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Autore: Delilah Marsowe    30/03/2010    10 recensioni
Cosa succederebbe se per una volta Damon volesse tentare di fare qualcosa di folle? Cosa succederebbe se una discussione, nata per caso, finisse con una scommessa? E l'altra persona che scommette fosse Elena Gilbert? Qualcosa di folle passava per le loro menti, desiderose di vincere e di superare tutti gli ostacoli; qualcosa che volevano provare intensamente.
Se la follia è da provare con la persona che si ama, con la persona che si desidera...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I.
Inizio


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Era l’alba.
I deboli raggi del sole piano piano si spandevano per tutta la stanza, incominciando ad illuminarla.
Il canto degli uccellini iniziava e gli esseri umani iniziavano a svegliarsi. Chi lentamente, chi frettolosamente.
La mattina, l’ora più stupida della giornata.
Questo ciò che pensava un corvo appollaiato su un albero, intento ad osservare una stanza precisa.
Il corvo tutte le mattine si divertiva a guardare le persone che uscivano di casa, chi per lavorare, chi per dirigersi a scuola.
Cosa lo divertiva? Semplice. Vedere la stupidità degli umani.
Il modo in cui si curavano di ogni cosa. Il modo in cui agivano.
In tutti gli anni della sua esistenza aveva capito una cosa davvero fondamentale.
Gli umani erano divisi in categorie, tutte, a suo parere, completamente stupide. Per lui non faceva differenza.
Erano tutti uguali. Non c’era nessuno migliore o peggiore. Tutti allo stesso livello.
Tutti erano delle piccole marionette.
Prima che la città si popolasse, si tramutò in uno splendido ragazzo dai capelli color dell’ebano, lucenti che rispecchiavano molto i colori delle penne di un corvo.
Gli ricadevano distrattamente sul volto e incorniciavano i suoi occhi, neri anch’essi e magnetici. Si appoggiò all’albero lasciando che una gamba penzolasse dal ramo.
Damon. Questo il suo nome. Un nome che diceva tutto. Un nome pieno di significati e al tempo stesso incredibilmente inquietante.
Si passò una mano tra i capelli nell’inutile tentativo di fargli assumere una forma. Sarebbero stati sempre ribelli, al contrario di quelli del suo ordinario fratello.
Sorrise a quel pensiero. Erano completamente diversi. A volte faticava anche a credere che avessero legami di sangue. Diverso stile di vita, diverso carattere e, lo ammetteva sempre, diversa bellezza.
Oh si, lui era a conoscenza di essere uno schianto e dell’effetto che aveva sulle ragazze umane.
La solita routine. Le seduceva, le induceva a seguirlo e poi prendeva il loro sangue, a volte uccidendole.
Erano degli oggetti, tutte per lui e a sua disposizione.
Più volte aveva cercato di convincere Stefan che il sangue umano era meglio di quello animale. Dà potere, fa sentire forti e invincibili, ma con il sangue di uno scoiattolino cosa si può ottenere?
Assolutamente niente, compresa la riduzione delle forze e dei poteri.
Patetico, pensò scuotendo la testa e facendo un sorriso davvero indecifrabile.
Ritornò ad osservare la stanza. Si sarebbe svegliata a breve, lo sentiva.
Ecco, lei era stata l’unica scelta sensata del fratello, sebbene la paragonasse più volte a Katherine. Elena, infatti, non era come lei. Era forte e sapeva sempre cosa voleva, il genere di donna per niente adatta a Stefan. Era troppo sveglia per lui.
Nemmeno lei, però, sembrava capire. Ogni volta se ne andava in giro dicendo “Amo Stefan – Oh, il mio Stefan – Ma quanto è bello”. Davvero patetico. Sembrava non esistesse che lui nel suo mondo e non riusciva a capire cosa trovasse di spettacolare nel fratello. Altro che carezze da quattro soldi e bacetti insensati, avrebbero fatto fuoco e fiamme.
Sorrise malizioso, continuando a fissare la stanza e portando le mani dietro la testa.
Era diventata un’abitudine, ormai.
Ogni mattina presto andava lì e, sedendosi comodamente su un albero, sbirciava all’interno. Poteva sembrare che stesse spiando e invece non era così.
