Capitolo 5
Dubbi
dal passato..
La
navigatrice voltò il capo, aprendo lentamente gli occhi.
Sentiva la
testa spossata e per questo ci mise un po’ nel mettere a
fuoco la stanza in cui
si trovava.
Le pareti,
così come i mobili presenti, avevano un aria antica e regale.
Coi muscoli
indolenziti si mise seduta, accorgendosi solo in quel momento di non
possedere
più i suoi abiti.
Guardò la
sottoveste bianca che portava indosso e arrossì, prima di
ricordare gli ultimi
avvenimenti.
Sapeva che
il tizio uscito dal corpo di Rufy, l’aveva portata con se,
fin quando arrivati
al centro esatto del bosco si era fermato… in quel momento
aveva sentito la
testa dolere e subito dopo aveva perso i sensi.
-Finalmente
ti sei svegliata…-la voce del suo rapitore, fece voltare di
scatto la
navigatrice verso la porta.
Dove
Kamatari, appoggiato alla porta e con le braccia incrociate al petto,
la
fissava.
Il sorriso
malizioso che comparve nelle sue labbra, fece irrigidire immediatamente
il
corpo di Nami.
-Spero non
ti dispiaccia se mi sono permesso di metterti quella
sottoveste…-
Nami preferì
non commentare e si trattenne anche dall’arrossire.
-Cosa è
successo..e dove mi trovo?-domandò, stringendosi con le
braccia, quasi volesse
rassicurarsi da sola.
-Sei
all’interno della mia città, mi dispiace tu sia
venuta, ma Ayako poco prima di
morire ha attivato un incantesimo molto potente contro gli
intrusi…di cui non
sapevo nulla..-
Nami
spalancò gli occhi:
primo perché
in quell’isola, ne lei ne gli altri avevano trovato alcuna
città; secondo
perché il suo rapitore stava parlando di magia..quasi fosse
una cosa normale, e
terzo, non sapeva minimamente chi fosse l’Ayako di cui stava
parlando.
-Incantesimo?-
domandò inizialmente e Kamatari annuì.
-Il mio
popolo praticava potenti arti magiche..-spiegò semplicemente
e Nami restò senza
parole.
Non aveva
mai creduto nella magia, ed ora sembrava esistesse, ma quanto si poteva
fidare
delle sue parole?
-Hai detto
che sono nella tua città..ma quando abbiamo esplorato
l’isola non abbiamo
trovato nessuna città..ne persone che..-
Kamatari
avanzò nella stanza, interrompendo il discorso di Nami sul
nascere.
-Questo
perché l’isola è solo una copertura, la
vera città sta sotto il terreno..anche
questo avviene grazie alla magia.. e per quanto riguarda la gente che
ci
abitava…sono morti…-
Nami
sussultò a quella rivelazione e per un attimo, le parve di
scorgere un lampo di
malinconia negli occhi azzurri di Kamatari.
-Ma questo
fa parte del passato…-borbottò lui, rivolgendo
nuovamente lo sguardo su Nami.
Il sorriso
che delineò il volto del giovane, la lasciò
sconvolta.
Sentiva di
essere nuda di fronte al suo sguardo e la cosa non era di certo
d’aiuto.
-Co-come
sono morti?-domandò Nami, cercando di guadagnare tempo.
Sapeva bene
che i suoi amici, presto sarebbero venuti a cercarla, ma si chiedeva
come
avrebbero fatto, visto che si trovava sotto terra.
-La marina
trovò il nostro covo..e sterminò tutti quanti..-
Nami fu
colta alla sprovvista dalla risposta e la sua curiosità
divenne sincera.
Perché la
marina avrebbe dovuto voler un intero popolo morto?
Non fece in
tempo a formulare nessuna domanda tuttavia, perché si
ritrovò il viso di
Kamatari a pochi centimetri.
D’istinto si
ritrasse, dimenticandosi di trovarsi su un letto e finendo
così sdraiata.
-Aspetta!-
ordinò, portando le mani al petto di lui, che le era salito
velocemente sopra.
-Ho
aspettato abbastanza…duecento anni, rilegato in quel
maledettissimo frutto..e
il mio unico rimpianto era di non averti avuto.-
Nami,
incredula dalle sue parole, non poté far a meno di domandare.
-Cosa stai
dicendo?! Io non ti ho mai visto..non so nemmeno come ti chiami!- si
lamentò e
lui sorrise laconico.
-Il mio nome
è Kamatari e tu bimba, sei senz’altro la
rincarnazione di Ayako…-
-Co..?!-
Kamatari, le impedì di parlare, prendendo le sue labbra
socchiuse con
prepotenza.
Nami, sbatte
i pugni contro il suo torace, per farlo allontanare da lei, ma sembrava
tutto
inutile.
Lui si
staccò un momento, guardandola estasiato.
-smettila di
agitarti bimba, tanto è tutto inutile…-
Sussurrò lui
e lei, lo guardò con occhi battaglieri, nonostante dentro
covasse una grande
paura.
-Quindi
dovrei solamente lasciarmi andare a te!?- domandò
ironicamente, colpendo
nuovamente il suo torace.
