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Autore: Martyx1988    21/01/2010    5 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
Il capitano

Erano di nuovo nella zona del porto, fiocamente illuminata dalle fievoli luci di candela lungo la strada, che proiettavano sul selciato lunghe e traallanti ombre.
Con non poca fatica, Henry era riuscito a convincere Morgan a prendere una carrozza e a non andare a piedi, portando come motivazione valida la maggiorrapidità con cui avrebbero percorso il tragitto. Appena scesa dal convoglio, la ragazza aveva fatto promettere al conducente di non dire nulla riguardo a loro. Questi, incentivato dalla piccola fortuna che Henry gli aveva messo in mano, aveva alla fine acconsentito alla richiesta di Morgan e si era diretto verso una squallida locanda per godersi il gruzzolo appena guadagnato.
I due giovani si erano invece diretti verso i moli, dove il viavai di quel pomeriggio era notevolmente diminuito e le navi ormeggiate erano meglio visibili.
Morgan tirò un sospiro di sollievo quando vide la Persefone ancora alla fonda e con le vele issate. Senza indugiare oltre si diresse a passo spedito verso il molo, seguita a ruota da Henry, i cui sensi erano all'erta nel caso un altro marinaio sbronzo avesse deciso di aggredirli. Fortunatamente, tutti quelli che nel pomeriggio si erano rivelati leggermente alticci in quel momento dormivano rumorosamente sopra i sacchi delle provviste o tra le casse.
"Che spettacolo rivoltante" commentò il giovane tappandosi il naso per non sentire il fetore proveniente da quegli uomini.
"Suppongo che dopo un po' ci si faccia l'abitudine" ribattè semplicemente Morgan, prima di iniziare a rallentare il passo "Siamo arrivati"
Col naso all'insù e gli occhi spalancati, Morgan stava fissando l'imponente scafo del mercantile davanti a loro, su cui la scritta Persefone giganteggiava elegante e solo leggermente scrostata.
"Quindi questo mercantile in realtà è una nave pirata?" domandò Henry guardando anche lui l'imponente imbarcazione.
"Non lo so, ma se così fosse, starebbe a significare che il capitano Gibbs è veramente abile"
"Tu dici?"
"Spero che me lo dica lui"
Detto questo, Morgan iniziò a correre lungo il molo di legno in cerca di una passerella per salire sulla nave.
"E se il capitano non fosse a bordo?" obiettò Henry, dopo averla raggiunta.
"Allora lo aspetteremo finchè non arriva"
"Morgan, ti rendi conto che questa è una pazzia?" le domandò allora, bloccandola per un braccio.
"Può darsi, ma se voglio vederci chiaro non posso fare altrimenti. E' l'unico indizio che mi è stato lasciato per ritrovare la mia famiglia e intendo seguirlo"
"Hai letto cosa ti ha scritto Jack, no? Vuole che tu resti a Londra" tentò di convincerla Henry, ma la testa di Morgan era più dura del ferro.
"Quanto pensi che possa essere al sicuro, a Londra? Non sono i pirati ad essere sulle mie tracce, ma la Marina. Le stesse persone che oggi mi proteggono domani potrebbero venirmi a prendere senza complimenti per spedirmi in una cassa al commodoro Charles o a chi per esso"
"Ma perchè gettarsi di propria iniziativa tra le braccia del nemico?"
"Cos'è questo baccano, si può sapere?" sbraitò una voce sopra di loro.
I due ragazzi alzarono lo sguardo verso una delle finestre del castello di poppa. Un uomo si era affacciato da essa, ma al buio non era possibile distiguerne le fattezze.
"Perdonateci, signore" si scusò Henry mentre tentava di trascinare Morgan più lontano, ma questa oppose una ferma resistenza e alla fine riuscì a divincolarsi dalla presa.
"Stiamo cercando il capitano Gibbs, del mercantile Persefone" spiegò la ragazza, ignorando le proteste di Henry.
"Perchè cercate il capitano a quest'ora della notte, Miss?" domandò l'uomo.
