Salve
gente!! Siamo magica_cricchia & giuliechelon90! E questo
è
il primo capitolo della nostra storia scritta a 4 mani! Nata durante
un pomeriggio a Padova con la nostra Venice Mytra Division!
Ebbene...
noi 2... (quelle che quando pensano a Jared ringraziano il cielo di
avere le gambe... per non lasciare la scia come lumache...in
realtà
viaggiamo con un secchio in mezzo alle gambe per raccogliere bava e
non solo) abbiamo arricchito questa storiaccia con i vaneggi di una
notte insonne davanti al Palasharp! Sarete quindi contenti di leggere
gli schizzi mentali di due deficienti con solo due ore di riposo su
48.
ED ORA! SIETE PRONTE AD UN JARED COME NON LO AVETE MAI, MA PROPRIO MAI, VISTO??
AVVERTIMENTI:
forse dopo aver letto questa storia non riuscirete più a
vedere Jay allo stesso modo... perciò... siete sicure di
voler
proseguire??
Sicure
sicure??
OK!
noi vi abbiamo avvisate!!
In caso di effetti collaterali non previsti, leggere attentamente il foglietto illustrativo o in casi più gravi riferirsi ad un medico. Non sommministrare ai bambini sotto i 18 anni.
PER I POMODORI SIAMO QUI IN OGNI CASO... (dovete solo riuscire a beccarci! ;)
*****
Capitolo di magica_cricchia
Non
mi ero mai accorta di
quanto fosse grande un letto matrimoniale. Quando lo dividevo con mio
marito non facevo che lamentarmi di quanto fosse ingombrante la sua
presenza in quel letto. Riuscivo a dormire solo in un piccolo
angolino, mentre lui troneggiava, invadendo anche il mio spazio
vitale.
In quel periodo bramavo
per poterci dormire almeno una volta comodamente. Da sola.
Ora sono stata esaudita.
Il letto è completamente mio. Come l'armadio, la camera e
l'intera casa. Solo una cosa non è più mia... mio
marito!
Il porco, infatti, ora
divide il letto con una ragazzina di 10 anni più giovane di
me.
Mi congratulo con me
stessa.
Sono riuscita a tenermi un
marito per poco meno di due anni.
Eppure stavolta ero
convinta che sarebbe durata.
Sono sempre stata una
farfallona in amore. Mi stancavo in fretta. Ma con il mio adorabile
maiale di un ex marito, ero convinta che le cose sarebbero andate
diversamente. E in un certo senso è stato così.
Infatti
io non mi sono mai stancata di lui. Non avevo calcolato che potesse
lui, stancarsi di me.
Ormai
sono sotto le
coperte da un paio di giorni. Per l'esattezza da quando la
separazione è diventata definitiva. Da quando è
entrato
per l'ultima volta in casa, solo per raccogliere tutte le sue cose.
Ha dimenticato solo la confezione di vitamine e proteine che si
“calava” ogni mattina per “tenersi in
forma”. Stupido maniaco
egocentrico. Come diavolo ho fatto a sposarmi con quello che, era e
sarà, l'apoteosi di tutto ciò che odio in un
uomo?! Ma
soprattutto... come diavolo faccio a starci ancora così
male??. Il tradimento brucia. Questo è certo.
La sveglia olografica mi
indica giorno e ora. Più che altro, con voce seducente, la
“donna ologramma”, mi incoraggia ad alzarmi,
volteggiando intorno
ad un palo da lap-dance. Avrei voluto una sveglia
“uomo” o al
massimo “animaletto”, ma è stata scelta
dal porco. Come la
maggior parte del lussuoso arredamento della casa. È
Venerdì
17 Dicembre, anno 2084. Fantastico. È pure
Venerdì 17.
Beh, un motivo in più per non uscire dal letto.
La sveglia continua il suo
sexy balletto.
“Vuoi piantarla stupida
vacca!??”, le urlo.
“Non hai detto la
parolina magica!”, occhieggia la donna virtuale.
Oddio, anche la parola per
disattivarla l'ha scelta quel maiale. Alzo gli occhi al cielo. Mi
imbarazza sempre.
“VENGOOO!” urlo.
Mi rivolge un ultimo
sorriso seducente e sparisce. Devo decidermi a cambiare sveglia.
Rimango
abbozzolata nelle
coperte. Puzzo. Sono due giorni che non mi lavo. Non ne ho la forza.
Non so per quanto tempo rimango in questo stato di semi-incoscienza.
Solo il campanello riesce a darmi una scossa.
