

Amore.

Sofia l’abbracciò. «Stringimi senza più lasciarmi andare».

Oltre al desiderio di un corpo, alla fine ogni ricordo bello assumeva un nuovo valore, quando capivi che non importava solo l’aspetto fisico.

Sofia, vedendo quella luce nei suoi occhi, capì veramente che non bastava il bisogno né l’attrazione a unire due persone.

C’era qualcos’altro d’irrazionale che pervadeva l’aria.

 

Sofia aveva dimenticato, in quegli istanti, quanto potesse essere freddo Adam – l’Adam vampiro che conosceva. Alle volte poco umano, in quell’occasione le sembrò semplicemente una persona normale, un uomo.

L’unica questione rimasta in sospeso era quella del morso e della trasformazione.

«Non farmi pensare a come accadrà», aveva sussurrato Sofia nella carrozza, ore prima.

Adesso, stretti in quell’abbraccio, Sofi percepiva la pelle fredda del suo viso sul proprio, il gelo delle braccia che la stringevano; ma sentiva caldo al cuore.

Adam si chinò a baciarla con le sue labbra di ghiaccio, approfondendo il bacio mentre muoveva le sue mani sulla schiena di Sofia, carezzandola.

La ragazza gli prese il viso con le dita calde, scostandogli i capelli biondi della fronte. Studiò le iridi blu mare, il naso affilato, gli zigomi alti, il candore della pelle.

Adam le baciò le piccole lentiggini del naso, risalendo con le mani sino al collo: le scostò i capelli dall’orecchio sinistro e li vi sussurrò ciò che ricordava della sua vita umana. Tutto quanto. Il suo primo amore, Amarantine, dalle trecce nere e il profumo di more; il suo lavoro ai campi con la madre, spaccandosi la schiena; la sua prima ragazza, il suo vestito per le feste del paese, quello che ricordava di sé; gli occhi viola di Violet.

«Spero che i miei non diventino il tuo incubo, la notte», ridacchiò noncurante.

Sofia gli bloccò il viso con una mano, tenendolo per il mento, e rispose con un bacio.

Le labbra di Adam scesero sul suo collo e Sofia ebbe un brivido, mentre esse percorrevano la sua pelle tesa, lasciando una scia umidiccia.

Una parte di sé le ricordò che era un vampiro. «Che stai facendo?», chiese rocamente. La voce le uscì con un tono che non riconobbe suo.

Adam sogghignò. «Ti sto facendo non pensare».

Poi le sue mani s’infiltrarono sotto il tessuto della maglietta di Sofia, vagando nuovamente sulla schiena fino al reggiseno.

«Ah, bel modo di farlo», sospirò Sofi sul suo viso.

Adam, con un sorriso sul volto, la baciò ancora e ancora, sollevando con entrambe le mani la maglia della ragazza e facendogliela sfilare, su, su per le braccia, per poi lanciarla a terra. Sofia si coprì il petto, d’istinto, pur avendo il reggiseno ancora al suo posto.

«Hai paura?», chiese lui, carezzandole un fianco.

«No», rispose lei, repentina e orgogliosa.

«Bene».

Si chinò sul suo collo, baciandola, mentre con le mani l’esplorava il corpo, soffermandosi sul reggiseno – presto buttato anch’esso a terra – e quindi sul seno. Glielo strinse tra le dita gelide, scendendo con la bocca sulla clavicola, poi più giù, sulla pelle del petto, sui capezzoli ormai turgidi. Sofia sospirò, abbracciando il capo di Adam per avvicinarlo a sé.

Il vampiro, ormai eccitato, lasciò che uscissero le zanne e che si trasformasse del tutto. I suoi occhi divennero rossi, i capelli neri.

Sofia sperava di vedere ancora il blu mare del suo sguardo, ma fu impossibile.

Sentiva un bruciore lancinante dove lui la toccava, le sue labbra fredde le facevano percorrere il corpo da scariche elettriche, percependo un piacere crescente. Voleva... voleva di più, ingorda.

Tolse la camicia ad Adam, perdendo un po’ di tempo con i bottoni. Lo baciò, esplorò il suo petto con la propria bocca come aveva fatto lui, stringendolo con le braccia, sfiorandolo con le dita.

Si coricarono sul letto polveroso.

