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Autore: Lady Lynx    30/01/2010    1 recensioni
Erano le tre e ventisette del 9 giugno 1998.
La ragazza che camminava lentamente sotto l’accecante luce del sole estivo sentiva il suo cuore oppresso dal peso del mondo.
Prese a pugni i ricordi, spezzò i legami con il passato, cancellò con ostinazione le tracce del tempo.
Pensò a un fuggevole bacio, senza volerlo, ma sapeva che era tutto finito.
Il vuoto avvolse il suo cuore, spinse la magia in un angolo dell’anima.
Game Over.
Lauren Silente non esisteva più.

POSTATO L'ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Memorie di una Silente'
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Accidenti, siamo già a 60 capitoli. Un traguardo insperato.
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Buona lettura! ^^



- Sorbetto al limone! –
La mia voce risultò stranamente stridula nel corridoio deserto che conduceva all’ufficio di mio nonno.
Il gargoyle non diede segno di volersi spostare, strinsi la bacchetta nelle mie mani.
- Sorbetto al limone! – ripetei con voce minacciosamente bassa – Sorbetto al limone, stupida idiota di una statua! Sorbetto al limone! –
Ringhiai rabbiosamente, sbattei un piede per terra per scaricare la frustrazione, lanciai un urlo disumano, prima di adottare la tecnica quasi infallibile  per trovare la parola d’ordine dell’ufficio di mio nonno.
Snocciolare tutti i nomi di dolci magici che mi venivano in mente.
Me l’ero quasi dimenticata, da quanto ero furiosa.
- Cioccorane! Burrobirra! Acquaviola! Zuccotti di Zucca! –
Sospirai lentamente, tentando di non perdere il controllo. Dovevo ragionare, era logico.
Quale dannata parola d’ordine avrebbe potuto mettere mio nonno per evitare che io tornassi nel suo ufficio quella mattina? Perché io sapevo che lui sapeva che prima o poi l’avrei fatto, altrochè se lo sapeva.
Dannatissima Legilimanzia e quei furbastri che la praticavano.
- Voldemort! Voldemort! Voldemort! – strillai di nuovo, tremando per il miscuglio di emozioni che si picchiavano nel mio corpo – Vuoi lo spelling, maledetto gargoyle di fattura Babbana? -
Mi irrigidii quando sentii una risata alle mie spalle. Una risata piena di derisione.
- Sei completamente uscita di senno, Silente? –
Non avevo bisogno di voltarmi per capire di chi si trattava.
No, la voce di Draco era inconfondibile per le mie orecchie.
- Sono completamente lucida, Malfoy – esalai per la fatica di mantenere un certo contegno nonostante la rabbia.
- Non si direbbe –
Sentii i suoi passi leggeri ed eleganti avvicinarsi alle mie spalle, i suoi occhi puntati al centro dell’ammasso di capelli che tenevo sulla testa.
- Vattene, devo trovare la parola d’ordine per l’ufficio di mio nonno – sputai acidamente, senza pensare al mio precedente proposito di porgergli le mie più umili scuse.
- Hai provato con “Albus Silente”? – mi schernì lui, afferrando una ciocca dei miei capelli.
Sussultai per la sorpresa, quando sentii le sue dita tirare senza ritegno uno dei miei scomposti riccioli. Rimasi per un attimo in silenzio, spaventata dalla rapidità dei battiti del mio corpo.
- E’… è troppo scontato… - balbettai infine, facendo un passo avanti per sottrarmi al contatto.
- Tu dici? - rispose lui con calma - Albus Silente!
Potei quasi sentire le sue labbra piegarsi nel suo dannato sorriso beffardo quando il gargoyle di pietra si mosse, sembrando essere in attesa che qualcuno salisse sulla sua piattaforma per essere trasportato al piano superiore.
Mi voltai con cautela verso Draco, avendo la conferma del sorriso che increspava le sue labbra.
- Non si ringrazia, Silente? –
Deglutii a fatica, reprimendo dentro di me le ingiurie miste a richieste di perdono che avrei voluto dirgli in quel momento.
- Molto gentile, Malfoy – borbottai lentamente, muovendo un passo all’indietro verso il gargoyle – devi parlare anche tu con mio nonno? –
- No – rispose lui, assumendo un’improvvisa espressione seria – credo che aspetterò che tu finisca –
- Cosa intendi dire? –
- Intendo dire, Silente, che devo parlare con te – spiegò lui, sembrando divertito dal mio atteggiamento confuso – e che attenderò il mio turno. Quando sarai uscita da quell’ufficio, dovrai vedertela con me, ora ti è chiaro? –
Rabbrividii istantaneamente, mi dissi che era preferibile rimandare il più possibile il momento della “chiacchierata amichevole” con Draco.
- Ehm… bene… -
- Bene – replicò lui, lanciandomi un’occhiata tutt’altro che rassicurante – a dopo –
Salii infine sul gargoyle, rimuginando freneticamente su quei pochi attimi di conversazione con il mio ex migliore amico. Potevo dire con sicurezza che mi era mancato.
Era però arrivato il momento di mettere le cose in chiaro con mio nonno. Quando toccai il legno chiaro della tanto familiare porta, mi accorsi che metà della mia rabbia era ormai scemata.
Per quello avrei dovuto maledire o ringraziare Draco. Dipendeva dai punti di vista.
- Ah, Lauren – disse mio nonno quando mi vide entrare senza preavviso nella sua stanza – non ti aspettavo –
- Lo so - replicai sfacciatamente – è questo il bello –
- Non capisco – rispose lui, mettendo da parte le carte che stava leggendo e rivolgendo il suo sguardo su di me.
- Perché hai cambiato la parola d’ordine? –
- Non l’ho cambiata, è questa dall’inizio del mese di maggio –
Inspirai, espirai.
Poteva anche essere la verità, in fondo non ero stata ad Hogwarts per tre mesi e la sera in cui ero tornata a dormire in quella torre non avevo prestato molta attenzione al tragitto dall’ufficio di Severus a là sopra.

