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Autore: Sasu61mito    23/02/2010    3 recensioni
Naruto è un giovane americano che viene in Giappone alla ricerca di notizie sulla morte del padre..... Ma sulla sua strada incontrerà Sasuke, e questo incontro cambierà tutto... tutto quanto...
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Sabaku no Gaara , Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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3 - PERCHE’ PENSO A LUI E ANCHE A TE?



Il giorno dopo Naruto tornò a scuola di umore incerto. In alcuni momenti sembrava saltellare sulle nuvole, sprizzava felicità da tutti i pori e dispensava sorrisi come margherite a primavera, in altri momenti si faceva pensieroso, quasi nostalgico, e si soffermava a fissare il grande albero fuori dalla finestra.
Sasuke lo guardava confuso, chiedendosi se in America erano tutti così, o era strano anche là, e poi, più o meno a metà della lezione di Giapponese, finalmente riuscì a incrociare il suo sguardo.
- Ti disturbo se ti racconto una cosa? - chiese Naruto con gli occhi che brillavano.
Sasuke lo fissò un po’ incerto, poi si disse che non poteva certo fargli male, e allora scrollò le spalle. Poteva anche lasciar perdere le costruzioni irregolari dei verbi arcaici, e anche se le confidenze lo facevano sentire una bambina di terza elementare, poteva pure sorvolare, visto che aveva a che fare con quello squinternato di Naruto.
- A bassa voce – si limitò a imporgli, piegandosi leggermente verso di lui.
Naruto deglutì, sentendosi un po’ emozionato. Si era trasferito dall’America ormai un mese prima, ed era da più di due che non faceva confidenze felici e di un certo tipo.
Era bello, si rese conto.
- Ieri... mi ha chiamato una persona – sussurrò. - Dall’America. Era una persona che non sentivo da un sacco di tempo, davvero tanto... e mi ha fatto un piacere incredibile. E’ stato un po’ come essere di nuovo a casa, e quindi mi sono un po’ intristito... Secondo te... Cioè, non secondo te... Insomma, quando sono le prime vacanze?
- A Natale – rispose Sasuke, più freddo di quanto fosse sua intenzione.
- Oh. Così in là? - fece Naruto tristemente. Sospirò. - Allora ci vorrà molto prima che io possa tornare in America...
Sembra di sì.
Che stupidaggine. Perché doveva sentirsi turbato all’idea che uno che conosceva sì e no da due giorni tornasse da dove era venuto? Tornò dalla sua parte del banco, per significargli che il discorso era chiuso, e si sforzò di concentrarsi sulla lezione.
Ma si rese conto che gli occhi limpidi di Naruto, anche se li aveva visti solo per due giorni, gli sarebbero mancati...
...E soprattutto, che l’idea che si illuminassero al pensiero di qualcun altro lo irritava.

