Capire ciò che non si vive è difficile, vivere ciò che non si capisce è impossibile.
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-Non puoi
essere tu…-sussurro mentre la pistola mi cade inavvertitamente dalle
mani.
-Cosa c’è Bella? Sembra che hai visto un fantasma…- mormora
sghignazzando.
Mi sento come se fossi paralizzata. I miei piedi
si fanno pesanti e penso che sia quasi impossibile alzarli mentre la mia
mente rielabora le immagini che le ho inviato in questo preciso
istante.
-Cosa c’è? Adesso non saluti neppure una tua
vecchia amica?-mi chiede sorridendo mostrando la lunga fila di denti
bianchi.
Forse sto sognando. Sono morta e non me ne
sono neanche accorta ritrovandomi adesso in un posto che non è
sicuramente il paradiso, effettivamente ho sempre avuto ragione. Non mi sono mai
meritata il Paradiso nè ho fatto qualcosa per
meritarmelo.
-Non guardarmi così ti prego…adesso non c’è molto
tempo dobbiamo recuperare gli altri e andare a prendere Edward. Presto
la prima squadra sarà qui per verificare le vostre morti. -mi dice mentre mi
prende per un braccio e mi trascina verso le scale per il piano
superiore.
Saliamo la scala salendo a due a due i gradini di
marmo mentre cerchiamo di farci strada tra gli ospiti
impauriti.
Appena arriviamo preleviamo Edward che
sembra riconoscere immediatamente Alice ed insieme danno fuoca alla stanza già
precedentemente rovinata dal piccolo falò creato per uccidere
definitivamente Jane.
Sono alquanto scioccata quando vedo quanto Edward e
Alice sembrano in sintonia. C'è veramente qualcosa che mi
sfugge.
Usciamo dal retro e vedo che c’è parcheggiata già
una macchina che ci attende. Dentro troviamo Garret al volante punta ma appena
entriamo ci punta la pistola addosso ferendo Edward alla spalla. Istintivamente
mi scappa un urlo e il suo corpo freddo scivola sulle mie gambe.
-Non ti
preoccupare Bella...non ti faremo del male.-
Prima di ripartire
Garret si assicura che siamo del tutto al sicuro per poi partire alla volta di
chissà quale destinazione.
Da lontano osservo alcune finestre dell’hotel
esplodere spargendo per la strada i pezzi di vetro.
Mentre sfrecciamo
sull’autostrada vediamo una macchina sportiva gialla
affiancarsi.
-Eccoli…- mormoraAlice più che
soddisfatta mentre indica la macchina vicino a noi.
Emmet tira giù il
finestrino salutano sorridente come solo lui riesce a fare anche in queste
situazioni. Dalla poca visuale della macchina si posso vedere
Jasper sano e salvo anche se un po’ sporco di fuliggine. Anche lui ci fa
un cenno per salutarci.
"salvi"
-Sono sempre restata
in contatto audio e appena ho capito la situazione mi sono precipitata per
intervenire.- spiega Alice senza voltarsi mentre vedo gli occhi di Garret
specchiarsi nei miei.
Edward accasciato sulle mie gambe si muove agitato. Che
bisogno c'era? Non posso però fare a meno di accarezzare la sua massa di
capelli.
Dopo circa un’ora arriviamo in una vecchia
cascina abbandonata. Ormai è notte inoltrata e solo grazie all’ausilio di alcune
torce procurate da Garret riesco a vedere la strada e il portone dove
entrare.
Edward da quando si è ripreso non ha parlato
anche se l'ho visto più di una volta scambiarsi un'occhiata d'intesa con Alice.
Avrei voglia di prenderlo a sberle ma mi trattengo.
Stringo forte i
pugni e cerco di non guardarlo nemmeno per sbaglio.
-Allora…le camere sono
al piano di sopra. Di bagni ce ne sono due. Uno qua sotto accanto al salotto
mentre l’altro e di sopra l’ultima porta a destra. -mormora Alice mentre
appoggia il borsone sul divano.
I ragazzi incominciano
ad avviarsi mentre io e Alice rimaniamo nel salotto. Sappiamo entrambe che
doppiamo parlare.
-Allora? dove sono Emmet e Jasper?-le chiedo
visto che si sono divisi da noi dopo un pò.
-A finire un
lavoretto.-dice semplicemente osservando il camino spento della
stanza.
-Una missione? Adesso?-le chiedo spalancando gli
occhi.
-Sì. Sono andati ad ucciderlo. Meglio ora che non c’è attenzione su di
voi. Vi credono morti. Bisogna approfittare di questa occasione…il Consiglio
Maggiore è stato eliminato e il nostro ultimo obbiettivo è il Capo. Senza la sua
morte sarebbe tutto inutile... -mi spiega crocchiandosi le nocche delle
mani.
-Pensavo che avrei partecipato anche io…-le dico abbassando
istintivamente lo sguardo anche se tiro un sospiro di
sollievo.
-Non mi sembrava più il caso. Ora hai cose molto
più importanti di cui preoccuparti…è per questo che vi ho tenuto all'oscuro fino
all'ultimo.-mi dice quasi in un sussurro mentre mi sorride con il suo solito
modo raggiante.
Faccio finta di non capire il "vero" motivo
guardando altrove.
-Quel borsone è la tua uscita…-mi dice andandolo
a prendere dal divano.
-Uscita?-ripeto con sguardo
interrogativo.
-Beh…non penserai di uscire da questa storia
senza ricavarci niente?- dice porgendomi il borsone.
Lo afferro un po’
titubante.
Il suo cellulare suona e risponde. Dopo brevi
frase non tanto di senso compiuto riattacca per la velocità in cui ha
parlato.