A dire il vero, non avevo pensato ad altro che non implicasse Piton come padrino e Daniel come Mangiamorte.
- Bene – concessi dopo qualche attimo di silenzio – allora passiamo alle cose più gravi –
- Di nuovo, non capisco –
La sua aria di innocenza e pacatezza perenne mi fece momentaneamente sentire un’idiota.
Questo passò nella mia mente prima che mi ricordassi il discorso che mi ero preparata nella testa in quei pochi secondi di rabbia intensa passati davanti al gargoyle.
- Non capisci, nonno? Cosa non capisci? Come io possa aver scoperto che mi hai mentito per tutti questi anni? Come tu abbia potuto pensare che non sarei mai arrivata alla verità? Come finalmente sia arrivato il disgraziato momento in cui dovrai sputare il rospo? –
- Lauren… -
- Stai zitto e rispondi alle domande, per una volta nella tua vita! – urlai furiosamente, sbattendo una mano sulla sua preziosa scrivania e sbattendo carte ovunque – Tu sapevi chi era mio padre, vero? –
- Immagino che Severus ti abbia mostrato i… -
- Rispondi alla domanda! – strillai interrompendolo, estraendo anche la bacchetta dalla tasca della mia uniforme.
Mi rivolse uno sguardo ferito, leggermente impaurito, tradito.
Quel semplice dettaglio mi costrinse a riporre di nuovo la bacchetta e a ridurre il tono della mia voce.
Non mi risedetti e non smisi di fissarlo insistentemente, però.
- Lauren… - esordì di nuovo lui, sembrando tanto un addestratore davanti ad una belva feroce - …posso spiegare –
- Voglio una risposta –
Lotta tra sguardi, come era ormai consueto. Accaldata dalla rabbia, potevo quasi sentire bruciare sulla mia pelle le lievi cicatrici provocate dai Cruciatus dei Mangiamorte.
- Sì, lo sapevo – ammise infine, con voce impregnata di tristezza – fin dall’inizio -
- Perché non me l’hai detto? – sussurrai, improvvisamente svuotata dalla rabbia – Perché me l’hai tenuto nascosto per tutti questi anni? –
- Perché le promesse ai morti devono essere mantenute, Lauren – rispose lui con voce severa – sempre e comunque, anche rischiando di farsi odiare dalla propria nipote –
Sentii come una freccia infuocata trapassarmi il cuore, mentre mi sarei frustata a sangue per aver dubitato delle buone intenzioni di mio nonno.
Di nuovo, avrei voluto gettarmi ai suoi piedi per chiedere perdono.
Mi limitai a dire una sola parola, sperando che lui capisse il significato intrinseco.