Julia, la mia amica del
cuore, suona con insistenza alla porta. Vedo la sua figura proiettata
dal citofono sulla parete di fronte. Afferro un piccolo telecomando
bianco e senza dire una parola schiaccio il tasto per l'apertura
della grande porta blindata. Poi, schiacciando un altro pulsante,
apro le veneziane, lasciando entrare la flebile luce ovattata
dall'inquinamento atmosferico.
Mia madre mi raccontava
che, ai suoi tempi, il cielo era azzurro. Non riesco ad immaginarmelo
di quel colore. L'ho sempre visto grigio.
“Insomma
Liv! Ancora in
questo stato?? Mio Dio... sei orribile... che capelli hai? e... Oddio
come puzzi...”, Julia entra in casa con fare da padrona.
Volteggia
la sua firmatissima borsa, gesticolando teatralmente.
“Buongiorno a te
Julia...”, dico stancamente.
“Oh tesoro! Morto un
papa se ne fanno altri 6! Ma devi rimetterti in sesto... altrimenti
nel tuo caso... beh... morto il papa... crolla tutto il
cattolicesimo!”. Mentre parla, armeggia con la mia macchina
del
caffè d'epoca, cercando probabilmente di capirne il
funzionamento.
“Lascia... faccio
io...”, prendo in mano la situazione, altrimenti rischia di
rompermela. Adoro i miei elettrodomestici d'epoca. Sono l'unico lusso
che mi sono sempre permessa. E a gran ragione, considerando che tra
me e il mio ex marito, quella con lo stipendio da urlo sono io.
Lavoro come Cyber-doll in proprio. Sono la migliore nel mio settore.
Tutte le aziende più famose e ricche vengono in cerca dei
miei
servigi.
Il mio lavoro consiste
nelle ricerche interattive.
Non c'è
informazione che io non riesca a trovare.
Non c'è sito o
server al quale non riesca ad accedere.
In pratica posso,
legalmente, occuparmi di spionaggio industriale.
“Tesoro, con il lavoro
che fai dovresti apprezzare di più la tecnologia...
invece...
ti circondi di queste macchine obsolete...”, guarda i miei
elettrodomestici con aria schifata.
“Ti sbagli... proprio
perchè sto sempre in mezzo a tecnologie avanzate, mi
affascinano le vecchie macchine...”, rispondo laconica.
“Sarà... Comunque
ora vai a darti una lavata! Puzzi! Ti voglio portare in un posto
meraviglioso!”, dice battendo le mani e facendo tintinnare i
numerosi braccialetti che porta ai polsi.
“E che posto sarebbe?”,
chiedo scettica, alzando un sopracciglio.
“Beh... diciamo che ieri
sera mi sono messa a pensare...”
“Oh questa sì che
è una novità!”, la interrompo.
“Ah-ha... spiritosa...
Dicevo... mi sono messa a pensare a cosa avrei potuto fare realmente
per la mia migliore amica in questo momento...”
“E...??”, domando
svogliatamente.
“... e sono arrivata
alla conclusione che sei troppo sola! Ti serve un animaletto
domestico!”, conclude fiera della sua geniale pensata.
“Devo forse ricordarti
che oggigiorno è illegale tenere animali in casa? Va contro
le
norme igieniche...”, le rispondo con superiorità.
Mi rendo
conto che mi sto inacidendo.
“Mio Dio come stai
indietro!! Stento a credere che tu faccia il lavoro che
fai!”,
sbuffa lei.
“Ti ricordo che mi
occupo di cose serie... non roba di animali o stronzate varie... e
quando torno a casa cerco di limitare l'uso della tecnologia il
più
possibile! Ci sto in mezzo tutto il santo giorno!”
“Ok... ma questa è
la nuova moda generazionale! E fidati... ne hai bisogno!”, mi
guarda sbattendo le lunghe ciglia con aria apprensiva. Non resisto
quando fa così.
“Avanti... spiegami bene
sta cosa degli animaletti!”, cedo, porgendole la tazza di
caffè
fumante.
“Allora... vengono
chiamati 'twenty' e non sono altro che esseri umani di 20
centimetri!”
“Cooosa?? ma è
mostruoso!”, esclamo indignata.
“Aspetta a giudicare!
Sono dei cloni! In pratica ti rivolgi ad una di queste nuove agenzie,
ne stanno fioccando ovunque oramai, scegli il modello che preferisci
e TA-DAAAN in un mese circa ti viene recapitato a casa!”
“Rimango del parere che
è mostruoso!!”