Cercava sempre un qualche modo per farla diventare la sua principessa delle tenebre.
Era sicuro che in quella veste sarebbe stata benissimo.
Immaginava sempre di vederla con lui, con la bellezza accentuata dalla sua natura di immortale, che prendevano il controllo di tutto. Sottomettendo tutte le anime deboli e prendendo tutto quello che gli piaceva, come e quando volevano.
Purtroppo lei rimaneva sempre “presa” in un modo assurdo da Stefan, sebbene più volte avesse cercato di sedurla e lei gli si fosse quasi concessa, come fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Scuotendo la testa e sistemandosi bene la giacca di pelle, si ritrasformò in uno splendido corvo vero, pronto a seguirla.
Quel giorno non sarebbe rimasto lì a guardarla uscire dalla porta di casa, ma l’avrebbe seguita ovunque lei fosse andata.
Abbassò la testa e la vide, bella come sempre, con i suoi capelli lunghi e biondi che le ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi di un azzurro così intenso che avrebbero fatto invidia anche allo stesso cielo.
Lo incantavano e davvero pochi occhi ci riuscivano. La vide uscire di casa e avviarsi verso la scuola.
Che il gioco cominci, pensò alzandosi in volo.
Giocare al gatto e il topo gli era sempre piaciuto. Lui era il forte predatore ed Elena la debole e innocente preda, non consapevole di quanto fosse invitante, o forse si, ma non voleva dimostrarlo.
Sapeva che sarebbe stato sempre lui il vincitore. Era inevitabile.
Notò qualcosa di diverso nella sua espressione. Era…agitata, ma non riusciva a capire da cosa fosse dovuto.
Forse c’era qualcosa che doveva fare, ma che la preoccupava enormemente oppure pensava a qualcosa che la faceva stare in ansia.
Sondò la sua mente e allora, se fosse stato umano in quel momento, avrebbe riso di gusto.
Era preoccupata di andare al cimitero. Poteva capirla, lì avrebbe trovato sicuramente qualcuno…
E così saltiamo la scuola, eh?, pensò divertito.
Non l’aveva mai vista farlo, ma evidentemente ancora non sapeva tutto di Elena Gilbert e questo riusciva a rendere il gioco ancora più interessante.
Intanto un’ignara Elena camminava velocemente.
Per la prima volta nella sua vita, aveva un timore tremendo di andare nel posto dove ormai vivevano i suoi genitori, forse perché non andava lì per salutarli.
Da quella mattina aveva una strana sensazione, come se fosse quasi obbligata ad andare lì quel giorno.
Sentiva che se avesse fatto che quello che il subconscio le diceva, qualcosa sarebbe cambiato e la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Una parte di lei, comunque, non credeva a tutto ciò.
La sua esistenza era già piena di problemi e non c’era alcun bisogno del cimitero per sconvolgerla ancora di più, sapeva che se sarebbe dovuto succedere qualcosa, sarebbe successa e basta, rispettando il corso dei tempi, ma per pura curiosità voleva controllare.
E ora quel maledetto pensiero la rendeva nervosa in un modo quasi impossibile.
Sospirò e si guardò intorno, un’abitudine presa pochi giorni prima.
Da un po’ di tempo a quella parte aveva la sensazione di essere spiata, seguita. In fondo, si trattava solo di una sua fissazione, poteva essere chiunque come poteva non esserlo; per quel che ne sapeva, una persona normale non andava in giro a pedinare la gente, ma naturalmente quella persona non era normale.
Oh si, aveva un’idea precisa di chi fosse la causa della sua seconda preoccupazione.
Damon, da quando lo conosceva, non aveva mai cercato di ricavare qualche briciolo di umanità in se stesso per usarlo tutti i giorni, anzi era rimasto quello di sempre: un essere pericoloso e malvagio che si divertiva a uccidere le persone per sfamarsi.
Lo odiava per come si comportava, ma al tempo stesso non riusciva eliminare quel senso di confusione che provava quando lui era con lei, proprio come non poteva evitare di pensare per una volta tanto che non fosse lui la causa di tutto. Forse stava davvero impazzendo…
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò di fronte una lapide qualsiasi, posta nel bel mezzo del prato.