"Ho bisogno di parlargli di una faccenda complicata. Molto complicata. Mi è stato detto di rivolgermi a lui"
"E chi vi ha dato questo saggio consiglio?"
"Mia madre" rispose Morgan dopo alcuni secondi di riluttanza "Lo conosceva"
"Il capitano Gibbs conosce un sacco di donne che potrebbero essere vostra madre, ragazza" puntualizzò l'uomo, ridendo "Dovrete essere più precisa per convincermi ad andarlo a chiamare"
Morgan non seppe cosa rispondere. Si voltò a guardare Henry, il volto contratto in un'espressione contrariata, che con un gesto della mano la incitò ad andare avanti. La ragazza prese un respiro profondo e continuò.
"Si chiamava Elizabeth Swan"
L'uomo alla finestra non rispose e dopo qualche secondo lo videro chiudere la finestra e sentirono i suoi passi che si allontanavano. Morgan sospirò delusa e abbassò lo sguardo, per rialzarlo subito dopo quando sentì altri passi sul ponte. Vide l'uomo appoggiato alla balautra in legno, in cima alla passerella.
"Sono io il capitano Gibbs" si presentò cupo l'uomo "E voi siete Morgan, giusto?"
"Mi conoscete?" domandò lei sorpresa, raggiungendo in fretta la fine della rampa di legno.
"Oh sì. Conosco tutta la vostra famiglia. I Turner. Gente che attira i guai come i maiali attirano le mosche"
Sia Morgan che Henry rimasero un po' interdetti dal paragone del capitano e la ragazza si voltò verso l'amico, che la guardò con fare ammiccante.
"In effetti..." iniziò a dire, ma il capitano lo interruppe.
"Cosa volete da me, di preciso? Non siete stati molto esaustivi, prima"
"Ecco, vorremmo delle spiegazioni" rispose Morgan, per poi mostrare al capitano le ultime due lettere inviatele da Jack e quella di sua madre "Sembra che mio fratello e mio padre siano in pericolo, ma non ho capito molto altro. Mia madre mi ha scritto di rivolgermi a voi per sapere la verità"
"Jack Turner in pericolo?"
"Sì, capitano"
L'uomo grugnì qualcosa di incomprensibile, quindi invitò i due ragazzi a salire a bordo. Morgan si sorprese di trovarsi davanti un uomo già abbastanza avanti con l'età, ma in una forma fisica pressochè perfetta, se non si guardavano i denti mancanti e le cicatrici sparse su viso e braccia. Per un marinaio raggiungere quell'età doveva essere un'impresa non da poco. Anche il capitano si mise a guardarla con tanto d'occhi.
"Per tutti i diavoli! Siete sputata a vostra madre!" esclamò.
"Davvero?"
"Sì, le somigliate molto. E se ve lo dico io, vuol dire che è vero. L'ho vista crescere quella ragazza. Ma bando alle ciance, fatemi vedere quelle lettere"
Morgan gli passò subito i fogli che aveva in mano e Henry si premurò di specificare la particolarità della lettera di Elizabeth Swan.
"E tu chi sei? Che c'entri in tutto questo?" gli domandò Gibbs burbero, guardandolo storto.
"E' un mio amico, ha insistito per accompagnarmi. Possiamo fidarci" rispose Morgan per lui.
Il capitano parve non farsene troppo un problema e, dopo aver inforcato un paio di occhialetti sporchi, iniziò a leggere le lettere, concentrato. Arrivato a quella di Elizabeth, si avvicinò ad una delle lampade a olio appese lì vicino. Alla fine riconsegnò il tutto a Morgan.
"A quanto pare, il giovane Turner non ha molto ben chiaro quello che sta succedendo" commentò cupo.
"E voi lo sapete invece?" domandò Morgan, fremente.
"Naturalmente! Se non lo aveste ancora capito, la Persefone nominata lì e proprio questa nave"
"E come mai non siete ancora stato arrestato per pirateria?" chiese Henry guardingo.