“Ma no... Sono carini...
e poi per averne uno devi sborsare una bella cifra, quindi chi lo
acquista lo tratta con cura... di solito... Comunque, immagina quanta
compagnia potrebbe farti! È una bella sicurezza averne uno
in
casa! Se ti capita qualcosa può contattare il pronto
intervento. Oppure può massaggiarti i piedi con quelle
deliziose e minuscole manine! Sono legati all'obbedienza più
totale! Per non parlare del fatto che il modello lo scegli da un
catalogo ricco di volti famosi, di ieri e di oggi!”
“Ripeto che è
mostruoso!”, sono recidiva. La trovo una cosa immorale.
“Ok... come vuoi... sai
ho parlato della cosa con Adam, siamo d'accordo che se non accetti
dovrai trasferirti con noi... dopotutto di questi tempi è
troppo pericoloso per una donna starsene sola... e poi sei
così
depressa che potresti anche impiccarti alla doccia per quanto ne
sappiamo noi... quindi ok... è deciso! Ti trasferisci da
noi!
Sarà bello dividere le cose in tre... dovrai solo abituarti
all'idea di vederci tutti “pucci pucci” ogni santo
giorno...
sentirci fare sesso sfrenato la notte... sì... ti ci puoi
abituare!”, conclude con un sorrisetto maligno.
“Non potete
costringermi!”, ringhio.
“Vuoi metterci alla
prova? O meglio... vuoi mettere alla prova Adam e i suoi amici Bobby
e Frank?”
Ricordi che giocano a
“space-rugby”? Possono buttarti giù la
porta di casa come
se fosse carta e trascinarti via di qui a forza!”
“Posso sempre
denunciarli!”, soffio in segno di sfida.
“E sbattere il fidanzato
della tua migliore amica in galera? Lo faresti davvero?? Mi
ferisci...”, come al solito recita la parte della donzella in
lacrime alla perfezione.
“Tu digli di non
avvicinarsi a casa mia! Specialmente a quel Bobby... e non finiranno
in galera!”
“Non posso! Sei la mia
migliore amica! Sei l'unica famiglia che mi è rimasta oltre
ad
Adam... non puoi impedirmi di stare in pensiero per te!”,
ecco,
quando Julia se ne esce con questi discorsi la mia volontà
diventa fragile come ghiaccio sottile.
“Ok... Portami in una di
queste agenzie e compriamo sto bambolotto!”, mi arrendo.
Julia fa i salti di gioia
e comincia a battere fastidiosamente le mani.
“Perfetto! Tu lavati! Io
vado a sceglierti i vestiti!” esclama gioiosa. Prima di
vederla
sparire dentro la cabina armadio, le urlo:
“Non è che in
realtà lo vorresti tu sto piccolo affare ma non vuoi
spendere
soldi??”
“Come sei venale...”,
mi schernisce. Sì. Credo di averci azzeccato.
L'agenzia
“Twenty Human
Doll” è a solo un isolato da casa mia.
L'ingresso è ampio
e lussuoso. Arredato con un bel mobilio realizzato in “pasta
di
legno”, il legno vero è troppo prezioso
oggigiorno, ma la
pasta di legno lo rimpiazza alla perfezione ed è solo di
poco
più economica. Il pavimento è in marmo rosa, in
tinta
con i lampadari e le poltroncine in finta pelle. Una giovane donna,
abbigliata in perfetto stile “infermiera sexy”, ci
accoglie con
un ampio sorriso. Probabilmente sta annusando l'odore di soldi da
quando abbiamo varcato l'ingresso.
“Buongiorno signore!
Posso esservi utile?”, Le sue labbra sono lucide e tinte di
rosso,
sembrano di plastica. Per un momento sono tentata dall'idea di
chiederle se la sua coscienza è a posto nel lavorare in
questo
settore, in cui si commercia la vita umana ridicolizzandola. Julia
è
più veloce di me e parla al mio posto.
“Si la mia amica
vorrebbe acquistare uno dei vostri... emm... prodotti?? è
così
che si dice?”
“Oh noi preferiamo
chiamarli “piccoli amici”! E più che
acquistare
preferiamo 'adottare'!”, continua a sorridere, sono sicura
che
quella bocca prima o poi le cascherà. È troppo
lucida e
sporgente per essere vera. E poi parla come un cartone animato...
'adottare'... sì... ma intanto fate sborsare cifre
indicibili
per sti 'piccoli amici'.
“Oh certo certo! Mi
sembra giusto!”, le risponde Julia gesticolando, con un
movimento
fluido della mano.
