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Autore: The_Black_Magician    24/07/2005    6 recensioni
Un antico legame, magie arcane e creature oscure ecco come secondo me dovrebbe andare a finire la saga di HP. ragazzi è la mia prima fanfic quindi vi prego siate magnanimi e recensite grazie a tutti
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 25: L’ apertura del sigillo

Ormai gli equilibri della battaglia sembravano pendere dalla parte di Silente, dopo il provvidenziale intervento fi Hagrid e delle sue creature:

“Bene Tom mi sembra che le sorti della battaglia si volse a mio favore.” Disse il vecchio preside rivolto alla creatura.

“Mio buon vecchio Silente, tu con il tuo grande acume non ti sei accorto che alla festa mancano molti invitati?” chiese beffardo Voldemort, lo sguardo di Silente vagò per un attimo sul campo di battaglia, sul suo voltò balenò un lampo di comprensione.

“I Dissennatori” disse cupo rivolto al suo avversario.

“Bravo sciocco, lo dovresti sapere che ho sempre qualche asso nella manica. AHAHAHAHAHA” alla risata fece eco un’improvvisa ventata gelida, iin lontananza una nube si avvicinava poco a poco, metro dopo metro inesorabile; ormai erano a poca distanza dal castello saranno stati diecimila, praticamente tutti quelli presenti in Inghilterra.

Scesero in picchiata verso la battaglia, desiderosi di sfamarsi, i patronus evocati veniva letteralmente spazzati via dal frusciare delle vesti di quei demoni.

“Hai perso vecchio stolto” disse con un ghigno Voldemort.

“Sai Tom a volte dimentichi che anche questo vecchio ha dei bei assi nelle maniche” alle parole del preside i suoi occhi cominciarono a brillare e si voltò di scatto verso il lago, il Signore Oscuro vedendo quella mossa lo imitò, si voltò a vedere. Due luci verdi ravvicinate come smeraldi rilucevano sulla riva, una voce potente, forte, un grido di speranza squarciò l’aria;

“EXPECTO PATRONUM”.

Tutti si fermarono, maghi e creature, una forma gigantesca d’argento correva in direzione del campo di battaglia, mano a mano che si avvicinava i contorni risultavano definiti, un’immenso cervo alto quasi sei metri puntava dritto ai dissennatori.

“Ma chi ha evocato una tale entità positiva?” chiese senza riflettere il mago oscuro, la risposta arrivò da una ragazza che si stava riprendendo dalla maledizione inflittale da Bellatrix.

“Il tuo nemico Harry Potter.” A quelle parole proferite con un sussurro, L’Oscuro Signore e i suoi mangiamorte rimasero basiti. Il grande cervo ormai era arrivato al limitare della battaglia al suo fianco comparve una figura, illuminata dall’aura argentata dello spirito.

“Maledetto Potter sei vivo!” sibilò Voldemort; Harry non prestò attenzione alle parole del mago e con un sussurrò incitò il suo cervo ad attaccare le creature, partì al galoppo, la sua potenza era tale che le creature quando entravano in contatto con la sua aura si distruggevano lasciando solo i mantelli.

“Potter sei venuto per assistere alla morte della tua bella?” fece sprezzante Bellatrix, puntando la bacchetta contro l’ansimante e disarmata Hermione, poi proseguì “Non ti è bastata la morte del mio caro cugino?”, a quelle parole Harry rimasto fino a quel momento impassibile, si voltò i suoi occhi emanavano una luce indecifrabile, verde intensa, alzò la sua bacchetta.

“Lui sarà vendicato, ma non ti ucciderò, ci sono cose ben peggiori della morte. Dissennium” un raggio di luce nero come la pece partì dalla bacchetta del ragazzo, la donna fu veloce “Protego” ma la barriera si sciolse, come il burro attraversato da un coltello incandescente, la bacchetta prese fuoco e sparì dalla sua mano; venne avvolta da un nube nera un piccola lucciola argentata uscì dalla sua bocca, gli occhi si spensero solo il respiro denotava ancora la vita in lei, poi come una mano nera si chiuse sulla sferetta che sparì, la donna si afflosciò atterra, ormai un guscio vuoto senz’anima.