-Fatto…puoi andare adesso se vuoi…-mi dice
lanciandomi le chiavi della macchina che prendo al volo.
-Mi stai tenendo
all’oscuro di qualcosa…-le dico incerta sul da farsi.
-Ovvio…come tu l’hai
fatto in queste settimane. Non pensare che non ti abbia tenuta
d’occhio nelle mie visioni. So perfettamente cosa si cela sotto…-dice
indicandomi il ventre.
-E tu sai troppo per essere ancora viva…sto per
andarmene e non ci rivedremo mai più. Dimmi quello che sai…-le dico facendo
cadere la borsa a terra provocando un tonfo.
-Va bene…ma non ti
piacerà anche se adesso me ne frego totalmente di quello che potresti pensare.
Il tuo lavoro l’hai fatto e adesso come vuoi tu esci dal giro. Troverai aiuto a
Denali, vai li. Carmen ed Eleazar ti aiuteranno.- spiega avvicinandosi posando
una mano sul mio ventre leggermente rigonfio.
-Ora sei tu il
capo…-sussurro mentre lei sorride gioiosa - Ora puoi anche ritirarti dalle
missioni...
-Ehy! mi voglio divertire anche io!…è una palla
dirigere. Ne sono sicura per questo mi affiderò a Jasper…--Tu sapevi cosa stavo
facendo e…
Ci scambiamo un'occhiata fugace consapevoli del
fatto che non ci rivedremo più o almeno non io. Sono sicura che mi terrà
d'occhio nelle sue visioni una volta ogni tanto.
-Adesso vattene…-mi dice
mentre mi porge nuovamente il borsone colmo di soldi.
Mi dirigo alla porta
lentamente.
Un po’ mi dispiace non salutare Jasper ed Emmet...ma adesso non
posso più pensare solo a me.
Ho un’altra vita da
proteggere...
-E lui?-mi dice Alice indicando il soffitto. Per
fortuna è ancora intontito e sicuramente le sue percezioni sono ancora troppo
fievoli per sapere cosa sta accadendo al piano di sotto o sarebbe già qui a
chiedere spiegazioni ma sopratutto...mi seguirebbe.
Mi stringo nelle
spalle.
-Mi ha mentito…tutto qui. Come posso fidarmi di
lui? ho già sbagliato una volta...-
-Bir planin bir
parçasi oldugunu.-
Le faccio la
linguaccia. Ho sempre odiato quando mi diceva le cose in lingue che non
so.
-Bella...è suo figlio...- mugugna trattenendo la mia mano che sta già
aprendo la porta. Scuoto la testa poggiando una mano sul mio
ventre.
-Non vuoi nemmeno salutarlo?-mi chiede con
sguardo incredulo.
-Non riesco e poi con me non sarebbe mai al
sicuro…-mormoro chiudendo la porta dietro di me.
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Nevica
ancora.
Ricopre dolcemente ogni cosa qui intorno creando un paesaggio
surreale. Si prospetta una bellissima giornata qui a Denali.
Apro le tende
godendo dell'aria che accarezza la mia pelle.
Come mi aveva detto Alice ho
cercato i due vampiri che mi ha indicato e come mi aveva previsto mi hanno
aiutato durante la gravidanza. Qui regna una pace che per molti anni mi sono
fatta precludere dal mio lavoro...ne ho passate troppe.
Alice ha mantenuto la
sua promessa.
Mi ha lasciato stare...sono fuori da tutto quel mondo o almeno
in parte visto che abito in una casa con dei vampiri.
Ora anche io sono una
di loro...
Eleazar mi ha spiegato cosa avrei rischiato dando alla luce la mia
bambina. Ho passato intere notti pensando a cosa avrei dovuto fare ma non potevo
non vedere la mia bambina; non potevo farla crescere senza una vera
famiglia.
L'amore di una madre supera qualsiasi cosa.
Ho dato la mia vita
per vederla crescere ma da quel giorno mai una volta mi sono pentita della
scelta.
In questo mese mi si è addolcito perfino il mio
bel caratterino, sono diventata molto più dolce e docile nonostante sia
diventata una neonata. E' buffo come termine ma è così che chiamano gli esseri
umani appena trasformati nonostante tutto ho ereditato un potere, come ha detto
Eleazar. Sono uno scudo...e forse...è per questo che sembro essere una vampira
da ormai decenni.
Il pianto della camera accanto mi fa sussultare
facendomi scattare.
Sorridendo mi dirigo nella stanza vicina
pitturata di rosa con mensole piene di peluche e in mezzo alla stanza una culla
bianca ornata di drappi bianchi che scendono fino al pavimento.
Mi
avvicino e vedo il visino del mio amore tutto arrossato dal pianto e dalle
lacrime.
Delicatamente la sollevo…
-Ciao
Reneesme...-mormoro teneramente dandole un bacio sulle sue guanciotte
rosa.
E' bellissima...
E' tutta suo padre...
Ed ecco che finisce qui la prima
parte.
^_^ si avete capito bene. Pensavate veramente che lasciassi che
finisse in questa maniera? No no no no
Vi ringrazio immensamente per essermi
stati così vicini per questa storia ma sopratutto per tutto l'affetto che mi
avete dimostrato in questi giorni. Siete veramente fantastici!! XD Ringrazio in
particolare le 111 persone che hanno messo questa storia tra le seguite e
le 99 persone per le preferite senza però dimenticare tutte le persone che hanno
lasciato un commento durante questa storia.
Mi avete spinta a continuare e so
che alcune domande non hanno trovato risposta ma...beh...c'è un altro capitolo
no?? ihihiù
Il prossimo capitolo si intitolerà "Codice: Venom"...(cliccate
Spero che mi seguirete
ancora!
Bacioni