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Autore: Black_Eyeliner    05/04/2010    5 recensioni
Talvolta non c'è bisogno di parole per dar voce a un ordine.
Sii solo mio, e di nessun altro.
SebastianxCiel
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Tonight, tonight

Olfatto

 

 

 

 

 

Your cruel device
Your blood, like ice
One look could kill
My pain, your thrill


I want to love you but I better not touch
I want to hold you but my senses tell me to stop

 

Alice Cooper

 

 

 

 

 

E’ uno spasimo di piacere irrefrenabile, il suo odore.

Ogni percezione svanisce tra le pieghe della stoffa pregiata, ripiegata da mani inguantate e ineccepibilmente esperte; tutti i sensi si smarriscono, ottenebrati dal languore che il suo profumo induce.

 

-Cosa stai facendo, Sebastian?

 

Colto in flagrante, le mani nei cassetti disordinati, nessun tentennamento scalfisce il portamento elegante dell’uomo; li richiude, sorridendo serafico.

 

-Riordinavo i suoi vestiti, bocchan.

 

Attacco.

 

Corre delicata la scia del profumo di Ciel; effonde in un’invisibile lusinga a fuorviare gli intenti: e persino di un demone irretisce il riserbo, costringendolo all’inesorabile resa.

 

-Non credevo che riordinare i miei cassetti ti portasse via tanto tempo.

 

Le ciocche scure dei capelli di Ciel ondeggiano, una lieve scossa del capo fa sì che il loro profumo si dipani nell’aria, velenosamente eccitante; un sorriso furbescamente consapevole inarca le labbra sottili del giovane nobile, tingendole d’innocente malizia.

 

-Ed io, con tutto il rispetto, non credevo che lei sprecasse del tempo osservandomi di nascosto…

 

Infilata.

 

-Puoi sentirlo, dunque?

 

Col capo chino in segno di profondo ossequio, il maggiordomo lascia che le sue palpebre si chiudano, permettendo  alle narici frementi di inalare ancora un po’ di quella tenue, deviante fragranza.

 

 

Deviazione.

 

-Sì.

 

Una risata cristallina infrange il silenzio della tarda sera, mescolandosi all’eco flebile del vento autunnale.

E quasi lo vede, Sebastian, il suo profumo; dietro le palpebre chiuse, come dita violacee ad accarezzare il suo demoniaco cuore, sciogliendone il ghiaccio e reclamandone i battiti.

 

 

Adescamento.

 

Tra le lenzuola stropicciate, un corpo esile ed esposto ai raggi della luna si contorce; le cosce allacciate al bacino dell’amante, Ciel continua a dibattersi, preda di una delirante passione.

 

-Da-davvero lo senti… ?

 

La punta del naso è fredda sulla pelle febbricitante d’amore; lambisce le labbra umide, tracciandone i contorni: leggera, passa oltre il mento affilato, indugiando nella piega morbida tra il collo e la spalla.

 

-Dimmi com’è…

 

-Sa di rose selvatiche, bocchan.

 

Scendono in basso, narici ingorde, sul petto scosso dagli ansimi; e ivi rimangono, respirando a fondo l’acredine appena percettibile del sudore e del sapone alle mandorle.

 

-… E… E poi?

 

-E poi sa di mandorle dolci, bocchan.

 

Un lungo gemito sfugge alle labbra sporte, quando quell’estenuante amplesso, di colpo, s’interrompe;  il naso affilato si insinua nell’incavo tra l’inguine e la coscia, inebriandosi dell’odore del desiderio stillato in luccicanti gocce perlacee.

 

-Parlami ancora, Sebastian.

-E’ un ordine?

-Ti piace il mio profumo?

 

La voce si dissolve, strozzata in un gemito stremato; e l’odore del peccato satura l’atmosfera, impregnando d’ossessione le tenebre.

 

-Sì. Perché sa di tormento, bocchan.

 

 

Tempo.

 

 

Il tempo svanisce, in un eterno limbo è precipitato il ricordo.

Scacco matto al re e una lacrima densa di cordoglio.

 

Di quella panchina, ove si è consumata la loro ultima notte, non rimane che una roccia sgretolata e derelitta, infestata dall’edera selvatica.

 

Neanche le rose bianche, che tanto il suo signore adorava, hanno lasciato alcun ricordo; gli ultimi petali appassiti e giallognoli soffiati via da un vento troppo lontano nel tempo da esserne memore.

Ancora sorride Sebastian, quando pensa a lui.

Non ha provato nulla, nessun rammarico, nessun rimpianto.

Nessuna emozione.

 

Solo, quando una bizzarra nostalgia serpeggia tra i suoi sensi assopiti, dalla tasca dell’uniforme nera, che ancora indossa, estrae una boccetta di vetro opaco, centellinandone appagato il contenuto: invisibile, etereo.

 

Nessuno lo avrebbe mai saputo che lì aveva catturato l’ultimo, sofferto respiro di Ciel.

 

Ed ogni qualvolta sente quella noiosa malinconia stridergli in petto, semplicemente Sebastian annusa il profumo dell’anima che ha divorato in una qualunque e anonima notte di luna piena, molti, troppi secoli addietro per poterne tenere ancora il conto.

 

 

Fin

 

 

 

 

 

 

Nda: Ultima flash di questa raccolta ormai terminata.

Questa volta gli intramezzi si riferiscono a tattiche speciali del gioco degli scacchi, visto che ognuna di queste flash aveva un filo conduttore sui più svariati prompts.

Mi spiace che non sia venuta granché, anche se devo dire non mi aspettavo tante persone seguissero questa fic^*^

Ringrazio tutti per aver avuto la pazienza di leggere e recensire, in particolare:

 

 

mikkabon

 

Aphrodite

 

yaoilove

 

LadyWay

 

 Saruwatari_Asuka

 

 

E coloro che hanno seguito o letto in silenzio, sapendo accogliere i deliri di questa fg un po’ stramba.

 

Alla prossima ^*^

 

Stè.

   
 
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