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Autore: DarkEyes    14/07/2005    2 recensioni
Questa è la prima volta che metto online una mia storia e devo dire che ho anche un po' di timore nel farlo. Con questo racconto non pretendo di aver scritto qualcosa di eccezionale, ma scriverlo mi piace, mi diverte, mi rilassa, mi fa sognare. Dentro ho cercato di metterci tutte le cose che mi appassionano e quello che leggerete ne è il risultato. Spero possa piacere a qualcuno, accetto consigli e anche critiche se sono costruttive, nel caso non vi piaccia bhe... non leggetelo e basta!! Grazie. DarkEyes
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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III

 

 

 

Shannen passò giorni indecifrabili chiusa nella sua gabbia dorata, ad ogni pasto l’elfa Elly le portava un vassoio con il cibo e rimaneva a fissarla fino a quando non aveva finito di trangugiare tutto. La ragazza cominciò a sospettare che la drogassero, infatti ogni volta dopo aver mangiato si sentiva strana, assonnata e si addormentava in pochi secondi. Il sonno però non era mai tranquillo ma pieno di strane visioni.

Anche quel giorno come di consueto arrivò Elly col solito vassoio di cibo, lo appoggiò sul letto e si sedette su una poltrona aspettando che Shannen mangiasse, la ragazza lentamente ingoiò le vivande cercando di non incrociare lo sguardo indagatore dell’esserino. Poi si distese sul letto a fissare il soffitto mentre Elly andava via col vassoio vuoto, chiuse gli e iniziò a sentirsi rilassata, molto rilassata, forse anche troppo.

Senza volerlo pensò ad Alex e si chiese se la stesse cercando, sarebbe stato bello vederlo apparire lì, con il suo potere orbitante, e correre ad abbracciarlo per poi stringersi al suo collo e farsi portare in salvo. Avrebbe preferito baciare lui e non quel vampiro spaventoso. Inoltre ancora non le era chiaro il perché lei fosse in quella dimensione, forse sua madre aveva dei poteri, non era un’umana.. assurdità! La verità era che sua madre era normalissima e il vampiro solo un bugiardo. Un affascinante bugiardo che.. in qualche modo era riuscita ad incantarla con la sua voce e il suo sguardo, lei non si sarebbe mai fatta toccare da quel mostro era più che logico che in quel momento lei non fosse cosciente. Aveva usato su di lei sconosciuti poteri per annebbiarle il cervello di magia nera, ma nonostante ciò lei non riusciva a smettere di pensare a quel bacio e alle sue labbra. Si stava pian piano accorgendo che le era piaciuto, strane emozioni oltre alla paura e alla rabbia l’avevano pervasa quando aveva sfiorato il bel vampiro. Forse era il fascino del macabro e del proibito a spingerla a pensare quelle cose, in fondo che male faceva? Un bacio non avrebbe fatto di lei una vampira. Aveva voglia di guardare ancora quei profondi occhi neri, le sembrava di perdersi in quei due antri bui e misteriosi; e poi quella voce vellutata che vibrava come corde di violino nella sua testa. Stava diventando un pensiero fisso, non avrebbe dovuto dar spazio a queste fantasie ma immaginare lei e il vampiro travolti in un turbine di passione era l’unica cosa che le sollevava il morale.

 

Si alzò dal letto stordita, le avevano di nuovo messo della droga nel cibo, le vorticava tutto intorno e aveva dormito per quasi due ore. Si stiracchiò per bene cercando di darsi una svegliata e fissò il suo volto nel grande specchio appeso alla parete della camera. I lunghi capelli neri erano ancora intrecciati con quei ridicoli nastri rosa, li sciolse nervosamente e li gettò via. Andò all’armadio e tirò fuori un lungo abito nero, era davvero stupendo, sul davanti portava un intreccio di fili argentati e lo scollo quadrato era bordato da piccoli diamanti. Lo indossò e tornò a sedersi dinanzi allo specchio, si spazzolò i capelli scuri e scrutò curiosa il suo riflesso, sul volto chiaro brillavano gli occhi cerulei tra il celeste e il verde bordati da folte ciglia nere. Assomigliava ad una signora del male vestita in quel modo, una degna compagna di un vampiro. Rabbrividì a quel pensiero e scattò in piedi decisa a cambiarsi di nuovo d’abito ma in quel momento entrò una guardia ad annunciarle che il vampiro voleva vederla. Questa volta il mostro blu la fece svoltare a destra, discesero due rampe di scale e la condusse in quella che doveva essere la biblioteca. Una sala quadrata e semibuia dove tre intere pareti dal pavimento al soffitto erano coperte da ripiani zeppi di libri, sulla quarta c’era un camino acceso e sopra di esso appesa una grande cartina scolorita. Wiliams sedeva semisteso sul divano davanti al fuoco, leggeva un libro dalla copertina di pelle nera, quando la vide arrivare fece un cenno alla guardia che spinse Shannen accanto a lui.