"Perchè aggirare quei citrulli al governo è estremamente semplice. Per loro questa nave è un semplice mercantile e sono convinti che la Persefone pirata sia una nave omonima. Che stupidi!"
Il giovane Coward, punto nell'orgoglio, fece per ribattere, ma Morgan lo fermò con una gomitata nel costato.
"Capitano Gibbs, vi prego, ditemi che sta succedendo a mio fratello" lo supplicò accorata Morgan.
Il capitano sospirò e si tolse gli occhiali.
"Non mi basta una notte per raccontarvi tutto, ma sappiate che tutto quello che c'è scritto nelle lettere è la pura verità. Esiste una Fratellanza e i nove Pirati Nobili ne compongono il Consiglio. Fino ad oggi si è riunito quattro volte. La prima di esse si decise di imprigionare la dea del mare, Calypso, nella sua forma umana, in modo che il controllo delle acque passasse agli uomini"
"Quella Calypso?" intervenne Henry scettico "La stessa di cui si parla nell'Odissea? Quella che tiene Ulisse per dieci anni a Ogigia?"
"Oh, credimi, ragazzo, ha fatto di peggio" lo liquidò Gibbs, toccandosi il mento e tornando poi al discorso principale.
"Durante il quarto consiglio, invece, si decise di liberarla, per ottenere il suo favore nella guerra contro la Compagnia delle Indie e l'Olandese Volante, allora capitanata da Davy Jones. Fu vostra madre, eletta Re del Consiglio, a dichiarare l'atto di guerra, e a fine battaglia, morto Davy Jones, vostro padre prese il comando dell'Olandese e diede manforte alla Fratellanza, che sconfisse così la Compagnia delle Indie"
Avendo avuto la riprova che ciò che aveva detto quel pomeriggio era vero, Morgan guardò Henry di sottecchi, ricevendo in risposta un'occhiata infastidita.
"Come vi ha scritto vostra madre, prendere il comando dell'Olandese vuol dire ottenere la vita eterna" continuò Gibbs "Ma ad un caro prezzo. Per dieci anni l'Olandese guiderà i morti in mare all'altro mondo. Dopodichè al capitano è concesso un giorno a terra da passare con le persone che ama. Così per l'eternità, o finchè qualcuno non pugnala il suo cuore, contenuto in uno scrigno la cui chiave il capitano custodisce gelosamente. Ma l'Olandese deve sempre avere un capitano e colui che pugnala il cuore deve sostituirlo col suo e prendere posto al comando della leggendaria nave, per portare avanti il suo compito"
"Tutto questo è assurdo" commentò Henry.
"Non mi aspetto che un damerino come te comprenda le mie parole" lo schernì il capitano, per poi rivolgersi a Morgan "Vostro padre affidò il suo cuore a vostra madre, chiedendole di tenerlo al sicuro. Per molti anni la vita del capitano Turner rimase fuori da ogni pericolo, finchè qualcuno non trovò i diari di Lord Beckett, principale esponente della Compagnia delle Indie al tempo della guerra"
"Charles" disse Morgan ricordando le parole di suo fratello. Gibbs annuì e continuò.
"Era da poco diventato ammiraglio della Marina, il favorito del Commodoro e ben visto dal Governatore e dalla Corona per la dedizione e la condotta impeccabile che aveva sempre mantenuto, nonchè per la sua ferrea avversione verso tutto ciò che aveva a che fare coi pirati. Molti pensavano fosse un vero e proprio fanatico, che un giorno sarebbe diventato pazzo per quest'ossessione. Quando gli capitò fra le mani il diario di Beckett, il suo fanatismo raggiunse i massimi livelli. Aveva trovato il modo più efficace per debellare la pirateria una volta per tutte. Mandò i suoi collaboratori più stretti ad informarsi riguardo alla Fratellanza, a Calypso e all'Olandese.
"Erano anni, ormai, che nessuno chiedeva più di queste cose e molti pirati pensarono che ci fosse qualcosa sotto, così informarono il Re della Fratellanza, che aveva messo al mondo da poco una figlia, la sua secondogenita. Voi"
Il cuore di Morgan ebbe un sussulto. Il capitano andò avanti.