- Racconta –
Presi a fissare le labbra tanto conosciute, mentre esponevano finalmente ai miei occhi tutte le cose che non sapevo e che avrei sempre voluto sapere.
- Suzanne era una ragazza molto indipendente. Ti avevo già raccontato che, una volta passato l’esame M.A.G.O., aveva deciso di lasciarsi alle spalle Hogwarts e tutto quello che ad essa era connesso. Un esempio valido di questo abbandono fu il sottoscritto.
Suzanne decise di unirsi alla schiera dei Mangiamorte solo per seguire le orme del suo migliore amico, Severus Piton. A scuola erano stati molto uniti, nonostante lei fosse legata sentimentalmente a Sirius Black. Ma credo che questa parte della storia tu la sappia già.
Dicevo, si era unita alla schiera degli alleati di Voldemort perché desiderosa di mantenere la sua amicizia con Severus. Era stato lui ad invitarla e a presentarla per quel ruolo, consigliandole di utilizzare però un nome falso, Sabrina Fountain. Voldemort se n’era subito invaghito, ammirandone la resistenza stoica e la ambiguità di carattere.
Suzanne non era assolutamente una ragazzina fondamentalmente buona, anzi. Aveva in sé qualcosa di oscuro e di malvagio che non sono mai riuscito ad identificare.
Forse derivava dal sangue di Veela ereditato da sua madre, forse dal fatto che io anelassi principalmente a tenerla lontana dalla Magia Oscura – e quello che è proibito si dice sia desiderato.