Il cimitero di Fell’s Church era davvero particolare e strano.
Sospirando, si sedette per terra e si appoggiò ad essa, perdendosi a guardare il cielo.
Era di un azzurro incredibile e paffute nuvole, assomiglianti allo zucchero filato, si facevano spazio assumendo le forme più strane.
Il vento soffiava leggero agitando di poco le foglie degli alberi perfettamente verdi e portando davanti al viso alcuni ciuffi dei suoi capelli dorati.
Ma in un battito di ciglia qualcosa cambiò ed era un cambiamento radicale.
Grigio. Vedeva solo grigio e il sole era completamente coperto dalle nuvole che avevano assunto anch’esse una tonalità tendente a quel colore terribilmente freddo, mescolandosi con il cielo.
Tutto prevedeva un temporale.
Strano, pensò. Di solito cambiamenti atmosferici del genere avvenivano solo quando c’era…
<< Ma come siamo pensierose. Oggi niente diario? >>.
…Damon.
Sospirò, avrebbe dovuto immaginarlo. Ogni cosa riguardava lui e niente era escluso.
Portò la testa all’indietro e lo vide.
Appoggiato distrattamente alla lapide con le braccia conserte, il suo capo era rivolto verso di lei.
I capelli corvini gli ricadevano morbidi sul viso e i suoi occhi, neri come la pece, la fissavano come se volessero perforarla per invadere il suo animo, come se volessero conoscere risposte che nemmeno lei sapeva.
Sul volto, lo stesso sorriso ipnotico che lo caratterizzava.
Si alzò di scatto fronteggiandolo dall’altro lato della modesta scultura.
<< Cosa vuoi? >>, gli chiese acida incrociando le braccia la petto e non lasciando trasparire alcuna emozione.
<< Ma come siamo maleducate. “Ciao, Damon”, ti costa così tanto? >>, le disse in risposta ignorando completamente la sua domanda, come era solito fare, e sapeva che quell’atteggiamento riusciva ad irritarla.
<< Oh, scusa, riformulo la domanda: ciao, Damon. Che cosa ci fai qui? >>. L’ultima parte era uscita leggermente seccata e lo era davvero. Non capiva perché non rispondesse mai alle sue domande e inoltre quel sorrisino studiato e stampato sulle labbra le faceva saltare i nervi.
<< Un po’ brutale, avresti potuto fare di meglio, sai? Per fortuna, mi accontento di poco >>, le disse sorpassando la lapide e arrivandole di fronte.
Elena sbuffò e iniziò a battere il piede per terra in modo ritmico. Sul volto un’espressione come per dire “Cosa stai aspettando? L’unione dei pianeti?”.
<< Hai fretta? Io ho tutto il tempo del mondo >>, le disse ancora diminuendo le distanze di poco e sorridendo divertito.
Quella ragazza riusciva sempre a divertirlo, a volte con un’espressione, altre con uno sguardo e altre ancora con un gesto. Non poteva negarlo: Elena aveva uno straordinario potere su di lui.
<< Si e anche tanta, ma sto incominciando a credere che tu mi abbia seguita >>, gli disse non distogliendo lo sguardo. A volte era davvero difficile per lei non ricadere in quel buco nero che erano i suoi occhi, ma con un po’ di autocontrollo poteva farcela.
In fondo, cosa faceva di male? Stava solo tenendo testa ad un vampiro assetato di sangue umano che avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento, niente di preoccupante.
Forse quello che la rendeva più sicura era il fatto che sapeva che Damon non le avrebbe mai e poi mai fatto del male.
Un sorriso scettico si dipinse sulle labbra del vampiro.
<< Devi essere proprio convinta che il mondo giri intorno a te >>, le disse alzando contemporaneamente un sopracciglio e mantenendo il sorriso.
<< Questo mi mostra che ho ragione io: mi hai seguita >>, gli disse sorridendo sicura che avesse ragione.
A quel punto Damon poté lasciarsi andare ad una risata sincera. Elena aveva proprio un’arte nel far divertire la gente e lui ne era la prova più evidente; non smise di ridere nemmeno quando lei lo guardò con aria interrogativa, come se pensasse fosse pazzo.
