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Autore: Mistral    21/11/2009    2 recensioni
MOMENTANEAMENTE INTERROTTA
Fay D. Fluorite alle volte si faceva scappare qualcosa, si concedeva delle minime sbavature nella sua esecuzione perfetta di un vivace con brio: ma poi si riprendeva sempre in un attimo e ricominciava instancabile a mentire. I suoi occhi invece non mentivano mai, perché nemmeno una briciola della sua allegria artefatta li toccava. Quelle pozze azzurre, sempre troppo fredde soprattutto a contrasto con il calore dell'atteggiamento del mago, nascondevano un segreto nelle loro profondità e Kurogane voleva a tutti i costi scoprirlo, perché altrimenti si sarebbe sentito preso in giro da un idiota - ed era una cosa che non poteva assolutamente accettare.
[Un tentativo di rileggere le vicende di Tsubasa dal PoV di Kurogane e nella prospettiva del rapporto tra il mago e lo spadaccino]
Capitolo 3 - Secondo Movimento
“Se qualcuno cerca di uccidermi, lo uccido. Se qualcuno cerca di far del male alle persone che amo, lo uccido. Ormai ho perso il conto di quante persone ho ammazzato. Non sono il tipo che usa belle parole, ma sappi che quelli che odio di più sono coloro che buttano via le loro vite prima che sia svanita ogni speranza”
“Ciò significa che io sono il tipo di persona che odi di più...”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di cominciare una piccola

Titolo: Out of the Blue (Symphony of the Magician and the Swordsman)

Capitolo: 1 di (per ora) 17 - Ouverture

Personaggi: Kurogane, Fay (e sullo sfondo tutti gli altri)

Rating: Verde

Genere: Introspettivo

Note: Shonen-ai

Disclaimer: Tsubasa e i suoi personaggi appartengono alle CLAMP

 


 

Prima di cominciare una piccola precisazione. Quando ho cominciato a scrivere questa fanfic (ormai parecchi mesi fa), era la prima cosa che provavo a buttar giù su Tsubasa Chronicle, una serie che ho scoperto da relativamente poco ma che ho iniziato subito ad amare – così come sto amando alla follia Fay, specie messo in coppia con Kuro-rin! XD

Onestamente non pensavo che mi sarei messa a scrivere così in fretta qualcosa su questo manga, visto e considerato che avevo finito da meno di una settimana di leggere il cap. 220 sulle scan inglesi, ma quando l’ispirazione chiama non sono capace di dirle di no…

All’inizio l’idea era di farne una one-shot, magari un po’ lunghetta, sì, e pensata per essere divisa in capitoletti molto brevi, ma comunque una one-shot. E invece è venuta fuori una cosa chilometrica che sono stata costretta a pubblicare a puntate (anche perché credo abbia poco senso una one-shot che al momento conta già 22 pagine [e non è finita!] XD).

Ad ogni modo, spero che i temi che ho trattato non siano già stati troppo sfruttati da altri (non ci conto!) o che almeno la storia abbia un taglio un minimo originale.

Per i titoli dei capitoli mi sono ispirata ai termini del linguaggio operistico e musicale, cercando di intitolare ogni parte con il nome di forme musicali che, per struttura e caratteristiche, avessero una qualche attinenza con il contenuto del pezzo (e qui la mia venerazione va a Santa Wikipedia, senza la quale mi sarei bloccata dopo “Ouverture”!).

Mi sono anche sforzata di rimanere strettamente IC e di essere il più possibile rigorosa nella mia scrittura, senza cedere a sbavature da fan girl nella caratterizzazione dei personaggi (anche se scrivendo di Fay non è facile!) e rispettando ciò che viene detto dalle autrici… spero di esserci riuscita e di aver prodotto qualcosa di perlomeno passabile. Ditemi voi!

Scusate lo sproloquio e buona lettura!

Mistral

 

21.11.2009

 


 

Out of the Blue

Symphony of the Magician and the Swordsman

 

 

 

I.   OUVERTURE

A Kurogane non era mai piaciuto il blu come colore, in nessuna delle sue sfumature, soprattutto negli occhi della gente - lo metteva come a disagio (anche se non l'avrebbe mai ammesso, specie dopo aver conosciuto un certo idiota che gli occhi li aveva di un azzurro così intenso da sembrare quasi irreale). Il blu gli dava una sensazione di incertezza, di vuoto... in fondo era il colore del mare, no? La cosa più affascinante, misteriosa e pericolosa di questo mondo; era anche il colore del cielo, illimitato e imprevedibile.