“Ora chiamo il Dottore!
Intanto se volete accomodarvi... potete sfogliare un paio di
cataloghi... o magari avevate già le idee chiare?!”
“Beh... sa... la mia
amica qui è reduce da una dolorosa separazione... quindi
pensavo che non sarebbe male un bel figaccio...”
“Oh insomma Julia non
raccontare tutti i fatti miei e poi almeno lo scelgo io sto mini
coso!”
“Uh! Giusto giusto!
Scusa tesoro!”, mi dice facendomi un buffetto, neanche fossi
la sua
figlia ritardata.
“Allora ci accomodiamo
lì!”, dice alla “sexy
infermiera” dalle labbra finte,
indicandole le poltroncine di eco-pelle.
“Prego!”, sorride
radiosa. Non mi sfugge l'occhiata di pietà che mi scocca
poco
prima di allontanarci dal bancone. Ok. Sono con i capelli crespi e
senza trucco. E allora? Prima o poi carina, la bocca ti
cascherà,
come pure le tette. Poi voglio vedere come farai a tenerti il
marito!.
Sprofondo
nella poltrona e
Julia mi passa subito un catalogo.
“Hai qualche preferenza
tesoro?”, mi chiede sfogliando le varie foto di un altro
catalogo,
con i relativi dati di personalità, gusti ecc..
“Sì... ho sempre
ammirato Rita Levi Montalcini...”
“Ma ti prego!! era una
mummia 100 anni fà! E poi per te ci vuole qualcosa di
più
divertente!”, sogghigna.
“Ok... che ne dici di
Albert Einstein? Che uomo... che scienziato... che mente
brillante!”
“Insomma Liv! vuoi
prendere sta cosa sul serio??”, mi rimprovera.
“Io sono serissima! Sei
tu che cerchi qualcosa per sollazzarmi!”, rispondo
imbronciata.
“Ma pensa ad un attore,
modello o cantante famoso! Tipo quel tale Brad Fitt, o quel Leonardo
Di Caprolo... o ancora quel meraviglioso modello di Ciucci! Insomma!
Fantasia ragazza mia!!”
“Non so... fammi
sfogliare sta cosa... e poi io preferisco i personaggi di ieri,
più
che quelli di oggi! Attualmente non ce n'è uno che mi
piaccia...”
“Uff... come sei
difficile...”, sbuffa Julia.
Comincio a sfogliare il
catalogo “I belli di ieri”. Che titolo idiota.
Riconosco qualche
attore o cantante della mia infanzia. Poi mi blocco. Un paio di occhi
azzurri intensi mi ipnotizzano. Leggo le generalità a bocca
aperta.
Jared
Leto
(Bossier City, 26
dicembre 1971 --> 17 dicembre 2057)
Attore, cantautore e
chitarrista statunitense.
A parte la sua carriera
cinematografica, Jared Leto era il cantante e chitarrista ritmico dei
30 Seconds to Mars, gruppo formato nel 1998 insieme a suo fratello
Shannon Leto e due amici...(...)
Interessante... se non sbaglio la mamma e la nonna ascoltavano questo gruppo. Si definivano delle Esce...qualcosa! Escelon... non so se sia pronunciato giusto.. ma si scriveva Echelon lo ricordo bene. Erano delle invasate per sto tipo e il fratello batterista. Fatalità oggi è l'anniversario della sua morte. Magari è un segno del destino.
Carattere: Sfacciato e provocatorio. Indole particolare. Potenzialmente egocentrico. (...)
Perfetto!
Il ritratto dell'uomo che detesto.
Mi
soffermo di nuovo sulla foto. Così azzurri... forse un tempo
il cielo era proprio di questa tonalità di azzurro.
Ma sì.
Quasi quasi scelgo lui. Così posso immaginarmi di che colore
dovrebbe essere il cielo guardandolo. In più sarà
un
omaggio alla mamma e alla nonna.
Per
quanto riguarda il suo carattere... saprò come educarlo! E
in
caso... potrei sfruttarlo per vendicarmi sul genere maschile!
Sogghigno soddisfatta.
“Che
hai scovato?”, mi chiede Julia, sporgendosi dalla poltroncina
per
sbirciare il mio catalogo. “mmm... Ammazza che figaccione!
Avrei
preferito qualcuno di attuale... ma anche questo non è
male!”
“Ok!
Fatta!”, Esclamo.
Caro
il mio mini Leto. Non avrai vita facile! È una promessa!.
Perchè in fondo... ci basterebbe anche un Leto di 20 centimetri.... siamo sincere....