Fu una giornata strana, a conti fatti.
Sasuke si mostrò più scorbutico del solito, e Naruto tentò invano di renderlo partecipe della sua gioia.
Alla fine delle lezioni, quando fu il momento di raccogliere le borse e tornare a casa, Naruto tentò un ultimo, definitivo approccio.
- Senti, i ragazzi... intendo Kiba, e Choji, e gli altri, pensavano che oggi pomeriggio potevamo...
- Non mi interessa. - troncò Sasuke, senza guardarlo. - Ho altro da fare.
- Oh... Scusa.
Naruto si grattò la nuca mortificato. L’idea che Sasuke fosse nervoso mentre lui era così felice lo abbatteva. Avrebbe voluto essere in grado di migliorare l’umore di Sasuke, per condividere la sua gioia con lui, e magari... raccontargli di lui...
Che stupidaggine” si disse, senza preavviso, e sentì le guance arrossarsi leggermente. “A lui non piacciono i gay, o comunque non vuole parlarne. Lo infastidirei soltanto...”
E poi, trovava che ci fosse qualcosa di strano nel parlare a Sasuke della persona che amava. Qualcosa di... sbagliato. Che lo metteva a disagio.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, non si accorse che Sasuke aveva riempito la cartella e si era avviato verso la porta dell’aula, senza guardarlo. Quando si riscosse, Naruto lo rincorse lungo il corridoio e gli posò una mano sulla spalla, fermandolo.
Sasuke si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
- Ti ho detto che...! - iniziò, furente, ma Naruto lo interruppe con un ampio sorriso.
- Lo so – gli assicurò. - Volevo solo dirti che... la prossima volta, se non hai altri impegni, ti va di venire con noi?
Sasuke si trovò involontariamente con la bocca aperta, e per un attimo provò una sensazione curiosa. Qualcosa che assomigliava alla delusione e al sollievo messi insieme, e che pure aveva una traccia di paura.
- Non... non lo so – farfugliò confuso, distogliendo il viso arrossato. - Ci penserò...
Il sorriso di Naruto si allargò, e la mano ancora posata sulla spalla di Sasuke premette con un po’ più di forza.
- Bene! Ci conto! - esclamò entusiasta.
- Naruto! - lo chiamarono a quel punto Kiba e Choji, dalla porta dell’aula. - Ti muovi?
- Arrivo! - rispose lui, ora di umore nettamente migliore, e poi salutò Sasuke, correndo verso gli altri. - Scusate, scusate! Ci sono! -
Sasuke rimase a guardarlo per un lungo istante.
Ovunque Naruto andasse... scintillava. Ecco la parola giusta.
E lui si sentiva come un ragazzo che fosse sempre, sempre, sempre rimasto chiuso in una grotta buia e fredda, e avesse agognato il sole fin dal primo momento...ma senza mai raggiungerlo.
Strinse il pugno sulla cartella, mentre Naruto e Kiba scherzavano e si allontanavano lungo il corridoio. Ecco, adesso sarebbero usciti dal cortile e sarebbero andati a divertirsi, mentre lui...sarebbe sceso all’inferno.
Amaramente, voltò le spalle alla piccola stella scintillante che era Naruto, e si avviò con cupa determinazione verso le tenebre.

