Capitolo 25: L’ apertura del sigillo
Ormai gli equilibri
della battaglia sembravano pendere dalla parte di Silente, dopo il
provvidenziale intervento fi Hagrid e delle sue creature:
“Bene Tom mi sembra
che le sorti della battaglia si volse a mio favore.” Disse il vecchio preside
rivolto alla creatura.
“Mio buon vecchio
Silente, tu con il tuo grande acume non ti sei accorto che alla festa mancano
molti invitati?” chiese beffardo Voldemort, lo sguardo di Silente vagò per un
attimo sul campo di battaglia, sul suo voltò balenò un lampo di comprensione.
“I Dissennatori”
disse cupo rivolto al suo avversario.
“Bravo sciocco, lo
dovresti sapere che ho sempre qualche asso nella manica. AHAHAHAHAHA” alla
risata fece eco un’improvvisa ventata gelida, iin lontananza una nube si
avvicinava poco a poco, metro dopo metro inesorabile; ormai erano a poca
distanza dal castello saranno stati diecimila, praticamente tutti quelli
presenti in Inghilterra.
Scesero in picchiata
verso la battaglia, desiderosi di sfamarsi, i patronus evocati veniva
letteralmente spazzati via dal frusciare delle vesti di quei demoni.
“Hai perso vecchio
stolto” disse con un ghigno Voldemort.
“Sai Tom a volte
dimentichi che anche questo vecchio ha dei bei assi nelle maniche” alle parole
del preside i suoi occhi cominciarono a brillare e si voltò di scatto verso il
lago, il Signore Oscuro vedendo quella mossa lo imitò, si voltò a vedere. Due
luci verdi ravvicinate come smeraldi rilucevano sulla riva, una voce potente, forte,
un grido di speranza squarciò l’aria;
“EXPECTO PATRONUM”.
Tutti si fermarono,
maghi e creature, una forma gigantesca d’argento correva in direzione del campo
di battaglia, mano a mano che si avvicinava i contorni risultavano definiti,
un’immenso cervo alto quasi sei metri puntava dritto ai dissennatori.
“Ma chi ha evocato
una tale entità positiva?” chiese senza riflettere il mago oscuro, la risposta
arrivò da una ragazza che si stava riprendendo dalla maledizione inflittale da
Bellatrix.
“Il tuo nemico Harry
Potter.” A quelle parole proferite con un sussurro, L’Oscuro Signore e i suoi
mangiamorte rimasero basiti. Il grande cervo ormai era arrivato al limitare
della battaglia al suo fianco comparve una figura, illuminata dall’aura
argentata dello spirito.
“Maledetto Potter
sei vivo!” sibilò Voldemort; Harry non prestò attenzione alle parole del mago e
con un sussurrò incitò il suo cervo ad attaccare le creature, partì al galoppo,
la sua potenza era tale che le creature quando entravano in contatto con la sua
aura si distruggevano lasciando solo i mantelli.
“Potter sei venuto
per assistere alla morte della tua bella?” fece sprezzante Bellatrix, puntando
la bacchetta contro l’ansimante e disarmata Hermione, poi proseguì “Non ti è
bastata la morte del mio caro cugino?”, a quelle parole Harry rimasto fino a
quel momento impassibile, si voltò i suoi occhi emanavano una luce
indecifrabile, verde intensa, alzò la sua bacchetta.
“Lui sarà vendicato,
ma non ti ucciderò, ci sono cose ben peggiori della morte. Dissennium” un
raggio di luce nero come la pece partì dalla bacchetta del ragazzo, la donna fu
veloce “Protego” ma la barriera si sciolse, come il burro attraversato da un
coltello incandescente, la bacchetta prese fuoco e sparì dalla sua mano; venne
avvolta da un nube nera un piccola lucciola argentata uscì dalla sua bocca, gli
occhi si spensero solo il respiro denotava ancora la vita in lei, poi come una
mano nera si chiuse sulla sferetta che sparì, la donna si afflosciò atterra,
ormai un guscio vuoto senz’anima.
