Capitolo 2
I frutti proibiti.
La
navigatrice sbadigliò, frustata.
Erano ormai
passate varie ore, da quando si erano messi alla ricerca
d’informazioni sui
frutti di quell’isola.
Avevano
scoperto, grazie soprattutto alle conoscenze di Robin, che si trattava
di un
tipo di frutto di cui la marina aveva proibiti il commercio.
Era conosciuto
come uno dei frutti proibiti, di cui ne esistevano sette diverse
specie, sparse
in sette isole diverse.
Rufy,
secondo le supposizioni di Robin, aveva mangiato il frutto
dell’attrazione e
questo era il motivo del suo strano atteggiamento verso Nami.
Nonostante i
molteplici libri letti, non avevano ancora trovato nessun antidoto
contro gli
effetti di questo frutto.
Oltre tutto,
la marina sembra aver insabbiato la creazione di questi frutti,
diminuendo
ancora più le informazioni disponibili.
-Credo che
dovremo andare a letto…-mormorò Robin, guardando
con espressione preoccupata la
sua sorellina.
Nami non
disse nulla, gli occhi persi nei suoi pensieri.
-Nami,
abbiamo cercato in tutti i libri presenti a bordo…ormai
è tardi, gli altri sono
andati a dormire e credo che dovremo andare anche
noi..-continuò Robin , la
voce pacata.
Nami poggiò
i gomiti nel tavolo della cucina.
La sua
sorellona aveva ragione.
Per tutto il
giorno, la ciurma aveva tenuto Rufy lontano da Nami, con vari pretesti
e Sanji,
aveva promesso che fin quando Rufy non fosse tornato normale, avrebbe
evitato,
per il bene di tutti, di girare intorno alla navigatrice.
A turno,
avevano sfogliato vari libri e nonostante conoscere
l’identità del frutto gli
avesse rincuorati, non potevano in alcun modo rasserenarsi, visto che
sembrava
non esistere una soluzione.
-Vai avanti
tu Robin, io resto ancora un attimo…poi ti
raggiungo.-mormorò Nami, la voce
stanca.
L’archeologa
non disse nulla e sospirando si avviò verso
l’uscita.
Nami si
appoggiò allo schienale della sedia, guardando i libri
sparsi nel tavolino
quasi con odio.
Come era
possibile che non ci fosse una soluzione?
Per tutta la
mattinata, era stata costretta a star lontano dal capitano, ma non
aveva potuto
fare a meno di pensare al sapore delle sue labbra, ne al brivido che
l’aveva
colta, guardando lo sguardo che aveva rivolto a Sanji.
-Oh
Rufy…-sussurrò nell’oscurità
della notte.
-si?-la voce
della fonte dei suoi pensieri, la fece sobbalzare.
Velocemente
si alzò dalla sedia voltandosi verso il suo capitano, che
appoggiato allo
stipite della porta sorrideva.
Non era il
solito sorriso, quello allegro e privo di ogni malizia.
Quello era
un sorriso che Rufy non aveva mai mostrato.
Un sorriso
da cacciatore, e Nami si sentì disarmata.
-Co..cosa..fai..cosa
fai qui?-riuscì a domandare Nami, ancora sorpresa dalla sua
comparsa.
-Avevo fame,
così son sceso in cucina e..ho trovato
te.-mormorò, disarmandola con lo
sguardo.
La
navigatrice, chiuse le labbra, cercando di darsi un contegno e
abbassò gli
occhi, proteggendosi così da quelli del suo capitano.
-ah..capisco.
Io stavo andando a letto quindi..-mormorò Nami, chiudendo
alcuni libri.
I passi
lenti e misurati di Rufy le fecero battere forte il cuore e quando la
mano del
capitano le alzò il viso verso di se, Nami non
poté non perdersi nell’infinità
dei suoi occhi.
-resta con
me..-il sussurro la fece arrossire lievemente le gote.
-solo per
questa notte…-aggiunse, accarezzandole con un dito le labbra.
Nami,
incapace di rispondere o di compiere una qualsiasi azione,
restò immobile.
Soggiogata
dallo sguardo del futuro re dei pirati.
Il viso di
lui scivolò verso quello di lei, assaggiando lentamente le
sue labbra.
Questo
bacio, non era come il primo che le aveva dato nella foresta.
Non c’era
bramosia o fretta.
Dolcemente,
li stava segnando il contorno delle labbra, per poi assaggiare il
sapore della
sua bocca.
La mano di
Rufy, avvicinò la vita di Nami verso il suo bacino,
accarezzandola dolcemente.
Lei le mani
appoggiate nel petto, sentiva la testa girarle, mentre
s’inebriava di quel
piccolo pezzo di paradiso.
-Rufy..-sospirò,
staccandosi leggermente dalle labbra di lui.
-Oh
bimba…sei mia..-bastò quel sussurro per spezzare
l’incantesimo di cui la
navigatrice sembrava vittima.
Immediatamente
spalancò gli occhi, scostandosi dal suo capitano, che
impreparato a quel gesto
non oppose resistenza.
-Cosa
c’è?-
chiese lui, ma Nami scosse solamente il capo.
Sapeva di
essere stata una sciocca a lasciarsi andare.
Dopo tutto
se Rufy fosse stato veramente in se non l’avrebbe baciata,
non era da lui..ma
soprattutto..Rufy non l’avrebbe mai chiamata bimba.
Lo vide
avvicinarsi, ma immediatamente si scostò, quasi, come se il
minimo contatto con
lui, la potesse scottare.
Uscì
velocemente dalla cucina, per dirigersi nella stanza che condivideva
con Robin.
Non si
guardò indietro, ma era certa che lui, non
l’avesse seguita.
****
Monkey D
Rufy, fissò la porta per un minuto lunghissimo, per poi
lasciar comparire una
smorfia sul suo viso.
Avvicinandosi
al tavolo guardò i libri che la ragazza stava consultando,
per poi sorridere
senza la solita aria spensierata.
-smettila di
agitarti..è tutto inutile.-quel sussurro, apparentemente
senza alcun
destinatario, venne portato via dal vento.
Mentre Rufy
voltava le spalle alla cucina, per ritornare nella sua stanza.
Una cosa era
certa.
Monkey D
Rufy, sembrava veramente molto cambiato.
Forse
troppo..
Grazie per tutte le persone che mi hanno dato dei pareri sulla storia e
invogliato così a proseguire.
Mi scuso se forse il capitolo è un pò corto e vi
prometto che gli altri saranno più lunghi, ma qeusta scena
mi andava di farla così...
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