---

Naruto rientrò canticchiando.
Non solo era stata una splendida giornata – nonostante gli attimi di iniziale freddezza con Sasuke – ma era anche riuscito a convincere la signora della sala giochi che fosse maggiorenne, e a vincere una borsa di roba giocando a Pachinko. Era stato bello scoprire quel gioco, e soprattutto fruttuoso! Chissà poi perché ci si poteva giocare solo dopo i diciotto anni?
Abbandonò i regalini vinti in fondo al letto, e si levò la giacca della divisa tirando un sospiro di sollievo. Non che fosse stretta, ma a lui proprio non piaceva.
In America aveva frequentato una scuola senza divise, in cui tutti potevano esprimersi liberamente con il loro abbigliamento. Era bello incrociare per la scuola gente con i vestiti colorati, i capelli rasta o gli occhiali da sole verdi. In Giappone erano tutti così maledettamente uguali... Capelli neri, occhi neri, tutti la stessa faccia... Anche se poi c’erano ovvie differenze.
Per esempio, Sasuke era molto più bello della media dei suoi coetanei. E le sue mani erano bianche e lisce, non tozze come quelle di Choji, o ruvide come Kiba...
All’improvviso Naruto ricordò della volta che Sasuke gli aveva sistemato il colletto, e per un attimo si sentì stranamente languido.
Ma ci mise poco a riscuotersi, e per scacciare dalla mente i pensieri molesti decise di afferrare il telefono.
Al diavolo la bolletta, voleva sentire lui.
Compose in fretta un numero lungo, che faticò per un attimo a ricordare – i prefissi internazionali erano una vera maledizione – e poi portò l’apparecchio accanto al viso, in trepidante attesa.
Ci fu una lunga pausa tra il numero e il primo squillo, ma quando lo sentì il suo cuore fece un balzo nel petto. Ce ne fu un altro, e poi un altro ancora.
Oddio, e se non fosse stato a casa?
Aspetta, ma che ore erano in America?
Oh, non importava... Lui voleva sentirlo, doveva sentirlo... E il profumo delle mani di Sasuke era così buono...
[NB: da questo momento la conversazione telefonica – in corsivo – si svolge in inglese, ma per comodità verrà riportata in italiano]
- Pronto?
Naruto trasalì, quando una voce assonnata rispose improvvisamente al telefono.
- P-Pronto? - balbettò emozionato, stringendolo con entrambe le mani. - Gaara?
Dall’altra parte ci fu un leggero tramestio. - Naruto? Naruto, sei tu?
- E chi altri? - gioì lui, lasciandosi cadere con la schiena sul letto.
- Ma che... Sai che ore sono?
- Veramente no... scusa, ti ho svegliato?
Dall’altra parte della cornetta uno sbadiglio venne soffocato contro qualcosa. - Non esattamente... Non dormo mai molto bene, senza di te. Lo sai. Ma c’è qualcosa che non va? Stai bene? - domandò, all’improvviso ansioso.
Naruto sorrise, fissando il soffitto di una casa estranea e sentendosi oltre l’oceano, insieme al suo amore.
- Benone – assicurò. - Solo che... volevo sentirti.
Dall’altra parte ci fu un lungo istante di silenzio.
- Naruto, perché non torni a casa?
Naruto tacque per un po’.
- ...Lo sai perché – mormorò poi, e il sorriso scomparve dalla sua faccia. - Ho ancora bisogno di stare qui, ecco...
- Ma lì stai male! - la voce dall’altra parte sembrava quasi rabbiosa, ora. - Lo sento dalla tua voce, dal tuo bisogno di chiamarmi. Torna a casa, Naruto! Non cambierai nulla stando così lontano, e da solo!
- Devo farlo – replicò Naruto, sottovoce. - Lo sai, Gaara, ne abbiamo parlato a lungo. Non posso farne a meno... Ne ho bisogno.
- E io ho bisogno di te.
Silenzio.
Naruto fissò vacuo il soffitto, poi arrossì leggermente.
- Grazie... Lo so, e mi rendi felice. Ma davvero, non... Mi serve ancora un po’ di tempo. Non molto.
- Naruto...
- Mi dispiace di averti svegliato.
- Non riattaccare.
- Ehm, veramente non so quanto credito ho a disposizione su questo cellulare... Ho la tariffa scontata, ma spendo sempre un sacco di soldi!
- Ti richiamo io, dammi un istante.
- No no, Gaara. Torna a dormire... Io sto bene, e...
- Ma io non sto bene. Naruto... torna qui.
Naruto strinse il cellulare con forza.
Sarebbe stato così facile tornare, abbandonare tutto e correre indietro, da lui... Ma... non poteva. Non ancora, no.
- Mi manchi, Gaara – sussurrò. - Ti amo. Ma devo restare ancora. Ti prego. Ne avevamo parlato...
Gaara tacque, all’altro capo della cornetta. Poi Naruto lo sentì sospirare cupo.
- Sei pazzo, Naruto. Ma ti amo anche io.
- Grazie – sorrise Naruto, confortato. - E scusa ancora se ti ho svegliato.
- Mm... - mormorò Gaara, e poi tacque all’improvviso.
Incerto, Naruto esitò. Poteva chiudere la conversazione? Senza neanche un bye?
- Naruto... - disse Gaara all’improvviso, quasi soprappensiero.
- Sì? - fece Naruto, ansioso.
- Mm... No, nulla. Buonanotte. Cioè, buonasera, credo che lì sia più o meno quell’ora. Ti amo.
Naruto tornò a sorridere piacevolmente.
- Anche io ti amo, Gaara. E non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale, per tornare a casa. Buonanotte!
---

Da qualche tempo Sasuke si tirava le coperte fin sopra la testa, quando andava a dormire. Sentiva il bisogno di rannicchiarsi in un posto che nessuno potesse profanare, nascondersi in un rifugio caldo e stretto che lo proteggesse da chiunque, e lo lasciasse senza pensieri.
Lì era al sicuro.
Steso sul materasso, avvolto nel piumino e strettamente rannicchiato, teneva gli occhi chiusi e il mento contro le ginocchia, e contava i suoi respiri.

Lo sai che è inevitabile... Non puoi opporti... sarebbe peggio, molto peggio...

Serrò i denti, fin quasi a sentirli dolere.
No, no, no... Quel genere di pensieri non poteva catturarlo lì, non era giusto, no!

Considerati ancora fortunato... è solo in virtù del tuo bel faccino che lo faccio, sai?