Lui rise,
talmente forte da far tremare il letto.
Subito dopo,
passò una mano nel viso di Nami, scrutando attentamente i
suoi occhi.
Il ricordo
di quello sguardo lo colse di sorpresa, e improvvisamente divenne
rigido.
Anche la
navigatrice si accorse, del suo strano mutamento e che la sua sicurezza
sembrava essere svanita, anche se non ne conosceva il motivo.
Si scottò
per un solo attimo, gli occhi persi nel vuoto.
Nami vide il
corpo di lui tremare improvvisamente, poco dopo, le fu addosso.
Non fece in
tempo a evitare la sua presa.
Kamatari la
girò di spalle e strappò brutalmente la
veste, scendendo anche la biancheria di pizzo che le copriva la sua
femminilità.
Incurante delle
urla di protesta che lo stavano assordando, immobilizzò la
navigatrice.
Solo quando
i suoi occhi videro i tre piccoli nei tanto famigliari, lui la
lasciò andare incredulo.
Nami si
rannicchiò su se stessa, gli occhi lucidi, ma decisi,
scrutarono il volto di
Kamatari.
Lui fissò
per un tempo indefinito quegli occhi tanto odiati e la consapevolezza
di essere
stato ingannato s’insinuò nelle sue viscere,
mettendo profonde radici.
Senza una
sola parola, ma con il viso contratto in una smorfia d’orrore
per quello che
aveva appena scoperto, uscì dalla stanza; sbattendo
brutalmente la porta, prima
di chiuderla a chiave.
Nami fissò
la sua unica via di fuga con rassegnazione, subito dopo, le lacrime che
aveva
trattenuto per orgoglio scesero copiose nelle sue guance.
Toccò i
polsi, leggermente lividi per il trattamento rude ricevuto e per un
momento si
domandò cosa avesse sconvolto il suo rapitore.
Subito dopo
però, si diede della sciocca.
Doveva
trovare un modo per fuggire e di certo preoccuparsi per lo strano
comportamento
del suo nemico non l’avrebbe aiutata.
****
Robin scese
lentamente li scalini, scorgendo Franky parlare con Chopper si
avviò verso di
loro.
-Allora?-
domandò al dottore di bordo, ma lui scosse il capo:
-Non si è
ancora svegliato..e le sue condizioni sono troppo
deboli..-spiegò brevemente e
Robin annuì.
Franky si
voltò a guardarla.
-Cosa si fa
Robin? La sorella è nelle mani di quel tipo da troppe ore
..evidentemente non
aveva alcuna intenzione di lasciarla andare..-mormorò,
più a se stesso che a
l’archeologa.
-Ero sicura
che non lo avrebbe fatto.-
Sia chopper
che Franky la guardarono increduli.
-Allora
perché lo abbiamo lasciato andare?- La voce non apparteneva
ne a Chopper ne a
Franky.
Zoro
comparve sbadigliando e Robin rispose:
-Aveva Nami
come ostaggio e in quel momento dovevamo accertarci che Rufy si
riprendesse..oltre tutto non sarà un problema ritrovarli.-
Anche Sanji
si unì al gruppo, accendendosi la sua solita sigaretta prese
a fissare
intensamente Robin.
-Non avremo
problemi?! La foresta è enorme…dico ti ha dato di
volta il cervello!- esclamò
Franky e l’archeologa sembrò per la prima volta
infastidita.
-No
zuccone!- lo apostrofò, facendolo divenire di un rosso
scarlatto.
-Sarà la
vivend-card
a condurci da lei..ricordate? Ognuno di noi ne ha un pezzetto.-
Franky si
sentì ancora più sciocco, mentre Sanji sorrise.
-Sei
fantastica Robin-swan..- mormorò con approvazione, lei non
si scompose
minimamente e rivolgendosi al cecchino che si stava avvicinando in
compagnia
dello scheletro, disse:
-Usop.. tu e
Chopper resterete nella Sunny, badate alla nave e al capitano..-
Chopper
annuì e Usop tirò un sospiro di sollievo, visto
che non avrebbe dovuto
vedersela con quel tizio sbucato dal corpo di Rufy.
-Bene allora
andiamo..-mormorò l’archeologa.
La ciurma
annuì con un cenno della testa e scesero dalla nave.
Guidati
dalla vivend-card, per il salvataggio di Nami.
Intanto
nella nave…
-Dici che
riusciranno a trovarla?-domandò la piccola renna e Usop
annuì con aria saggia.
-Ho
addestrato quei ragazzi personalmente, non avranno problemi..-lo disse
con un
tono di uomo vissuto e a Chopper brillarono gli occhi, mentre il
cecchino
iniziava il racconto di una delle sue imprese.
Dentro la cabina di Chopper, sdraiato nel letto e troppo debole per muoversi, Rufy mostrò una smorfia di puro dolore, mentre l’immagine della sua navigatrice in lacrime, gli esplodeva nella mente.
Eccomi! Come avete visto sono
puntuale..come ogni lunedì aggiorno..xD Spero che il
capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio per le numerosissime
recensioni...ecco le risposte..a tutte..un beso molto grande..al
prossimo chappy..tutto da divorare..xD
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