“Tu hai ucciso una
delle mie serve più fedeli, senza contare che mi intralci ormai da ben diciotto
anni” Voldemort aveva gli occhi rivolti a fessure, mentre osservava Harry
muoversi verso il cenro della mischia; rimase per un attimo stupito per
l’impassibilità di quel ragazzo.
“Sei tu che da
diciotto anni mi stai rovinando la vita, ma oggi le pagherai tutte, è un conto
salato quello che ti sto per presentare.” Le sue parole non lasciavano
trasparire nessuna emozione, solo una grande aura di potere.
“Allora comincerò
con il vecchio, un’altra tomba su cui piangere Harry” disse il mostro alzando
la bacchetta e puntandola verso Silente, udì bene le parole pronunciate dal
ragazzo, in una lingua arcaica sconosciuta anche a lui; l’immagine del vecchio
e di tutti gli altri che combattevano contro il suo esercito che svanivano fu
un mezzo shock per l’Oscuro.
Li vide riapparire
dietro il ragazzo, protetti da un muro di luce opaco.
“Pensi di
proteggerli Potter, e vuoi affrontare me i miei fedeli mangiamorte e le mie
creature così da solo?” chiese divertito.
“Harry, non ce la
puoi fare da solo liberaci ti prego?” Hermione piangeva battendo i pugni
sull’invisibe muro.
“Dai Harry non puoi
fare tutto da solo” ribattè irato Ron.
“Io non sono solo,
voi sarete sempre con me, fidatevi di me” un dolce sorriso illuminò il viso del
ragazzo che si voltò di nuovo verso i suoi avversari.
“Iniziamo con quegli
orribili stracci volanti” puntò la sua bacchetta verso il cervo e mormorò un
altro incantesimo arcano, questi mutò forma trasformandosi in un tornado
argenteo; per tutti si era alzato solo un po’ di venticello, ma per i
dissennatori non era così; venivano risucchiati come fuscelli e sparivano
inghiottiti dal gorgo, quando sul campo non ne rimase nemmeno uno il vortice si
spense rivelando solo un cumulo di mantelli vuoti.
I mangiamorte erano
spaventati solo Malfoy e Nott parevano indifferenti, Voldemort aveva gli occhi
ridotti a fessure, mentre tutti i suoi compagni li osservavano.
“Albus, ma cosa era
quell’incantesimo?” chiese sbalordita
“E’ un incantesimo
arcaico Magna Demonae Sigillum, efficace con tutte le creature demoniache di
primo e secondo livello”
“E Potter come lo
conosce, glielo hai insegnato tu?” chiese
“No e credo che
questo non sia l’unico che conosce” il solito brillio negli occhi. Il dialogo
fu interrotto dal sibilo dell’Oscuro Signore:
“Uccidetelo”.
Tutto l’esercito di
Voldemort si riversò su di lui, incantesimi e maledizioni lo raggiungevano ma
inspiegabilmente, venivano respinte, intorno alla figura del ragazzo era
apparso uno strano cerchio luminoso che lo avvolgeva, la sua concentrazione era
massima, le parole che pronunciava non venivano udite; dal punto dove si
trovava il ragazzo partirono numerose crepe nel terreno, il cielo era oscurato
da pesanti nubi nere e l’acqua del lago gorgogliava poi avvenne.