“Tu hai ucciso una delle mie serve più fedeli, senza contare che mi intralci ormai da ben diciotto anni” Voldemort aveva gli occhi rivolti a fessure, mentre osservava Harry muoversi verso il cenro della mischia; rimase per un attimo stupito per l’impassibilità di quel ragazzo.

“Sei tu che da diciotto anni mi stai rovinando la vita, ma oggi le pagherai tutte, è un conto salato quello che ti sto per presentare.” Le sue parole non lasciavano trasparire nessuna emozione, solo una grande aura di potere.

“Allora comincerò con il vecchio, un’altra tomba su cui piangere Harry” disse il mostro alzando la bacchetta e puntandola verso Silente, udì bene le parole pronunciate dal ragazzo, in una lingua arcaica sconosciuta anche a lui; l’immagine del vecchio e di tutti gli altri che combattevano contro il suo esercito che svanivano fu un mezzo shock per l’Oscuro.

Li vide riapparire dietro il ragazzo, protetti da un muro di luce opaco.

“Pensi di proteggerli Potter, e vuoi affrontare me i miei fedeli mangiamorte e le mie creature così da solo?” chiese divertito.

“Harry, non ce la puoi fare da solo liberaci ti prego?” Hermione piangeva battendo i pugni sull’invisibe muro.

“Dai Harry non puoi fare tutto da solo” ribattè irato Ron.

“Io non sono solo, voi sarete sempre con me, fidatevi di me” un dolce sorriso illuminò il viso del ragazzo che si voltò di nuovo verso i suoi avversari.

“Iniziamo con quegli orribili stracci volanti” puntò la sua bacchetta verso il cervo e mormorò un altro incantesimo arcano, questi mutò forma trasformandosi in un tornado argenteo; per tutti si era alzato solo un po’ di venticello, ma per i dissennatori non era così; venivano risucchiati come fuscelli e sparivano inghiottiti dal gorgo, quando sul campo non ne rimase nemmeno uno il vortice si spense rivelando solo un cumulo di mantelli vuoti.

I mangiamorte erano spaventati solo Malfoy e Nott parevano indifferenti, Voldemort aveva gli occhi ridotti a fessure, mentre tutti i suoi compagni li osservavano.

“Albus, ma cosa era quell’incantesimo?” chiese sbalordita la McGranitt, alla domanda quasi tutte le teste dei presenti erano scattate nella sua direzione.

“E’ un incantesimo arcaico Magna Demonae Sigillum, efficace con tutte le creature demoniache di primo e secondo livello”

“E Potter come lo conosce, glielo hai insegnato tu?” chiese la McGranitt stupita come tutti gli altri.

“No e credo che questo non sia l’unico che conosce” il solito brillio negli occhi. Il dialogo fu interrotto dal sibilo dell’Oscuro Signore:

“Uccidetelo”.

Tutto l’esercito di Voldemort si riversò su di lui, incantesimi e maledizioni lo raggiungevano ma inspiegabilmente, venivano respinte, intorno alla figura del ragazzo era apparso uno strano cerchio luminoso che lo avvolgeva, la sua concentrazione era massima, le parole che pronunciava non venivano udite; dal punto dove si trovava il ragazzo partirono numerose crepe nel terreno, il cielo era oscurato da pesanti nubi nere e l’acqua del lago gorgogliava poi avvenne.

