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Autore: Lorelaine86    16/11/2009    13 recensioni
Bella accetta la cattedra da un prestigioso college, è fidanzata con Mike da poche settimane, pensa di finire il suo incarico tranquillamente, ma ha fatto i conti senza Edward. La mia nuova ff, buon divertimento ^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CHIARIMENTI E DICHIARAZIONI

L’aria frizzante e gelida di quella notte di novembre mi sorprese meno dell’arrivo di Edward.

Lui mi condusse fino alla mia macchina, mi fece sedere al volante e si accomodò a sua volta sul sedile del passeggero. Tra di noi regnava una tale tensione che non riuscivo più a ricordare cosa dovevo fare per mettere in moto. Fu Edward a farlo per me, girando la chiave nel cruscotto.

“pensi di poter guidare ora?”

Quello era l’ultimo dei miei pensieri. Quell’uomo non solo mi piombava dal cielo e si dimenticava della donna che portava in grembo il suo bambino, ma aveva anche la pretesa che io guidassi!

“Dove andiamo?”

“da Emmett”

“non c’è. Non è potuto venire alla festa di Jasper perché è andato a passare il weekend fuori”

“meglio ancora. Avanti, muoviti”

“ma…”

“limitati a tenere il volante”

Era inutile protestare perché Edward era più testardo di un mulo. Feci marcia indietro e mi allontanai dal vialetto.

“ti dispiace spiegarmi?”

“più tardi. Se lo facessi ora, rischierei di torcerti il collo!”

“cooosa?!” era impazzito forse?

Se c’era qualcuno che meritava di esere strangolato era proprio lui!

Edward non rispose, lo sguardo fisso sulla strada.

Accellerai perché non vedevo l’ora di arrivare da Emmett per interrogarlo.

Ma perché si interessava tanto all’anello?

Non era possibile che avesse ricevuto la lettera e avesse avuto il tempo di saltare su un aereo.

“non così veloce. Finirai per ucciderci!”

Ma visto che non rispondevo, Edward mi domandò “hai mai guidato con la neve?”

“no è la prima volta”

Edward emise un grugnito di disapprovazione

“fermati guido io”

Ignorai il suo ordine e continuai ad accelerare imboccando a tutta velocità la stradina che conduceva alla casa di Emmett.

“ti ho detto fermati!”

“no!prova a impedirmi di guidare e te ne accorgerai!”

Edward allungò la mano e girò la chiave.

Frenai e l’auto si mise di traverso, mentre continuava a slittare.

“non frenare”gridò lui, afferrando il volante ”smettila di frenare!”

Persa completamente la testa, premetti ancor di più il freno. Le ruote si bloccarono, la vettura finì sul bordo della strada ricoperto di neve gelata, superò una siepe e incominciò a scendere lungo il pendio in fondo alla quale si fermò contro ad un albero.

“guarda cosa hai combinato alla mia macchina! ” gemetti,

“io? Non ti avevo forse detto di fermarti?”

“hai spento il motore!”

“non mi davi retta! La colpa è solo tua”

“ma sentitelo! Arrivi all’improvviso, mi prelevi dal bel mezzo di una festa, mi distruggi la macchina ed hai ancora il coraggio di dire che è colpa mia!” fuori di me dalla rabbia, aprii la portiera, scesi e presi a risalire la china.

“dove vai?” Edward controllò i danni, dopo di che si lanciò all’inseguimento.

Sotto il cappotto indossavo un abito lungo con sandali alti, così ben presto mi ritrovai con i piedi gelati e le caviglie graffiate. Tuttavia, quando Edward mi sollevò tra le braccia, fui quasi sul punto di svenire tanto mi sentii bene.

Ma non era quello il tempo di lasciarsi andare. Lui mi doveva delle spiegazioni.

“mettimi giù!” gli dissi nuovamente arrabbiata,

“no!” Edward camminava speditamente, ora, e non mi rimase che passargli un braccio attorno al collo.

L’incidente era avvenuto a circa cinquecento metri dalla casa, ma ebbi l’impressione che il tragitto durasse ore.

“non muoverti” mi disse dopo avermi depositato sotto il portico “entro dalla finestra”

Presi a bilanciarmi ora su un piede ora sull’altro nella speranza di riscaldarmi.

Finalmente la porta si aprì.

