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Autore: Alaire94    08/06/2010    8 recensioni
Questa non è la solita storia di eroi buoni e gentili. Rhon è ben diverso, fa parte di una razza oscura e malvagia, per la quale il denaro è l'unica cosa importante... "Vedevo il tesoro, dietro a un muro di fiamme e non c’era peggiore tortura: sarei morto lì, con l’oro a pochi metri, senza poterlo prendere. "
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.     Stupidi umani

Avevo scalato montagne, attraversato mari e affrontato ogni sorta di mostro.  Avevo visto gente nascere e tanta altra morire, ma niente era come questo posto, perché era l’inferno.

Le fiamme mi circondavano, un caldo pazzesco mi penetrava nella pelle e il fumo nelle narici. Lo sentivo già depositarsi sui polmoni e bloccarmi il respiro. Sei arrivato al capolinea, hai toccato il fondo, mio caro Rhon mi dissi.

Avrei voluto tornare indietro, scegliere l’altra strada e vivere almeno un altro secolo, ma ormai il guaio era fatto. Dopo glorie e avventure era arrivata la fine del più noto cacciatore di tesori. E tutto per un altro pugno di soldi e pietre preziose.

Vedevo il tesoro, dietro a un muro di fiamme e non c’era peggiore tortura: sarei morto lì, con l’oro a pochi metri, senza poterlo prendere.

Proprio in quel momento, infatti, caddi a terra. Ormai non riuscivo più a respirare.

Mi stavo spegnendo, lo sapevo bene, ma non avevo paura. Forse perché avevo visto talmente tanti orrori in vita che la morte mi sembrava una piccolezza. C’era un’unica cosa che non sopportavo della morte: i miei tesori sarebbero stati persi, quei tesori che erano stati la ragione della mia vita e la causa della mia fine.

- Addio, bastardo – disse il mostro aprendo le sue enormi fauci. Addio mondo …

 

* * *

 

Noi Drow non siamo una razza buona. Viviamo nella Terza Terra, quella dei cattivi, in antri oscuri e profondi nei quali pochi si addentrerebbero. Siamo elfi oscuri, alti e atletici, con la pelle color dell’ebano e i capelli bianchi come la luna, ma la nostra principale caratteristica sono gli occhi: stretti e felini  riflettono la pura malvagità.

Il nostro unico scopo è quello di possedere oro facendo razzie e seminando terrore in tutte le Cinque Terre. Di natura scontrosa e disonesta spesso litighiamo fra noi, soprattutto quando si tratta di soldi.

Proprio a causa della cattiva fama della mia razza, quando quel giorno entrai nella Terra degli Umani, tutti si voltarono a guardare lo straniero. Nonostante avessi il cappuccio del mantello calato sulla testa, la mia pelle scura, così come la mia scia non passarono inosservati.

- Un elfo oscuro … andiamo via – sentivo sussurrare le madri ai loro bambini, per poi scappare via col terrore dipinto sui loro piccoli visi.

Io avanzavo camminando lentamente in mezzo a quel fuggi  fuggi generale e guardando la scena dall’alto verso il basso, un po’ infastidito.

In realtà non era mia intenzione irrompere nelle case di persone innocenti e portare via tutto come è usanza fra la mia gente, ma ormai ero abituato ai pregiudizi, neanche ci facevo caso. Il mio unico vero obiettivo era ovviamente quello di impossessarmi del tesoro di cui mi era giunta voce dovesse trovarsi da quelle parti.

Attraversando la strada ormai deserta, entrai in un locale chiamato “La taverna dell’orso” per mangiare qualcosa, visto che era almeno dal giorno prima che non toccavo cibo.

Mi sedetti al bancone e ordinai, cercando di ignorare gli sguardi sospettosi e spaventati della gente. Mentre stavo mangiando la mia bistecca un uomo prese coraggio e mi si avvicinò, probabilmente a nome di tutti. – Devi andartene di qui, non puoi restare – mi disse gonfiando il petto. – Io non me ne andrò – risposi semplicemente, senza neanche guardarlo in faccia. – Invece sì, chiamerò le autorità e ti farò cacciare. Noi amiamo le nostre famiglie e non vogliamo vederle distrutte – spiegò l’uomo sempre più convinto. Io trattenni una risata, poi dissi: - poveri illusi, non mi interessa proprio nulla delle vostre famiglie. Sono solo qui di passaggio e quando avrò finito il mio compito me ne andrò –

- voi sporchi Drow tendete trappole ovunque, non possiamo fidarci, quindi porta le tue chiappe da elfo fuori dalla Terra degli Umani – esclamò con un sorriso compiaciuto, credendosi forse il più furbo.

A quelle parole poggiai la forchetta sul piatto. Quel piccolo umano mi aveva appena fatto passare la fame e io odio quando qualcuno mi rovina il pasto, soprattutto se si tratta di un piccolo ed irritante umano. Mi alzai quindi dalla sedia che spostandosi produsse un rumore stridulo, mi tirai giù il cappuccio ed afferrai l’uomo per il colletto sollevandolo da terra. – Io non permetto a nessuno di darmi ordini, hai capito?! – Gridai e la mia voce risuonò per tutto il locale, zittendo tutti. L’umano, ora terrorizzato, non mosse un muscolo. Allora io lo lasciai cadere bruscamente a terra e gli puntai l’ascia alla gola. – Per ciò che hai fatto di meriti la morte – conclusi pieno di rabbia. Odiavo gli umani più di qualsiasi altro essere delle Cinque Terre in particolar modo quando erano così stupidi da irritare un Drow errante.

Stavo per tagliargli la gola e spargere il suo sangue ovunque con mia immensa soddisfazione, quando ….

 

 

Angolo dell’autrice: 

come avrete notato ho preso in prestito una razza del gioco di ruolo D&D, il resto però è completamente inventato da me.

   
 
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