Stronzo!”
Premette la fronte contro le ginocchia, trattenendo un lamento, e sentì i lividi sulle spalle pulsare, e il suo stomaco contrarsi, ribellarsi a ciò che ricordava...
All’improvviso bussarono alla porta.
- Sasuke? Stai già dormendo? -
La voce di Itachi.
Non riusciva ad affrontarlo, non ora.
Sasuke premette le mani contro le orecchie e si morse il labbro, senza muoversi.
- Sasuke...? - chiamò ancora una volta Itachi, bussando un po’ più forte. Ma non ottenne risposta.
Sasuke sentì un’altra voce mormorare oltre la porta, e poi Itachi che parlava di nuovo.
- Mi dispiace, lo saluterai un’altra volta. Deve essere stata una giornata pesante a scuola. Intanto... ti va di restare un altro po’?
- E poi chi lo spiega a Shisui, eh? - rise la voce quasi familiare di Deidara.
Sasuke lo sentì nonostante le mani sulle orecchie, e quando ciò accadde il suo stomaco si contrasse violentemente.
No. Non nella sua casa, non nella stanza di fianco...
- Va bene, va bene – sospirò Itachi. - Allora ti accompagno alla porta. Ma non sai cosa ti perdi.
E, finalmente, i loro passi si allontanarono.
Sasuke tirò un sospiro di sollievo.
Allora, richiamato dall’accostamento con Deidara, il pensiero di Naruto tornò a fare capolino nella sua mente.
Per un attimo sentì un senso violento di repulsione. Il suo bagliore faceva male, era troppo forte, lo respingeva, non gli piaceva!
Ma durò solo un istante... poi, invase tutto il letto, la zona sotto le coperte, e lo scaldò lievemente, come un abbraccio.
Sasuke si distese lentamente.
Il suo respiro tornò normale.
Naruto era tutto ciò che lui non era.
Naruto, volendo, poteva completarlo...

---

Nei giorni successivi il loro rapporto tornò a una condizione di vaga normalità.
Sasuke e Naruto si scambiavano informazioni durante le lezioni, si guardavano di tanto in tanto, e fingevano di comportarsi con cordiale distaccamento l’uno, con entusiastici approcci l’altro.
- Sasuke, vieni in sala giochi? Vieni a giocare a calcio? Vieni a mangiare sul tetto? Sasuke, vieni con noi?
La voce cantilenante di Naruto era diventata un elemento comune del paesaggio di Sasuke, e rifiutare ogni volta i suoi inviti era più un rito che una vera negazione.
D’altronde, non gli sarebbe piaciuto stare con lui e gli altri: si sarebbe sentito privato della sua esclusiva, in un certo senso; Naruto doveva scintillare solo per lui.
Per quasi una settimana le cose migliorarono. Lo Hyuuga non si fece sentire, Naruto continuò ad essere il solito Naruto spensierato, e non accennò più all’amico americano che l’aveva reso tanto felice. Sasuke prese il fiato, e scoprì che, rientrando la sera, suo fratello era sempre solo, senza il suo amico Deidara. Poteva quasi illudersi di vivere una vita normale, se non fosse stato per quel mercoledì.
Solito posto, solita ora. Non pensavi per caso che me ne fossi dimenticato?”
Le nocche di Sasuke sbiancarono attorno al cellulare, nella pausa pranzo.
Lo Hyuuga era tornato.
- E’ una ragazza?
La testa di Naruto spuntò improvvisamente da sopra la sua spalla, e Sasuke trasalì, coprendo immediatamente il cellulare.
- Usuratonkachi! - scattò, livido, balzando in piedi. - Sono cose private!