<< Molto perspicace Elena, davvero sono colpito >>, le disse ricomponendosi pur mantenendo sempre un mezzo sorriso stampato sul viso e mettendosi una mano sul cuore con fare teatrale.
<< E’ stato facile intuirlo. Insomma per te ormai è diventato un hobby starmi sempre tra i piedi e intralciare ogni cosa io voglia fare >>, gli disse incrociando le braccia e puntando lo sguardo nei suoi occhi neri come la pece, che d’un tratto si fecero seri e persero ogni segno di divertimento.
Il suo viso era ritornato la maschera di sempre e lei poteva ben vedere che era rimasto infastidito da quelle parole.
<< Come se ti dispiacesse >>, disse non distogliendo lo sguardo.
Elena fece per rispondere, ma lui fu più veloce di lei. << Le mie attenzioni ti fanno piacere e il fatto che ti sia sempre intorno ti fa così piacere che sei indecisa su chi scegliere tra me e il mio fratellino. Dimmi Elena, se davvero ti do così fastidio, allora perché non mi scacci via e non te ne vai ora lasciandomi qui? >>. Assunse un’aria completamente provocatoria dettata dal fatto che sapeva che lei non sarebbe mai riuscita a mandarlo via o a dirgli di sparire. Per quanto fosse sicura di sé, non sarebbe mai riuscita a ignorarlo.
La ragazza aprì la bocca per parlare, ma non riuscì a dire niente…non sapeva cosa rispondergli. In effetti nemmeno lei sapeva perché non lo faceva, era tutto così confuso quando lo vedeva.
Purtroppo per lei, Damon prese quel silenzio come un segno di assenso e sorrise vincitore avvicinandosi ancora di più a lei e arrivando ad un punto tale che i loro abiti sembravano sfiorarsi.
<< Scommetto che se mi ci mettessi d’impegno, riuscirei a farti capire che sono io l’unico che deve stare con te, che sono io l’unico che ami e non quello stupido di mio fratello e a quel punto cadresti tra le mie braccia e saresti per sempre mia. Diventeresti la mia Regina delle Tenebre e insieme domineremo su tutto e tutti, facendo ciò che più ci va >>, disse piantando lo sguardo in quei due diamanti che erano i suoi occhi e avvicinando il viso al suo.
Elena si risveglio dallo stato di trans in cui era entrata appena in tempo per capire che il vampiro stava per baciarla e si allontanò sotto lo sguardo per niente sorpreso di lui che continuava a guardarla con quel sorriso beffardo che lo caratterizzava.
Non poteva permettere che si prendesse gioco di lei in quel modo, che mettesse in dubbio il suo amore per Stefan e che facesse progetti per lei per il suo futuro e soprattutto che programmasse di farla sua.
Al tempo stesso, però, quella scommessa la intrigava parecchio e avrebbe tanto voluto vedere cosa avrebbe fatto Damon per riuscire a conquistare il suo cuore. Si sa, a volte non sempre la ragione domina sugli istinti.
<< Scommettiamo? >>, chiese alzando un sopracciglio e avvicinandosi di nuovo a lui.
<< Cosa? >>. Damon era rimasto sinceramente colpito da quella richiesta, non si aspettava da lei tanta accondiscendenza.
Si sarebbe aspettato una scenata, uno schiaffo, qualsiasi cosa ma non quello e soprattutto da lei.
Di solito era lui quello che proponeva questo genere di cose e quando aveva detto quello “Scommetto”, non gli era proprio passato per la mente di farlo per davvero.
<< Scommettiamo che tu riuscirai a convincermi che tu sei l’unico per me…e con qualsiasi mezzo possibile >>, disse lanciandogli uno sguardo di intesa. Damon non si sarebbe mai lasciato sfuggire un’occasione simile, ne era certa.
E fu così che la preda prese il comando della caccia. Interessante, pensò sorridendo.
Gli piaceva quella proposta e anche tanto, ma forse la piccola umana non aveva pensato alle conseguenze.
<< Va bene, ma… >>.
<< Lo so, tu non fai mai niente senza qualcosa in cambio >>, disse lei sospirando.
<< Oh, allora mi conosci bene, ma sembra che tu non sappia che una scommessa include anche delle condizioni, quindi questa volta sono solo le regole che prevedono qualcosa in cambio >>, la informò soddisfatto.