E poi, nel suo paese nessuno aveva gli occhi blu. A Nihon gli occhi della gente spaziavano tutti nelle rassicuranti cromie del marrone e del verde, i colori caldi e concreti della terra e della natura. Le uniche eccezioni erano i suoi e quelli della principessa. Lui aveva gli occhi scarlatti, una maledizione per tutto il sangue di cui si era macchiato le mani, dicevano i suoi detrattori; personalmente invece, gli piaceva credere alle parole dei suoi genitori che li avevano sempre definiti lo specchio del fuoco che gli ardeva dentro - ma in fondo non era una questione granché importante.

Tomoyo-hime, dal canto suo, aveva gli occhi di uno strano colore tra l'argento e il violetto di cui nessuno, nemmeno le miko, sapeva spiegare l'origine e che per questo, pur inconsciamente e silenziosamente, inquietavano la maggior parte di coloro che vedevano il viso della giovane principessa. Lei con un sorriso diceva sempre che il nero originario delle sue iridi si era sciolto nel buio dei sogni la prima volta che, ancora bambina, aveva avuto una visione del futuro. E Kurogane non stentava a crederle.

Pur con tutto il suo sterminato potere però, Tomoyo non aveva previsto che incontrare degli occhi blu avrebbe sconvolto così in profondità la vita del suo guerriero più forte. Né probabilmente l'aveva fatto la Strega delle Dimensioni (i cui occhi, adesso che il ninja ci pensava, erano anch'essi di un inquietante color cremisi); o forse sì, lei lo sapeva e non l'aveva detto per divertirsi alle sue spalle - il che, considerando com'era quella donna, era più che probabile...

 

Fin dall'inizio del viaggio in compagnia di quei tre sconosciuti e della polpettina bianca, Kurogane aveva trovato enormi difficoltà a sopportare il mago proveniente dai ghiacci, non solo per quel suo atteggiamento francamente irritante ed infantile, per quel suo infastidirlo continuamente e affibbiargli nomignoli idioti, ma anche per la sensazione indefinita che gli davano i suoi occhi cerulei. C'era qualcosa nascosto sul fondo di quelle iridi di un azzurro troppo vivo, qualcosa che stonava terribilmente con la sua apparente vitalità. Soprattutto perché Fay D. Fluorite (anche il suo nome era esagerato, come lui. Lui che però voleva essere chiamato semplicemente Fay, “perché il mio nome è troppo complicato” - falso, avrebbe piuttosto detto il ninja) a volte si faceva scappare qualcosa, si concedeva delle minime sbavature nella sua esecuzione perfetta di un vivace con brio: un sorriso meno luminoso del solito, una mezza frase velata di malinconia o un gesto un po' esitante, ma poi si riprendeva sempre in un attimo e ricominciava instancabile a mentire. I suoi occhi invece non mentivano mai, perché nemmeno una briciola della sua allegria artefatta li toccava; Kurogane non sapeva se e in quale misura i ragazzini e il mago stesso si fossero accorti che lui sapeva, ma non gli interessava. Di sicuro però quelle pozze azzurre, sempre troppo fredde soprattutto a contrasto con il calore dell'atteggiamento di Fay, nascondevano un segreto nelle loro profondità e lo spadaccino voleva a tutti i costi scoprirlo, perché altrimenti si sarebbe sentito preso in giro da un idiota - ed era una cosa che non poteva assolutamente accettare.

 


 

Lo so che è un capitoletto brevissimo ma, come ho detto sopra, all’inizio questo non doveva essere un capitolo e ad allungarlo mi sembrava di snaturarlo… XD i successivi comunque saranno un po’ più lunghi, promesso!

 

 

PREVIEW

Capitolo II: Primo Movimento - Moderato

Il ninja non aveva avuto modo di cogliere esattamente le implicazioni di una tale affermazione, ciononostante era ormai certo che l’idiota biondo non stesse dicendo tutta la verità: lo dicevano quei suoi occhi blu sempre così distanti, come persi troppo indietro nel passato o fissi su un futuro troppo lontano.

Non era quello però il momento di affrontarlo per farlo parlare, aveva concluso Kurogane. Ne sapeva ancora troppo poco su di lui per riuscire a spuntarla e il biondino era dannatamente intelligente, su questo non aveva dubbi. Avrebbe aspettato un’occasione più propizia e avrebbe colpito.

 

 

 

   
 
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