I suoi occhi si
spalancarono e la terra si aprì; qualcosa di enorme stava risalendo dalle
profondità dell’abisso, le creature oscure dovevano aver avvertito il pericolo
perche indietreggiarono impaurite, persino i giganti tremavano come foglie; poi
uscì: una mano enorme di pietra, era talmente grande che avrebbe potuto
stringere un paio di troll tranquillamente, piano piano un gigante di pietra
apparve nella radura, alto quasi venti metri sovrastava tutti. Dal lago dove
nel frattempo un vortice si era formato proprio nel mezzo, le acque si
condensaro in una specie di torre dalla quale spuntò una testa di serpente,
anche quest’essere era imponente, essi stava avvicinando alla riva, un lungo
solco si scavò nella terra ove passava e ben presto fu a ridosso del campo di
battaglia; le sorprese non erano ancora finite, le nuvole nere cariche di
pioggia avevano iniziato a vorticare proprio sopra le loro teste, tutti
guardavano questo fenomeno persino Lord Voldemort sembrava incredulo, il vortice
comincio ad aprirsi e un animale, un’aquila gigante, comparve era grande come
uno di quegli aggeggi babbani, gli aeroplani, sembrava incorporea, era
costituita da quella che sembrava aria rarefatta, con un solo battito delle sue
possenti ali una raffica di vento scosse l’intera foresta, stava volteggiando
proprio sopra di loro, in attesa di scegliere una preda.
“Professor Silente
ma cosa sta richiamando Harry? Cosa sono quegli esseri?” chiese Hermione
allibita, dando voce ai pensieri di tutti i presenti nel parco.
“E’ un’incantesimo
di evocazione, ma quello che sta evocando Harry non è un normale spirito,
quelli sono gli spiriti guardiani degli elementi.” La risposta non era tardata
ad arrivare, anche se il tono di gravità con cui era stata pronunciata lasciava
molti dubbi.
“Perfetto li batterà
tutti!” esclamò entusiasta Ron facendo un segno di vittoria.
“Spero che Harry
abbia la forza e il potere necessari per controllarli oltre che per evocarli.”
Continuò il preside accentuando il tono grave.
“Albus che vuoi
dire?” intervenne la professoressa di trasfigurazione.
“Minerva solo un
mago, che la storia ricordi, è mai riuscito ad evocare i quattro spiriti e
controllarli, Merlino. Queste creature sono guidate esclusivamente dagli
element che governano, se fossero senza controllo non farebbero distanzio tra
amici e nemici.” Il discorso aveva lasciato a bocca aperta tutti, persino i
mangiamorte sentendo le parole del vecchio mago erano inorriditi e adesso
guardavano il loro padrone, sperando che decidesse una resa. I loro pensieri
furono interrotti dal boato, provocato dalla bacchetta di Harry, un gigantesca
massa di fuoco si era formata proprio di fronte a lui prendendo mano a mano
forma, un canto iniziò a risuonare per la radura, una melodia ultraterrena che riempiva
il petto e sembrava scaturire dall’animo. Una fenice grande quanto l’aquila ma
fatta completamente di fuoco, prese a volteggiare.
“Potter, maledetto
non puoi sconfiggermi, io sono il Signore Oscuro!” Voldemort era livido così dicendo prese il pendente che portava al
collo, il sigillo di Anubis, portandolo fin sopra la testa.
“Neanche gli spiriti
guardiani mi potranno ostacolare, vi schiaccerò tremate insulsi esseri!” iniziò
a blaterare una nenia incomprensibile, dopo pochi istanti il gioiello iniziò a
brillare di una luce nera; la stessa luce si concentro in piccole spirali che
mano a mano si addensavano formando un voragine nel vuoto; agli occhi dei
presenti sembrava che una parte dello sfondo fosse stata strappata, lasciando
il nulla.
Il buco nero
continuava ad allargarsi, a prima vista non sembrava aver provocato alcun danno
alle cose circostanti; quando il fascio di luce si interruppe, si udirono dei
sibili e dei sussurri sommessi.
“Avanti mio fedele
Esercito mostrati e vieni a distruggere i miei nemici!” Urlò l’Oscuro Signore
visibilmente soddisfatto ed eccitato.
Harry non aveva
fatto una piega rimanendo perfettamente calmo, solo le parole del vecchio
preside si udirono anche se pronunciate in un sussurro.
“Spero che Harry
sappià cio che fa; ora che il sigillo è stato infranto l’Esercito dell’Oscurità
è libero.”