Elena sospirò. << Ad ogni modo, se vinco io, tu non mi darai più fastidio e non intralcerai mai più il mio rapporto con Stefan >>.
<< Affare fatto, ma se vinco io…tu sarai mia e verrai con me dovunque io decida di andare, lascerai mio fratello e infine, ti trasformerò in un vampiro >>, disse sorridendo sghembo, ma lasciando nei proprio occhi una traccia di cattiveria mista a serietà, netto segno che diceva sul serio e che non stava per niente scherzando.
La ragazza deglutì a vuoto. Non la spaventava tanto il fatto che sarebbe stata sua, che sarebbe partita per un luogo sconosciuto o che, nel peggio dei casi, dovesse lasciare Stefan.
No, aveva timore di essere trasformata in un vampiro e di seguire la sua dieta. Avrebbe ucciso delle persone innocenti con il solo scopo di sfamarsi e non avrebbe mai potuto cibarsi di animali perché lui non lo avrebbe permesso.
Era davvero in trappola. Damon aveva fatto bene i suoi conti.
<< Sei ancora sicura di quello che stai facendo? >>, le chiese notando con piacere la sua titubanza.
Non sopportava la sua arroganza, la infastidiva terribilmente. Credeva di essere migliore di tutti, solo perché se ne andava in giro con quell’aria di sufficienza e si vantava di quanto fosse bello e forte. Lo odiava.
<< Affare fatto! >>, disse porgendogli la mano, che il vampiro subito strinse prontamente tirandola a sé e avvicinandosi al suo orecchio.
<< Incomincia a preparare le valigie >>, le disse sorridendo e notando che si era irrigidita, dato che era stato troppo veloce. La sua dannata e odiosa velocità.
Dal canto suo, Elena già si stava pentendo di quello che aveva fatto, ma la voglia di sfidarlo aveva soprasseduto sulla ragione.
Non avrebbe mai lasciato che vincesse e di certo non sarebbe caduta nella sua trappola.
Si scansò bruscamente da lui e si chinò per prendere la sua borsa.
<< Aspetta e spera >>, disse facendo apparire sul suo viso un’espressione di sfida e incominciando a dirigersi verso l’uscita del cimitero.
Una volta che se ne fu andata, Damon poté incominciare a pensare ai possibili trucchi che avrebbe usato, ma qualcosa di terribilmente fastidioso lo deconcentrò.
Sospirò, e sorridendo scosse la testa. Se credeva che sarebbe rimasto colpito, si sbagliava di grosso.
Fin da prima, lui era sempre stato più forte di lui in tutto.
<< Ciao fratellino >>, disse, rimanendo di spalle e sicuro che prima o poi si sarebbe avvicinato anche lui…se ne avesse avuto il coraggio.





- L'angolo di Lady Delilah
Ed eccomi qui con un'altra storia ^^ Non ve lo aspettavate, eh? So cosa state pensando: questa ora ha appena postato una fan fiction e ne posta un'altra? Ebbene si!!
Ho avuto una grande illuminazione e non potevo di certo sprecarla xD E poi non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, così da poter continuare a o meno.
Beh, come avete capito, la maggior parte dei capitoli sarà narrata dalla parte di Damon e un pò dagli altri personaggi, ma maggiormente da lui dato che credo sia più interessante sapere il suo punto di vista *-*
E ora vorrei ringraziare tutte quelle che hanno commentato la prefazione ^^:
KeLsey: Uuuu grazie mille ed ecco, come promesso, un capitolo appena sfornato (: Spero ti piaccia e non vedo l'ora di leggere la tua (:
Cecy94: Uuu sono contenta che la prefazione ti abbia incuriosita e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi *-* Prego, mi piace davvero molto la tua storia, anzi spero aggiornerai preso (:
vaned1995: Uuu grazie mille (: Spero continuerà a piacerti la storia!
Lady Gray: Uuu grazie mille sia per quanto riguarda l'immagine che per la prefazione *-* Spero davvero ti piaccia il prossimo capitolo e sono contenta che tu l'abbia inserita tra le seguite (: Kisss
Bacii <3
   
 
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