“Entra ” Edward mi porse la mano perché non scivolassi sulla neve ghiacciata che ricopriva il pavimento del portico.

In salotto faceva caldo. Emisi un lungo sospiro di sollievo.

Mi tolsi i sandali e corsi in cucina dove sapevo che avrei trovato degli stracci per asciugarmi i piedi.

Edward era occupato ad accendere il fuoco nel camino.”tieni” trasalii, non lo avevo sentito entrare. Mi porse un paio di jeans e un maglione dal collo alto, ricordandomi con quel gesto un’altra visita fatta alla fattoria di Emmett.

Quanto tempo era passato da allora? Arrossii e dal modo in cui lui mi guardava compresi che anche Edward si ricordava di quell’occasione.

“ti aspetto in salotto” mi disse prima di scomparire.

Mi cambiai con calma, cercando di tardare il più possibile il momento. Quando fui pronta avanzai verso il salotto con passo incerto.

Edward era in piedi davanti al camino, le mani dietro la schiena, una posa classica per annunciar cattive notizie, pensai tra me e me.

“quando?”

“quando cosa?”

“da quando non porti più l’anello di Mike?”

“che intendi?”

“da quando hai rotto con Mike?” domandò lui, voltandosi di scatto.

Era evidente che non aveva ricevuto la mia lettera.

“che ti interessa?”

“mi interessa invece perchè ti amo, maledizione” con le mani sui fianchi e l’occhio torvo, sembrava più arrabbiato che innamorato.

“tu…ma…”

“avevo deciso, dato che avevo finalmente rinunciato a sposare Mike, fosse arrivato il tempo di ritornare”

“tu sei tornato perché…”

“esatto”

“ma allora hai ricevuto la mia lettera!”

“quale lettera?”

“dove ti ho scritto che ho rotto con Mike quando siamo andati a Seattle”

“a Seattle?” quella d’Edward fu una vera e propria esplosione di rabbia.

“avevo intenzione di confessarti tutto” tentai di difendermi.

“perché non l’hai fatto?” Edward prese a camminare per la stanza, come un leone in gabbia.

“perché, con aria superiore mi avresti esclamato: te l’avevo detto che non lo amavi”

“probabile” fece lui non potendo trattenere un sorriso.

Ma fu un attimo perché tornò a mostrarsi furioso

“ed è per questo che mi hai reso così infelice?”, poi il suo tono si addolcì, si lasciò cadere sul divano e iniziò a ridere.

“siediti accanto a me”

Io rimasi immobile

“non ho intenzione di mangiarti”

Mi aveva detto la verità? Mi amava davvero?

Edward parve leggermi nel pensiero perché aggiunse “ti amo Bella, ti prego fidati di me”

Mi avvicinai al divano e mi sedetti rigidamente.

“come hai saputo tra me e Mike?”

“da Tanya”

“Tanya?”

E iniziò a spiegarmi che il giorno precedente aveva telefonato a James per questioni di lavoro ma non trovandolo, aveva lasciato un messaggio a Tanya, la quale lo aveva informato della misteriosa scomparsa dell’anello dal mio dito.

“in quel momento è stato tutto chiaro, sono saltato sul prima aereo”

“e il bambino?” domandai corrugando la fronte.

“quale bambino?”

“Tanya non te l’ha detto?” Edward mi fissò tanto genuinamente sorpreso che non ebbi il coraggio di dirgli “il tuo bambino”

“è incinta” mormorai.

“e allora?”

Ebbi un attimo di esitazione e poi sbottai

“ha detto  che il padre sei tu”

“ha detto una cosa del genere? E tu le hai creduto?” la voce di Edward era tornata dura e fredda, il che mi provocò un brivido.

“che altro avrei dovuto pensare? Vi ho visti insieme…” mi  alzai e andai a mettermi davanti al fuoco.

“Edward, la stavi baciando! Poi Tanya mi viene a dire che ti dovevo dividere con lei. Poi non vi siete più lasciati!”

“io l’ho baciata?” Edward sembrava incredulo “ma di che diavolo parli? Tanya mi attira come un serpente, forse anche di meno!”

“te ne sei dimenticato fuori dal teatro?”

“hai assistito a quella commedia?”

“commedia? Ma se Tanya ti voleva saltare addosso!”