Fatto sta che tua madre passò due anni nella Congrega Oscura, al fianco di Voldemort e dei suoi alleati. A detta di molti, anche nel letto. Severus mi ha raccontato, una volta assunto qui come professore, che mia figlia non passava una notte senza un nuovo amante. Principalmente abitava però nelle stanze del Signore Oscuro – come lo chiamano loro – che la riteneva la sua Mangiamorte migliore e non sapeva dei rapporti clandestini con gli altri membri della Congrega.
Suzanne aveva scalzato Bellatrix dalla destra di Voldemort.
Questa situazione durò fino a quando alla Congrega non si unì un nuovo adepto, un certo Keith Tufter.
Anche lui, come Suzanne, fece una buona impressione fin dal principio. Anche lui entrò immediatamente nelle grazie di Voldemort, scalzando questa volta Lucius Malfoy dal suo ruolo di rilievo.
Qualche giorno fa, mentre Severus stava cercando di ottenere il tuo racconto riguardo cosa ti fosse successo durante la tua prigionia nel covo della Congrega, Sirius mi ha esposto il suo sospetto.
Tufter o Ciuffetto erano i soprannomi che lui e gli altri Malandrini attribuivano a un ragazzo Grifondoro che aveva frequentato tre anni di Hogwarts con loro. Si chiamava Keith Riddance, faceva parte del loro gruppo ed era stato il fidanzatino di Suzanne per il suo primo anno; in seguito si era trasferito e aveva frequentato la scuola di Durmstrang.
Quando Suzanne tornò qui ad Hogwarts per confessarmi di essere in dolce attesa, mi fece vedere diversi suoi ricordi nel Pensatoio. Molti ricordavano principalmente i bei momenti passati da lei con questo Keith Tufter, o Riddance, che lei sapeva essere il padre del bambino che portava in grembo.
Mi disse di non volerlo coinvolgere in quella storia perché sapeva che altrimenti sarebbe stato ucciso per aver osato violare la donna di Voldemort senza chiederne il permesso.
Mi disse di aver avvertito Severus della sua gravidanza, mi informò della sua decisione di affidarti a lui per la tua crescita lontana dalla mia influenza. Mi opposi strenuamente, ma alla fine decisi di farla contenta e acconsentire per non aggravare la sua situazione e non mettere a rischio la vita della mia futura nipotina.
Il 28 Marzo del 1980 sei nata tu, al San Mungo. Suzanne decise improvvisamente di non volere che tu sapessi mai il nome di tuo padre, per paura che potessi andare a cercarlo e pagare con la vita le colpe commesse da lei. Questo però non la distrasse dalla sua convinzione di volerti affidare a Severus.
Mi chiese che nome volessi darti e io risposi Alexis, colpito dai tuoi ricciolini scuri già così folti nelle prime ore di vita [N.d.A - Alexis significa “curly haired”, cioè dai capelli ricci].
Mi spiegò allora che i tuoi nomi sarebbero stati quattro – come sempre nella tradizione dei Silente – ma sarebbero stati scelti tutti da persone diverse, dai quattro uomini che avevano segnato la sua vita in modo irrimediabile: Severus, il tuo padrino, aveva scelto Lauren; Sirius, quello che mi confessò essere il vero amore della sua vita, avrebbe scelto Cassidy; io avevo deciso per Alexis; Voldemort, durante le innumerevoli notti passate con lei, le aveva ordinato di chiamare Katherine un eventuale frutto dei loro rapporti.
Keith non le aveva parlato di nessun nome, per questo mi disse di registrarti ufficialmente all’anagrafe sotto il cognome di Riddance ma di utilizzare Silente per i documenti riguardanti la vita di tutti i giorni. Voleva che ti restasse comunque un labile indizio che ti legasse al tuo padre di sangue.
Il 29 Marzo, quando tornai in ospedale, mi comunicarono la notizia della morte di tua madre. Un inconfondibile Marchio Nero campeggiava sulle lenzuola bianche del San Mungo, affiancato da un disegnino stilizzato della costellazione che contiene la stella Bellatrix.
Un segno inequivocabile, a mio parere.
Non piansi, ma solo perché tu eri viva. Avevo perso una figlia, ma era come se tu fossi un’altra mia figlia.
Forse Suzanne, da quanto era diversa da me, non lo era mai stata. Ti tenni stretta tra le mie braccia per le prime due settimane, lasciandoti solo quando dovetti andare al funerale della mia bambina.
È stata sepolta a Godric’s Hollow, lontana però da Ariana e mia madre. Sirius mi ha detto che ormai lo sai.