I suoi occhi si spalancarono e la terra si aprì; qualcosa di enorme stava risalendo dalle profondità dell’abisso, le creature oscure dovevano aver avvertito il pericolo perche indietreggiarono impaurite, persino i giganti tremavano come foglie; poi uscì: una mano enorme di pietra, era talmente grande che avrebbe potuto stringere un paio di troll tranquillamente, piano piano un gigante di pietra apparve nella radura, alto quasi venti metri sovrastava tutti. Dal lago dove nel frattempo un vortice si era formato proprio nel mezzo, le acque si condensaro in una specie di torre dalla quale spuntò una testa di serpente, anche quest’essere era imponente, essi stava avvicinando alla riva, un lungo solco si scavò nella terra ove passava e ben presto fu a ridosso del campo di battaglia; le sorprese non erano ancora finite, le nuvole nere cariche di pioggia avevano iniziato a vorticare proprio sopra le loro teste, tutti guardavano questo fenomeno persino Lord Voldemort sembrava incredulo, il vortice comincio ad aprirsi e un animale, un’aquila gigante, comparve era grande come uno di quegli aggeggi babbani, gli aeroplani, sembrava incorporea, era costituita da quella che sembrava aria rarefatta, con un solo battito delle sue possenti ali una raffica di vento scosse l’intera foresta, stava volteggiando proprio sopra di loro, in attesa di scegliere una preda.

“Professor Silente ma cosa sta richiamando Harry? Cosa sono quegli esseri?” chiese Hermione allibita, dando voce ai pensieri di tutti i presenti nel parco.

“E’ un’incantesimo di evocazione, ma quello che sta evocando Harry non è un normale spirito, quelli sono gli spiriti guardiani degli elementi.” La risposta non era tardata ad arrivare, anche se il tono di gravità con cui era stata pronunciata lasciava molti dubbi.

“Perfetto li batterà tutti!” esclamò entusiasta Ron facendo un segno di vittoria.

“Spero che Harry abbia la forza e il potere necessari per controllarli oltre che per evocarli.” Continuò il preside accentuando il tono grave.

“Albus che vuoi dire?” intervenne la professoressa di trasfigurazione.

“Minerva solo un mago, che la storia ricordi, è mai riuscito ad evocare i quattro spiriti e controllarli, Merlino. Queste creature sono guidate esclusivamente dagli element che governano, se fossero senza controllo non farebbero distanzio tra amici e nemici.” Il discorso aveva lasciato a bocca aperta tutti, persino i mangiamorte sentendo le parole del vecchio mago erano inorriditi e adesso guardavano il loro padrone, sperando che decidesse una resa. I loro pensieri furono interrotti dal boato, provocato dalla bacchetta di Harry, un gigantesca massa di fuoco si era formata proprio di fronte a lui prendendo mano a mano forma, un canto iniziò a risuonare per la radura, una melodia ultraterrena che riempiva il petto e sembrava scaturire dall’animo. Una fenice grande quanto l’aquila ma fatta completamente di fuoco, prese a volteggiare.

“Potter, maledetto non puoi sconfiggermi, io sono il Signore Oscuro!” Voldemort era livido così dicendo prese il pendente che portava al collo, il sigillo di Anubis, portandolo fin sopra la testa.

“Neanche gli spiriti guardiani mi potranno ostacolare, vi schiaccerò tremate insulsi esseri!” iniziò a blaterare una nenia incomprensibile, dopo pochi istanti il gioiello iniziò a brillare di una luce nera; la stessa luce si concentro in piccole spirali che mano a mano si addensavano formando un voragine nel vuoto; agli occhi dei presenti sembrava che una parte dello sfondo fosse stata strappata, lasciando il nulla.

Il buco nero continuava ad allargarsi, a prima vista non sembrava aver provocato alcun danno alle cose circostanti; quando il fascio di luce si interruppe, si udirono dei sibili e dei sussurri sommessi.

“Avanti mio fedele Esercito mostrati e vieni a distruggere i miei nemici!” Urlò l’Oscuro Signore visibilmente soddisfatto ed eccitato.

Harry non aveva fatto una piega rimanendo perfettamente calmo, solo le parole del vecchio preside si udirono anche se pronunciate in un sussurro.

“Spero che Harry sappià cio che fa; ora che il sigillo è stato infranto l’Esercito dell’Oscurità è libero.”

  
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