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Autore: fabiolina    04/11/2009    4 recensioni
E se dopo aver salvato Edward alla nostra Bella fosse toccata una sorte diversa a Volterra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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« In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me per ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa! »

 

Per troppe volte nella mia esistenza avevo dovuto far mie queste parole.

Per troppe  volte nella mia esistenza mi ero sentito misero come Heathcliff.

Per due volte nella mia esistenza mi ero sentito davvero senza vita, senza anima o qualsiasi cosa si ritrovi racchiusa tra queste mie membra bianco marmo.

Per due volte. Due brevi e semplici battiti di ciglia.

Battiti di quelle folte e nere ciglia che rendono così dolce il volto di mia sorella Alice.                                              

Battiti troppo veloci perché io potessi fare qualcosa.

Si troppo veloci anche per me. Troppo veloci per Edward Cullen, il super  vampiro. Un sorriso amaro increspa istantaneamente le mie labbra al pensiero di quell’ epiteto, perché così mi definiva Lei quando ancora appartenevamo a due mondi lontani,ma troppo vicini. Due opposti universi che si erano scontrati e irrimediabilmente fusi insieme, per sempre. Troppo. Tutto era sempre troppo quando si trattava di noi.

Per questo avevo deciso di lasciarla e nel modo più crudele e vigliacco che potessi fare. Le avevo mentito. L’avevo ingannata così bene che avevo visto nei suoi occhi crearsi il vuoto e avevo sentito il suo cuore fermarsi per un istante mentre soppesava ogni mia parola e si convinceva.

 Non ricordo ormai neanche più quanto tempo era passato dopo che l’avevo abbandonata in quella foresta senza la sua anima, quell’anima che volevo salvare e che invece le avevo strappato a tradimento e non nel modo che lei contro ogni logico istinto desiderava. Dopo che avevo lasciato anche la mia famiglia, perché in realtà avevo annientato anche la mia di anima, Lei era sicura che io ne avessi una, pronunciando quelle terribili bestemmie.

Ed ecco il primo battito di ciglia.

 Un giorno indefinito dopo il mio addio, Alice chiuse e riaprì le sue folte ciglia,lo sguardo perso nel vuoto mentre prendeva forma la visione del mio unico ed eterno  amore che si gettava da una scogliera contro un muro d’acqua gelida in tempesta. Io non ero là e Lei avevo trovato lo stesso un modo per sentirmi vicino.

Il mio imprudente dolce agnello.

Il tempo, da quel battito di ciglia, aveva cominciato a scorrere troppo veloce e ci ritrovammo in tre nel cuore di Volterra determinati a portare a termine i nostri intenti.

 Io cercavo la morte per mano dei Volturi per raggiungere la mia Bella che credevo annegata nel freddo oceano  e Alice cercava di aiutare Bella a salvarmi o forse era l’esatto contrario: Bella cercava di aiutare Alice, e forse un po’ anche se stessa, a salvare me, il suo angelo nero.

 C’era riuscita! La mia fragile e buffa umana alla fine c’era riuscita, mi aveva fermato poco prima che esponessi la mia pelle alla luce del sole, prima che un arcobaleno di diamanti risplendesse per la piazza e segnasse la mia fine. Credevo d’essere in paradiso mentre la stringevo tra le mie braccia, contro il mio petto, mentre il suo illibato profumo squarciava la mia gola e la melodia della sua voce mi ripeteva che ero vivo.

 Poi, finalmente, avevo realizzato, un istante che sarebbe dovuto durare un’intera esistenza, quel nostro ritrovarci vivi e ancora incondizionatamente innamorati l’uno dell’altra, invece…

Un  secondo fatale battito di ciglia.

 Il sorriso di mia sorella apparsa silenziosamente alle nostre spalle era svanito in quel suo sguardo assente  fino a spegnersi in un urlo muto per l’orribile visione che io lessi nella sua mente. Ma era già troppo tardi: Felix era su di me e Bella, anzi no, era su di lei e poi lei era tra le sue braccia, anzi no nella sua morsa, si divincolava ma non poteva nulla contro quegli artigli stretti attorno al suo esile collo. Non capivo perché usasse una tale brutalità quando un qualsiasi membro del corpo di guardia poteva sfoderare le proprie speciali abilità per uccidere Bella in un istante. Non capivo e non potevo fare nulla perché con lui c’era  Jane che, per usare un eufemismo,aveva ottimi argomenti per intrattenere i suoi nemici. Con uno sforzo immane e doloroso  riuscii però ad avvicinarmi e in un ultimo slancio di forza morsi Bella ad una gamba nell’ irrealistico tentativo di diffondere il mio veleno prima che il suo cuore si fermasse del tutto così da non perderla per sempre. Lei però non si muoveva già più. 

   
 
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