In seguito, verso il mese di agosto, Severus venne a supplicarmi di salvare la donna che amava – Lily Evans, la madre di Harry – dall’omicidio che Voldemort aveva deciso di portare a termine dopo aver sentito una profezia. Beh, diciamo che queste cose non ti riguardano.
Decisi di aiutare Severus nella protezione di Lily, ma a patto che lui mi lasciasse gestire a mio piacimento la tua educazione. Come avrai intuito, lui ha accettato e ha sempre rispettato il nostro patto nonostante il mio piano di salvataggio della sua amata avesse fallito.
Il resto è storia.
Sei consapevole di come hai passato la tua infanzia e la tua adolescenza, immagino. Ora si ritorna qui, dove eravamo rimasti. –
Chiusi per un attimo gli occhi in un tentativo di assimilare tutto quello che mi era stato raccontato.
La verità mi era piombata addosso in qualche decina di minuti, pesante e densa come un masso di montagna, ma il nostro era stato un impatto necessario e quasi piacevole.
Finalmente sapevo tutto e la consapevolezza mi aveva sempre resa felice.
- Grazie, nonno – sussurrai infine, guardandolo dritto negli occhi – mi dispiace di aver dubitato di te –
- A me dispiace di non aver capito che in fondo i morti non posso perseguitarci se facciamo il giusto – rispose lui con un tenue sorriso di scuse – ma vorrei che tu non andassi a cercare Keith Riddance, Lauren… potrebbe essere davvero pericoloso, capisci? –
- Non è tra i Mangiamorte – dissi, riflettendo ad alta voce – dev’essere morto, o forse è riuscito a fuggire –
- Lauren, tu non andrai a cercarlo… vero?
Mi morsi per lunghi secondi le labbra, pensando ad una risposta che potesse accontentare entrambi.
Era logico che il mio più grande desiderio fosse ritrovare il ramo mancante della mia famiglia.
- No… non ora, almeno… -
Mio nonno annuì, come accettando momentaneamente la mia risposta.
- Non molto, ma è già qualcosa – constatò sorridendomi con calore.
Restai ancora qualche minuto a crogiolarmi nel tepore delle nuove scoperte, forte della serenità che colpisce chi ha ottenuto qualcosa che cercava da tempo.
Restai felice solo fino a quando il pensiero di Daniel non si abbatté come un fulmine sulla mia testa.
- Avevi detto che hai un ricordo riguardante Daniel, vero? –
- Non oggi, Lauren – mi ammonì mio nonno con aria severa – la prossima volta, magari dopo i M.A.G.O. –
Alzai un sopracciglio con fare scettico, due mani magre e rugose si appoggiarono sulla scrivania con i palmi aperti come per mostrarsi disarmate.
- E’ una promessa – mi informò lui con tono solenne e occhi luminosi – e comunque il Pensatoio è giù da Severus –
Annuii docilmente, ritenendomi abbastanza soddisfatta per quella giornata. Mi alzai in piedi, accarezzando con mano tremante Fanny.
- Grazie – dissi alla fenice, ma rivolgendo le parole a mio nonno – ci vediamo presto, ti voglio bene –
Uscii con il cuore leggero dall’ufficio, mi lasciai trasportare senza paura al piano di sotto dal gargoyle sussurrandogli parole di scusa per averlo insultato quando non mi aveva fatto salire in precedenza.
Sentii il cuore appesantirsi di nuovo e iniziare a prendere il terribile ritmo di un tamburo quando intravidi la chioma bionda di Draco scintillare nella luce sfocata del pomeriggio.
Avevo passato buona parte della mattinata in quell’ufficio, saltando anche il pranzo e le mie prime ore di studio. Non era difficile prevedere che il resto del pomeriggio sarebbe stato destinato a Malfoy.
- Ce ne hai messo di tempo, Silente – mi apostrofò lui, avvicinandosi a me – quasi mi veniva voglia di andarmene e fartela pagare un altro giorno –
La bocca del mio stomaco si annodò in modo triplo, provocandomi una leggera nausea.
Come potevo avere una dannata paura di quel ragazzo, dopo essere sopravvissuta a un’orda di Mangiamorte?
Ero una maledetta sentimentale fifona.
- Non parli? Il nonno ti ha mangiato la lingua? – ironizzò, sfoderando un ghigno divertito – Avanti, seguimi! –
Rimasi paralizzata dal timore, tentata dal tornare a rifugiarmi nell’ufficio di mio nonno.
 - Silente, non farmi perdere la pazienza! – sbuffò lui, prendendomi per una manica con forza e trascinandomi in mezzo al corridoio – Non ti ucciderò, se è questo che temi! –
Costretta a seguirlo dalla stretta che manteneva sulla manica della mia camicia, mi ritrovai ad attraversare mezza Hogwarts sotto gli sguardi di tutti gli studenti che probabilmente si stavano chiedendo se avessi fatto pace con lui.
Poveri illusi.
E povera illusa ero io che ancora credevo fosse possibile.