Naruto lo fissò sbattendo le palpebre, perplesso, e poi si fece indietro di un passo.
- Scusa... Non pensavo te la saresti presa tanto! – borbottò indispettito, quasi arrabbiato, scrollando le spalle. - Volevo solo chiederti se volevi venire con noi a mangiare in cortile! Sei un gran maleducato!
- No, non vengo – rispose Sasuke, in automatico, ma sia lui che Naruto si resero conto che era un no ben diverso da quelli con cui giocavano quotidianamente. - Devo... ripassare inglese – farfugliò Sasuke.
- Ah... ok... - balbettò Naruto, spiazzato. Per la sorpresa la rabbia evaporò - E scusa se... Cioè, non ho visto niente, ma scusa lo stesso. Volevo solo... Prenderti un po’ in giro.
Cose normali, tra ragazzi.
Ma Sasuke era tutto fuorché normale, e si irrigidì, annuendo brusco.
Naruto si allontanò con un cenno vago, e, chinando le spalle, raggiunse Kiba, Choji e Shikamaru che lo aspettavano in corridoio.
- Allora? - chiese Choji, sgranocchiando il suo consistente antipasto di patatine.
- Niente, deve ripassare inglese – mormorò Naruto, schivo.
- Perché stavate litigando? - domandò Kiba, sinceramente curioso. - Non ho mai visto nessuno che fosse in gradi di far scaldare Uchiha.
- Ah... ecco...
- Donne – Shikamaru sbuffò, intrecciando le mani dietro la nuca. - Sempre il solito, seccante argomento.
Naruto fece una smorfia poco convinta.
Più che negare la validità della tesi di Shikamaru, era come se l’idea stessa che Sasuke sentisse una ragazza per telefono lo disturbasse.
Kiba, al suo fianco, lanciò un lungo fischio, mentre tutti insieme si avviavano a scendere le scale.
- Cazzo, ma voi ve la immaginate la tipa che esce con Uchiha? Deve essere una strafiga colossale! Roba che Yamanaka al confronto scompare – commentò, un po’ ammirato e un po’ invidioso.
- Bionde... Solo seccature – masticò Shikamaru tra i denti.
- Ti piacciono le bionde? - chiese Choji pacioso. - O hai avuto problemi con una bionda?
- Choji, mangia e sta’ zitto.
- Mah, le bionde... - Naruto fece un po’ mente locale, e cercò di ricordare tutte le bionde che aveva conosciuto in America. - Di solito hanno la testa vuota – decretò, lapidario. Anche se probabilmente il suo commento si estendeva a tutte le donne in generale, e non teneva in conto che in Giappone le bionde erano estremamente rare.
- E qui abbiamo un florido esempio di bionda dalla testa vuota! - esclamò Kiba, scompigliandogli i capelli con una risata.
- Hey, io sono un maschio! - protestò Naruto con veemenza. - Un maschio virile, per giunta!
- Sì, sì... l’importante è crederci – ghignò Kiba, passandogli un braccio attorno al collo.
- Ma sta’ zitto, che tu sbavi dietro alle donne di Uchiha... - mugugnò Naruto, offeso.
E mentre lo diceva, la questione gli tornò in mente.
Le donne di Uchiha... Chissà com’era una ragazza che poteva piacere a Sasuke.
...Gli sarebbe piaciuto vederla.
E come ebbe formulato il pensiero, gli balzò in testa un’idea malsana.
Dopotutto, nulla gli impediva di vederla, questa ragazza.
Proprio nulla.
- Va beh, chiudiamo gli argomenti deprimenti, okay? - intervenne Kiba, riportandolo bruscamente alla realtà. - Vedo là Rock Lee con il pallone, ci state a un due contro due? -