Quando Adam non riuscì più a prolungare quella piacevole tortura – che li portava a qualcosa di più, che li spingeva alla ricerca dell’amplesso, rendendoli voraci – le sfilò i pantaloni e tolse anche i propri.

Tracciò delle linee sulla sua pancia fino all’interno coscia, carezzandola con le dita e sentendola mugolare sotto di lui, e la sua voce sembrava il suono più bello che potesse esistere, quella mattina. La sua schiena s’inarcava con il suo tocco.

Sofia vedeva, sotto le palpebre socchiuse, il mare che anni prima, con suo padre e sua madre, era andata a osservare – era inverno e c’era freddo, ma lei era così felice, così calda dentro...

Ne voleva ancora.

Adam strofinò la mano sopra le mutandine, poi infilò le propria dita sotto il tessuto, carezzandola.

«Adam», sospirò lei. Qualcosa nella sua voce suonava più come un ordine che come una supplica.

Poco male.

Adam si liberò dei propri boxer, ormai solo d’impiccio, e fece scendere fino ai piedi, per poi sfilarle via, le mutandine di Sofia.

Le strinse veemente, aspettando un istante in silenzio.

Poi la penetrò e la sua carne si fuse con quella calda di Sofia. Lei che urlava il suo nome – e c’era, dopo il dolore iniziale, solo puro piacere – mescolandosi ai sussurri di Adam, che la invocavano ancora e ancora e ancora, come se Sofia fosse qualcosa di sacro fra le sue mani dannate.

 

Il morso arrivò.

Sofia era persa nel piacere bianchiccio dell’amplesso e vide soltanto i suoi occhi fatti di fiamma, così vicini... i denti aguzzi le trafissero la pelle. E la baciava e beveva il sangue che scivolava dal collo.

Le morse il seno sinistro, vicino al cuore, leccandole la ferita e abbracciandola; le trapassò i polsi con i canini affilati e nivei, per poi nutrirsi ancora.

Fra un misto di piacere e dolore, Sofia si strinse a lui, conficcandogli le unghie nelle spalle bianche.

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo è per la mia mogliaH, la LivLiv, che oggi compie ben 17 anni.

Ecco, lei due anni fa mi chiese una lemon fra Adam e Sofia e io non sono mai riuscita a scrivergliela, perché c’era già questa scena qui presente nella mia testa e scrivere di loro due che facevano sesso, andava al di là di questo punto, di questa svolta e di questo morso, perciò mi risultò impossibile. Ma insomma, questo non voleva dire che avessi dimenticato, anzi u_ù

E infatti, dopo due anni d’attesa, eccoci qua con... the Sex!

Grazie a Lisa per aver letto in anteprima questo capitolo e per tutte le sue belle parole. Era la prima volta che scrivevo qualcosa del genere, una scena così “dettagliata” (ma non è una lemon, e va beh XD), ed ero al mio solito insicura. Grazie per l’incoraggiamento.

Grazie a Lau e a Lili per le risorse hottose.

E poi grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo:

Alexandraleon-> *ridacchia* Gabry sei unica! Grazie mille, *_*

Kaho_chan-> Nee-san, non ti avrei mai aspettato qui, non avrei neanche potuto immaginarti che leggevi il cap! Grazie <3

Lady wolf-> Ohhh, ti adoro *ò* Anzitutto, essendo una nuova lettrice, benvenuta! E grazie per la bella recensione, sono felice che PB risulti interessante e fluido, è sempre un piacere sentirselo dire! ** Ehh, vedrai, vedrai cosa accadrà XD

CloudRibbon-> Clouddy cara, non sai che felicità che provo quando leggo le tue recensioni! Sono dettagliate ed esaurienti, precise, mi fanno impazzir d’amore <3. E guarda, l’azione è sempre più vicina, a poco a poco, organizzandosi, lo scontro arriverà +_+ Che bello che Adam è maturato ** E che belli i tuoi ringraziamenti sinceri... grazie a te, AmantaH di nuvola candida <3

Mikybiky-> Uahahah, spietati, spietati! No dai, Adam ha il cuore teneroso, ma non troppo +_+ Forse XD. Grazie *^*

 

Comunque mi spiace per avervi fatto attendere così tanto, ma dovevo per forza postare oggi, il 25 d’ottobre, per la mia Liv.

Se non avrò problemi di linea (non so se l’avrò in questo periodo ç_ç), posterò tra non molto, ho già il capitolo successivo pronto :)

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Kokky