“Sei bellissima!” le disse guardandola e posando il volume sul tavolino alla sua sinistra, lei accennò un sorriso che però voleva essere una smorfia di disgusto.

“Non essermi ostile Shannen!” le disse con l’aria di chi sta dando un buon consiglio. Era patetico pensò lei sbuffando.

“A te non conviene… qui sei in un altro mondo, nel mio castello, tutto in questo luogo è in mio potere, ti ritroveresti sola contro tutti…” spiegò il vampiro cominciando ad usare quel suo tono di voce soffuso e lento. Shannen non rispose e continuò a guardarlo fisso negli occhi profondi, le vennero in mente le fantasticherie sul vampiro ma con un battito di ciglia le scacciò via dai suoi pensieri. Wiliams le si avvicinò, poté sentire il suo odore muschiato, e le accarezzò i capelli ma Shannen si scostò infastidita.

“No, no no tesoro!” la riproverò lui sommessamente come se fosse stata una bambina colta con le mani nella cioccolata. “Non opporti, non farlo..” Le sue dita fredde le sfiorarono una guancia, Shannen chiuse gli occhi, si sentiva di nuovo frastornata e debole.

“Cosa.. mi stai facendo..?” chiese con quel filo di voce che le rimaneva, lui le stava baciando i capelli e respirando il profumo della sua pelle.

“Niente che tu non voglia” rispose Wiliams baciandola sul collo “Non dirmi che non ci hai mai pensato, che non l’hai mai sognato.. io so che tu lo vuoi..” disse ancora continuando a baciarla tra il collo e la spalla mentre le mani andavano a poggiarsi sui fianchi per sorreggerla. Shannen era completamente in trance e stupita si chiese come lui potesse sapere dei suoi sogni, mormorò qualcosa e si abbandonò completamente poggiando il capo sulla spalla del vampiro. Wiliams la baciò sulla fronte, le passò una mando dietro la nuca e avvicinò il viso della giovane al suo. Lei aprì appena gli occhi per smarrirsi in quelli neri del vampiro che la baciò sfiorandole le labbra con la lingua, dischiuse lentamente la bocca e si persero in un lungo e profondo bacio ritmato dai loro respiri affannosi e dal pulsare veloce del cuore di Shannen. Le mancava il respiro quasi le battesse in gola, sentiva dentro di lei una strana energia crescere, la mente era completamente buia e riusciva solo ad assaporare quella bocca dal gusto agrodolce. Non c’era dolcezza in quei baci solo passione, come un’onda che ti avvolge e ti trasporta inerme nel fondo del mare; si sentiva annegare in quel bacio dall’incessante foga. Inoltre era incapace di reagire e di allontanarlo, le braccia non rispondevano al suo comando, solo la mente avvolta nel buio era riuscita a trovare uno spiraglio dove pensare e mettere a fuoco la situazione. Tentò di aprire gli occhi ma erano troppo pesanti e stanchi, lui intanto continuava a percorrerle la pelle con le sue labbra fredde. La baciò all’attaccatura del seno respirando quel profumo di umana che gli esaltava i sensi mentre con le braccia le cingeva la vita stringendola come tra le spire di un serpente.

Shannen non riusciva ad opporsi era completamente persa nelle sue braccia, e che fosse sotto qualche sortilegio o meno, non le importava più poiché sentiva solo un’ irrefrenabile attrazione per il vampiro; ed in quel momento con sua sorpresa riuscì a muovere una mano che volò a sfiorare con delicatezza il viso di Wiliams, lui si bloccò. Shannen non poteva vedergli il volto dato che era ancora ad occhi chiusi ma sentiva il suo stato d’animo, era sconcertato e spaventato. Wiliams si staccò di colpo da lei, che ricadde distesa sul divano come un fiore appassito.