“e probabilmente lo avrebbe fatto se io non l’avessi respinta. Lei voleva riprendere le cose da dove le avevamo lasciate”

“solo lei lo voleva?”

“certo” parve leggermente imbarazzato.

“tu l’avesti respinta?”

“si” sospirò “pensavo solo a te. Dovevo trovare il modo di farti annullare quello stupido fidanzamento”

“ma ancora non mi amavi!”

“invece si!”

“no. Avevi chiesto di recitare quella farsa per vendetta”

“no. Era un modo per tenerti sempre accanto”

“ma se passavi la maggio parte del tempo in sua compagnia!”

“più che altro con suo marito”

“e quando sei partito?”

“quella volta l’ho fatto apposta, ce l’avevo con te. Speravo che al tuo ritorno il fidanzamento fosse rotto e invece non hai fatto altro che cacciarmi quello stupido anello sotto il naso”

“avevo paura”

“di chi? Di cosa?”

E fu allora che gli raccontai delle mie paure, della paura di innamorarmi davvero e della paura di soffrire per amore.

Del dolore che mi era stato provocato da Jake e dai suoi ripetuti tradimenti.

“tu mi facevi paura”

“io?” chiese lui sorpreso.

“per quello che provavo nei tuoi confronti”

“spiegati meglio”

”avrei dovuto sentire la mancanza di Mike, ma dopo che ti ho incontrato…”

“splendido”

“no! È stato orribile!”

“anche io avevo paura di te”

“mi hai colpito. Mi tenevi testa e non ti volevo in casa”

“questo mi pare di averlo capito”

“già” ammise lui sorridendo. “quando hai insistito nel voler  rimanere mi sono detto che tutto sommato avrei potuto cogliere un piccolo vantaggio da quella situazione. Ma quando ti sei arrabbiata e sei scomparsa…Dio non ho avuto tanta paura in vita mia e li ho capito che eri importante”

“ma Jazz…”

“Jazz parla troppo”

“eri capace di portarmi in paradiso con un bacio ma poi mi respingevi. Quando siamo andati a Seattle ero così felice e pieno di speranze…e invece sei tornata tutta sorridente, con quel maledetto anello al dito! ”

“ma io…”

“morivo di gelosia. Avevo previsto tutto. Il pomeriggio avresti lasciato Mike e quella stessa sera ti avrei chiesto di sposarmi. E invece…”

“non riuscivo a fidarmi di te con Tanya che non faceva ce scoraggiarmi”

“cercava vendetta”

“vendetta?”

“già vendetta per averla piantata”

“mi dispiace ” mormorai, accarezzandogli i capelli.

“se hai creduto a Tanya cosa ti ha spinto a scrivere quella lettera? Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“tua madre”

“mia madre?” Edward si raddrizzò di colpo “quando?”

Dopo avergli raccontato tutto lui inizio a ridere “brava mamma”

“ci credi che ci siamo riavvicinati grazie a Tanya e tua madre?”

Edward mi prese tra le braccia e iniziò ad accarezzarmi

“per ringraziarle le inviteremo al matrimonio”

“quale matrimonio?”

“il nostro, no?”

“non dimentichi un particolare?” domandai sorridendo.

“quale?”

“non me lo hai ancora chiesto”

“Bella Swan, Ti amo. Vuoi sposarmi?”

“eccome! Perché ci hai messo tanto a deciderti?”

Edward mi strinse forte a sé “resta con me”

*******************************************************************************

Alle quattro del mattino, avvolta in una coperta, sedevo sul divano e fissavo il camino.

Edward dormiva nella stanza da letto di Emmett.

Udii ad un tratto un rumore di passi e , voltandomi vidi Edward che attraversava il salotto con indosso solo un lenzuolo.

“mantieni sempre le promesse?” mi chiese.

“certo!” risposi sorpresa.

“mi sembrava che mi avessi promesso di restare sempre con me”

“si”

“e allora perché mi sono svegliato da solo?”

Sorrisi, e gli feci un po’ di spazio sul divano.

Lui si distese al mio fianco

“ti senti meno solo ora?”

“un po’ meno”

Mi liberai della coperta e mi strinsi a lui, sotto il lenzuolo, in modo che i nostri corpi nudi aderissero l’uno all’altro.

“e adesso?”

“ora va molto meglio” ammise lui e mi baciò.

 

THE END

  
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