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Autore: gio_dy    07/02/2010    11 recensioni
Lei ha la voce di un angelo, lui traduce in ritmo e melodia ogni stato d'animo.. sarebbero fatti per stare insieme se non si odiassero da troppo tempo... in una nuova città, in nuovo contesto forse le cose possono cambiare... forse... E' la mia seconda ff, nonché la prima su HP, spero possa piacervi..
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Nuovo personaggio, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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IL SOGNO DEL GRIFONE

Camminava per le strade trafficate di Parigi Hermione Jane Granger o Jane Dubois come si chiamava ora, diretta a Montmartre … e ripensava, ripensava agli ultimi anni con sentimenti contrastanti che si succedevano nel suo animo; nostalgia, per Harry, per Ron, per quel passato così difficile che l’aveva tanto cambiata… erano passati sei anni da quando si erano diplomati con un anno di ritardo a causa della guerra, e tutto quello che aveva pensato per il suo futuro era scomparso, la realtà l’aveva travolta in maniera talmente violenta, a partire dalla morte di sua madre da non rendersi nemmeno lei conto di come da un giorno all’altro si fosse ritrovata a Parigi con un nome nuovo, una speranza nuova, una vita nuova assolutamente incerta, cosa non da lei, eppure con una speranza nuova nel cuore… Ripensava alle facce di Harry e Ron quando otto mesi prima aveva dato le dimissioni da Auror, per scegliere di cambiare città, aria e cosa più folle stravolgere completamente la propria vita inseguendo quel sogno folle che la perseguitava da quando era bambina, quel sogno magico che aveva ereditato da sua madre e che suo padre aveva cercato di spezzare in lei insieme al suo carattere, alla sua dignità, come già aveva fatto con la moglie… ma Hermione era forte, Hermione era orgogliosa e soprattutto, si diceva a volte, era completamente pazza: aveva lasciato la carriera da Auror al ministero della magia per inseguire il suo babbanissimo sogno di cantare nei teatri lirici…. Una vera follia!
Eppure, la sua presenza in quella città meravigliosa poteva ricondursi a quello, quello che inconsapevolmente era stato l'inizio di tutto e la sua salvezza.
Cantava da che era bambina, quell’amore lo aveva ereditato da sua madre che anni prima aveva tentato la carriera artistica cominciando anche ad avere un certo successo, ma si era dovuta ritirare per amore: il suo gelosissimo e possessivo marito non avrebbe mai accettato che sua moglie gli stesse lontana per il suo lavoro, e l’aveva rinchiusa nel suo studio dentistico assieme a lui; ma la donna non si era arresa e aveva trasmesso quell’amore per la musica che la animava a sua figlia, facendole studiare canto, e la passione di sua madre era diventata anche la sua. Hermione aveva continuato a coltivare questo suo amore anche negli anni di Hogwarts studiando, senza che nessuno dei suoi amici ne fosse al corrente, col direttore del coro della scuola, era il suo piccolo prezioso segreto quello. Aveva una bellissima voce, anche se quasi nessuno l’aveva mai sentita cantare… o meglio nessuno l’aveva vista cantare, perché udita sì, l’avevano udita tutti in occasione del funerale di Silente e quando Fanny si era unita al suo canto e aveva sorvolato la folla presente, avevano tutti pensato che quella voce melodiosa appartenesse solo alla meravigliosa fenice.
Dopo la guerra magica aveva frequentato l’ultimo anno a Hogwarts, e aveva conseguito i M.A.G.O. con ottimi voti, più una menzione speciale per il canto, poi aveva iniziato l’addestramento e la carriera di Auror, ed era tornata a casa a vivere con i suoi, anche se spesso desiderava andarsene a causa di suo padre dispotico e autoritario e sarebbe stato anche violento se non avesse temuto la magia della propria figlia e quindi era rimasta in quella casa per sua madre, per proteggerla.
Ma sua madre era morta improvvisamente per una malattia fulminante che se l’era portata via in poco più di un mese. Tre giorni dopo il funerale suo padre abbruttito ulteriormente dal dolore, si era dato all’alcol e al gioco d’azzardo e una sera si era giocato casa, e tutti i risparmi in una partita a poker, aveva perso e per non restare senza casa l’aveva barattata con la figlia. Tornato in quella che era ancora casa sua nel cuore della notte, l’aveva svegliata bruscamente dicendole di alzarsi perché si sarebbe dovuta trasferire immediatamente da un suo compagno di bisca perché ora lui la possedeva, l’aveva vinta a carte; ancora seduta sul letto Hermione l’aveva guardato stranita, incredula, ma lui senza vergogna, senza pietà le aveva detto di muoversi perché l’uomo la stava aspettando; ancora sgomenta gli aveva chiesto che cosa sarebbe accaduto se lei non avesse accettato e dopo una risata beffarda si era sentita rispondere che non poteva non accettare, perché lei era sua figlia, gli apparteneva e doveva obbedirgli, e che lui non poteva rischiare che l’uomo che aspettava di sotto gli portasse via la casa e gli spezzasse le gambe per quell’ulteriore cambio di programma solo perché lei faceva i capricci e l’aveva strattonata bruscamente per farla alzare. Hermione veloce come solo un auror poteva essere aveva estratto la bacchetta da sotto il cuscino e lo aveva schiantato, non troppo forte però, perché l’uomo anche se intontito dalla botta potesse ancora capire che cosa stava accadendo poi come niente fosse aveva fatto apparire per magia un paio di stampelle e le aveva adagiate sul letto - Credo che queste ti serviranno! – erano state le ultime parole che gli aveva rivolto schifata, prima di smaterializzarsi alla Tana dove sapeva di potersi sempre rifugiare in caso di bisogno.
Da quel momento in poi era stata una corsa precipitosa di eventi, dopo giorni di apatia, confusione e dolore per la morte di sua madre e per l’orrore di quello che era stato capace farle suo padre si era resa conto che non riusciva più a vivere a Londra, non sapeva nemmeno più lei che cosa volesse, e così aveva deciso di partire, aveva adottato il cognome di sua madre e sempre in suo onore aveva scelto come meta Parigi che la donna le aveva sempre descritto come una città dall’atmosfera magica, dove forse un sogno poteva ancora essere inseguito e afferrato.
Forse…


   
 
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