“Sei solo una bambina…” sussurrò lui con voce tremante tra la rabbia e lo stupore, a lei parvero così assurde quelle parole. Rimase stesa sul divano senza potersi muovere per qualche minuto o forse più, quando sentì entrare in lei, nel suo petto, come una forte sensazione di vigore. Stava riemergendo dal fondo del mare e ora poteva respirare. Si risvegliò e aprì gli occhi confusa, le girava la testa, si tirò a sedere tenendosi la fronte con una mano, Wiliams non era più accanto a lei ma in piedi davanti al camino e le dava le spalle, beveva un bicchiere di liquido ambrato e fissava le fiamme. Lei gli si avvicinò e gli sfiorò la schiena con le dita, lui si voltò di scatto e la guardò con i suoi grandi occhi neri, profondi, tristi.

“Cosa…” provò a mormorare Shannen, avvertiva in lui un senso di frustrazione, aveva affinato una sensibilità telepatica per gli stati d’animo altrui. Lui strinse la mandibola con sguardo furente, scagliò il bicchiere nel fuoco con uno scatto d’ira, Shannen sobbalzò.

“Cosa un bel nulla!” urlò lui “Cosa credi di fare? Sei solo una.. bambina!!”

“Cosa stai dicendo?” domandò lei confusa perché non capiva a cosa lui alludesse con quella frase, Wiliams la guardò intensamente poi in un balzo le gettò le mani al collo spingendola contro la parete accanto al camino, le stringeva la gola e la guardava con occhi furiosi.

“Lasciami… lasciami..” boccheggiò Shannen, lui voleva soffocarla, voleva ucciderla. Lei provò a divincolarsi ma lui era troppo forte, l’aria non le arrivava più ai polmoni e sentiva che stava per perdere i sensi, ma Wiliams in quell’istante allentò leggermente la presa permettendole di respirare ma non di muoversi.

“Vuoi uccidermi?” singhiozzò con voce strozzata lei, Wiliams la fissò negli occhi.

“Avrei dovuto farlo dopo aver ottenuto ciò che voglio da te” rispose lui serio “Ma stai.. stravolgendo i miei piani” aggiunse perdendo sicurezza nella voce. Le tolse le mani dalla gola e la bloccò alla parete per le braccia, unendo i loro corpi stretti contro il muro, Shannen sentiva il suo respiro sul viso.

“Cosa vuoi dire?” sussurrò lei sfiorandogli il mento con le labbra, erano troppo vicini, lui sospirò ad occhi chiusi.

“Il mio potere non ha avuto effetto su di te” spiegò Wiliams con la sua voce calda e lei fu inondata d’aroma di muschio “E’ stato momentaneo, sono riuscito a renderti arrendevole una volta ma sei stata salvata dal tuo medaglione… questa volta sarebbe dovuto essere diverso ma..” fece una pausa e si strinse ancora di più su di lei sentendo le forme della ragazza premergli contro il petto, sentiva anche il suo cuore giovane palpitare veloce.

“Ma sei riuscita a opporti, sei riuscita a muoverti! Ma non è questo il problema più grande..”

“E.. qual è?” chiese Shannen in un sibilo, Wiliams le si avvicinò a pochi millimetri, viso contro viso, occhi negli occhi e l’adrenalina che saliva. Shannen senza accorgersene si protese e lo baciò sulle labbra dolcemente, come mai avrebbe pensato di fare con quel vampiro, lei questa volta era cosciente dei suoi movimenti, delle sue azioni, era lei a desiderarlo. Wiliams lasciò lentamente la presa facendo scivolare le mani lungo le braccia circondandole la vita, Shannen si strinse al suo collo, s’abbandonarono in un bacio dolce e ardente. Alla fine si guardarono negli occhi, lei imbarazzata, lui confuso. Wiliams la spinse via sul pavimento.

“E’ questo il problema!” esclamò seccato, si leccò le labbra e con occhi bui uscì dalla biblioteca.

  
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