"Temendo per l'incolumità della sua famiglia, Elizabeth nascose il cuore del marito in un posto segreto e ne affidò le chiavi ai suoi due figli. Solo con entrambe le chiavi sarebbe stato possibile trovare il cuore e per scongiurare la cosa, vi affidò ad un suo uomo di fiducia perchè vi portasse a Londra, al sicuro"
"Chi era quell'uomo?" domandò Morgan, smaniosa di sapere il più possibile.
Gibbs ci mise qualche secondo a rispondere, poi disse tutto d'un fiato "Il sottoscritto"
Morgan spalancò occhi e bocca per la sorpresa dovuta alla rivelazione. Pensò fosse quello il motivo per cui la Persefone l'aveva sempre attratta e affascinata.
"Quando tornai, seppi che il piccolo Jack era stato portato a Port Royal, ma di lui non ebbi più notizie, fino ad adesso" riprese Gibbs, accennando poi alle lettere "Con le informazioni contenute nel diario di Beckett e quelle raccolte dai suoi informatori, immagino che per Charles trovarsi il giovane Turner tra i suoi sottoposti sia stata una manna dal cielo, ecco perchè se l'è tenuto stretto e buono. Ho paura, però, che non sia stato così accorto da non parlare di voi, Miss"
"Non poteva sapere che Charles avesse queste mire su di noi" lo giustificò Morgan.
"No, infatti, ma anche se attiraguai, i Turner non sono mai stati degli stolti. Se ha un po' del cipiglio dei vostri genitori, avrà sicuramente cercato di porre rimedio alla cosa. Ovviamente nel modo sbagliato, ecco perchè vi ha scritto di essere in pericolo. Volete sapere altro, Miss Morgan?"
"Sì, in effetti"
Il capitano la invitò a parlare con un gesto della mano.
"Avete un posto che vi avanza nella vostra ciurma?" domandò la ragazza a bruciapelo.
"Cosa?" esclamarono Gibbs ed Henry all'unisono.
"Avete capito benissimo, capitano. Ho intenzione di partire con voi, o con qualsiasi altra nave che mi porti ai Caraibi ad aiutare la mia famiglia"
"Morgan, non fare idiozie" la ammonì Henry, parandosi davanti a lei "D'accordo, sei in pericolo sia qua che ai Caraibi, ma là molto di più che qua. Ora che so come sono andate le cose posso offrirti protezione. Mi basterà parlare con mio padre e sarà tutto risolto"
"Ma davvero?" intervenne Gibbs scettico "E chi sarebbe tuo padre, ragazzo?"
"Lord Archibald Coward" rispose fiero Henry.
"Allora tanto vale che la consegni a Charles in persona. Lord Coward è responsabile delle colonie all'interno del governo britannico e non ci metterà due secondi a spedirla a Port Royal dal Commodoro, se questo servirà a debellare la pirateria"
"Tuo padre era presente quando ho mostrato la lettera a Miss Parker" ricordò Morgan "Ha visto che il mio vero nome è Turner"
"Spiacente, Miss, ma non potete più restare a Londra" constatò il capitano.
"Ma non può neanche imbarcarsi con voi verso i Caraibi. Se laggiù siete riconosciuti come pirati, avrete addosso la Marina appena entrati nel golfo" obiettò Henry.
Gibbs fece per ribattere, ma alla fine dovette ammettere che l'obiezione di Henry aveva un senso.
"Fermi un attimo" disse allora Morgan "Anche se Charles sapesse della mia esistenza, non sa che aspetto ho, giusto? Coma farebbe allora a riconoscermi? Per lui sarei solo una ragazza come le altre imbacata su un vascello pirata. Se invece resto qui a Londra e Lord Coward viene a sapere che Charles mi sta cercando per il suo piano, si ricorderà della ragazza che gli ha rapito il figlio e non ci metterà due secondi a mandarmi a prelevare dalla casa di Miss Parker, tanto più che qui sono sola e senza nessuno che possa dire o fare qualcosa a mia difesa. Non siete d'accordo?"