Naruto mise le cose in borsa con estrema lentezza.
Prima un libro, poi il quaderno, poi chiuse l’astuccio, tentato di controllarne il contenuto pezzo a pezzo... Mentre faceva ognuna di queste cose, non smise mai di fissare con la coda dell’occhio i movimenti controllati e precisi di Sasuke.
Anche lui sembrava un po’ più lento del solito. Uhm, strano.
- Sasuke... Oggi pomeriggio... - tentò, per tastare il terreno.
- Ho un impegno – troncò Sasuke, un po’ bruscamente. Ma sembrò accorgersi di essere stato aspro, perché si corresse dopo neanche un istante. - Scusa... E’ un impegno preso tanto tempo fa... - mormorò, schivando il suo sguardo.
Perché si sentiva sporco.
E non voleva esserlo, non davanti a lui.
- Oh, non... fa niente – rispose Naruto, sforzandosi di sembrare naturale. - Adesso che ci penso, anche io dovrei ripassare per domani. Sai, storia... Tutti questi nomi di imperatori non mi entrano proprio nella testa!
Per un attimo Sasuke fu tentato di offrirgli ripetizioni, ma fu un attimo brevissimo. Si limitò ad annuire e a controllare che gli altri compagni se ne fossero andati.
- Naruto? - chiamò Kiba dalla porta, l’ultimo rimasto a parte loro.
- Ehm... arrivo! - rispose lui, quasi in imbarazzo. - Tu inizia a scendere, ti seguo subito!
Kiba esitò per un attimo, passando lo sguardo da Naruto a Sasuke, poi, quasi reticente, scrollò le spalle e se ne andò senza commentare.
Sasuke richiuse la cartella, e finalmente guardò Naruto.
- Beh... a domani – lo salutò, quasi nervosamente.
- Oh, sì... A domani... Ma... tu non esci?
- Io... devo passare prima dalla sala professori.
Un dialogo strano, detto guardandosi solo a metà.
Vattene, per favore, vattene...” si trovò a pensare Sasuke. “Prima di costringermi a inventare altre menzogne...”
- Capisco... - mormorò Naruto, leggermente deluso. Aveva l’impressione che Sasuke avesse capito le sue intenzioni e cercasse di sviarlo...
Però... Poteva sempre appostarsi fuori dal cancello.
Sì, e come lo spiegava a Kiba?
Scusa, sai, ma voglio spiare Uchiha e vedere con che tipo di ragazza esce!
Decisamente fuori discussione.
- Allora ciao... - mormorò indeciso.
- Ciao – replicò Sasuke, un po’ più sicuro.
Sollevò la cartella e gli voltò le spalle, diretto verso l’uscita.
Naruto lo seguì poco dopo, avviandosi lentamente lungo il corridoio deserto.
In fondo cosa gli importava con chi usciva Sasuke?
Ma soprattutto, perché continuava a pensare a lui?
Una folgorazione lo colpì all’improvviso.
No... No, non era possibile...
Sentì le guance arrossarsi, e gli tornò in mente il profumo di Sasuke.
Ok che anche Gaara era un tipo che sembrava freddo e scostante, quindi in un certo senso era il suo genere... ma lui amava Gaara, ne era assolutamente sicuro.
Non poteva... Nemmeno per idea...
Calma, calma... Potrebbe essere solo una semplice attrazione” si disse, con il cuore in subbuglio. “Lui mi ricorda Gaara, ed è un bel ragazzo... Sono umano, dopotutto...”
Si fermò a metà della rampa di scale, e strinse le dita sul corrimano freddo.
Non doveva pensare a Sasuke, perché Gaara lo aspettava al di là dell’oceano, lui e solo lui. Lo aveva sentito pochi giorni prima, e si amavano, e a Natale si sarebbero rivisti...
Però...
D’istinto, percorse gli ultimi gradini due a due, e atterrò sul pianerottolo quasi acquattandosi.
- Merda! - esclamò, chiedendosi che diavolo faceva, mentre correva stupidamente lungo il corridoio, diretto verso la sala professori – e sperando che la strada fosse giusta.
Per miracolo raggiunse la zona della scuola riservata all’amministrazione, e, con il cuore in gola, raggiunse la porta della sala professori.
Per sua fortuna la trovò aperta, e vi si affacciò con il viso arrossato e lo stomaco in subbuglio.
All’interno c’erano solo i professori, che lo guardarono con aria stupita.
- Scusa... Hai bisogno qualcosa? - gli chiese un insegnante, scrutando con una certa diffidenza l’insolito colore dei suoi capelli.
- Ah... No... Io... - balbettò lui, arrossendo. - Chiedo scusa!
E poi, nel panico, letteralmente scappò via.










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Addirittura 4 recensioni??? Ma io vi adoroooooooooooooo!!! *_* Mi ha fatto davvero tanto piacere riceverle, sia le critiche che i complimenti! Cercherò di migliorare, lo prometto, voi continuate a seguirmi!!! >_< E scusatemi se ho aggiornato dopo un anno intero, prometto che da adesso sarò più veloce!
(PS: visto ryanforever?? Non ho più usato il linguaggio sms! :) E per spiegarti Naruto con i lacrimoni... Non piangeva di spavento, ma perché Sasuke lo stava quasi strozzando! Insomma, gli faceva male!!! Qui non sono ninja, purtroppo!)

Ah sì, prima di salutarvi ringrazio tantissimo Andromeda Hanekawa, ryanforever, letizia1002, e capitatapercaso (riguardo alla questione dei gay, beh... io penso che il giappone sia moooolto più chiuso sulla diversità che non l'america! Non dico che in America va bene tutto a tutti, ma in Giappone basta tingersi i capelli perché gli altri ti guardino come fossi un mostro... Immagino se per disgrazia uno diventa gay! °_° Poi, be, non credo che l'argomento tornerà più! ^^ Comunque grazie per la precisazione!)
  
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