- Dove… dove stiamo andando? – balbettai impaurita, vedendo che abbandonavamo le zone più frequentate della scuola.
- Ma come, non ti ricordi più? – mi chiese lui, fermandosi per un attimo e dandomi modo di vedere lo scintillio beffardo nei suoi occhi – Ma nella Tana del Serpente, cara! –
Avrei potuto mettermi a strillare come un’aquila, forse. O affatturare Draco per liberarmi dalla sua presa.
Ma naturalmente non lo feci.

Per qualche strano motivo, che con ogni probabilità mi era stato inculcato in testa da quel filantropo di mio nonno, non riuscivo a non fidarmi di lui.
Lasciai che mi spingesse nell’apertura che portava al nostro antico nascondiglio, senza dubitare per un attimo che potesse succedere il peggio.
Pensai di sfiorare il rischio infarto quando vidi Blaise accomodato con aria indifferente sul bordo del letto. Rimasi congelata davanti a quella figura appartenente a tempi passati, sussultai violentemente quando Draco sbattè la porta alle mie spalle.
- Accomodati, Silente, non ti mangiamo – mi informò Malfoy, dandomi una leggera spintarella per farmi atterrare su una delle familiari poltrone.
Imposi al mio cuore di rallentare il ritmo dei suoi battiti, ma fu un tentativo inutile. Mi artigliai ai braccioli della poltrona dall’agitazione.
- Hai paura, Silente? – mi chiese Draco con tono divertito, mentre si versava un bicchiere di quello che sembrava un forte alcolico.
- Dovrei? – ribattei in un debole tentativo di sembrare spavalda.
- Non so… dovrebbe, Blaise? –
Draco sorrise in modo lupesco al suo amico che puntò finalmente i suoi occhi su di me.
- Io direi di sì –
Brutta risposta. Avrei preferito un rassicurante “no, siamo ancora amici, non ti preoccupare”.
- Ehm… bene… - mormorai intimorita, pensando a un modo per prendere la mia bacchetta e affatturarli entrambi prima di essere placcata a terra da due armadi simili.
- Allora, diciamo che Blaise non è stato preciso – mi spiegò Draco, sedendosi con movimento sinuoso sul tavolino – diciamo che ti devi preoccupare solo se la tua storia non ci piace o non ci sembra veritiera –
- Vogliamo sapere quello che è successo, Lau… Silente – continuò Blaise, distogliendo di nuovo i suoi occhi da me – da prima che hai deciso di prenderci entrambi per il culo in poi –
Allentai leggermente la presa delle mie dita sulla povera poltrona, annuendo leggermente.
Non sarebbe stato poi così difficile raccontare tutto… o sì?
- Vogliamo anche i dettagli del rapimento, voglio sapere che cosa ti è passato in mente di avvelenare mio padre – specificò Draco con occhi fiammeggianti – e ti conviene avere una spiegazione plausibile –
- Se la tua storia ci convincerà della tua innocenza, potremo fare un tentativo per ricostruire quello che eravamo – disse Blaise con tono freddo – altrimenti, preparati ad avere un fine anno da inferno –
Rabbrividii violentemente. Sapevo di cosa erano capaci quei due, meglio non rischiare.
- Allora, sei pronta? –
Tirai un respiro profondo, prima di accavallare le gambe ed assumere l’aria calma che tanto invidiavo di Sirius.
- Sono pronta… partiamo allora dalla profezia della Cooman… -


Note dell'autrice

Buon pomeriggio a tutti!
Bene, anche il capitolo 60 è ormai andato. Siamo a meno quattro... giusto?
Un po' per volta le cose iniziano a diradarsi, mentre si avvicina sempre di più la fine della scuola. Mancano molte cose da sistemare e pochi capitoli, ma farò del mio meglio per non accellerare troppo il tutto.
Se mi dimentico qualcosa, ditemelo e lo aggiungerò.
Grazie a tutti quelli che leggono e/o recensiscono,
Lady Lynx

HermioneForever92: sì, in effetti lo è, quindi non c'è bisogno che ti scusi per il termine ^^ Naturalmente il grande Albus aveva le sue ragioni per mantenere il silenzio, anche se forse Lauren l'ha perdonato troppo in fretta. Temo di aver fatto questo errore, non so. Hai ragione per quanto riguarda Sirius e Lucius, sarebbe stato un po' contronatura il loro interesse per una possibile figlia... ma alla fine è andato tutto per il meglio! Grazie per la recensione!
Valery_Ivanov: probabilmente ancora qualcosina ci sarà da scoprire su questo oscuro individuo (a proposito, prima o poi troverò il tempo per postarne una foto) ma non troppo. Non dico altro, sono anti-spoiler ^^ Draco ritorna anche in questo capitolo, più inquietante e minaccioso che mai... brrrr! Un elogio speciale ad Harry, è vero, il ragazzo d'oro della settimana xD Grazie per i complimenti e la recensione!
Luciana Menditegui: povero Keith, appena apparso e già odiato a morte xD in effetti è stato abbastanza arrogante, ma credo che sia una caratteristica comune dei Malandrini (si salva solo Remus). Comunque grazie per i complimenti e la recensione!


  
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