"Beh, in effetti ha un senso anche questo" assentì Gibbs.
"Ma che state dicendo?!?" protestò nuovamente Henry "Morgan, non puoi immischiarti con loro. Sono pirati!"
"E io non sono molto diversa da loro, Henry. Sono nata da pirati, se non l'avessi ancora capito"
"Ma questo non fa di te un pirata. Non per forza"
"Miss Parker ci ha provato con tutta se stessa a cambiarmi i connotati e, come hai potuto vedere, non ha ottenuto grandi risultati, perciò perchè continuare a mentire a noi stessi? Questo mondo, il tuo mondo, non fa per me, e il mio, con i pirati e tutto il resto, non credo faccia per te. Le nostre strade si dividono qui"
Henry non seppe cosa ribattere e la guardò con espressione dispiaciuta e ferita, che però non smosse la ragazza.
"Ci conosciamo da neanche ventiquatt'ore, Henry, non credo di essere diventata così importante per te. Tra una settimana ti sarai già dimenticato della mia esistenza e io sarò immersa nei guai fino al mento per pensare a te. Non può funzionare, te l'ho detto"
"Come fai ad esserne così sicura?" domandò lui, guardando altrove.
"Fidati, è così. Ma puoi fare qualcosa per me qui, a Londra"
L'attenzione del ragazzo tornò su Morgan, di nuovo seria.
"Torna da Miss Parker e dille di bruciare tutte le lettere e i documenti su di me. Non dovrà mai dire nulla riguardo alla mia vera vita, per lei devo continuare ad essere Betty. E anche per te"
Henry annuì, quindi si avvicinò per dare un veloce bacio sulla guancia alla ragazza.
"Buona fortuna, Morg...Betty" sorrise lui "Spero di reincontrarti un giorno"
"Io spero di no e sai perchè"
"Sì, certo. Addio" la salutò, per poi rivolgere un ulteriore saluto al capitano e scendere giù dalla passerella fino al molo. Dopo pochi minuti la sua minuscola figura era scomparsa in lontananza in direzione della città.
Fece molta fatica ad ammetterlo, ma a Morgan quel ragazzo sarebbe mancato un po'. Non era come gli altri nobili, non del tutto almeno, e si era dimostrato un amico leale e paziente - perchè, con tutte le sue stranezze, ce ne voleva parecchia di pazienza con lei. Sentiva, però, in fondo al cuore, che un giorno si sarebbero rivisti, a Londra o ai Caraibi non poteva saperlo.
Rallegrata da quel pensiero, si allontanò dalla balaustra del ponte e si voltò verso il capitano Gibbs, che la stava osservando sorridendo sornione.
"Siete sicura della vostra decisione, Miss Morgan?"
La ragazza annuì vigorosamente "Ho scoperto di avere una famiglia e che è in pericolo. E' mio dovere tentare di aiutarla, no?"
"Può darsi di sì. In questo caso, benvenuta a bordo della Persefone"



Ecco, velocissimamente come non mai, il terzo capitolo :)
C'è poca descrizione e molto dialogo, spero non vi risulti noioso, cari lettori, nel qual caso ditemelo che proverò a riaggiornare lo stile di scrittura ;)
Grazie alle fedeli lettrici e commentatrici:
-Rebecca Lupin: tutto sarà spiegato a tempo debito, mi cara :) purtroppo Henry non si imbarcherà per i Caraibi...non ancora, almeno ;) scrivendo di lui mi c sono affezionata ed è nata una balzana idea nella mia testa :D grazie per il commento e buona lettura!
-stellysisley: sono contenta che anche i personaggi di Jack (anche se appena abbozzato) e di Henry ti siano piaciuti. Col tempo si delineeranno meglio :) nel frattempo buona lettura e grazie ancora!
-marty_odg: ecco a te il tanto atteso prosequio :) spero ti piaccia, buona lettura e grazie!
Grazie anche ai lettori silenti e a chi segue questa fic!
Alla prossima!
   
 
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